À çíàåøü, íè÷åãî íå èçìåíèëîñü â ïîòîêàõ âåøíèõ âîä - ÷åðåç ãîäÀ. Ìíå òà âåñíà, íàâåðíîå, ïðèñíèëàñü - â òâîþ âñåëåííóþ íå õîäÿò ïîåçäà. Íå æäó. Íå óìîëÿþ. Çíàþ - ãäå-òî, ãäå â ìîðå çâ¸çä êóïàåòñÿ ðàññâåò, â ñòèõàõ è ïåñíÿõ, ìíîé êîãäà-òî ñïåòûõ, â òâîþ âñåëåííóþ ïóòåé íåáåñíûõ íåò. È æèçíü ìîÿ øóìèò ðàçíîãîëîñüåì - íå ïðîñòèðàþ ðóê â íåìîé ìîëüá

Pazza Di Te

Pazza Di Te A. C. Meyer Attenzione: questo libro contiene alte dosi di romanticismo, situazioni esilaranti, ragazzi sexy e la storia di amicizia pi? bella di sempre... Julie ha due grandi sogni: cantare da professionista e far s? che Daniel la veda come una donna. Lui ? l'affascinante proprietario del bar alla moda After Dark, un uomo che non ama impegnarsi ma che ? sempre pronto per una serata occasionale. In una serata affollata, il locale si ritrova senza un cantante per portare avanti il programma musicale e Julie viene messa a capo della band da uno dei soci di Daniel per risolvere il problema. Ma la voce e la presenza scenica della nuova cantante incantano il pubblico... e anche il bell'uomo. Morendo di gelosia, Daniel ? disposto a fare l'impossibile per togliere Julie dai riflettori e dare una possibilit? al suo vero amore. Solo che non ha considerato le avances insistenti di Alan, il chitarrista sexy della band, che decide di fare tutto il possibile per conquistare il cuore della nostra giovane donna. Il sogno di Julie si realizzer? finalmente con Daniel o il suo vero principe azzurro ? il chitarrista sexy? A. C. Meyer Pazza di te Tradotto da Cecilia Metta Pazza di te Serie After Dark – 01 Seconda Edizione Copyright © 2013 di A. C. Meyer Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro pu? essere usata o riprodotta su qualsiasi supporto esistente senza il permesso scritto degli editori. Edizione digitale: Laura Pohl Formattazione digitale: Andreia Barboza Copertina: Fernanda Fernandez Testo rivisto secondo il nuovo Accordo Ortografico della Lingua Portoghese. Indice Capitolo uno (#ulink_99253915-af5f-5130-9511-9946b57e0eeb) Capitolo due (#ulink_3e5bf701-422b-5e4e-8780-8a98a1e7e650) Capitolo tre (#ulink_7fa62235-434c-5490-8a26-32014715ca8d) Capitolo quattro (#ulink_98ceb883-1947-50e3-8212-55464b707338) Capitolo cinque (#ulink_a0fcac24-0bc5-55f2-8321-683ebe912c3a) Capitolo sei (#ulink_c3d1d974-aa54-522e-b4e6-e86be058e3ee) Capitolo sette (#ulink_a38e9bd9-191d-59a8-84f8-c8b1824d2bea) Capitolo otto (#ulink_4e0c60c9-9d98-5624-b4e6-834f539e5da3) Capitolo nove (#ulink_54282b20-4123-59a6-9e5a-6c787ba77ae6) Capitolo dieci (#ulink_abbc4998-297e-5bba-9348-56c181dc834c) Capitolo undici (#ulink_e68122a7-9f72-57ec-87bf-65dca6b29b0d) Capitolo dodici (#ulink_cc3316f7-b5fd-5349-8ff8-4cc7cb2b804b) Capitolo tredici (#ulink_6efd785f-3e5e-5e9c-999e-6ae6b8561f0c) Capitolo quattordici (#ulink_7eaabda0-b18c-5594-a3bd-ccadef9c0c92) Capitolo quindici (#ulink_5eede92b-cd42-5792-b5e5-f15f049d2307) Capitolo sedici (#ulink_2533f533-3aed-55ff-98bd-4ebaac80b375) Capitolo diciassette (#ulink_23f04497-ddc3-5f53-b6d8-4b6378e00f26) Capitolo diciotto (#ulink_1b6fcc18-631e-5b87-9a52-1124be352a1a) Capitolo diciannove (#ulink_b6a43bd6-8383-5647-a7ef-e41024d946f7) Capitolo venti (#ulink_01284993-e737-5134-8e13-aadc49460396) Capitolo ventuno (#ulink_2c58eef3-4bb6-573f-bd22-65c75ea650a4) Epilogo (#ulink_d8ff5dc5-0be7-5ba4-8192-f7f7dc45f544) Nota dell’autrice (#ulink_2ad75183-7475-55a2-8ba4-e4068820261e) Playlist (#ulink_8aa8f7cc-b49c-55a4-b5e5-354592c97fab) A proposito dell’autrice (#ulink_e92e7202-3af4-5f18-ad28-3b44b975fe7e) Libri dell’autrice (#ulink_0b5c567e-ec8b-5640-bf1e-a8a54f172d1c) Leggi il primo capitolo di In punta di piedi A mia madre. Perch? al mondo non esiste un amore uguale al suo. Capitolo uno Julie Vedete questa ragazza sdraiata nel letto? S?, la biondina magra con gli occhiali e con il pigiama di SpongeBob, avvolta nel piumone mentre ascolta i gemiti provenienti dall’appartamento vicino? Sono io, piacere, e vi racconter? la mia storia. Tutte le notti mi sveglio spaventata dai suoni che arrivano dalla casa accanto. E tutte le notti, provo invidia sentendo i gemiti delle ragazze occasionali, gemiti che dovrebbero essere i miei... Mi chiamo Juliette Walsh, ma tutti mi chiamano Julie. Ho ventitr? anni e, da quando ero bambina, sono perdutamente innamorata di un ragazzo che non mi vede. O meglio, lui mi vede, ma ? come se fossi la sua sorella pi? piccola. Ed ? questo ragazzo a causare, ogni notte, i gemiti delle altre... Ho convissuto con Daniel praticamente per tutta la mia vita. Ha tre anni pi? di me e sua sorella, quella vera, ? la mia migliore amica. Eravamo vicini di casa. I nostri genitori erano molto amici e, quando ho perso i miei in un incidente d’auto, sua madre ha iniziato a prendersi cura di me come se fossi sua figlia. Sono figlia unica, cos? come lo erano i miei genitori, e i miei nonni erano gi? morti. Gli Stewart erano l’unica famiglia che mi era rimasta. La famiglia del cuore. Mia madre era una bella donna, con dei lunghi capelli biondi e degli occhi azzurri molto espressivi. Ho ereditato da lei queste caratteristiche fisiche, ma non sono bella come lei neanche lontanamente. Era una di quelle persone assurdamente innamorate – di mio padre, ovviamente. Perdere tutta la mia famiglia in una volta sola ? stato un grande dolore, ma in fondo ? stato meglio cos?. I miei genitori erano una coppia fastidiosamente felice e non penso che l’uno sarebbe sopravvissuto alla perdita dell’altro. ? da loro che ho ereditato la convinzione che l’amore dovrebbe muovere le nostre vite e che un giorno anch’io trover? un principe azzurro che mi salver? dai miei problemi, mi porter? a cavallo verso il tramonto e con il quale sar? felice per sempre... Ed io l’ho incontrato. Prima sotto forma di un bambino dispettoso che mi tirava le trecce e si faceva inseguire da me e Johanna. Poi, durante l’adolescenza, ho visto quel bambino crescere diventando un ragazzo affascinante che, schioccando semplicemente le dita, poteva conquistare il cuore di tutte le ragazze della scuola. Compreso il mio. Dopo aver perso i miei genitori, mi sono trasferita a casa degli Stewart che hanno ottenuto la mia custodia, cosa di cui sono estremamente grata, e Danny si ? preso ancora pi? cura di me. Non mi lasciava uscire o frequentare i suoi amici perch? diceva che non ero abbastanza grande da partecipare ai giochi “da grandi”. Non lo faceva solo con me, no. Trattava sua sorella Jo pi? o meno allo stesso modo. Finch? non ? andato al college per frequentare la facolt? di Economia e finalmente ho avuto qualche fidanzato. Niente di serio. In realt? mi servivano per fare pi? esperienza per quando Danny sarebbe tornato a casa per sempre e, naturalmente, tra le mie braccia. Ma non ? quello che ? successo. Dopo la laurea, ? tornato pi? bello, pi? seducente e pi? affascinante e mi trattava ancora di pi? come la sua sorellina, come se fossi ancora quella ragazzina quattordicenne e non una donna di ventuno anni, il che mi faceva impazzire dalla rabbia. Danny ? tornato dal college con un progetto di vita che si adatta perfettamente al mio: ha deciso di aprire un’attivit?, in societ? con i suoi due migliori amici, Rafe e Zach. Un bar, con musica dal vivo tutti i giorni e dei barman molto simpatici. Diciotto mesi dopo, l’“After Dark” ha aperto le porte ottenendo un successo clamoroso ed ? diventato un luogo famoso tra i giovani di Los Angeles. Vi starete domandando in che modo il mio progetto di vita si adatti al suo. Semplice: quello che faccio meglio in questa vita ? cantare. ? l’unica cosa che so fare, che ho sognato e che mi sono preparata a fare... ma che Danny non mi lascia fare. Potreste accettare una cosa del genere? Quando hanno iniziato a fare i colloqui con le band per il bar, mi sono offerta, ho chiesto, ho implorato di avere una possibilit? ma Daniel ha risposto che non ero pronta ad affrontare il pubblico e ha proibito ai ragazzi di affrontare quest’argomento. Quando ho detto che avrei fatto l’audizione da un’altra parte, ? scoppiato il panico. Abbiamo discusso molto e, alla fine, ho ceduto. Perch?? Perch? l’amore ? cieco, sordo, muto e stupido. Poich? non potevo inseguire il mio sogno di cantare, ho finito per accettare un lavoro all’After Dark come cameriera. Non sono mai voluta andare all’universit?, il sogno della mia vita era di guadagnarmi da vivere con la musica. Ho preso innumerevoli lezioni di canto, di danza, ho imparato a suonare diversi strumenti. Quindi non mi sono preparata per nessun altro tipo di lavoro. Poco tempo dopo l’inaugurazione dell’“After Dark”, ho deciso di lasciare la casa degli Stewart. Amo i genitori di Daniel come se fossero i miei, ma volevo i miei spazi. Per caso, una propriet? accanto alla casa di Daniel, che vive da solo, si ? liberata, e lui mi ha suggerito di trasferirmi l?. In questo modo non avrebbe dovuto preoccuparsi di me ed io avrei avuto vicino qualcuno della “famiglia”. Speravo che avesse capito che ero cresciuta, che non ero pi? la bambina con i codini che conosceva. Ho liquidato uno degli investimenti che il commercialista aveva creato con l’eredit? dei miei genitori e ho comprato la casa, sognando che, se fossi rimasta nei paraggi, un giorno Danny mi avrebbe notata. E pensavate che avrebbe funzionato veramente? Gi?, non avrei dovuto pensarlo neanche io. Ecco perch? sono sdraiata nel mio letto, da sola, durante il mio venerd? sera libero, ad ascoltare i gemiti sempre pi? forti della “sciacquetta” di turno, che se la fa con quello che dovrebbe essere il mio uomo. La casa di Danny ? simile a un bordello. ? un donnaiolo dichiarato e, ogni notte, ha una compagnia diversa. Per fortuna, la maggior parte degli abitanti del quartiere ? single e non si preoccupa di questo. Sarebbe complicato se avessimo dei vicini anziani che vogliono guardare le soap opera mentre, nella casa accanto, sembra venga girato un film porno. Il fatto di essere il proprietario di un bar rende le sue conquiste molto pi? facili. Ogni sera Daniel lascia il bar abbracciato a una ragazza diversa e si dirige verso il suo nido d’amore. E, nonostante tutta questa rotazione e variet? di donne, non mi ha mai dato l’opportunit? di provare il sapore di un suo bacio. Certo che no. Io sto qui, a sospirare frustrata, mentre lui si sazia con la scopata del giorno. Vi starete chiedendo perch? non cambio casa, perch? non cambio la mia vita. Vi rispondo subito, anche se sono sicura che penserete che sia ancora pi? pazza: ci? che mi trattiene qui, ? la speranza... ? ci? che mi fa restare qui e accettare un lavoro che non sognavo, che mi fa rinunciare al mio desiderio e trascorrere le notti ad ascoltare i gemiti della casa accanto. La stupida speranza che un giorno lui si svegli e capisca che sono io la donna della sua vita. Oh, Dio. Sembra stupido anche a me. Ma chi dice che io possa rinunciare a quest’uomo? Ed ? per questo che ogni notte vivo lo stesso tormento. Prima la rabbia e poi la frustrazione. Mi alzo e bevo un po’ d’acqua per cercare di calmarmi, perch? mi rifiuto di masturbarmi per trovare un po’ di sollievo dal tormento mentre lui fa sesso con qualche ragazza. Cos? mi sdraio di nuovo sul letto, accendo la televisione, accedo a internet per vedere se c’? qualcosa d’interessante sui social o almeno qualcuno con cui parlare. Mi giro di nuovo nel letto. A volte sono ispirata e scrivo delle canzoni che non canter? mai a nessuno e che esprimono tutto l’amore che provo per questo idiota. E cos? vado avanti, finch? non arriva l’alba, la casa accanto ? silenziosa ed io, esausta, riesco a dormire. Capitolo due Julie Il giorno dopo, mi costringo ad alzarmi alle sette del mattino per fare la doccia e prepararmi per la mia corsa mattutina. Ci sono due cose cui non rinuncio la mattina: la mia dose gigante di caffeina e la corsa. Sono fondamentali per me per affrontare il resto della giornata, dato che sono una persona che lavora e vive di notte. Oggi vado a lavorare all’“After Dark” e devo essere di buon umore per affrontare la giornata. Indosso un paio di leggings, metto le scarpe da ginnastica, prendo il mio telefono e seleziono la playlist “Pop Divas”, su cui ci sono delle canzoni che m’incitano a correre. Esco dalla porta cantando Baby One More Time ancora una volta mentre mi scaldo per andare a casa di George, il mio compagno di corsa e mio migliore amico. Sa tutto di me, conosce i miei gusti musicali e sa anche della mia cotta non corrisposta per Danny. — George, andiamo! Svegliati! Busso forte alla sua porta. — Sto arrivando, ragazzina — grida da dentro. — Fammi salutare il mio amore. Se George non fosse gay e felicemente sposato con Ben, lascerei perdere questa folle cotta per Danny e lo prenderei per me. ? bellissimo, intelligente, di successo, ha un buon profumo e si veste bene. Ha i capelli scuri e gli occhi azzurri profondi. ? praticamente un Colin Egglesfield pi? giovane... sarebbe perfetto, se non gli piacesse la stessa cosa che piace a me! — Ragazzina, cos’? quella faccia? Sembra che tu sia caduta da un camion in corsa. Che c’?? Non hai dormito di nuovo? — Mentre parla, George s’infila una ciambella in bocca, senza darmi il tempo di protestare che sta mangiando del cibo spazzatura. Sta seguendo una dieta ferrea, perch? deve andare a un matrimonio e deve entrare nel suo abito elegante di Armani. — Gi?. Lo speciale di Playboy TV mi ha di nuovo tenuta sveglia tutta la notte — rispondo, cercando a questo punto di trovare un po’ di umorismo. — Devi fare qualcosa: o salti addosso a Danny Boy, il dio greco del sesso, o trovi un altro ragazzo che tolga le ragnatele e cancelli tutta la tua frustrazione. — Se gli salto addosso, penser? ancora che sia una bambina e che voglio giocare a fare la lotta, e non ho amici o conoscenti che siano attraenti. Dai, metti su Rihanna e andiamo a correre. Corriamo per circa cinque chilometri in compagnia delle nostre dive del pop e, sulla via del ritorno, ci fermiamo da Starbucks. Questa ? un’abitudine cui non rinunciamo mai: prendere un cappuccino alla vaniglia e riposare su uno dei divanetti del caff?. — Julie, che mi dici dell’audizione da corista in quel gruppo pop? Quando ?? — La prossima settimana. Ma non so... — No, no, no! — m’interrompe lui. — Non prendermi per il culo con questi discorsi sul fatto che non sai se devi andare o meno. Lavori all'“After Dark” da anni e quel bell’idiota non ti ha mai dato una possibilit?. Non puoi buttare dalla finestra questa possibilit?. Hai una voce fenomenale. In quel momento il mio telefono emette il suono di un messaggio in arrivo. Jo: Qualche novit?? Gli hai parlato? Mi manda lo stesso messaggio tutti i giorni. La mia amica spera che, dopo tutti questi anni, un giorno mi sveglier?, busser? alla porta di Daniel, gli chieder? di sposarmi e la far? finita con questa storia. Io: No. ? la mia solita risposta. Non appena premo “Invia”, vengo sorpresa dal telefono che mi vibra in mano e rispondo senza neanche controllare chi mi stia chiamando cos? presto. — Pronto? — Ju, sono Danny. — ? l’unica persona che mi chiama cos?. — Sei fuori? Sto bussando alla tua porta e non mi rispondi… — Ciao, buongiorno — rispondo. George alza gli occhi al cielo quando sente la mia voce mielosa al telefono. Lo spingo leggermente. — Io e George siamo da Starbucks. Ti serve qualcosa? — Ti volevo solo far sapere che sto partendo per un viaggio importante. C’? un locale che, secondo l’agente immobiliare, sarebbe perfetto per la nuova succursale dell’“After Dark”. I ragazzi stanno pensando di espandersi in altre citt?. — Ah, va bene. Starai via a lungo? — Ancora non lo so. Ho intenzione di rimanere una settimana per studiare il posto e fare qualche indagine. Forse un po’ di pi?, ma ti far? sapere. — Va bene, Danny. Puoi stare tranquillo, andr? tutto bene all’“After Dark”. Vengono anche i ragazzi? — Viene Zach, ma Rafe resta e si occuper? di tutto. Se hai bisogno di qualcosa, chiamalo. Devo correre o far? tardi. Abbi cura di te. Baci. — Lo far?. Buon viaggio. Baci. Attacco il telefono con un’espressione triste sul viso e George alza il sopracciglio chiedendo che cosa sia successo. — Sta partendo per andare a vedere un locale. Non posso credere che non vedr? Danny per cos? tanti giorni. — Dio mio, Julie, dimentica quell’uomo! Devi crescere, ragazza ti trasciner? a qualche festa pazzesca, rimorchierai un figo pazzesco e ti toglierai Daniel dalla testa. Rido al suo commento. — Lascia perdere. In questo momento l’unica cosa pazzesca che voglio ? un bagno caldo. *** Alle cinque del pomeriggio, arrivo all’“After Dark” e mi preparo per il mio turno. Prima di iniziare a lavorare, le cameriere si riuniscono sempre per ripassare i dettagli, ascoltare le prove della band e avere un feedback della sera precedente. Prima di entrare nella sala principale vengo sorpresa dalle grida di Rafe che sta al telefono. — figlio di puttana! Non posso credere che tu mi stia facendo questo proprio oggi! Spalanco gli occhi e porto le mani alla bocca. Questo ? il tipo di reazione, qualunque essa sia, che mi aspetterei da chiunque ma non da Rafe. ? educato, affascinante, ha un timbro di voce un po’ roco, che fa impazzire molte delle ragazze al bar, e non dice mai parolacce. Ovviamente, tutti i dipendenti sono scioccati, proprio come me. Attacca il telefono come se avesse perso il suo migliore amico. E tutti si dileguano, spaventati da questo suo lato nuovo e strano. Tranne me, che non ho paura del pericolo. — Rafe, che cosa ? successo? Posso aiutarti? — chiedo, senza lasciarmi scuotere troppo dal suo nervosismo. — No — risponde bruscamente, ma subito dopo avermi guardata, il suo tono diventa pi? gentile. — Scusami. No, Julie. — Si passa entrambe le mani tra i capelli, mostrando tutta la sua tensione. — Ho due ore di tempo per trovare un nuovo cantante. Sono fottuto. — Che cosa ? successo a Snash? Snash ? il cantante di “The Band” — un nome ridicolo come quello del cantante — che suona qui al bar nei fine settimana. — L’idiota ha smesso di cantare. Ha detto di avere avuto una visione con un guru che gli ha detto di lasciare tutto e di andare in India alla ricerca della pace interiore. Riesci a crederci? S?, posso crederci. O meglio, potrei perch? Snash ? sempre stato tutta una questione di pace interiore. Fa schifo. — Posso aiutarti io, Rafe. Mi lasci cantare? Per favore. — Ho indossato la mia migliore maschera da “Gatto con gli stivali” per cercare di convincere quest’uomo che ha chiaramente bisogno di aiuto. Mi guarda, si passa entrambe le mani tra i capelli gi? del tutto scompigliati e abbassa di nuovo la testa. — Dolcezza, sai che questo ? un argomento tab? da queste parti. Se lo faccio, Danny mi uccider?. — Non capisco per quale motivo non mi lasci cantare al bar. Canto molto bene, lo sai. Non ti metter? in imbarazzo. — Danny pensa che se canti qui, i ragazzi ci proveranno con te, che sei una ragazza troppo innocente per affrontare questi squali. — Siete ridicoli. Ho ventitr? anni, per l’amor di Dio. Non sono una bambina, so come difendermi. Quando lo capirete tutti? — So che sei una donna, ma Dany considera te e Jo come le sue sorelline. Questo per un ragazzo ? sacro. — ? una stronzata e tu lo sai. E chi metterai al posto di Snash? — Non lo so, Julie. Non lo so. Mi allontano da lui schiumando dalla rabbia. Come possono essere cos? stronzi? Devo fare qualcosa per cambiare questa situazione. Sto al bar ad aiutare Justin, il barista, a mettere a posto le bevande, finch? Rafe, un’ora dopo, viene da me con un’aria sconfitta. — Sai che quando Danny scoprir? che ti ho lasciato cantare, romper? con me, vero? — Non hai trovato nessuno? — No, Julie. Nessuno. Puoi? Lancio un grido e gli salto addosso. — Uhuuuuuuu! Certo! Mi mette gi? e scuote la testa mormorando “Sono fottuto”. Dopodich? va in ufficio mentre io faccio la mia danza della vittoria e chiamo Jo e George chiedendo loro di portarmi dei vestiti adeguati, i trucchi e il loro appoggio morale. Capitolo tre Julie Mentre aspetto le mie due fate madrine, mi dirigo verso il palco per parlare con i ragazzi della band e scoprire la scaletta prevista per la serata. Ho una buona memoria musicale e non ho difficolt? a memorizzare i testi. Inoltre, ho cantato con loro innumerevoli volte prima dell’apertura del bar – e lontano da Danny, ovviamente. — La nostra stella ? pronta a brillare? — domanda Alan, il chitarrista. ? il pi? carino dei tre musicisti. Alto, capelli castani lisci e tutto tatuato. Spesso scherzo con Jo affermando che lui ? l’incarnazione di Kellan Kyle, il giovane protagonista del libro Intenso Demais, di S. C. Stephens. — S?! Sono molto nervosa, ma voglio fare del mio meglio. Voglio che sia il primo di molti spettacoli. — Sai che quando Danny lo scoprir?... — Lascia Danny fuori da tutto questo. Il sabato sera la gente viene qua aspettandosi di ballare al suono della musica di The Band. Non possiamo deludere i clienti – esclamo con un sorriso sul volto, mostrando una sicurezza che non sento. — Per me va bene — dice Alan, ridendo. — Sar? meraviglioso suonare con te. La nostra scaletta di stasera ? questa, ma penso che possiamo fare alcune modifiche per mostrare un po’ di pi? la tua personalit? durante lo spettacolo — continua, porgendomi un foglio contenente l’elenco delle canzoni. Do un’occhiata ai titoli, approvando le sue scelte e pensando ad altre tre o quattro canzoni che vorrei includere. — Hai una penna? Vorrei aggiungere alcune canzoni, se per te va bene! — Certo! Puoi aggiungere o togliere quello che vuoi. Mi siedo sul bordo del palco per scrivere e penso che questa sia una meravigliosa opportunit? che non mi lascer? sfuggire. Questa sar? la prima di molte serate con i The Band, prometto a me stessa. *** — Amicaaa, siamo qui! — grida Jo, riportandomi alla realt?. — Hai portato un bel vestito? — domando concitata, dirigendomi verso il camerino improvvisato. Il locale ha solo un camerino e, dato che la band ? formata solo da uomini, condividono lo spazio. Quindi io mi preparer? nell’ufficio di Danny, visto che nessuno lo user?. George mi porge tre borse piene di vestiti di un negozio di moda del centro commerciale, nel quale sono sicura di non essere mai entrata. — Che cosa ? questo, George? — domando, rovistando nelle borse. — Non mi hai preso un vestito? — Ragazzina, quali vestiti volevi che prendessi? Una tuta da ginnastica? O quei pantaloni da yoga che continui a indossare? O dei jeans e una maglietta? Quindi io e Jo siamo dovuti andare al centro commerciale a fare un po’ di shopping per te. E ti abbiamo preso della roba IN-CRE-DI-BI-LE! — esclama eccitato, battendo le mani. — Avanti, amica mia, togliti i vestiti, e scegliamo! — mi sollecita Jo mentre io li fisso sbalordita. — Ma... ma... — Niente “ma”, ragazzina! Andiamo, non abbiamo molto tempo. Rimango cinque secondi con la bocca aperta, guardando prima l’uno e poi l’altro. Va bene, non sono certamente la persona pi? alla moda del mondo. Vivo con le scarpe da ginnastica, i leggings o quei pantaloni da yoga, ma ho un abitino nero nella parte posteriore dell’armadio che sarebbe proprio perfetto per questa serata. Riprendendomi dallo shock, afferro i vestiti che mi porgono—una minigonna nera di paillettes e una maglietta bianca— e inizio a vestirmi. — Questa gonna ? troppo corta. — Non ? affatto corta, amica mia. Devi mostrare quelle gambe meravigliose. — La camicetta ? stretta... — Devi mettere in risalto il tuo davanzale! Come puoi brillare sul palco se non sei vestita in modo adeguato? Mi guardo allo specchio e penso di essere carina ma mi sento strana. La minigonna ? molto mini, ma non ? troppo stretta e sembra davvero bella da indossare per uno spettacolo di sera. E con la maglietta, il look ? ancora basico, cosa che mi piace molto. - Ora, mettiti quelle scarpe! Prendo le scarpe che Jo mi porge. Sono nere, hanno dei tacchi molto alti e delle suole rosse. Louboutin, riconosco il marchio. - Mio Dio, devi averle pagate una fortuna! - Mi lamento, infastidita dal fatto che i miei amici spendano cos? tanti soldi per me. - Niente sarebbe perfetto senza queste scarpe. Devi indossarle, - dice George, ridendo. Mentre indosso le scarpe, mi mettono dei braccialetti e un paio di lunghi orecchini neri. L'unica cosa che posso pensare ? che grazie a Dio ho fatto da poco la ceretta, perch? non sarei a mio agio a indossare questa gonna corta con le mie gambe pelose. Non contenti di vestirmi e adornarmi come se fossi una versione reale di Barbie, i miei amici mi mettono sulla sedia in un angolo della stanza e, mentre Jo apre una valigetta gigante di trucchi, George inizia a sciogliere la mia coda di cavallo, studiando i miei capelli come un esperimento scientifico. - Che cosa state facendo? George, sistemami i capelli all'indietro. - Julie, hai una miniera d'oro qui e la stai nascondendo per qualche motivo. Ti mostrer? che possiamo giocare con questi capelli e farti sembrare come se volessi mangiarmi. - Oh, mio Dio. - Chiudi gli occhi e rilassati, ragazza. Andr? tutto bene. Senza niente da fare, mi siedo sulla mia sedia e lascio che i due artisti facciano il loro lavoro. Prego di avere un aspetto almeno presentabile e di non sembrare un pagliaccio in fuga dal circo. Mezz'ora di sofferenza dopo, soprattutto per mano di George - che ha tirato, strattonato e bruciato la mia testa innumerevoli volte - mi viene permesso di alzarmi in modo che possano "valutarmi". Mi sento come un cavallo a una mostra. Mi alzo e sembro un gigante, perch? non sono abituata a scarpe cos? alte, che aggiungono almeno una dozzina di centimetri alla mia misera statura di 1,58 m. Entrambi stanno l? a bocca aperta ed io comincio a innervosirmi, immaginando di sembrare ridicola e di non avere il tempo di cambiarmi perch? ? gi? l'ora dello spettacolo. - Che cosa c'? che non va, gente? Dov'? lo specchio? Voglio vedere! Tutti e tre veniamo colti di sorpresa da un colpetto alla porta e George grida "Avanti!", ancora con l'aria attonita. Rafe entra e inizia a parlare: - Julie, ? quasi ora... merda! Divento ancora pi? nervosa. Devo avere un aspetto terribile, perch? Rafe ha fatto uscire la sua terza parolaccia della giornata. - Cosa? Cosa? Cosa? Ragazzi, voglio uno specchio! - Julie, sei tu? Oh, mio Dio, Danny aveva assolutamente ragione. Quando scoprir? che ho autorizzato tutto questo... sar? fottuto- dice, rivolgendosi pi? a se stesso che a me. Quando George si rende conto che sto per scoppiare in lacrime, pensando che la mia carriera di "diva del pop" sia finita prima ancora di cominciare, mi accompagna in bagno per potermi guardare allo specchio. Mi sento esattamente come deve essersi sentita Cenerentola vedendo il cambiamento che la Fata Madrina ha prodotto in lei per il ballo. Guardandomi allo specchio, sento un'enorme stretta al cuore. Mi vedo, per la prima volta, esattamente come mia madre. ? come se la vedessi riflessa dallo specchio, che mi guarda, esattamente come ricordo quando ero bambina. I miei occhi blu sono enormi, esaltati dall'ombretto scuro e dall'eyeliner applicati da Jo. Sulla mia bocca, un velo di rossetto, con una leggera lucentezza, rende le mie labbra sexy. E i miei capelli non assomigliano affatto a quelli che sono sempre appiccicati perch? li trovo noiosi. Non so quale magia abbia fatto George, ma ha lasciato delle onde perfette, con volume e un look da "diva del pop", esattamente ci? che si vede sulle copertine delle riviste. Questa ? una versione turbo e adulta della ragazzina che Danny era abituato a vedere. Non c'? da stupirsi che non mi abbia mai guardato in modo diverso. Prima, al massimo sembravo una diciannovenne. Ora sono una vera donna. Bella, sexy e adulta. - Che te ne pare, ragazzina? Di’ qualcosa! - George, lo adoro. Sarei pazza a non farlo. Non avevo idea che tu potessi essere cos? bravo. Esco dal bagno con un sorriso smagliante sul viso e m’imbatto in Rafe, ancora sconcertato. - Rafe, ? ora? - Venti minuti. Sei sicura di volerlo fare? Danny uccider? prima me e poi voi tre. Decido di ignorare il suo avvertimento. - Di' ad Alan che cominceremo con Put your records on - dico, rivolgendogli quello che spero sia il mio sguardo pi? sexy. Capitolo quattro Julie Lascio l'ufficio di Danny a testa alta e mi sento potente. ? incredibile quello che un vestito nuovo e un trucco perfetto possono fare per l'autostima di una donna. So bene che non dovrei sentirmi sicura e bella solo dopo essere passata per la mano della Fata Madrina... o del Genio della Lampada, visto che ? di George la responsabilit? della mia trasformazione! Beh, non importa chi sei, ? molto facile dimenticare quanto si vale. Soprattutto quando si ama qualcuno cui non frega niente di te. Mi prometto che da oggi in poi avr? nuove regole di condotta stabilite per me e far? del mio meglio per rispettarle: Regola n°1: amare me stessa pi? di chiunque altro; Regola n? 2: credere di pi? in me stessa e valorizzare la mia bellezza; Regola n. 3: inseguire ci? che voglio e realizzare i miei sogni. E, sentendomi forte, sicura e invincibile, inizio a seguire le mie nuove regole e a prendere il controllo della mia vita e del mio destino. Bacio i miei amici e mi dirigo verso il lato del palco, aspettando il segnale. Quando mi vedono, i ragazzi della band sembrano sorpresi. Sorrido un po' e mi metto accanto ad Alan, che mi tiene la mano, cercando di rassicurarmi. - Va tutto bene? - domanda mentre sente la mia mano irrigidirsi. - S?, sono un po' nervosa, ma va bene. - Professionale, Julie. Sii professionale, ripeto a me stessa. - Rilassati, sei bellissima e andr? tutto bene. Ho chiesto a Rafe di presentarci in un modo diverso - riesce a malapena a completare la frase, quando Rafe annuncia sul palco "Juliette & The Band". Wow! Ora s?, la band ha un nome figo. E con il mio nome per primo! Rimango impassibile all'esterno, ma dentro sto ballando la Macarena e sono cos? felice. Saliamo insieme sul palco, salutando il pubblico. Prima di iniziare, Alan fa un breve annuncio. - Buona sera a tutti! ? un piacere avervi qui. - Le donne urlano come pazze. - Quelli di voi che vengono sempre ai nostri spettacoli possono aver trovato strano il nome della nostra band, ma vorremmo condividere con voi che, da oggi, abbiamo guadagnato un grande elemento di forza con Juliette che si unisce al gruppo. Speriamo che lo spettacolo vi piaccia e che vi divertiate! Mi guarda con un sorriso sensuale sulle labbra. Ricambio il sorriso, un po' goffamente, e saluto il pubblico, posizionandomi davanti al microfono. I ragazzi iniziano a suonare la canzone che ho scelto per l'apertura. Chiudo gli occhi e mi isolo completamente dal pubblico. Sento le farfalle nello stomaco, ma ? una bella sensazione. La parte migliore del cantare le canzoni che amo ? esattamente il fatto che mi coinvolgono di pi?, trasmettendomi tutta l'emozione. Sento il segnale e comincio, con un tono molto morbido e affascinante, a cantare i primi versi della canzone: Three little birds, sat on my window And they told me I don’t need to worry. Summer came like cinnamon, so sweet, Little girls double-dutch on the concrete. Avverto un brivido percorrere il mio corpo dalla testa ai piedi. Il pubblico inizia ad applaudire. La musica continua e improvvisamente mi rendo conto che il bar ? completamente silenzioso. Apro gli occhi e mi rendo conto che la maggior parte dei presenti mi sta fissando. Non stanno fischiando o lanciando lattine sul palco. Deve essere un buon segno, giusto? Sorrido a malincuore e chiudo di nuovo gli occhi, immergendomi nei versi della canzone. Mentre pronuncio le ultime parole, il pubblico esplode in un applauso, cogliendomi di sorpresa e rendendo orgogliosi Alan e i ragazzi. Andiamo avanti, alternando canzoni pi? lente ad altre pi? vivaci, e la folla non smette mai di ballare. Dopo aver suonato She'll Be Loved, Alan annuncia una pausa di venti minuti, che gradisco molto, visto che sto morendo di sete e di caldo. Fuori dalla vista della folla, i tre mi abbracciano felici. - Julie, ? stato fantastico! Il nostro spettacolo non ha mai avuto un'energia come questa! –dice Brian, il batterista, abbracciandomi. - Congratulazioni. Non pensavo che ce l’avresti fatta, ma mi hai sorpreso - Levi, il bassista, mi fa l'occhiolino. - Eri incredibile sul palco... e la tua voce faceva impazzire tutti i ragazzi al bar. Incluso me- mi sussurra Alan all'orecchio e mi bacia il collo. Sento un brivido. Non c'? da stupirsi se le donne urlano quando lui si presenta. Se non fossi innamorata di Danny e non fossi sicura al cento per cento che Alan mi avrebbe mangiato il cuore dopo avermi divorata, mi sarei sciolta ai suoi piedi e mi sarei unita alla schiera delle conquiste di Alan Hunt. - Grazie - dico a tutti, allontanandomi dal tocco seducente di Alan. - ? stato fantastico. Non posso dirvi quanto sono entusiasta e felice. - Sorrido loro e chiedo il permesso di parlare con Rafe, che ci viene incontro. - Julie, che spettacolo! La gente ? pazza di te. Danny mi uccider?, ma sono sicuro che sia stata la decisione migliore che io abbia mai preso. - Ride e mi abbraccia con forza. Rafe ? cos? dolce, anche con i suoi modi seri. - Grazie! Detto da te, ? un super complimento. Grazie mille per avermi permesso di farlo. Ho bisogno di bere un po' d'acqua e volevo parlare con George e Jo prima di tornare sul palco. - S?, certo, certo. Sono al bar. Vado a parlare con i ragazzi. Bacio Rafe e vado direttamente al bar. Lungo la strada, la gente mi sorride ed io rispondo felicemente. Mi guardo intorno e vedo George che mi saluta come un pazzo. Comincio a ridere. Ha un aspetto esilarante, come una bambina che ha appena ricevuto una Barbie nuova. — Ragazzina! Sei uno schianto! Sei bellissima! Diva! Tutto! - Rido a crepapelle mentre lui mi abbraccia molto forte. — Grazie, George. Dov'? Jo? Raccontami tutto! Ti ? piaciuto? Non ero stonata? Ero cos? nervosa... — Jo ? uscita per rispondere al suo cellulare. ? stata un po' misteriosa con quel telefono, sai? Ha detto che era lavoro. Lavorare di sabato, quasi a mezzanotte? Lo so... ma sei stata grande! Hai cantato benissimo. Tutti erano entusiasti, lodavano la tua voce. Ragazzina, se non fossi gay, ti prenderei io. Non ho mai saputo che fossi cos? sexy. Sorrido, pensando a quanto sia bello realizzare uno dei miei sogni, fino a quando una piccola nuvola scura attraversa la mia mente. - Spero che Danny non mi proibisca di continuare a cantare qui. Ne sarei devastata. - Potrebbe provarci, ma dopo stasera, se non canti qui, potrai farlo ovunque. Sono sicuro che la tua performance sar? sulla bocca di tutti per molto tempo. Annuisco. George ha assolutamente ragione. Se Daniel non vuole che continui a cantare qui, peggio per lui. - A proposito-continua - Alan non ti ha tolto gli occhi di dosso. Se fossi in te, approfitterei di quel corpo sexy e tatuato per recuperare. Ne ho sentite di tutti i colori su come suona la chitarra, se capisci cosa voglio dire. Accidenti, questo commento mi fa quasi sputare l'acqua che sto bevendo. - George! Aspetta che abbia finito il mio drink prima di dire cose del genere, - mi lamento, ridendo, mentre cerco di ricompormi. ? molto difficile essere una signora accanto a George. - Non avresti dovuto nemmeno iniziare a bere. Te l'ho detto: bere senza brindare, vent'anni senza dare. Sei rimasta a secco per chiss? quanto tempo. Aspetta un minuto e ti porter? dell'acqua per salvarti da questa maledizione. Alza gli occhi al cielo e va dal barman, come se mi stesse facendo un enorme favore. Rido cos? tanto che i miei occhi si riempiono di lacrime. Devo scuotermi per evitare di piangere e di rovinare il mio trucco. Jo arriva proprio in quel momento, con la faccia mezza rossa. Sta arrossendo? Davvero? Non l'ho mai vista cos? imbarazzata. Prima che io possa aprire la bocca per parlare, lei mi salta addosso. - Amicaaa! Eri bellissima! Ho pianto quando hai cantato la prima canzone! - dice, e ci abbracciamo, felici. George si avvicina e anche lui ci abbraccia. Sono sicura che sembriamo tre pazzi davanti al bar. - Ok, un'acqua a testa, perch? la nostra diva del pop non pu? bere alcolici per non rovinare la sua performance. Alziamo le nostre bottiglie e brindiamo. Bevo l'acqua velocemente, prima che George mi faccia ridere con qualche altro commento assurdo. Mentre guardo verso il backstage, Alan mi fa segno che ? ora di tornare. - Devo andare. - Ragazzina, posso richiedere una canzone? - chiede George, facendo la sua espressione disperata cui non riesco a dire di no. - Certo. Che cosa vuoi che canti? - Fever, un classico. - Oh, George. Sei cos? prevedibile. Solo tu potevi chiedermi di cantare un pezzo di Madonna. - La adoro! La mia diva preferita. - Mi fa l'occhiolino. - Dopo di te, ovviamente. Mi allontano da loro, ridendo, e ritorno sul palco con i miei compagni della band. Prima che lo spettacolo riprenda, avverto Alan della richiesta di George. - Perfetto, Julie. Vogliamo cantarla in coppia? - OK. Cominciano a suonare Fever, con un tocco pi? acustico. Mi posiziono davanti al microfono e Alan comincia a cantare i primi versi: You give me You give me fever Never know how much I love you Never know how much I care Wow, questa canzone ? sexy! Automaticamente, continuo a pensare a Danny e ai suoi profondi occhi verdi. Alan mi d? lo spunto per iniziare a cantare la mia parte. Con gli occhi chiusi, immagino di cantare solo per Danny. La mia voce esce pi? roca, e sono stupita di quanto mi senta sexy. Mentre finisco la mia parte, passo il turno ad Alan, che segue la canzone, guardandomi come se stesse pensando a cose indecenti. Abbasso lo sguardo, imbarazzata, e sento la mia faccia diventare rossa. Romeo loved Juliet Juliet, she felt the same When he put his arms around her He said Julie, baby, you’re my flame He gave her fever Ah, dannazione! Uccider? George. Avevo dimenticato che la canzone menzionava il mio nome! Quando Alan canta “Julie, baby, you're my flame”, mi fa l'occhiolino, come se pensasse davvero che io sia la sua ispirazione, e il pubblico si scatena. Mi giro verso il pubblico e seguo la canzone, sperando che finisca presto perch?, dall'eccitazione di Alan che interpreta la seducente pop star che sembra incarnare cos? bene, penso che finir? per tirarmi tra le braccia e baciarmi proprio qui sul palco, davanti a questa folla. Allora Danny mi proibir? di cantare! Lasciamolo fare, mi suggerisce il mio lato ribelle. Continuiamo la canzone e cantiamo insieme gli ultimi versi. Quando finiamo, riceviamo una standing ovation. Sento gridare "bello" per Alan e "sei uno schianto" per me. Ma quello era George, credo. Cattivo! Lo spettacolo continua senza altre situazioni imbarazzanti. Non sono abituata a un uomo bellissimo e tatuato che mi fissa come se fossi un grande e appetitoso dessert. Alla fine della serata, dopo aver terminato lo spettacolo, saluto la band mentre smonta l'attrezzatura e mi dirigo verso la sala, dove incontro Rafe. - Julie, sei stata perfetta. Non credo che abbiamo mai avuto una folla cos? grande! Ho fatto dei conti preliminari e abbiamo gi? battuto il nostro record. Beh, congratulazioni. Chiuder? i conti prima di andare a casa e potrai ritirare la tua quota domani, ok? - Cosa? - La domanda sfugge dalle mie labbra prima che possa fermarmi. Doh, Julie, era ovvio che avresti ricevuto qualcosa per aver cantato stasera. Paghiamo sempre i musicisti. La risposta di Rafe non fa che riaffermare la mia ingenuit?. - Naturalmente. Pensavi di cantare gratis? Rido e lo abbraccio, ringraziandolo di nuovo per l'opportunit?. Cammino verso il bar per incontrare i miei due migliori amici, che sembrano molto "allegri". - Prendi un prosecco con noi, Julie Fever- dice George con un sorriso malizioso. - Quale prosecco! Ho finito. Ho bisogno di andare a casa, fare una doccia e tenere le gambe sollevate. E tu sei in debito con me per aver scelto quella canzone! Pensavo che Alan mi sarebbe saltato addosso. George e Jo scoppiano a ridere e lui ci abbraccia entrambe. - L'abbiamo pensato tutti, ragazzina. Andiamo. Torniamo a casa in macchina, ridendo e parlando dei momenti migliori della serata. Arrivo a casa, faccio una doccia e indosso una maglietta di Garfield. Poi mi sdraio sul letto e mi rendo conto che stanotte potr? avere un sonno tranquillo e felice, visto che la casa accanto ? completamente silenziosa. Capitolo cinque Daniel Non riesco a crederci. Dopo ore di visite alle propriet?, incontri con proprietari, broker e investitori, e poi anche una cena d'affari troppo lunga per i miei gusti, riesco finalmente a entrare nella stanza d'albergo per fare la doccia e riposare. Avevo bisogno di essere doppiamente concentrato, dato che Zach era fuori tutto il tempo a parlare al telefono o a mandare messaggi. Alzo gli occhi al cielo, ricordando il numero di volte che l'ha fatto. Il ragazzo mi accompagna per aiutarmi e ha la testa da un'altra parte. Avrei dovuto portare Rafe, che ? pi? organizzato. Mi abbandono a un grande sbadiglio mentre mi stiracchio, stanco. Sono sempre stato molto pi? efficiente di notte che di giorno. Ecco perch? svegliarmi presto per viaggiare e trascorrere la giornata sbrigando queste faccende burocratiche mi distrugge di gran lunga pi? che trascorrere la notte al bar. E devo confessare che stare lontano dall’“After Dark” mi fa davvero male. Il bar ? la mia vita. Non ho figli, n? sono sposato (grazie al cielo!). Il centro della mia vita ? la mia attivit?, che sta crescendo in modo promettente, e una relazione seria non fa parte dei miei piani. Non proprio. Ehi, non criticatemi n? alzate gli occhi al cielo. Ne ho abbastanza dei rimproveri di mia madre questa mattina: - Mamma? Sto entrando, - ho detto, dopo aver bussato alla porta della cucina e girato la maniglia. Come il solito, era aperto. - Ciao, figlio mio! Sei gi? in piedi cos? presto? - Mia madre mi ha abbracciato in mezzo alla cucina e mi ha spinto su una sedia, per farmi fare colazione. - Sono venuto solo per darti un bacio. Parto per un viaggio con Zach per vedere alcune propriet? immobiliari. Penso che abbiamo trovato quello che cercavamo per espandere l’“After Dark”. - ? fantastico, tesoro. Prendi un caff? e mangia qualcosa. – esclama, mettendomi davanti un piatto con un panino e una tazza piena di caff? nero. -Non mangi bene, stai sveglio tutta la notte... Figlio mio, devi prenderti cura di te stesso. Devi prenderti cura di te stesso, crescere, crearti una famiglia... - Mamma... - Niente “mamma”. Hai quasi 28 anni. Non pensi che sia il momento di trovarti una bella ragazza? Sposarti, darmi dei nipotini? Ogni giorno che passa, la giovinezza sparisce. - Mamma, ti ho detto che non voglio sposarmi... - Daniel, ? ora che tu ripensi alla tua vita. - Oh, merda. Mi ha chiamato con il mio nome completo. Siediti, arriva la bomba. - Quelle ragazze che ti stanno addosso al bar non ci saranno pi? quando avrai 50 anni. Ascolta quello che ti dice tua madre. E ora mangia, perch? so che starai in giro tutto il giorno e non mangerai. Nonostante tutte le sue argomentazioni circa il fatto che io stia diventando vecchio - a ventisette anni, per la miseria - ancora non m’interessa una relazione seria. L’“After Dark” ? la mia vita e non sono disposto a condividere il mio tempo alla ricerca del successo con nessuno. Preferisco lasciare il discorso dei nipoti e del matrimonio alle mie sorelle, Jo e Julie. Lo so, lo so, Ju non ? la mia vera sorella, ma ? cresciuta con me ed ? stata allevata dai miei genitori dopo la morte dei suoi. Ben presto, ? diventata una mia responsabilit? come mia sorella. Confesso che quando eravamo pi? giovani, provavo un sentimento speciale per lei, fino a quando John, il mio migliore amico del liceo, mi sorprese a guardarla come un cane guarda il pollo nel forno, e disse che era disgustoso quello che stavo facendo, che avrei dovuto proteggerla dai ragazzi come me, non sbavarle addosso. Dopo tutto, era mia sorella. I suoi argomenti erano molto convincenti. In definitiva, mi sentivo un pervertito per essere attratto dalla ragazza che viveva sotto la protezione dei miei genitori. Cos? ho soffocato il mio desiderio e ho fatto quello che ogni fratello maggiore avrebbe fatto: ho protetto Julie il pi? possibile. Finora ha funzionato bene. Accendo il computer mentre mi tolgo la camicia e le scarpe. Mi servirebbe proprio una bella doccia. Frugo nella mia valigia alla ricerca di un paio di mutande quando sento il suono dell'email che mi avverte che ho dei messaggi non letti. Sono sorpreso quando vedo la quantit? di notifiche dalla pagina Facebook del bar. Oh, mio Dio! ? scoppiata una bomba l? dentro? Apro Facebook, sentendo gi? che mi sta per scoppiare il mal di testa. Scorro lo schermo e sono sotto shock. Il numero di check-in al bar ? infinitamente pi? alto che qualsiasi altra notte. Scorro lo schermo e leggo i commenti: Lucy Smith: Serata meravigliosa con voi amici! L’“After Dark” ha spaccato con il bellissimo Alan. Michael Lewis: Spettacolo eccellente! Congratulazioni ai ragazzi dell’AD! Anne McCarty: La miglior serata di sempre! Luc Robs: Cos'? la voce di quella ragazza sexy che canta all’AD? Aspetta un attimo. Sexy? C'? qualcosa che non va. Snash e The Band non hanno "fighe" tra di loro. Mi domando se hanno invitato qualcuna a suonare stasera con loro. Scorro un po' pi? in basso e trovo un post del cantante: Snash: Amici, dico addio all’AD. Vado in India per trovare il mio equilibrio e la pace interiore. Oh, cazzo! Abbiamo perso il cantante della band e Rafe non mi ha nemmeno chiamato? E chi ? la ragazza sexy che cantava al suo posto? Prendo immediatamente il mio cellulare per chiamare Rafe e vedo cinque messaggi non letti: Rafe: Amico, chiamami. Ci sono problemi. Rafe: Danny, dovr? adottare delle misure estreme. Snash se n’? andato poco prima dello spettacolo. Chiamami! Rafe: Chiamami, DANNAZIONE!!! Rafe: Cazzo. Ne parleremo, quando tornerete. T’incazzerai, ma non avevo scelta. Ho trovato una sostituta di Snash. Rafe: Sono elettrizzato. Pienone. ? stato un successo. Restate dove siete e me la caver? meglio con voi lontano. :D Ora sono curioso. Mi chiedo chi abbia assunto? Un link sulla timeline del bar cattura la mia attenzione. "Juliette & The Band che cantano Fever all'After Dark". Oh, bene, qualcuno ha registrato lo spettacolo della nuova band. La qualit? del video non ? molto buona, sembra girato con un telefono cellulare. La persona che l'ha filmato era molto vicina al palco. Si concentra su quell'idiota di Alan, che inizia a cantare per primo. Lui, purtroppo, ? un idiota che devo sopportare, anche se si comporta come uno stronzo, incantando costantemente le fan e portandone sempre qualcuna nel suo camerino. Riuscite a credere che un idiota con i capelli cos? abbia delle fan? Il video continua fino a quando una voce femminile roca e sexy inizia a cantare. La telecamera si gira verso di lei e... Porca puttana! Una bionda bella, calda e sexy ha gli occhi chiusi e ondeggia il suo corpo al ritmo della canzone. Sento un brivido correre lungo la schiena e l'eccitazione s’impadronisce di me. Era da molto tempo che non mi sentivo cos?. Non so nemmeno se mi sono mai sentito cos?. In realt?, l'ho fatto, ma ho dovuto soffocarlo. Non avrebbe mai funzionato. Naturalmente ho avuto molte esperienze, esco con molte belle donne, ma quel tipo di desiderio, quello che mi fa annodare lo stomaco e sentire come se mi avessero dato un pugno nel petto, ? pi? raro. La sensazione che ho ? che stia cantando solo per me. Sono sicuro che ogni uomo nel bar stasera si sia sentito allo stesso modo. La canzone continua e mentre la bionda canta la canzone sexy duettando con quell'idiota di Alan, non riesco a smettere di immaginare le cose che quella bocca deve essere capace di fare. Continuo a fissare lo schermo e mi acciglio. Ha un aspetto vagamente familiare. Mi chiedo se sia gi? stata al bar. Non credo. Non dimenticherei mai di aver visto una donna come lei. La bionda continua a cantare, con gli occhi chiusi e un piccolo sorriso sul viso, emanando sensualit? in modo sottile, quasi come se non fosse consapevole di ci? che pu? provocare negli uomini. La canzone finisce e cos? il video. Ora, oltre ad essere stanco, sono eccitato e infastidito. Mi alzo dalla sedia, mi tolgo i pantaloni e vado in bagno. Ora, pi? che mai, ho bisogno di una doccia. Fredda, preferibilmente. Capitolo sei Julie Arriva la domenica e mi sveglio felice come non mi sentivo da qualche tempo. Un misto di eccitazione per lo spettacolo epico e la sensazione di aver dormito bene tutta la notte, nonostante la mancanza del ragazzaccio della porta accanto. Mi siedo sul letto, stirando il corpo, e sento la suoneria del mio cellulare. Daniel: Buongiorno, Ju. ? andato tutto bene ieri all'AD? Oh merda, e ora? Dovr? fare finta di niente per non fargli sospettare nulla. Io: Ciao, Danny. Tutto bene. Come stai? Il locale era piuttosto pieno. Quando tornerai? Baci Daniel: Sabato. Baci Gli uomini sono cos? di poche parole... Wow! Sono cos? felice! L'ho fatta franca! Ma nello stesso momento arriva un altro messaggio. Oh, Dio! George: Tesoro, passer? tra 15 minuti per portarti a fare shopping. Preparati in fretta. ? vietato indossare i leggings. Baci dal tuo stilista personale, migliore amico e produttore. Tutti gli uomini sono di poche parole, tranne George. Mi alzo e corro in bagno mentre digito la mia risposta. Io: Ok. Posso indossare i pantaloni da yoga? ;D George: Nooooooooo :@ :@ Io: Che cosa sono questi:@? George: La mia faccia arrabbiata per la tua mancanza di stile, cara. SBRIGATI! Rido ed entro in fretta nella doccia perch? so che presto busser? alla porta. *** - Finalmente ti sei liberata di quei vestiti orribili che indossavi, eh? – mi chiede George, guardandomi dalla testa ai piedi con aria di disprezzo. Ha assolutamente ragione, ma non posso fare a meno di prenderlo in giro. - Amico, ma sono cos? comodi. George sembra sgranare gli occhi mentre mi guarda. - Se tu partecipassi a uno di quei programmi di makeover, tipo Fashion Squad, verresti umiliata sulla televisione nazionale con tutti quei vestiti orribili. - Julie, come pensi di poter andare a letto con il focoso Alan vestita in quel modo? - Mi chiede Jo, molto seriamente. Scoppio a ridere in mezzo al centro commerciale. - Ha un nuovo soprannome? E chi dice che voglio fare l'amore con Alan? - Ragazzina, se non vai a letto con lui, ti do un pugno in faccia! ? pazzo, perso, folle al solo pensiero di poter suonare la chitarra sul tuo corpo seducente. George fa un movimento con le mani, come se descrivesse un corpo a forma di strumento musicale. Alzo gli occhi al cielo. - Per l'amor di Dio, George! A volte sei cos? sdolcinato. Non vuole toccare nulla. Quella era solo una scena teatrale! George rimane a bocca aperta come se gli avessi appena detto che Babbo Natale non esiste. - Cosa? Pensi che quella fosse una farsa? Tesoro, conosco lo sguardo di un maschio quando si prepara a balzare sulla sua preda. Focoso Alan ti vuole, e anche tu dovresti volerlo, perch? lui ? bel-lis-si-mo. - Ma, George... - Se mi racconti la storia di come ami Danny Boy, non ti ascolter? pi?. Ragazzina, sai che ti voglio bene. E che volevo, dal profondo del mio cuore, che tu ti mettessi a posto con quell'idiota. - Si rivolge a Jo con un'espressione triste e le stringe leggermente la mano. - Senza offesa, tesoro. - Jo annuisce, come se fosse d'accordo che suo fratello ? davvero un idiota. George si gira verso di me e continua il suo discorso entusiasta. - ? stupendo, sono d'accordo con te. Ma ? un idiota di grado 5 in una scala da uno a cinque. Sei stata innamorata di lui per anni e lui se ne frega. Non vede nemmeno che sei cresciuta. Devi trovare qualcuno. Metti a posto la tua vita prima di diventare vecchia, pazza e piena di gatti! - Non piena di gatti, piena di libri, - rispondo, imbronciata. - Tesoro, George ha ragione. Meriti di trovare qualcuno che ti ami. Volevo davvero che fosse mio fratello, ma dopo tutto questo tempo... Sento le parole dei miei due migliori amici e i miei occhi si riempiono di lacrime. So che hanno ragione. Penso solo che sia cos? ingiusto. La mia vita non ? stata delle pi? facili... per quanto gli Stewart mi abbiano dato tutto l'amore del mondo, perdere entrambi i genitori nello stesso momento ? un dolore che non guarir? mai nel mio cuore. Ma non mi sono mai lamentata, piagnucolando o facendo la vittima. Ho accettato il mio destino e ho fatto del mio meglio per essere felice. L'unica cosa che volevo era la possibilit? di mostrare a Danny quanto lo amo. Continuo a pensare a ieri sera. Ho realizzato il mio sogno di cantare. Mi sentivo benissimo sul palco. Mi sentivo viva. Bellissima. Desiderata. Ricordo le regole che ho stabilito per me stessa. Chiudo gli occhi, respiro profondamente e prendo una decisione. - George? Jo? - Ciao, ragazzina. - Andiamo a fare shopping. Voglio diventare una donna nuova. Se con il mio nuovo look non riesco a far svegliare Danny, almeno avr? un ragazzo. Non voglio diventare una vecchia pazza, sola e gattara. - Ben detto! – esclama George, battendo insieme le mani. - Hai intenzione di suonare la chitarra di Alan? Io e Jo scoppiamo a ridere. George sa come tirarci su il morale. *** La giornata trascorre e George ci porta a visitare diversi negozi. Non lo sopporto pi?. Abbiamo gi? comprato pantaloncini, camicette e vestiti - molti vestiti. Ha deciso che il mio look da concerto consister? esclusivamente in indumenti che evidenzino le mie gambe. Ora ho una quantit? assurda di abiti da ballo, gonne scintillanti e camicette scollate. Il tutto accompagnato da scarpe cos? alte che se mi sbilancio e cado, corro il rischio di rompermi il collo. - Andiamo, bellezze. Entriamo qui - dice, tirandomi verso un negozio. Alzo lo sguardo e mi stupisco vedendo l'insegna di un famoso negozio di lingerie. - Amico mio, che cosa compriamo qui? - Non il pane! Hai bisogno di lingerie che ti metta al top. Jo fa una faccia spaventata. Si ? comportata in modo strano. Sempre distante e sempre a messaggiare tutto il tempo con non so chi. - Ragazzi, faccio una corsa veloce al negozio di borse di pelle al secondo piano. Devo comprare una nuova valigetta. - Vai, bella. Qualsiasi cosa, basta chiamare. - Ma, George... - Vengo interrotta da una commessa che mi si avvicina e si offre di aiutarmi. Ovviamente, George prende il comando e passa in rassegna gli articoli pi? sexy del negozio. Mi acciglio a ogni oggetto che prende. Non sono abituata a cos? tanto pizzo. Un addetto ci serve dei cioccolatini e del prosecco. Facciamo un brindisi ed io mi distraggo a mangiare mentre George sembra che sia in missione di guerra. Quaranta minuti e qualche bicchiere dopo, vengo accompagnata in un camerino con una pila di mutandine, reggiseni, corsetti e altri oggetti che non so nemmeno a cosa servono. Comincio a provarli, e il prosecco fa effetto, facendomi sfilare nel camerino. George dice alla commessa quali pezzi approva, in modo che lei possa ordinarli. Se fossimo stati da Victoria's Secret, avrei potuto dire di sentirmi come uno dei loro “angeli” per quanto mi sono dimenata. Mentre esamino un corsetto, George borbotta qualcosa alla commessa, che ritorna qualche minuto dopo con una pila di babydoll. - Non ho bisogno di un pigiama, George! - Certo che no. Questi non sono pigiami. Butterai via tutta quella spazzatura con cui dormi e dormirai come una diva. Immediatamente, ricordo le innumerevoli volte che Daniel era venuto a prendere il caff? di prima mattina ed io indossavo una delle mie magliette dei cartoni animati. Mi viene da sorridere quando immagino la sua faccia quando mi vedr? con un baby doll nero come quello. Provo tutti i pezzi e compriamo cose che, se non fosse stato per il prosecco, non avrei mai accettato di provare. Non sono una che beve molto perch?, con la mia corporatura, qualsiasi cosa mi atterra. Ma la bevanda rende la mia testa pi? leggera e apparentemente la mia mano molto pi? aperta - lo dice la mia carta di credito! - George? - Che cosa c'?, ragazzina? - Sono ubriaca. Ho bisogno di mangiare qualcosa. George ride e mi porta in un ristorante nella food court. Quando ci sediamo, chiama Jo. - Dove ? andata quella ragazza? Abbiamo trascorso due ore a comprare lingerie, abbastanza a lungo da farti ubriacare, e lei sta ancora scegliendo una valigetta? - Si ? comportata in modo strano. - Dico con un sorrisetto sul viso. - Non risponde. Le mando un messaggio. Allungo il collo per guardare George che digita: George: Tesoro, dove sei? Siamo in quel ristorante che ti piace tanto. Julie si ? ubriacata con il prosecco e ha bisogno di mangiare qualcosa prima di divorare il cameriere sexy che sta per servirci. <3 ;) Si ? accorto che sto sbavando per il cameriere che ? venuto a servirci l'acqua? Fisso di nuovo lo schermo del cellulare e sorrido quando vedo le numerose faccette felici del messaggio. Adoro ricevere messaggi da George. Sono sempre pieni d’immagini ed emoji divertenti. Un'ombra appare accanto a me. Sollevo lo sguardo e vedo il cameriere sexy. Yum. Yum. Yum. Siamo quasi a met? del pranzo - e sono molto meno influenzata dal bere - quando Jo arriva con un'aria colpevole. - Ragazza, dove sei stata? Ti sei perso tutta il divertimento! - Sono andata in banca – dice, guardando altrove, come se fosse imbarazzata. George non perdona. - Jo, angelo mio, tre ore e mezza per andare in banca? Sei uscita dalla porta del negozio di lingerie dicendo che andavi a comprare una valigetta e sei tornata dicendo che eri in banca. Sei andata a ballare la Macarena sulla scrivania del direttore? Ho sputato un po' di soda su George. ? piuttosto divertente immaginare Jo, un avvocato, tutta seria, che balla proprio come Psy su un tavolo. — Argh, Julie. Che mania! - Scusa - dico, pulendo con il tovagliolo. - Ma ? colpa tua che dici queste cose mentre sto bevendo. Jo rimane in silenzio, fissando il menu. Io e George ci guardiamo. - Non ci dici cosa sta succedendo, Jo? - George tira su col naso. - Pensavo fossimo migliori amici. Mi sento cos? devastato dal tuo atteggiamento. Io e Julie ti raccontiamo tutto e tu ci ripaghi cos?? - Mi guarda e si mette una mano al petto prima di tornare a guardarla. - Ignorandoci ed escludendoci dalla tua vita. ? troppo per un povero cuore, vedi? Rinforzo il discorso, tenendo la mano di George e dandogli una leggera pacca. Jo ci guarda, alza un sopracciglio, non credendo a quello che sta vedendo, e incarna l'avvocato in un'aula di tribunale. - Sei cos? esagerato, George. Sono andata in tre negozi alla ricerca di una nuova valigetta perch? la mia ha un aspetto orribile, ma non me n’? piaciuta nessuna. Poi sono andata in banca per fare dei pagamenti. Ho incontrato un avvocato e mi sono fermata mezz'ora a chiacchierare con lui. Se vuoi ancora cronometrarmi, mi sono fermata una decina di minuti per fare pip? e sono venuta qua. - Non so perch?, ma non sono convinto - dice George, guardandomi.– Ma va bene cos?, lascer? perdere. Rispetter? la tua decisione. *** Usciamo dal ristorante e decidiamo di fermarci da Starbucks. Un caff? andr? gi? benissimo per dissipare ci? che resta della mia ubriachezza. Promemoria: mai bere pi? di due bicchieri! Mentre aspettiamo che il barista chiami i nostri nomi, Jo tira fuori il suo Kindle da dentro la borsa e inizia a leggere. - Quale stai leggendo ora? - Chiedo, allungandomi per vedere. - A Better Place, di Jennifer Van Wyk. - Mi sorride. - Ahhh... Il Capitano James... - George ed io sospiriamo insieme. - L'avete gi? letto? Stronzi! Non mi avete nemmeno aspettato - ci guarda entrambi, facendo un piccolo broncio. - Jo, cara, mi dispiace, ma non potrei mai lasciare il capitano James ad aspettarmi - risponde George, e ridiamo entrambe. Noi tre amiamo leggere e ci scambiamo sempre consigli di lettura. In quel momento chiamano i nostri nomi. Ci alziamo per prendere il cappuccino quando sento qualcuno dietro di me: - Bene, bene, bene. Che sorpresa deliziosa. Juliette, la cantante pi? sexy del momento. Mi giro e m’imbatto in Alan. - Alan! Ciao, che sorpresa! - Mi avvicino per dargli un bacio sulla guancia. Wow, come profuma e... ops, che stronzo! Gira il viso e quasi mi bacia la bocca! Mi allontano un po', ma lui mi stringe forte e mi sussurra all'orecchio. - Tesoro, questa volta ti ho baciato un angolo della bocca, ma la prossima volta non mi sfuggirai. Oh, mio Dio! Sono sicura di essere rossa come un peperone. - Sapevi che il nostro duetto ? gi? diventato un successo su YouTube? Ha gi? ottenuto un numero sorprendente di visualizzazioni. Oggi ho parlato con Rafe, e mi ha detto che venerd? verr? un critico all’“After Dark” per incontrarci. Forte, eh? - Wow, Alan, ? una splendida notizia. - Rispondo mentre lui mi mette un braccio intorno alla vita e mi tira a s?. Mi stringe forte e mi sento protetta tra le sue braccia. Va bene, non ? forte come Danny. La sua struttura ? magra, ma ? muscolosa. Cerco di allontanarmi, ma lui mi stringe un po' di pi?. - Amo la tua spontaneit?. E il tuo profumo, - dice e mi lecca il collo. Salto in piedi e mi allontano un po'. - Bene, Alan... Questa ? davvero una grande notizia. Dobbiamo andare, vero, George? - Guardo George, che sta l? con i nostri cappuccini in mano e la bocca aperta. Mi volto verso Alan. - ? stato bello vederti. Mandami un'e-mail con le canzoni che vuoi suonare venerd?! Mi guarda con un sorriso malizioso e annuisce. - Ce l'hai fatta, bellissima. Lo far?. E venerd?, tu sei mia. Prendo il mio bicchiere dalla mano di George, gli faccio un sorriso ironico e me ne vado, trascinandomi dietro i miei due amici. Dopo essere salita con la scala mobile fino al quarto piano del parcheggio, come se fossi inseguita dalle dieci piaghe d'Egitto, George mi ferma, ridendo della mia faccia. - Bene, bene, bene. Che cos'? stato? - Cos'? stato cosa? - Chiedo, cercando di sviare, ma il mio tono si rivela un po' pi? forte di quello che volevo. - Ti ha leccato! Jo, hai visto? Le ha leccato il collo! - Certo che l'ho visto. - Se fossi stato in lei, l'avrei leccato tutto, ogni centimetro di lui. E sono sicuro che in alcuni posti ? lungo diversi centimetri. - Oh, George! - Ehi, sto solo dicendo la verit?. Sei rossa. - No, non lo sono. - S?, ? cos?. Jo, com’?? - A fuoco! - risponde la mia amica, guardandomi. Entrambi scoppiano a ridere. Mi giro ed esco nel parcheggio, con entrambi che ridono a crepapelle dietro di me. Ho bisogno di andare a casa. Ora. Devo fare una doccia. Una bella doccia fredda. Capitolo sette Julie Dopo lo shopping, la mia settimana ? stata piuttosto tranquilla. Ho provato la scaletta per lo spettacolo sul palco dell’“After Dark” che dobbiamo eseguire venerd?. Daniel non ? ancora tornato dal suo viaggio di lavoro, quindi sono abbastanza rilassata. Rafe ha detto che non dovrebbe tornare prima di sabato e non mi ha impedito di fare le prove al bar. Come si dice, quando il gatto non c’?, i topi ballano! Il venerd? ? finalmente arrivato. Nel pomeriggio, io e Jo andiamo in un salone vicino all’“After Dark” per sistemarmi i capelli e le unghie. Ho indossato un paio di pantaloncini di jeans e una camicetta larga che cade sulle spalle lasciandole sporgere. Ai piedi, un paio di sandali bassi. Mi sciolgo i capelli, anche se non so farlo come ha fatto George. Di nuovo. Imparare ad acconciarmi i capelli ? uno dei miei obiettivi per le prossime settimane. Prendo la mia borsa dei trucchi, applico il mascara alle ciglia e un lucidalabbra. Quando ho finito, mi guardo bene allo specchio e mi sento diversa. Non sono solo i vestiti o i capelli sciolti. ? come se ci fosse un bagliore diverso nei miei occhi. Una maggiore consapevolezza di chi e che cosa sono, e la certezza che ho bisogno di fare dei cambiamenti nella mia vita. Perdere i miei genitori durante l'infanzia ha avuto un impatto enorme sulla mia vita. La nostalgia e la tristezza per il fatto di non averli al mio fianco sono incommensurabili, naturalmente. Ma pi? di questo, la sensazione di essere sola al mondo, di non avere legami di sangue con nessun altro - anche se gli Stewart sono persone incredibili - e di aver perso i principali riferimenti che un bambino possa avere nella sua vita, ha avuto una grande influenza nel farmi diventare la persona che sono oggi. S?, sono orgogliosa di me stessa, ma sono anche pienamente consapevole del fatto che ho bisogno di lavorare sulla mia autostima. Quando guardo il mio riflesso nello specchio, vedo il volto di una persona desiderosa di un cambiamento di vita. Di una donna in un processo di maturazione e realizzazione. E questa consapevolezza mi fa sentire pi? sicura. Con un sospiro, prendo il mio cellulare e chiamo un Uber per andare a casa di Mary e Paul. Mi sono messa d'accordo con Jo per prendere un caff? a casa loro prima di andare al salone. In macchina, sento il mio stomaco brontolare e riesco a malapena a contenere un piccolo sorriso. Ho fatto in modo di non mangiare nulla, dato che Maria ? una di quelle madri che si preoccupa di nutrire la sua famiglia. E quando dico nutrire, intendo dire imbottire davvero. Ci vuole un digiuno di quattordici ore per riuscire a mangiare la colazione che prepara lei. Non so come sia possibile che nessuno di noi abbia avuto problemi con gli ormoni da adolescente. Non faccio in tempo a uscire dall’Uber che vedo Paul, che ? gi? sulla porta ad aspettarmi. Corro da lui e mi d? un super abbraccio. - Julie, ? passato tanto tempo! Ci sei mancata. - Anche voi a me, Paul - dico con un sorriso sul viso, mostrando tutto l'affetto che provo per lui. - Fatti guardare. Sei cos? bella! In quel momento, Jo esce dalla casa e sorride. - Pap?, tu non hai visto niente. Ha cantato all'AD la settimana scorsa. Io e George l'abbiamo sistemata e ha fatto un figurone. Non sembrava nemmeno la stessa persona. Guarda qui. Con mia sorpresa, apre una foto sul suo cellulare che non le avevo nemmeno visto scattare. Riconosco perfettamente il momento della foto. Ero nel backstage, vicino ai ragazzi della band. George aveva scherzato con me, dicendo delle sciocchezze, come sempre, ed io stavo sorridendo. Sono rimasta sorpresa dalla mia espressione di completa felicit? nella foto. - Jo, hai perfettamente ragione - Paul ? d'accordo. - Mia cara, sei bellissima. Mary sar? entusiasta di vederti cos?. Sorrido di nuovo e lo abbraccio ancora una volta. - Ma, figlie mie, Daniel non c’era? Il mio cuore si scalda ogni volta che Paul ci chiama le sue figlie. - Oh, Paul, questa ? una lunga storia. Andiamo dentro a prendere un caff? - dico, entrando in casa. *** Prendiamo un caff? forte preparato da Mary mentre le raccontiamo tutto sullo spettacolo. Dopo esserci rimpinzate, Jo mi fa segno che ? ora di andare. - Oh, no, Jo, lasciami stare per un po'. Voglio solo rotolarmi finch? non trovo un letto, - dico, gemendo. - Niente affatto. Puoi farti forza, dobbiamo andare al salone. E sceglieremo di nuovo i tuoi vestiti, - risponde spingendomi. - Julie? - Mary mi chiama proprio mentre sto per alzarmi dal tavolo. - Posso parlarti un attimo? - Certo. - Mi chiedo se ? arrabbiata perch? ho cantato all'AD e ho disobbedito a Daniel. Ci dirigiamo verso il giardino, dove possiamo parlare in intimit?. - Sai che ti considero come una figlia, vero? - S?, lo so. - Quindi, ti dar? un consiglio che ti darebbe tua madre. - Annuisco, curiosa, ma incapace di fermare le lacrime che si formano nei miei occhi. Il solo ricordo di mia madre mi fa provare un'enorme stretta al petto. - Anche se ti considero una figlia, ringrazio Dio ogni giorno che tu non lo sia. Conosco i tuoi sentimenti per Daniel. Lo vedo nei tuoi occhi ogni volta che qualcuno nomina mio figlio, fin da quando eri una bambina. E sono sicura che tu sia perfetta per lui. Non sceglierei nessuna migliore di te per prendersi cura di lui e amarlo, - dice, e questa volta non riesco a trattenere le lacrime, da quell’autentico pezzo di burro fuso che sono. - Il mio consiglio ?: credi in te stessa e nel tuo potenziale. Abbi fede nell'amore. E non arrenderti. Inarco il sopracciglio mentre tiro su con il naso. Lei ride. - Non sar? facile. N? conquistare il posto che meriti all’“After Dark”, n? il cuore di mio figlio. Avrai una lunga strada da percorrere. - Socchiude gli occhi. - Fai soffrire un po' Daniel, ok? Non troppo, sono una madre e non voglio vederlo devastato. Ha solo bisogno di svegliarsi e capire che la vita non ? solo una donna il giorno e un bar. E che tu hai tutto il diritto di fare ci? che vuoi. Sii ci? che vuoi essere. Ridiamo entrambe, mentre io mi asciugo le lacrime, cercando di ricompormi. Sulla via del ritorno in cucina, le dico: - Maria? - S?, cara? - Grazie. Ti voglio bene. Mi sorride. - Io di pi?. *** Con mia grande sorpresa, Jo ha prenotato una giornata alla spa per entrambe. Abbiamo iniziato con un massaggio rilassante, un bagno nell’ofuro e poi il relax con le pietre calde. Ero cos? rilassata che il mio corpo sembrava galleggiare. Avrei dovuto saperlo. Quando l'elemosina ? troppa, il santo ? sospettoso. - Signorina Walsh? Tsuki, la nostra estetista, la aspetta nella stanza della ceretta. Alla fine del corridoio a sinistra. - In quale stanza? - Chiedo con la bocca aperta. Non sono sicura di voler subire una sessione di tortura. - Depilazione. La sua amica le ha organizzato una seduta di ceretta completa. Uccider? quella figlia di... Oh, merda. Non ho il cuore di imprecare contro Mary, soprattutto dopo oggi. Ma comunque, quello che ha fatto Jo ? stato poco carino. La ringrazio e mi dirigo nella stanza. Busso alla porta e una signora asiatica bassa mi accoglie con un sorriso rassicurante. - Signorina Walsh, benvenuta. Pu? togliersi i vestiti dietro il paravento e indossare la vestaglia. Quando ? pronta, si sdrai sul lettino. Seguo le sue indicazioni e mi cambio. Ragazzi, sono nervosa! Mi sdraio sul lettino e aspetto la torturatrice, ops, la depilatrice. - Non si preoccupi. Non far? affatto male - dice con calma, come se stesse parlando a un bambino. - Va bene, - rispondo, incapace di formare una frase completa per la paura. - ? solo che non l'ho mai fatto prima. - Iniziamo la ceretta brasiliana, ok? - Va bene... - Ma cos'? tutto questo? Non pu? essere una cosa tranquilla. C'? qualcosa che non va. Ho appena il tempo di finire il mio pensiero quando lei apre il mio accappatoio e applica la cera. Aspetta un po' e... AHHHH! Grido di dolore. Porca puttana! Ha tirato! Uccider? Jo crudelmente. - Signorina Tsuki, va bene cos?, grazie. - No, no, no. Abbiamo ancora molto da fare qui - mi spinge indietro sul lettino e mi sento come se fossi stata condannata alla forca. *** Incontro la mia ex migliore amica nella stanza della manicure. Quando mi vede con la faccia rossa e che cammino in modo strano, comincia a ridere. - Smettila di ridere. In questo momento ti sto odiando. - Ragazza, non fare cos?. Era per il tuo bene. Consideralo un regalo. La prossima volta che Alan decide di leccarti, potrebbe volerlo fare da un'altra parte, no? - Johanna! - Esclamo. Ecco fatto. Ora sembro un grosso peperone rosso. - Forse gli darai una possibilit?. Anche se hai ancora Danny in mente... Non voglio pensare a mio fratello che lecca qualcuna. - Jo! Da dove ti vengono queste idee? Chi ti ha leccato in giro? Ora ? lei che sta diventando blu. ? stata colta in flagrante! - Io? Smettila di fare la stupida. Non puoi fare felice un’amica che subito diventi una sospettata. Siediti, Mimi non ti aspetter? per tutta la vita. Mimi prende lo spunto e mi fa sedere sulla sedia, porgendomi una valigia piena di smalti colorati mentre comincia a farmi il piede. Dopo aver rovistato a lungo, ho scelto uno smalto rosa chiaro. - Oh, no! Non metterai quel colore! Se ti lascio dipingere le unghie di rosa, George mi uccider?. - E la signora di che colore vuole che mi dipinga le unghie? - domando, accigliandomi. - Lasciami guardare un attimo. - Non aspetta nemmeno la mia risposta. Mi strappa con forza la valigetta di mano, facendo s? che Mimi commetta un errore e mi strappi una bistecca dal piede. Oh, merda. – Questo no... non... nemmeno questo! Perfetto! Tiene in mano uno smalto rosso metallico, quasi il colore di una mela dell'amore. - Ma ? cos? rosso... - Ora sei una donna nuova. Dimentica il rosa e vai con il rosso. Sarai bellissima con il tuo vestito stasera. Niente discussioni, amica. Prendilo e basta. - Ok. So che non ha senso nemmeno provare a discutere. Mi appoggio alla sedia mentre Mimi si occupa dei miei piedi e cerco di rilassarmi, ripassando mentalmente le canzoni dello spettacolo. *** Ancora una volta, approfitto dell'assenza di Danny e uso il suo ufficio come camerino improvvisato. Questa volta indosso un vestito tutto nero, lucido, con una scollatura cos? profonda sulla schiena che non posso indossare un reggiseno. La mia biancheria intima si riduce a un perizoma di pizzo nero che ho comprato al centro commerciale con George. Aveva assolutamente ragione. Avevo bisogno di lingerie che aiutasse la mia autostima. Un sandalo alto e un paio di orecchini lunghi completano il look. Ancora una volta, i miei capelli sono sciolti con ampi riccioli e il trucco mette in risalto i miei occhi. Mentre finisco di prepararmi, approfitto della solitudine della stanza e penso alla mia vita. Devo trovare il coraggio di parlare con Danny o dimenticarlo per sempre. So che Alan ? interessato, ma anche se mi piace, nel profondo, il chitarrista di The Band non suscita quel tipo di sentimento dentro di me. Per non parlare del fatto che riesce a essere pi? donnaiolo di Daniel. La quantit? di donne che lo aspettano alla fine di ogni spettacolo ? ridicola. Cammino per la stanza, guardando le foto sulla libreria, e trovo una foto di noi due, di quando io avevo sedici anni e Danny diciannove. Era gi? abbastanza alto allora. ? stato quando ? tornato per le sue prime vacanze estive dal college. Ho trascorso tutto il mese attaccata a lui come una gomma da masticare. Sembrava felice di avermi intorno. Mi abbracciava sempre, mi coccolava. A quel tempo, pensavo davvero che sarebbe successo qualcosa di pi?. Tuttavia, improvvisamente, ? cambiato. ? diventato pi? serio, pi? distante e pi?... protettivo, credo. Non so cosa sia successo quell'estate, ma qualcosa ? cambiato nel comportamento di Danny nei miei confronti. Qualcuno che bussa alla porta mi allontana dai miei ricordi. Rimetto la foto al suo posto e apro. - Oh, sei bellissima! - George entra nella stanza, tutto eccitato. Gli sorrido, perch? ? impossibile non farlo quando George ? con me. - Grazie, George. ? ora? - Mancano dieci minuti. Posso offrirti qualcosa? Acqua? Champagne? Dei cioccolatini? Le leccate di Alan? - George! - Lo rimprovero, ma vengo interrotta dall'entrata di Rafe, che ? venuto a chiamarmi per lo spettacolo. Trovo incredibile che Rafe non sia ancora stato agganciato da nessuna. ? un ragazzo bello, serio e maturo. Il tipo di ragazzo che si assume le proprie responsabilit?. Non ? un donnaiolo, tutt'altro. ? il ragazzo perfetto. Lui e Jo farebbero una bella coppia, ma se Danny immaginasse una cosa del genere, sarebbe un problema. Uomo geloso, eh? - Julie, sei bellissima. Sei pronta? - Grazie. S?, andiamo. - Sorrido e lui mi porge il braccio da perfetto gentiluomo qual ?. Camminiamo dietro le quinte e Rafe mi chiede di scusarlo per andare a parlare con qualcuno. Guardo in avanti e vedo Alan che viene verso di me e mi scruta dalla testa ai piedi con un'espressione maliziosa. - Vuoi che gli chieda se vuole la maionese come accompagnamento? Perch? ti sta mangiando con gli occhi. - mi sussurra George all'orecchio. - George, mio Dio! - Forse dovrei offrirgli del latte condensato. ? pi? gustoso da leccare... - GEORGE! - Io grido e lui impazzisce. Wow, gli piacerebbe molto leccare Alan! - Ciao, bella! – esclama Alan, avvicinandosi. - Ciao a tutti! Si avvicina ancora di pi?. - Sei ancora pi? bella dell'ultima volta. Come ci sei riuscita? Se si avvicina ancora, mi sar? addosso. Credo che il nostro chitarrista non abbia molto chiaro il senso dello spazio personale. - Grazie. - Sorrido e lo spingo un po'. - Siete pronti? Possiamo iniziare? - Bellezza, sono sempre pronto. - Mi fa l’occhiolino e si dirige verso il palco. Dio, questi uomini mi fanno impazzire. Faccio un respiro profondo e salgo sul palco. Il bar ? pieno e la gente comincia ad applaudire. Sorrido alla folla e mi posiziono davanti al microfono. Abbiamo scelto di aprire lo spettacolo con una ballata pi? romantica. Alan inizia a suonare i primi accordi di Come Away With Me, di Norah Jones. Chiudo gli occhi, concentrandomi sulla canzone. Ancora una volta, il mio pensiero va a Danny. Come away with me in the night Come away with me and I will write you a song Come away with me on a bus Come away where they can’t tempt us with their lies Daniel Parcheggio nel mio posto all’“After Dark”. Zach ed io siamo tornati da San Francisco un giorno prima del previsto. Il viaggio di ritorno in aereo ? stato piuttosto accidentato, perch? ci sono state molte turbolenze. E Zach ? stato un terribile compagno di viaggio. Ha aperto a malapena la bocca per parlare, ? stato tutto il tempo a guardare il suo cellulare. E, per peggiorare le cose, i nostri bagagli sono finiti sul nastro trasportatore dall'altra parte dell'aeroporto. Sono tornato a casa, ho fatto una doccia veloce e ho indossato un paio di jeans e una maglietta nera. Ero in ritardo, quindi non ho nemmeno rasato la barba che gi? s’intravedeva sul mio volto. Una settimana lontano dal bar mi ha reso ansioso. E, devo confessare, che provo un pizzico di speranza di vedere la bionda sexy cantare stasera. Scendo dalla moto, una BMW 1600 GT. Non sono un tipo che sperpera i propri soldi, ma quando “After Dark” ha iniziato a prosperare, mi sono permesso il lusso di investire nella moto dei miei sogni. Mi faccio strada attraverso il parcheggio e mentre mi avvicino alla porta, sento i primi accordi di Come Away With Me suonati da una chitarra acustica. Apro la porta e sono avvolto da una voce roca che canta. Tremo dalla testa ai piedi. Guardo il palco e vedo la silhouette della bionda del video, che ondeggia davanti al microfono con lo stesso ritmo lento della canzone. Mi sento stordito, come non mi sono mai sentito prima. O meglio, come mi sento quando... Il mio subconscio spinge via questi pensieri e mi concentro sulla bionda. Lei continua a cantare ed io mi sento in trappola. Non posso distogliere lo sguardo, n? impedirmi di avanzare per avvicinarmi a lei. ? come se fossi tirato da una corda immaginaria senza poter staccare gli occhi dal palco. Di persona, ? ancora pi? bella. La sua pelle ? chiara, il suo corpo mozzafiato, con una vita sottile e marcata e dei seni che starebbero perfettamente nelle mie mani. Si gira sottilmente di lato, dandomi un po' le spalle, e vedo il suo culo perfetto messo in risalto dalla profonda scollatura del suo vestito. Mi sento intorpidito. Mentre canta, la sua voce seduce i miei sensi, e tutto ci? che vedo nei miei pensieri ? la sua immagine, sdraiata sulla scrivania del mio ufficio, nuda, che mi sussurra questa canzone folle all'orecchio. Sento lo schiocco dello champagne che viene aperto e cerco di spingere quel pensiero fuori dalla mia testa. Smettila, mi rimprovero. Scuotendo la testa per schiarirmi le idee, mi avvicino al bancone del bar, cercando di riprendere il controllo. Faccio un cenno al barista e improvvisamente mi rendo conto che Ju non ? alla sua postazione oggi. - Justin, dov'? Julie? - Chiedo al barista, che non riesce a staccare gli occhi dalla bionda sul palco. Muove il mento in avanti senza dire nulla. Sento cantare la bionda. La voce di questa donna mi sta facendo impazzire e non riesco nemmeno a pensare bene. Mi giro di nuovo verso il palco. Tiene il microfono e le sue labbra s’imbronciano, sussurrando la canzone. Mi sento eccitato. Molto eccitato. Ma pi? di questo, sono sopraffatto dalla magia seducente della voce di questa donna. Come una sirena nel mare, il suo canto mi avvolge e mi rendo conto a stento del fatto che sto camminando verso il palco. Quell’idiota di Alan suona gli accordi finali della canzone e la bionda sussurra Come away with me, terminando la canzone. Si gira verso di me, apre gli occhi, sorride e... Porca puttana! ? Ju! Êîíåö îçíàêîìèòåëüíîãî ôðàãìåíòà. Òåêñò ïðåäîñòàâëåí ÎÎÎ «ËèòÐåñ». Ïðî÷èòàéòå ýòó êíèãó öåëèêîì, êóïèâ ïîëíóþ ëåãàëüíóþ âåðñèþ (https://www.litres.ru/pages/biblio_book/?art=65495027&lfrom=688855901) íà ËèòÐåñ. Áåçîïàñíî îïëàòèòü êíèãó ìîæíî áàíêîâñêîé êàðòîé Visa, MasterCard, Maestro, ñî ñ÷åòà ìîáèëüíîãî òåëåôîíà, ñ ïëàòåæíîãî òåðìèíàëà, â ñàëîíå ÌÒÑ èëè Ñâÿçíîé, ÷åðåç PayPal, WebMoney, ßíäåêñ.Äåíüãè, QIWI Êîøåëåê, áîíóñíûìè êàðòàìè èëè äðóãèì óäîáíûì Âàì ñïîñîáîì.
Íàø ëèòåðàòóðíûé æóðíàë Ëó÷øåå ìåñòî äëÿ ðàçìåùåíèÿ ñâîèõ ïðîèçâåäåíèé ìîëîäûìè àâòîðàìè, ïîýòàìè; äëÿ ðåàëèçàöèè ñâîèõ òâîð÷åñêèõ èäåé è äëÿ òîãî, ÷òîáû âàøè ïðîèçâåäåíèÿ ñòàëè ïîïóëÿðíûìè è ÷èòàåìûìè. Åñëè âû, íåèçâåñòíûé ñîâðåìåííûé ïîýò èëè çàèíòåðåñîâàííûé ÷èòàòåëü - Âàñ æä¸ò íàø ëèòåðàòóðíûé æóðíàë.