Òàê âðûâàåòñÿ ïîçäíèì èþëüñêèì óòðîì â îêíî Ïîæåëòåâøèé èññîõøèé ëèñò èç íåáåñíîé ïðîñèíè, Êàê ïå÷àëüíûé çâîíîê, êàê ñèãíàë, êàê óäàð â ëîáîâîå ñòåêëî: Memento mori, meus natus. Ïîìíè î ñìåðòè. Ãîòîâüñÿ ê îñåíè.

Il Regno Unito E La Sua Storia

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Il Regno Unito E La Sua Storia History Nerds Uno sguardo breve, divertente e conciso sulla storia del Regno Unito. Che tu voglia fare una revisione per un esame di storia o se desideri semplicemente un'introduzione vertiginosa sul Regno Unito, questo ? il libro che fa per te. Ti portiamo in un breve tour della storia dalla Gran Bretagna preistorica, fino alle guerre dei giorni nostri con una velocit? ed efficienza che ti lasceranno informato su tutti i dettagli che devi sapere sulla storia del Regno Unito. Prendi la tua copia oggi e scopri i re, le regine, i governanti moderni e tutto il resto, comprese le ribellioni irlandesi e scozzesi. Il Regno Unito e la sua Storia Author: History Nerds Translator: Monja Areniello (https://www.traduzionelibri.it/profilo_pubblico.asp?GUID=8ed6a3015be6105bc207c6ad10dc5280&caller=traduzioni) © 2021 - History Nerds Introduzione Il Regno Unito ? una terra misteriosa ricca di leggende e di eroi come Re Art?, Robin Hood, Re Alfredo, Robert Bruce e gli eroi dei grandi mari. Furono gli Inglesi a sconfiggere la cosiddetta invincibile Armada spagnola. L’Inghilterra moderna ? famosa per le imprese della Royal Air Force. All’inizio, l’antico Impero Romano si ferm? a met? strada, prima di raggiungere la Scozia. Il popolo britannico ? un collage di culture, discendenti dai resistenti Anglosassoni, Normanni, Irlandesi, Gallesi e Picti. La Gran Bretagna ha prodotto figure come Sir Walter Raleigh e poeti come Sir Walter Scott e drammaturghi come William Shakespeare, tutti dotati della qualit? seducente che attrae le persone di oggi che hanno gelosamente amato le loro opere, che influenzeranno per sempre la storia dell’umanit?. Per anni gli studiosi hanno scritto storie e romanzi sulla Guerra delle Rose tra le grandi casate Lancaster e York. Molto ? stato scritto su Winston Churchill, l’elegante Regina Elisabetta I, e la “Signora di ferro” Margaret Thatcher, che una volta fu criticata per aver rimproverato un Presidente americano, dicendo: “George, questo non ? il momento di vacillare!” Ti chiedi cosa abbia generato tali esperti di prestigio e integrit? generati internamente da un popolo che non potr? mai essere sconfitto? Archeologi ed etnologi cercano ancora di spiegare questi misteri. Sepolte nella loro storia, le risposte possono essere trovate e servono da sfida a tutti coloro che oseranno imitare. Capitolo 1: La Gran Bretagna preistorica Il popolo scomparso Di seguito ? riportata una spiegazione del popolo che una volta abitava le Isole Britanniche e ora non c’? pi?. Secondo i genetisti, ? scomparso ed ? stato sostituito. Sono state vittime delle mistiche “pietre forate” - pietre con buchi naturali - che furono usate dagli spettri che stregarono i primi indigeni delle Isole Britanniche - come prediceva un antico mito? Questi sfortunati coloni furono soggetti a un grave cambiamento climatico? Sono stati spazzati via da trib? impazzite che si sono scatenate sul territorio? O, come ipotizz? Ian Amit, un archeologo dell’Universit? di Bradford, si sono semplicemente estinte? Quest’ultima domanda ne richiama un’altra: “Perch??” Recenti studi sul DNA hanno dimostrato che esiste una chiara e netta differenza tra i modelli genetici dei Britannici e dei Celti originali e le generazioni successive di persone che si stabilirono nelle Isole Britanniche. I primi Britannici “sono semplicemente scomparsi!” Gli scienziati non sanno spiegare cosa sia accaduto ai Britannici originali. Alcuni antropologi e archeologi affermano che sia accaduto durante il periodo del “bicchiere a campana”. L’era del “bicchiere a campana” fu caratterizzata dalla presenza di ceramiche a forma di coppa o di vaso o simili. Molte culture hanno attraversato questa fase. I “bicchieri”, o contenitori, erano usati per bere e avevano il fondo piatto. Inizialmente erano piuttosto semplici e talvolta erano fatti con i teschi. Esistono teorie ampiamente disparate sull’identit? etnica della successiva ondata di persone che vi si stabilirono. Alcuni dicono che avevano la pelle pi? chiara delle popolazioni caucasoidi, assomigliando cos? al popolo britannico di oggi. Molti dissero che il popolo dei “bicchieri a campana” ebbe origine con la cultura Yamnaha nelle steppe orientali intorno al Mar Caspio. Altri ancora affermano che fossero Sassoni di origini germaniche. Questa probabilit? ? stata valutata al 54%. Un’altra teoria deriva dai leggendari racconti dell’antica Troia. Stonehenge Stonehenge ? un monumento a forma circolare originariamente costruito intorno al 3100 a.C. Il suo uso effettivo ? stato ed ? tuttora oggetto di congetture e controversie. Un altro mistero che si ? sviluppato su Stonehenge indica che il monumento continu? ad essere costruito fino a circa il 1600 a.C.. I resti di 63 persone sono stati trovati l?, anche se ? pi? probabile che ce ne siano state di pi?. Le fondamenta di quelle pietre erette erano composte da basi di gesso / calce e le pietre stesse erano di un tipo di arenaria chiamato “sarsen”. Ha la forma di un anello di pietre erette con architravi di pietra. Nelle fasi successive della creazione di Stonehenge, si utilizz? la “pietra blu”, una roccia ignea con una sfumatura bluastra. Erano state deliberatamente trasportate l? da una grande distanza - da Carn Goedog e Craig Rhos-y-felin - circa 140 miglia a Ovest. La ragione di portare le pietre blu si perde nella storia silenziosa degli antichi. Lo scopo secondario di Stonehenge ? astronomico. Il “tallone” ? una pietra separata dall’anello. Dal centro del cerchio, si pu? vedere il solstizio d’estate che sorge direttamente sopra il tallone, proiettando i suoi raggi direttamente attraverso Stonehenge. Esistono configurazioni astronomiche simili in altre parti del mondo come a Karnak, in Egitto. Stonehenge e i Druidi Ogni anno, i Druidi predisponevano una cerimonia a Stonehenge per dare il benvenuto al Sole e alla Luna dell’estate. Secondo lo storico antico, Plinio il Vecchio, i Druidi della Gallia (l’antica Francia) “erano i loro maghi: non avevano nulla di pi? sacro del vischio e dell’albero su cui cresceva, purch? si trattasse di una quercia a graticcio”. Un altro nome mitologico per quelle persone era “uomini della quercia”, persone spirituali mistiche che popolavano le foreste. Gli antichi Druidi erano noti per il loro antico rituale di accogliere il sesto giorno di luna dopo il solstizio, tagliando il vischio da una quercia e sacrificando due tori bianchi. Un elisir a base di vischio veniva usato come pozione di fertilit? per gli animali e anche come agente curativo. Oggi si ritiene che gli antichi uomini della quercia fossero Celti, non Galli. Durante l’Et? del Bronzo, i Celti si stabilirono in alcune parti della Gallia (Francia). Chiamarono il loro territorio “Celtica”. La “leggenda” della Britannia Secondo la leggenda, la successiva ondata di persone che si stabil?, intorno al 1250 a.C., in Gran Bretagna - la popolazione caucasoide - discendeva dal mitico soldato di Troia, Enea. Secondo la leggenda narrata dall’antico cronista, Goffredo di Monmouth, Bruto, un discendente di Enea, attravers? l’Aquitania in Gallia e massacr? molte persone di quelle trib?. Aveva avuto una visione della grande dea Diana che gli aveva parlato di una terra al di l?, che lui chiam? “Britannia”: “Bruto, l? giace oltre i confini gallici Un’isola che circonda il mare occidentale, Posseduta da giganti, ora ne rimangono pochi Per bloccare il tuo ingresso ... Per far sorgere una seconda Troia E fondare un impero dalla tua linea reale”. Bruto e il suo compagno, Corineo, “costrinsero i giganti a volare nelle caverne delle montagne”, poi guardarono l’isola e notarono i suoi numerosi fiumi “abbondanti di pesci”. La potenziale esistenza dei giganti umanoidi ? scritta nella Bibbia e i loro discendenti furono chiamati “Nefilim”. Negli scritti antichi, si dice che Bruto costru? una “nuova Troia” sul fiume Tamigi. Et? del Rame e del Bronzo Questa Era si present? in anni e luoghi diversi, in Europa e nelle Isole Britanniche. Si stima che sia iniziata in Inghilterra intorno al 2500 a.C., ma potrebbe essersi sovrapposta all’Era Neolitica, secondo alcuni artefatti datati al carbonio intorno a quel periodo. Non c’? una chiara interpretazione su quanti anni si estese l’Et? del Bronzo. L’Era del Rame fu caratterizzata dall’utilizzo del rame per fabbricare armi, scudi e strumenti. Il rame era composto da rame nativo, stagno e talvolta piombo. Quei metalli venivano riscaldati in un forno e lavorati su una pietra piatta per dare loro una forma. Notevole fu la fabbricazione di asce con zoccolo, calderoni, punte di lancia con zoccolo, asce, spade, elmi e morsi per cavalli. Questi non erano semplici, ma avevano elementi decorativi su di essi: curve, cerchi e linee verticali lungo la spada, probabilmente identificavano l’appartenenza tribale e / o lo status. Alcune grandi urne vennero utilizzate nei loro rituali di sepoltura. I resti venivano cremati durante l’Era del Rame, posti in urne, coperte e sepolte in camere insieme a oggetti sentimentali o insegne. La cultura del campo di urne dell’Et? del Bronzo La cultura del campo di urne ? nata in un momento in cui le societ? europea ed eurasiatica erano diventate pi? avanzate e furono coinvolte nella costruzione di villaggi, creando una struttura sociale all’interno di essi. Gli insediamenti furono adattati alle condizioni geofisiche del luogo e dipesero dalle risorse locali. Si costruirono fortificazioni in pietra e bastioni di legno sugli altopiani e sulle cime delle colline. Esse formavano una citt? murata o un villaggio, circondati da abitazioni con due o tre navate all’interno. Le pareti erano fatte di “cannucce e fango”. Le cannucce erano strutture di legno posizionate verticalmente o ad angolo, se finivano a punta. Le “pareti” interne erano composte da una miscela di argilla, polvere di gesso, polvere di calce, letame e paglia – era l’intonaco del tempo. Le case potevano anche essere rotonde. I tetti erano fatti di paglia e spesso erano imbiancati. Ci? le rendeva un po’ resistenti alla pioggia, ma permetteva anche di dipingerlo con figure o disegni sulle pareti interne. Il Commercio Atlantico dell’Et? del Bronzo Le culture vicine iniziarono a scambiare oggetti dalle loro navi. A Dover, gli archeologi hanno scoperto quella che poteva essere stata una delle navi pi? antiche dell’Et? del Bronzo. Era costruita con pannelli di quercia collegati da cunei di legno e le assi erano cucite insieme con i bastoncini di tasso. Un “bastoncino” ? un ramo flessibile come quello del salice, usato per legare una tavola all’altra. Due rematori potevano sedersi uno accanto all’altro sulle panche orizzontali. C’era una vela, che, ovviamente, era insufficiente ma aiutava a creare propulsione. La decorazione su armi, foderi, coltelli ed elmi divenne pi? elaborata e attraente. Pare che gli Inglesi esportassero un sacco di falcetti a tubo, che erano falcetti modellati principalmente da corna e fogli di lamiere. Importavano elmetti crestati pi? elaborati per integrare quelli pi? semplici che avevano progettato loro stessi. La maggior parte degli scambi avvenne nel Mar Mediterraneo, sebbene l’Inghilterra e l’Irlanda potessero commerciare tra loro e le merci potessero essere portate avanti e indietro dalla Francia settentrionale e dalla Spagna. Il commercio fu chiamato ‘Commercio Atlantico dell’Et? del Bronzo’. La Britannia e le trib? dell’Et? del Ferro Le varie et? dello sviluppo colpirono i paesi in tempi diversi, a seconda del loro contatto con i paesi vicini. In Britannia, l’Et? del Ferro va dall’800 a.C. al 43 a.C.. Nel 350 a.C., un esploratore greco di nome Pitea si rec? in Inghilterra, che chiam? “Britannia”. ? stata descritta da Pitea e Diodoro, uno storico del I secolo a.C., come “sottomessa all’Orso”. Il riferimento all’Orso aveva a che fare con la costellazione dell’Orsa Maggiore nel cielo settentrionale. Lui aggiunse che gli indigeni vivevano in case con il tetto di paglia, coltivavano grano e lo immagazzinavano in camere sotterranee. Pitea si avvicin? alla Britannia attraverso le Isole Orcadi al largo della sua costa settentrionale. Nel descrivere il testo di Pitea, un geografo antico, Strabone, disse che le persone “vivono vicino alla zona ghiacciata” e aggiunse che consumavano miglio e radici. Pitea viaggi? pi? a Sud, sbarc? e tent? di descrivere Stonehenge. Descrisse il monumento come un “Circolo dei Giganti”. La rotta commerciale atlantica che il popolo britannico aveva stabilito si estinse per ragioni sconosciute, quindi il commercio con i paesi attraverso la Manica fu limitato. Tuttavia, i Britannici furono soggetti a invasioni, in particolare dai Celti della Gallia. Le invasioni celtiche I guerrieri della trib? Parisi di Celtica in Gallia fecero irruzione, devastarono i terreni agricoli inglesi nell’attuale Yorkshire e crearono le loro citt? fortificate, chiamate “oppida”. Questi erano insediamenti massicci, circondati da alte mura di pietra sorvegliate. I Celti rimasero in quella zona dell’Inghilterra per molti anni. Le sepolture dei carri I Parisi portarono con s? la pratica di seppellire il corpo di una persona e gli Inglesi quindi interruppero la cremazione come pratica comune. Avevano anche l’insolita usanza di seppellire i loro guerrieri con i carri e i loro conducenti. I carri venivano smontati e deposti in un design accattivante. Alcuni guerrieri furono sepolti con i loro cavalli. Sebbene i dettagli siano sconosciuti, i conducenti potevano essere stati massacrati dopo la morte del loro guerriero, per rispetto - una prospettiva non molto piacevole. Sembra che queste sepolture siano state usate nelle ?lite locali dei villaggi. Coloro che non appartenevano ad una casta superiore, venivano sepolti in lunghe fosse insieme a orci e merci donate dai membri della famiglia. Per ragioni sconosciute, le loro gambe erano piegate al petto in posizione quasi fetale. Una possibile spiegazione poteva essere la possibilit? di seppellire pi? corpi in cimiteri pi? grandi. I Belgi Nella Gallia Nord-orientale, c’era una trib? di persone chiamate “Belgi”. Era un popolo violento, che si precipit? nei villaggi britannici con occhi selvaggi e avidi. Il termine “Belgae” deriva da una parola in inglese antico, “bleigh”, che significa “gonfiarsi”, come per rabbia. In origine, i Belgi arrivarono dalla Germania, attraversarono il fiume Reno e invasero la Gallia. Erano feroci e riuscirono a tenere a bada i gruppi di guerriglieri delle trib? teutoniche, Menapi e Cimbri. Inoltre, annientarono gli Eburoni, un’altra trib?. Gli Atrebati Come i Belgi, gli Atrebati fuggirono dalla Gallia e fondarono una colonia nell’Inghilterra meridionale, proprio accanto a quella dei Belgi. Commius fu il loro re nel 30 a.C.. Coni? monete d’oro e impresse la sua immagine su di esse. Gli Atrebati furono una delle trib? di maggior successo in Britannia. Avevano rotte commerciali regolari con l’Europa continentale, scambiando i loro migliori prodotti, tessuti, nonch? attrezzature militari e armamenti in ferro e cani da caccia per i quali erano ben noti. Altre trib? coniarono monete per i Romani, che entrarono in Britannia intorno al 55 a.C.. Fu un’attivit? redditizia. I Cassivellauni Una trib? celtica, i Cassivellauni, si stabilirono nell’Inghilterra meridionale nel 20 a.C.. Come gli Atrebati prima di lui, il loro re, Cassivellauno, coni? monete per i Romani. I Cassivellauni furono fortunati in quanto si stabilirono appena a Nord del fiume Tamigi, un luogo particolarmente fertile. Ampliarono il loro territorio invadendo quello dei suoi vicini, i Trinovantes a Est. Quindi fond? una nuova capitale sull’ex terra dei Trinovantes, chiamandola Camulodunum (l’odierna Colchester). Il Druido di Colchester Nel 1996, un’antica tomba fu portata alla luce vicino a Colchester: si credeva fosse quella di un druido. Era una tomba a camera, con un corpo cremato e un kit di strumenti medici contenente una sonda medica, bisturi, una sega chirurgica e aghi. Sono state trovate anche tracce di artemisia, una pianta aromatica. Nell’antichit?, l’artemisia aveva benefici medicinali, servendo come antibiotico primitivo. Aveva anche effetti psicologici ed era usato come rilassante, forse per coloro che avevano usato la sega chirurgica! La tomba conteneva anche un gioco da tavolo completamente intatto, che gli esperti hanno cercato di scandagliare per anni. Dumnonii Questo territorio tribale ? oggi il territorio in cui si trovano Devon, Exeter e la Cornovaglia. Si trova nelle pianure della valle e ospit? il futuro sito delle terme romane. Il termine Domnu indica l’antica Dea madre dei Celti. Si dice che sia stata attirata negli abissi e rovesciata da Tuatha de Danann. Tuatha ? il capo del mistico regno delle fate di cui parlano solo gli Irlandesi, sussurrando. Nel folklore ? associato ai folletti ed ? uno dei pi? potenti capi del popolo fatato. Dumnonii prende il nome da una Dea di nome Domnu. Lei aveva un grande potere e, secondo un racconto irlandese, si descrive cos?: “Io sono Domnu, lo spirito che si muove nell’abisso. Sono la portatrice di vita e di resurrezione ... sono la Madre di tutti”. I Durotiges I Durotiges erano una nazione formata da pi? trib? celtiche. L’area in realt? risale al Paleolitico. Ci sono una quindicina di fortezze e castelli sulle colline. Le aree intorno al Castello di Lambert, una fortezza collinare nel Dorset ? nota per la sua sabbia verde. La sabbia verde ? un tipo unico di arenaria, di colore verdastro, che si sfalda facilmente ed ? stata utilizzata dagli antichi Britannici come malta per via della glauconite. La glauconite ? un minerale formato dalla vita marina decomposta. La glauconite gli conferisce una consistenza granulosa e fu utilizzata anche per smerigliare. Le praterie del castello di Lambert sono un paradiso virtuale per i botanici, poich? l’area ospita una delle pi? vaste raccolte di erbe della zona. I Trinovantes Il nome “Trinovantes” deriva da una corruzione del nome “Nuova Troia”, che era il nome originale, che il mitico fondatore di Londra diede alla capitale. Londra fu fondata sul lato Nord di un affluente del fiume Tamigi. Le persone che vivevano l? erano membri di una trib? vigorosa e potente che arriv? dopo le antiche trib?. I Trinovantes e i Cassivellauni erano acerrimi nemici. I Picti La Confederazione dei Picti era formata da una combinazione di trib? dell’Et? del Ferro che, si diceva, vivessero nell’estremo Nord dell’Inghilterra. Le loro origini sarebbero celtiche. Secondo diversi storici antichi, Beda il Venerabile, Goffredo di Monmouth e Holinshed, potrebbero essere stati i primi conquistatori. “Sono passati da noi, con lo splendore della rapidit?, per dimorare valorosamente nella terra al di l? dell’Ile. Di l? hanno conquistato Alba”, secondo gli antichi. “Alba” era l’antico termine assegnato alla Britannia. A quel tempo i Picti forse erano chiamati “Albidosi”, dal nome della terra che sostenevano di aver fondato. Capitolo 2: “Pi? mortali di questi, i Romani” L’antico storico Tacito parl? per bocca dei Britannici, come un presagio: “Ma ora non ci sono persone al di l? di noi, nient’altro che maree e rocce e, pi? mortali di questi, i Romani”. Gli antichi Romani parlavano della Britannia con disprezzo, dicendo che il tempo era pessimo e c’erano frequenti nebbie e piogge. Apparentemente, trascurando il fatto che i Romani arrivarono come invasori vestiti di armature, lance e spade, essi criticarono i Britannici di essere feroci e inospitali. I Britannici si tingevano la pelle con il guado, che era un colorante blu, o talvolta verde, fatto con fiori essiccati e fermentati. Nel 55 a.C., Giulio Cesare afferm? che questi Britannici stavano aiutando i suoi nemici, i Galli, e sent? di poter porre fine a tutto ci?. Lui e i suoi legionari fecero irruzione nel Kent, ma non era preparato a combattere una grande tempesta che esplose lungo la costa e l’invasione fu rinviata. Le prime trib? furono terrorizzate dall’arrivo delle grandi navi da guerra romane, chiamate “navi lunghe”. Erano enormi e azionate da remi, con rematori impilati a due o tre altezze. Al centro, ogni nave aveva una vela e un “corvus”, che era una rampa che poteva essere calata sul ponte di un’altra nave o sulla riva. L’anno successivo, il 54 a.C., Cesare torn? con molte legioni di guerrieri pesantemente armati. Le trib? britanniche avevano armi di gran lunga inferiori alle sue, quindi Cesare ne approfitt? appieno. Si scambiarono ostaggi, che era l’usanza a quell’epoca, e lui garant? che non avrebbe mai attaccato le trib? che gli avrebbero pagato un tributo annuale. In sostanza, quella era un’estorsione. Tuttavia, accettarono il tributo e fecero uno o due pagamenti, ma non c’? traccia che ne fecero altri, una volta che Cesare se ne fu andato. Cesare fu considerato uno pseudo - salvatore, perch? un re locale della trib? Cassivellauni, Mandubracius, era stato usurpato dal suo trono da Cassivellauno, che si precipit? da Cesare per chiedere aiuto. Cesare scopr? tuttavia che Cassivellauno era un generale e non il legittimo successore, cos? Cesare restaur? il trono al suo legittimo erede. Sebbene Cesare pianificasse incursioni in Britannia, il tempo interfer? e non lui mise mai piede sul quel suolo. Tuttavia, Roma e la Britannia stabilirono un commercio proficuo. Il successivo contatto con la Roma imperiale non fu avviato fino al 43 d.C., quando l’Imperatore Claudio intervenne a beneficio di Verica, il re degli Atrebati che era stato ingiustamente esiliato. Gli Iceni Quando l’Imperatore romano Claudio invase la Britannia nel 43 d.C., la trib? degli Iceni non lo affront? in battaglia. Fecero pace con loro e acconsentirono all’invio di ostaggi e al pagamento di un tributo. Mantennero buoni rapporti con i Romani e parteciparono al conio di monete per conto loro. Tuttavia, nell’anno 60 d.C., i Romani che vennero a raccogliere le loro monete erano abusivi e rozzi. Guardarono gli Iceni dall’alto in basso con disprezzo. Quando Boudica, la Regina degli Iceni, si lament?, la flagellarono e violentarono sua figlia. La ribellione di Boudica Boudica si alle? con la trib? dei Trinovantes e con alcuni altri e si ribell?. Il conflitto incluse non solo uomini, ma anche donne guerriere. Con grande shock delle legioni romane, distrussero un insediamento romano a Camulodunum (Colchester). Circolarono indiscrezioni che furono macellati fino a 70.000 soldati romani, anche se potrebbe essere stata una grossolana esagerazione. In realt?, solo diverse centinaia di Romani furono uccisi. L’Imperatore che successe a Claudio, Nerone Druso, fu cos? infuriato per la sconfitta romana in quelle battaglie che fece raggruppare e sconfiggere gli Iceni dal suo generale Seutonio. Nessuno sa cosa sia successo a Boudica dopo quella battaglia. Alcuni dicono che si sia suicidata per evitare la cattura. ? ricordata come l’eroina britannica del I secolo. I Caledoniani Entro l’anno 79 d.C., Roma ottenne il controllo dell’Inghilterra meridionale, compreso il Galles. Tuttavia, molte trib? feroci erano insediati a Nord di quel territorio, in particolare i Picti. Come molti altri Britannici, essi detestavano il governo di questi signori. Alle varie regioni della Britannia meridionale furono assegnati governatori romani, che insistevano ad essere trattati come Re e impartivano ordini a loro piacimento. I Caledoniani e talvolta i Picti razziarono frequentemente le colonie romane, devastando le loro fattorie e distruggendo i loro villaggi. I Caledoniani, come molte altre trib?, erano di origine celtica, ma erano veri Britannici nel cuore e nello spirito. L’antico storico Jordanes descrisse cos? i Caledoniani: “hanno i capelli rossastri e grandi corpi sciolti”. Gli Scozzesi di oggi, forse? I Caledoniani erano feroci guerrieri e avevano costruito numerose fortezze. Molti rifugiati dell’Inghilterra meridionale fuggirono a Nord per unirsi a loro e li incoraggiarono a resistere a un’ulteriore diffusione del dominio romano. Ci furono molte altre trib? minori che abitavano nel Nord dell’Inghilterra - i Vacomagi, i Taexali e i Venicones - che ebbero bisogno della loro protezione. Tra questi la trib? Votadini, ma questa aveva un accordo di lunga data con Roma e quindi si tenne lontana dalla mischia. Il vallo di Adriano L’Imperatore romano, a quel tempo, era Publio Elio Adriano, o semplicemente Adriano. A quel tempo ci furono ribellioni anche nel Sud della Britannia. L’Imperatore invi? Quinto Pompeo Falco per sedare i ribelli britannici e ristabilire l’ordine. Pompeo poi raccont? all’Imperatore delle incursioni delle trib? a Nord, in particolare dei Caledoniani e dei Picti. Adriano, come gli Imperatori prima di lui, non aveva alcun desiderio di espandere i confini britannici oltre quelli dell’Inghilterra meridionale, quindi incaric? alcune persone, compresi i Britannici, di costruire un formidabile muro che attraversasse tutta la Britannia. Il Vallo di Adriano era largo 73 miglia con forti intervallati chiamati “castelli miliari”. In seguito, questi furono presidiati da legionari romani. La costruzione inizi? nell’anno 122 d.C. e ci vollero altri sei anni per finirlo. C’erano fossati su entrambi i lati del muro, che era molto largo, e cumuli extra per rallentare eventuali invasioni militari. Furono anche costruiti dei forti, presidiati da un certo numero di soldati. Le sezioni di quel muro rimangono ancora oggi e sono un’attrazione turistica. Nel tentativo di impedire altre invasioni dal Nord, l’Imperatore successivo, Antonino Pio, costru? un muro pi? a Nord, nel 142 d.C., chiamato Muro Antonino, che era per lo pi? un’ enorme banchina ma arricchito con bagni romani per i soldati, che erano, senza dubbio, annoiati da ore di vigilanza, in attesa di un’invasione che poteva o non poteva arrivare. Antonino pens? che questo muro sarebbe stato un simbolo del grande potere dell’Impero Romano. Quando l’Impero Romano inizi? a declinare, cos? fece il Muro Antonino e vent’anni dopo cadde in disuso. A poco a poco, gli insediamenti romani in Britannia furono abbandonati. Il legno cedette alle intemperie e rimasero solo porzioni di muri di pietra mentre l’Impero Romano scivolava nel suo ciclo discendente, verso la sua fine amara avvenuta nel 476 d.C. Il crollo del sistema economico Dopo che i Romani se ne andarono, alla Britannia mancava l’organizzazione imposta dai Romani. Pertanto, tornarono alle loro abitudini precedenti. Il conio non fu pi? utilizzato, poich? i Romani non erano l? per acquistare monete e questo abbass? il reddito di tutti. Gli archeologi hanno riferito di aver trovato vecchie monete romane con buchi, indicando che le persone avevano iniziato a usarle come gioielli. La vita della citt? cambi?, gli edifici furono abbandonati quando l’insediamento romano si svuot?. Fu deprimente, ma fu interrotto da nuove minacce. Nuove invasioni sostituiscono l’occupazione romana Campi aperti e fattorie romane giacevano abbandonate, facilitando le incursioni delle trib? barbariche, la maggior parte delle quali proveniva dalle province germaniche, e comprendeva gli Angli, i Sassoni e i Frisoni. Nelle citt? pi? piccole, scoppiarono lotte di classe tra i Britannici, poich? mancavano di una leadership coesa. La Britannia si stava frammentando in regni pi? piccoli, dove i tiranni, cos? come i buoni re, governavano le loro limitate regioni. Questi cosiddetti “Re” erano in realt? signori della guerra, uomini con buone capacit? militari abituati a guidare altri uomini, nel bene e nel male. Uno di questi capi era Vortigern. Fu chiamato tiranno dai suoi contemporanei, ma riusc? a organizzare le forze per combattere i Picti e gli Scozzesi dal saccheggiare le terre nel Sud dell’Inghilterra, nonostante il Muro Antonino e il vallo di Adriano. Gli stessi uomini di Vortigern si ribellarono contro di lui, poich? divenne pi? avaro e disattento nel suo governo. I suoi uomini si stabilirono poi in quello che ora ? chiamato Kent e Vortigern, come raccontano gli antichi, fugg? da un posto all’altro, finendo infine in Galles. Secondo lo storico Gildas, quelli furono giorni bui permeati di ulteriori disordini, alcuni dei quali furono causati dai nuovi capi delle vecchie trib?, che si sollevarono di nuovo per dominare il popolo, come Gildas scrisse nel suo tomo On the Ruin of Britain:“La Britannia ? una terra fertile di tiranni”. Arthurus: il glorioso Re Art? Molte polemiche circondano la storia di un eroe storico nominato Re Art?, ma la storia in realt? fa registrare l’esistenza di un eroe di nome Arthurus. Un archeologo del XVIII secolo, Guglielmo Stukeley, afferm? di aver trovato reperti del leggendario regno di Camelot di Art?, che era anche associato a un forte chiamato Camulodunman nel Somerset. La gente am? Re Art?, anche se molti dubitarono della sua esistenza. Anche gli storici contemporanei del XV secolo, come Polydore Virgil, indicarono che la storia di Re Art? fosse un mito. Ci? fece arrabbiare un altro studioso del XVII secolo, Edoardo Littleton, che disse: “Che cosa dobbiamo fare con Polydore Virgil? Un Virgilio era un poeta e un altro un bugiardo”. L’apparizione di Re Art? illumin? i giorni cupi del V o VI secolo, quando Roma se n’era andata da tempo. La sua storia ? stata raccontata e riproposta da menestrelli, insieme a storie esagerate nella storia antica, quando i cronisti redigevano il loro lavoro. Questo non fu un lavoro invano, ma un mezzo per accrescere le speranze di un popolo sepolto nel caos e nel conflitto. Durante quei giorni caotici, i Sassoni e altri barbari sciamarono in tutta la Britannia, attaccandoli in ogni occasione. Art? nella battaglia di Mount Badon Intorno al 500 o forse 560 d.C., la dodicesima battaglia delle guerre con gli Anglosassoni avvenne nel Sud-Ovest della Britannia, quando i feroci e sanguinari Anglosassoni per la prima volta “immisero le loro lingue rosse e selvagge nell’Oceano Occidentale”, secondo Gildas. Un altro storico contemporaneo, Nennio, parl? della stessa battaglia, dicendo che “sono caduti in un giorno 960 uomini per una carica di Art? e nessun altro li ha abbattuti tranne Art? stesso!” Si pu? vedere l’iperbole di Nennio, ma fu per una buona causa. Dissero che Art? port? con s? un’insegna della Vergine Maria e port? la sua spada, che chiam? “Caliburnus”, latino medievale per “Excalibur”. Altri resoconti citano che ne ha ucciso solo 470 - una quantit? schiacciante in ogni caso. I racconti arturiani narrati nella Cronaca Anglosassone raccontano che Art? uccise Ceawlin, il re anglosassone del nuovo regno del Wessex. Le guerre nel corso dei secoli Mentre i Britannici combattevano contro gli Anglosassoni, i Picti e gli Scozzesi a Nord scesero sui territori a Sud. Nel corso di due secoli, gli Anglosassoni si stabilirono in Essex, Wessex, Mercia ed East Anglia nelle Midlands, nel Sussex e nel Kent. I Frisoni, menzionati all’inizio, rappresentavano solo una frazione del popolo e si mescolarono agli Anglosassoni nel Kent. I Frisoni, un tempo, erano per lo pi? soldati mercenari per i Romani e molti tornarono nelle province germaniche da cui erano emigrati. Per lo pi?, gli Anglosassoni raggrupparono i loro insediamenti a Est delle isole britanniche, mentre i Britannici vivevano lungo le coste occidentali. Anche le aree della Northumbria furono colonizzate dagli Anglosassoni. Capitolo 3: Re Alfredo il Grande Dopo che Roma lasci? le Isole Britanniche, Cedric divenne il fondatore di una lunga stirpe di re anglosassoni. Era il monarca del Wessex, l’attuale Hampshire. Era un discendente del re Cerdic, che Re Art? avrebbe massacrato nella battaglia di Mount Baden, probabilmente intorno al 534 d.C.. Cerdic era un adoratore pagano di Woden noto anche come “Odino”, il Dio pi? comunemente associato alla mitologia norrena di quei tempi. Odino era una misteriosa figura leggendaria con poteri magici di guarigione e la capacit? di brandire gli spiriti della notte per eseguire i suoi ordini. Di notte, lui guidava la sfilata spettrale dei morti, accompagnato da un esercito di esseri angelici chiamati “Valchirie” attraverso il cielo notturno. Lui aveva ucciso la bestia primordiale degli Inferi, diventando il Dio dei Vichinghi. Si credeva che lui avesse sviluppato l’alfabeto runico. Il mondo celeste che lui presiedeva era il leggendario Valhalla. Il Cristianesimo arriva in Britannia Tra il V e il VI secolo d.C., Agostino vescovo di Ippona, in Nord Africa, fu incaricato della conversione dei Sassoni. Nella Cronaca Anglosassone, si dice che il 596 d.C. fu l’anno in cui “Papa Gregorio mand? Agostino in Britannia con molti monaci, per predicare la parola di Dio al popolo inglese”. Nell’871 d.C. nel Wessex, Alfredo combatt? al fianco di suo fratello, Aethelred, contro i Vichinghi e i loro alleati nel Wessex. L’intera isola fu seriamente minacciata dall’esercito pagano, i Danesi alleati con i Vichinghi. Avevano gi? preso possesso della Northumbria. I Vichinghi scandinavi erano commercianti per natura e avevano sviluppato la straordinaria capacit? di costruire grandi navi lunghe con chiglie corte, in modo da navigare nella maggior parte dei fiumi nell’entroterra. Le navi erano leggere e potevano essere trasportate dai marinai su tratti di terra tra gli affluenti. I Vichinghi erano temibili e assetati di sangue e usavano ogni tipo di arma immaginabile: spade, archi e frecce, asce e lance. Inoltre, portavano scudi e indossavano cotte di maglia ed elmetti. La battaglia di Ashdown dell’871 d.C. I Vichinghi e i Danesi formarono un immenso gruppo e si scatenarono per le campagne, uccidendo persone e animali e distruggendo i raccolti. Inizialmente i Sassoni furono sconfitti, ma tornarono per vendicarsi. Avevano lavorato duramente per mantenere la loro terra e non l’avrebbero lasciata andare cos? facilmente. Ad Ashdown, purtroppo, i Danesi si trovarono in vantaggio, perch? erano pi? in alto rispetto ai difensori. Ferocemente, Alfredo sal? passo dopo passo lungo il pendio scosceso. Arrivarono in formazione a testuggine - senza dubbio, un trucco che avevano imparato dai Romani. Pi? tardi, Alfredo fu seguito dall’esercito di suo fratello, che us? la stessa tattica, che risult? pi? efficace per eliminare i sopravvissuti al primo attacco. Tuttavia, Aethelred mor? nella battaglia e Alfredo divenne re. Anche il re dei Vichinghi, Bagsecg, fu ucciso. Ogni volta che ci? accade, i soldati di un esercito possono scoraggiarsi e non riuscire a comportarsi in modo altrettanto efficace. I Conti vichinghi furono in grado di continuare con l’attacco, ma cinque di loro furono massacrati portando grandi speranze per i Sassoni, ma fu di breve durata, poich? persero le due battaglie successive e furono costretti a ritirarsi nelle paludi del Somerset. I Sassoni iniziarono quindi a impegnarsi nella guerriglia. La battaglia di Edington dell’878 d.C. A differenza dei Danesi e dei Vichinghi, i Sassoni conoscevano le pianure. Gli eserciti sotto “Guthrum il Vecchio”, un guerriero veterano, si ritirarono nel loro forte di terra, Chippenham. Da l?, i Danesi inscenarono un audace attacco in un’incursione improvvisa e inaspettata, ma non ebbe successo e si ritirarono di nuovo a Chippenham. I Sassoni decisero di aspettarli. Quando Danesi e Vichinghi furono colpiti dal freddo e dalla fame, si disperarono e si arresero. Il Trattato di Wedmore Alfredo sapeva di non poter espellere tutti gli invasori dalla Britannia, quindi fece un accordo con Guthrum stabilendo che i Danesi e i Vichinghi potevano occupare alcuni grandi territori a Est e Nord-Est, ma dovevano lasciare il Wessex ai Sassoni. Alfredo quindi costru? una catena di fortificazioni tra i due regni, chiamando l’area dei loro avversari “Danelaw”. Le fortificazioni furono chiamate “sobborghi”. Il re quindi costru? guarnigioni presidiate tutto l'anno. I Danesi non rispettarono tutti i punti del trattato e alla fine dovettero rinegoziare. Intorno all’879 d.C., come parte dell’accordo, Guthrum fu battezzato nella fede cristiana con Alfredo che gli fece da padrino. La battaglia di Cynwit Nonostante l’accordo tra Sassoni e Danesi, ci furono ancora attacchi sporadici. La Cronaca Anglosassone e altri testi antichi non sono molto precisi al riguardo, ma si ritiene che le due forze siano state impegnate a vicenda vicino a Somerset e a Countisbury Hill nel Devon nell’878 d.C.. Questa battaglia fu guidata da Odda, l’anziano del Devon, per conto dei Sassoni, contro Ubba, il fratello del famoso guerriero “Ivar il disossato”. Molte discussioni divertenti girano tra gli storici sul significato di quel soprannome e in genere si ? concluso che forse aveva una o tutte e due le gambe di legno, o - con uno sforzo di immaginazione - si ? ipotizzato che fosse impotente! In ogni caso, Odda riusc? ad uccidere Ubba e “ottocento uomini” secondo la Cronaca. La vittoria pi? grande risiedeva nel fatto che Odda riusc? a prendere possesso della bandiera del loro esercito, un corvo. A quei tempi, prendere la bandiera era un grande premio di grande significato. La Marina del Wessex Alfredo era sempre stato un uomo attivo per tutta la vita. Nell’880 Alfredo si costru? una piccola flotta e due anni dopo i Danesi attaccarono di nuovo. Secondo la Cronaca Anglosassone, il re “part? per il mare con una flotta e combatt? contro quattro navi Danesi, prendendo due delle loro navi, in cui tutti gli uomini furono uccisi e le altre due (navi) si arresero”. L’eredit? di Re Alfredo Re Alfredo non trascorse tutta la sua vita in guerra. Diede un solido contributo alla sua gente. Scrisse un sistema di leggi, raccolto insieme alle norme dei re che avevano servito prima di lui e aggiunse il suo. Riserv? una sezione, dove aggiunse i Dieci Comandamenti, le lettere degli Atti degli Apostoli e anche estratti dal Libro dell’Esodo. La maggior parte della Bibbia a quel tempo era scritta in latino, ma lui volle che fosse tradotta in inglese in modo che anche i cittadini comuni potessero leggerla. A quel libro aggiunse la sua stessa esortazione dicendo ai suoi sudditi che Cristo “insegnava misericordia e mansuetudine”. Alfredo aveva sempre avuto un interesse per la giustizia misericordiosa. Aveva anche chiesto ai suoi uomini dotti di selezionare libri che tutti avrebbero dovuto conoscere, quindi li fece tradurre in inglese. Le persone furono incoraggiate a leggerle e studiarle. Istitu? una “scuola di corte”, che impartiva istruzione e distribuiva anche libri, perch? pensava che gli uomini liberi avrebbero dovuto istruirsi per essere impiegati con successo. Re Alfredo mor? nell’899 d.C., ma il modo in cui mor? ? sconosciuto. Si teorizza che soffrisse del morbo di Crohn. Aethelstan: re degli Anglosassoni Fu solo quando il nipote di Alfredo, Aethelstan, sal? al trono, che l’Inghilterra si un?. Aethelstan divenne re di ci? che restava della Mercia, e il suo fratellastro, Aelfweard, divenne il re del Wessex. Sfortunatamente, Aelfweard mor? subito dopo aver assunto il controllo del Wessex e, nel 925 d.C., Aethelstan fu incoronato re di entrambi i regni. I nobili gelosi si opposero ad Aethelstan e sorsero complotti per accecarlo. Quella disabilit? lo avrebbe reso incapace di ricoprire una carica, secondo la legge britannica dell’epoca. Era un complotto nefasto, che forse coinvolgeva anche Frithestan, il vescovo di Winchester. Frithestan era ostile ad Aethelstan, poich? era diventato il successore del regno ma era un figlio illegittimo. Frithestan riteneva che il trono avrebbe dovuto essere assegnato a Edwin, il fratello minore di Aelfweard. Spesso rivali per il trono si uccidevano a vicenda per ottenere la corona, ma Frithestan - come uomo di chiesa - forse decise che accecare il giovane l’avrebbe reso meno colpevole. Il complotto fall? e il vescovo e Aethelstan rimasero nemici per anni. Il vescovo non partecip? nemmeno alla cerimonia di incoronazione, dimostrando un affronto molto offensivo. L’invasione della Scozia La questione divenne discutibile, quando Edwin mor? in un naufragio nel Mare del Nord. Alcuni sospettarono che Edwin fosse stato deliberatamente annegato. La morte di Edwin pose fine a qualsiasi seria minaccia per Aethelstan che assunse il suo posto tra i grandi e futuri Re d’Inghilterra. Cos?, nel 934 d.C., Aethelstan invase la Scozia. Poco si dice nei registri delle battaglie in Scozia, ma Aethelstan fu accompagnato da molti principi gallesi e dalle loro truppe. Marciarono attraverso Nottingham e verso Nord, combattendo tutti gli eserciti che si opponevano e devastando le terre a Nord fino a Dunnoffar e Fortriu nella terra dei Picti. I testi indicano che raggiunse persino le Orcadi. La mancanza di testi sulle varie battaglie port? gli storici a concludere che potrebbe aver incontrato poca resistenza. Aethelstan invest? Costantino II come re della Scozia e Aethelstan divenne il sovrano supremo del Wessex, Mercia e ora della Scozia. La battaglia di Brunanburh del 937 d.C. Questa fu una delle battaglie pi? significative, in Inghilterra, avvenute prima del Medioevo. Aethelstan, il re degli Anglosassoni e suo fratello Edmund I, si scontrarono contro una potente opposizione: Olaf Guthfrithson - il re di Dublino - Owen I di Strathclyde e Costantino II di Scozia. Costantino II aveva tradito Aethelstan, poich? era avido di potere. Questo esercito fu aiutato dai Conti di quelle terre ostili e le orde attaccarono i Britannici. Aethelstan, Edmund I e le forze combinate dei Sassoni del Wessex e della Mercia affrontarono i nemici a Brunanburh. Fu una lunga giornata di battaglia. Secondo la Cronaca Anglosassone, “l’inseguimento fece cadere i clan scozzesi; gli uomini della flotta caddero; in mezzo al frastuono del campo il guerriero suda ... Con le truppe scelte per tutto il giorno, i Sassoni occidentali premettero ferocemente sulle bande rivali”. Migliaia di persone morirono e la storia registra che persino i padri lasciarono i loro figli uccisi sul campo di battaglia: “Anche i loro figli furono lasciati sul campo di battaglia, straziati dalle ferite, giovani nella lotta”. I Norvegesi fuggirono e cos? anche i combattenti irlandesi dall’altra parte del mare tornarono a casa in disgrazia. Costantino fugg? in Scozia e cos? fece Owen che “part? su navi inchiodate”. I re dei sottoregni pi? piccoli del Nord furono uccisi: “Cinque re giacquero sul campo di battaglia, nel fiore della giovinezza, trafitti dalle spade”. Aethelstan aveva impedito con successo la frammentazione dell’Inghilterra, sebbene Scozia, Strathclyde e Northumbria conservassero la loro indipendenza. Êîíåö îçíàêîìèòåëüíîãî ôðàãìåíòà. Òåêñò ïðåäîñòàâëåí ÎÎÎ «ËèòÐåñ». Ïðî÷èòàéòå ýòó êíèãó öåëèêîì, êóïèâ ïîëíóþ ëåãàëüíóþ âåðñèþ (https://www.litres.ru/pages/biblio_book/?art=65164331&lfrom=688855901) íà ËèòÐåñ. Áåçîïàñíî îïëàòèòü êíèãó ìîæíî áàíêîâñêîé êàðòîé Visa, MasterCard, Maestro, ñî ñ÷åòà ìîáèëüíîãî òåëåôîíà, ñ ïëàòåæíîãî òåðìèíàëà, â ñàëîíå ÌÒÑ èëè Ñâÿçíîé, ÷åðåç PayPal, WebMoney, ßíäåêñ.Äåíüãè, QIWI Êîøåëåê, áîíóñíûìè êàðòàìè èëè äðóãèì óäîáíûì Âàì ñïîñîáîì.
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