Вроде как было терпимо. Нет ни тоски, ни печали. Но, пролетавшие мимо, Утки с утра прокричали. Острым, ноябрьским клином Врезали с ходу по двери. Годы сказали: с почином! Зря ты в такое не верил. Зря не закрыл ещё с лета В бедной храмине все щели. С возрастом старше и ветры, Жёстче и злее метели. Надо бы сразу, с железа, Выковать в сердце ворота

The House Of Angels

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The House Of Angels Emmanuelle Rain Magdaline Spencer ? una ragazza con una vita difficile alle spalle, una madre morta prematuramente ed un padre alcolizzato, che per pagare i propri debiti, la vende al miglior offerente. A salvarla arriva Jessie Fitzpatrik, un angelo che per aiutarla rinuncia alle sue ali, promettendo per? di non vederla mai pi?. Grazie ai suoi poteri medianici, Magda entra in contatto con Mori, un angelo morto durante uno scontro con i demoni, che le chiede di avvertire del pericolo i suoi compagni della casa degli angeli. Le strade di Magda e Jess si intrecceranno ancora una volta, sullo sfondo di una Chicago misteriosa, dove angeli e demoni la fanno da padroni, non visti, tra la gente… ma a complicare le cose arriva Billy, un demone, che infatuatosi della ragazza, non render? la loro vita facile. The house of angels - Ancient soul - Emmanuelle Rain Ogni riferimento a persone vive o morte, o a fatti realmente accaduti, ? puramente casuale. Milioni di creature spirituali si muovono, non viste, sulla Terra, quando siamo svegli come quando dormiamo. John Milton Capitolo 1 Anima antica A Chicago faceva gi? abbastanza caldo per essere maggio. Certo, caldo era una parola grossa per quella citt?... La ragazza dai capelli rossi, sudava leggermente nel suo parka leggero, cos? si tir? su le maniche anche se attribuiva quell'improvvisa sudorazione pi? alla situazione che al clima in s?, senza contare che aveva dovuto passare un’ora in metropolitana, per arrivare dal loop di Chicago a Cook county, dove si trovava la meta designata dal suo inaspettato compagno esoterico... Non era la prima volta che le capitava di entrare in contatto con gli spiriti, ma era di certo la prima volta che qualcuno le chiedeva aiuto... Fece un bel respiro profondo e si decise a suonare il campanello... "Ok, ci siamo", le disse la voce nella sua testa... "Sei sicuro che mi crederanno?". Non era del tutto convinta di quello che stava per fare... "S?, non ti preoccupare". "? pi? facile a dirsi che a farsi", sussurr? la ragazza. "Tu ripeti solo quello che ti ho detto, vedrai che andr? tutto bene", la spron? la voce. "Ormai sono qui...". Disse la ragazza stringendosi nelle spalle con noncuranza, ostentando una sicurezza che in realt? non aveva. "Chi ??". Una voce maschile, un po' roca, le rispose al citofono. "Di' qualcosa", le sugger? la voce che ormai gi? da un po' di giorni abitava la sua mente. "Salve... io sono qui per conto di una persona che vuole aiutarvi". Dall'altro lato solo silenzio... "Ehi! Chi ? che bussa a quest'ora?". Un altro uomo, dal viso stanco, si avvicin? al monitor, per vedere chi aveva osato disturbare il suo meritato riposo, era ancora troppo presto per una visita di cortesia ,e guardando lo schermo si ritrov? davanti due grandi occhi verdi. "Ma non ? possibile! Guarda i suoi occhi, le anime come la sua sono rare, cosa vorr? da noi? Di solito gli antichi se ne stanno per i fatti loro", disse rivolto all'altro uomo dalla voce roca... "Comunque gi? che ? venuta fin qui, facciamola entrare e vediamo cosa vuole". Cos? dicendo, fece scattare la serratura del cancello per permetterle di entrare. La ragazza s’incammin? su un sentiero mattonato, costeggiato da cespugli di prairie smoke, trillium e genziana, chiedendosi se fosse una buona idea infilarsi in casa di queste persone sconosciute. "Non preoccuparti", la incoraggi? la voce. "Sono uomini al servizio del bene, non ti faranno del male e comunque io non lo permetter?". "E come pensi di fare, per curiosit?? Sei solo una vocina tu... ". "Volendo posso prendere possesso del tuo corpo, questo lo sai". "No. Questo assolutamente non deve accadere, hai capito?". La ragazza rabbrivid? al solo pensiero. Arrivata davanti all'enorme casa di mattoni rossicci che si ergeva su tre piani, si ferm? un momento e poi sal? i tre gradini. Il grande portone d'ingresso si apr? ancor prima di aver posato il dito sul campanello dorato... "Prego, entra", la invit? l'uomo che le aveva risposto al citofono. "? permesso?", fece un altro bel respiro, ed entr?. "Cos? tu saresti qui per aiutarci?", le chiese l'uomo dal viso stanco, studiando questa ragazza minuta: era vestita in modo sportivo, e portava una giacca verde militare con le maniche arrotolate. Aveva l’aspetto di una persona risoluta, concreta, ma anche fragile in quella giacca di almeno un paio di misure troppo grande. "Beh! Se mai quella che ha bisogno di aiuto sei tu, sei un po’ gracilina...", la schern? l'uomo, ridendo. La ragazza lo guard?, era moro con occhi color ambra, molto alto, ma a lei sembravano tutti alti... cos? si erse in tutto il suo metro e sessanta e lo guard? dritto in faccia, come per sfidarlo ad aggiungere altro. "Io sono Magda, e sono qui perch? Mori ha delle informazioni per voi". "Mori ? morto". Fu l'uomo che aveva risposto al citofono, con la sua voce bassa, a parlare. Anche lui molto alto, con capelli castani e occhi verdi, tutti e due vestiti di nero dalla testa a i piedi... sembravano i membri di una qualche organizzazione segreta. "Lo so che ? morto, ed ? questo il motivo per il quale posso parlare con lui... e non guardatemi cos?, non sono mica pazza, anche se sento le vocine nella testa...". "No, non lo sei". Il moro la guard?. "Tu sei un'anima antica, l'ho capito appena ho visto i tuoi occhi". "E a quanto pare sei anche una conoscitrice degli spiriti". L'altro, con i capelli castani, era altrettanto serio... "Cosa? Sapete che non ho capito niente di quello che avete detto, vero? Certo, almeno non mi avete mandata via senza prima avermi ascoltata, ed ? gi? qualcosa". "Io sono Terence", disse il moro puntandosi un dito contro, poi si rivolse verso l'altro uomo, dagli occhi verdi. "E lui ? Sante", questi le fece un cenno di saluto con la mano. "Piacere di conoscervi". Che strana sensazione mi danno questi due... "Loro sono il bene, fidati", le disse Mori. "Ora fatti dare una cartina dettagliata della zona". "Allora! Mi servirebbe una cartina della citt?, cos? posso farvi vedere i luoghi in cui Mori ha notato una crescente attivit? nemica". "La prendo io". Alle sue spalle, appoggiati contro un arco che dava presumibilmente nella cucina o in una sala da pranzo, vide un uomo e una donna asiatici alti e magri, dai lunghi capelli neri e occhi a mandorla dello stesso colore. "Benvenuta Magda, io sono Otohori e lei ? Kira". Magda rimase a fissarli. "Wow! Siete bellissimi voi due". Si port? le mani alla bocca, imbarazzata. Non voleva dirlo ad alta voce, ma le era uscito di bocca senza che se ne rendesse conto. "Oh! Scusate... per? ? vero, siete le creature pi? belle che abbia mai visto... non che voi due siate brutti… ok, lasciamo stare". La ragazza divent? tutta rossa. Nella stanza iniziarono tutti a ridere e l'atmosfera si allegger?. "Io dovrei andare al lavoro, quindi per favore potreste portarmi la cartina… al pi? presto?". Che figuraccia, pens? Magda, e nella sua testa esplose una risata. "Eccola". Otohori la apr? sul grande tavolo all'angolo e Magda si avvicin? per vederla. "Ok. Mori mi ha detto che ci sono tre zone molto frequentate dai vostri nemici, una ? a diciassette chilometri da qui, pensa che abbiano una base a Kenwood, l'altra dista pi? o meno una quindicina di chilometri, nel South side, e secondo lui si stanno riunendo anche a Chinatown, ci sono due tizi, sempre gli stessi, che vanno l? ogni gioved?... eccole qui, qui e qui". Cos? dicendo indic? i tre punti sulla cartina. "Sei sicura?", le chiese Sante. "Lui sembra sicuro, io personalmente non so nemmeno di cosa stiamo parlando". "Bene, gli daremo un'occhiata. Ora puoi andare e grazie per avergli creduto". Otohori le tese la mano e lei si ritrasse, facendo finta di non averla notata. "Sono io a dover ringraziare voi per avermi ascoltata, altri si sarebbero fatti una bella risata, e mi avrebbero liquidata con qualche scusa". "Ti capita spesso, Magda?". La voce della donna era puro cristallo, la cosa pi? bella che avesse mai visto e sentito. "Di non essere presa sul serio, intendo". "Nemmeno troppo spesso, tutto sommato. Non vado in giro a spiattellare le mie capacit? da sensitiva... ora devo andare, non posso far tardi al lavoro". Apr? la borsa e ne estrasse un bigliettino che porse a Terence. "Questo ? il numero del negozio dove lavoro, in caso vi servisse ancora Mori, sembra si sia trasferito in pianta stabile nella mia testa. Ora vado, ? stato un piacere conoscervi". Fece per voltarsi verso l'uscita, quando vide entrare un uomo molto alto, sul metro e novanta, aveva capelli ed occhi scuri, ed era vestito da capo a piedi di nero, proprio come tutti gli altri. Fu colpita da un ricordo doloroso come un pugno in pieno stomaco, barcoll? leggermente guardandolo, senza capire subito il collegamento che c’era tra di loro. "Stai bene?". Sante le si avvicin? per aiutarla, ma lei lo ferm?, con un gesto della mano. "S?... s?, io... sto bene", credo. "Magda! Sei proprio tu?". Non pu? essere! pens? Magda, oddio non pu? essere uno di quegli uomini… "Io devo andare, adesso". Disse uscendo il pi? in fretta possibile da quella casa. "Jess?". Questi si sent? chiamare da uno dei suoi compagni, ma era troppo stordito per prestargli attenzione e corse verso la ragazza dai capelli rossi. "Magda aspetta". Lei si ferm? a met? del vialetto, non disse niente n? si volt? a guardare l'uomo che l'aveva seguita fuori dalla grande casa. "Aspetta per favore", disse Jess. "Io... tu stai bene?", le chiese. Magda si gir? verso di lui guardandolo di sfuggita, non riusciva a decifrare la sua espressione. No, non era uno di loro. "Io ti ho cercata tanto". L'uomo la guardava con affetto e preoccupazione. "Tu chi sei?", chiese Magda. "Quando ti ho visto ho pensato che fossi uno degli uomini che... insomma uno di loro, ma non ? cos?, vero? Non ricordo molto bene ma... non so perch? mi sembra di conoscerti. Tu sei quello che mi ha portata via da quella casa?". Jess si avvicin? alla ragazza allungando un braccio per sfiorarle la guancia, ma lei si spost? all'istante per non permettere quel contatto, e lui ritrasse la mano. "Scusa, non mi piace essere toccata... ora devo proprio andare, ? molto tardi". Voltandosi s’incammin? verso il cancello, che si apr? subito permettendole di uscire. "Jess? Torna dentro". Otohori lo chiam?, ma lui non rispose, n? si mosse. "Dai vieni, sei appena rientrato, e devi riposarti". Il ragazzo inspir? a fondo e con il capo chino gir? sui tacchi ed entr?. Oltrepassata la grande porta, trov? tutti gli abitanti della casa ad aspettarlo. Fu Terence a prendere la parola. "? lei, vero? ". "Non voglio parlarne". Jess si avvi? verso la grande scalinata di marmo bianco, ma Sante gli si par? davanti. "? per lei che hai perso le ali?". "Sentite sono stanco, l'unica cosa che voglio, in questo momento, ? fare una bella doccia e una bella dormita, non necessariamente in quest'ordine...". Detto ci?, sal? le scale puntando dritto verso la sua camera. Non poteva crederci, finalmente l'aveva ritrovata. Capitolo 2 Ricordi dal passato Magda inizi? a correre appena il cancello si richiuse alle sue spalle, diretta verso la fermata della metropolitana che l'avrebbe portata al lavoro, il suo adorato lavoro. Tra tutti gli animali del negozio e il volontariato nei rifugi, aveva sempre le giornate piene, e questo era un bene, perch? doveva tenere la mente sempre occupata per non cedere ai ricordi, non voleva pensare al passato e faceva di tutto per riuscirci. Quel giorno per? sarebbe stata dura. Arrivata al negozio, salut? il proprietario e si prepar? ad affrontare la giornata. "Ciao Magda, come va?". Il proprietario del negozio era un uomo sulla cinquantina, con corti capelli biondi e un paio di occhi azzurri, nascosti dietro lenti dalla montatura argentata. Mark era un bell'uomo e si manteneva bene per la sua et?, ma quello che piaceva di pi? a Magda, oltre al fatto che fosse gay, il che le garantiva una certa tranquillit? sul lavoro, era che amava sul serio quello che faceva, e non avrebbe mai venduto un animale solo per soldi: prima di effettuare una vendita si accertava sempre di come e dove venissero sistemati gli animali, e proprio come lei, non era un gran chiacchierone. Di conseguenza, il rapporto tra loro era sereno e tranquillo… "Magda ti senti bene?". "Come scusa?". La ragazza si riscosse dai pensieri che le turbinavano nella mente. "S? Mark, grazie. Sto bene e tu?". "Benissimo, Nathan torner? da Montreal fra pochi giorni, odio tutte queste conferenze...". Bene, pens? Magda, avrebbero sicuramente fatto una bella cenetta romantica sul bordo piscina della loro grande villa... "Vi darete alla pazza gioia, quando torner?...", disse sorridendo. "Ti va di venire a cena da noi, sabato prossimo?". Mark la guardava con preoccupazione. “Puoi anche portare un amico, se vuoi". "Mi farebbe piacere, ? da un po’ che non vedo Nathan". Il compagno di Mark, di cinque anni pi? giovane di lui, aveva capelli lunghi color mogano e occhi verde chiaro, era un famoso chirurgo molto impegnato, estremamente divertente e pieno di fascino, non vedeva l'ora di rivederlo. "S?, mi ci vuole proprio un po’ di svago... ". "? il nostro anniversario, il decimo... cos? abbiamo pensato di festeggiare". "Dovresti comprargli un bel mazzo di rose rosse, a Nathan piacciono queste cose", caspita! Pens? Magda, dieci anni sono un bel po' di tempo... "E anche una bella bottiglia di champagne, che berrete nell'idromassaggio… wow! Immagino gi? la scena". Mark ridacchi?. "Mi stupisci tesoro, non ti facevo cos? romantica". "Non lo sono infatti, almeno per quanto mi riguarda, non voglio complicazioni io. Per? mi piacciono le persone innamorate, e voi due siete proprio una bella coppia". "Potresti innamorarti anche tu, se solo ti facessi una vita al di fuori di questo negozio e della tua casa... mi dici come farai ad incontrare qualcuno se non esci mai?". "No grazie, sto bene cos?". Gi?! Non ho molta scelta, comunque... non potrei mai stare con qualcuno, pens?. Al solo pensiero di essere toccata le veniva la nausea... "Ci sar? pur qualcuno degno della tua fiducia", le disse Mori. "Ti dovrai pur avvicinare a qualcuno, prima o poi...". "Ehi! Guarda un po’ chi c'?, non ti sentivo da un po’". "Come scusa?", chiese Mark. "No niente, stavo pensando ad alta voce... senti non ? che posso prendermi una mezza giornata libera? Non mi sento troppo bene". Mark la guard? con preoccupazione. "Non ti sarai mica presa l'influenza? Gira in questo periodo". "No no, mi fa solo un gran male la testa, niente che una bella aspirina e una dormita come si deve, non possano far sparire". "Ok, vai pure se vuoi, oggi ? luned? e non ci sar? molta gente, in caso ti chiamo". "Sicuro? Posso aspettare fino alla chiusura, mi prendo solo il pomeriggio". "Ho detto che puoi andare, tranquilla. Per una volta non succede niente, rilassati e pensa solo a rimetterti in sesto". "Grazie mille Mark, sei un tesoro". Prese la giacca e la borsa e usc? dal negozio per andare a casa. "Mori, ci sei?". "S?, sono qui, dove vuoi che vada... senti, come fai a conoscere Jess?". Magda si ferm? di colpo. "Vuoi dirmi che non lo sai?". "Perch? dovrei saperlo?". "Perch? sei nella mia testa, sicuramente saprai molte cose di me, o sbaglio?". "No, non ? cos? che funziona, comunque non mi permetterei mai di spiare i tuoi ricordi, tanto pi?, da quello che ho capito, fai di tutto per nasconderli anche a te stessa... ". "Mori! adesso basta parlare di me, non ho proprio niente da nascondere... comunque ti ringrazio, per non aver curiosato". "Ehi! Jess, allora ti decidi a scendere? Il pranzo ? pronto". "Kira non rompere... non ho fame...". Jess si pass? una mano tra i folti capelli mossi, camminando avanti e indietro nella sua camera. "Non ci credo ancora di averla ritrovata, sono stato cos? in pena in questi anni, devo andare da lei oggi stesso. Devo sapere come sta e cosa ha fatto in tutto questo tempo... ". Parlando tra s? e s?, s’incammin? verso la doccia, apr? l'acqua, e quando fu a temperatura ci s’infil? sotto. Insaponandosi sent? sotto le mani le due cicatrici sulle spalle, non aveva pi? le sue ali, ma ne era valsa la pena. Avrebbe perso volentieri anche una gamba o un braccio per salvarla, quello che le avevano fatto era indicibile: era stata violata e picchiata, tradita da colui che invece avrebbe dovuto proteggerla... Le lacrime cominciarono a scendere gi? sulle sue guance, lacrime di rabbia. Avrebbe voluto uccidere tutti loro, se solo... se solo... ma non importa, era un angelo e gli angeli non uccidono, sono i loro nemici a fare queste cose. Tecnicamente la ragazza non aveva un angelo custode, Magda aveva i suoi spiriti guida, e lui non avrebbe dovuto intromettersi nella sua vita, poich? lei, se pure inconsciamente, aveva rinnegato il suo Dio, ma era stato attratto da questa ragazza dagli occhi color giada, occhi di un altro tempo, che appartenevano sicuramente a un'anima antica, e si era lasciato catturare da lei, dai suoi capelli rossi, dal suo profumo di cannella e miele, da quella pelle cos? chiara da sembrare di porcellana. La spiava di notte mentre dormiva e la seguiva di giorno, e quando le cose precipitarono, non molto tempo dopo la morte di sua madre, lui non pot? fare altro che cercare di aiutarla, anche a costo di sacrificarsi, anche a costo di sacrificare la sua natura di angelo. Ecco come aveva perso le ali... era caduto, ma lo avrebbe rifatto mille volte, per Magda avrebbe dato la sua vita. Capitolo 3 Una tenue scia Magda decise di andare prima al supermercato. Aveva paura del tempo libero, che all'improvviso, si era ritrovata quel giorno. Tutto questo tempo per pensare non le avrebbe fatto bene, cos? compr? un bel po' di cose e decise che avrebbe passato il pomeriggio a cucinare: questa era un'attivit? che riusciva a calmarla, anche se non ci si dedicava quasi mai. Dopo aver pagato, si avvi? verso casa. "Sai, ho uno strano presentimento, non so come spiegarlo… ? come se stessi aspettando qualcosa". "Magari ? proprio quello che stai facendo", le rispose Mori. "Tu dici? Staremo a vedere... intanto ci attende una noiosissima giornata da passare ai fornelli". Entrata in casa trov? i suoi due gatti, uno grigio a pelo lungo e una nera con un bel pelo corto e lucido, a dormire sul divano, e il cane, un meticcio a pelo lungo nero e bianco, raggomitolato sul tappeto rosso. "Ehi! Sono a casa", disse rivolta ai suoi animali, questi si misero subito sull'attenti e le andarono incontro. "Sorpresa! Oggi staremo insieme un po’ pi? del solito, contenti?". Gioc? un po' con loro, distribuendo carezze e grattatine dietro le orecchie, dopodich? si prepar? per fare una bella doccia e mettersi comoda... "Ragazzi io esco, non so a che ora torner?". Jess scese le scale, diretto al grande portone. "Stai andando da lei, vero?", chiese Terence. "Non sono affari vostri". "Senti Jess, so che per te non ? facile, ma non prendertela con noi", lo rimbecc? subito Sante. "Scusa, hai ragione... non ci speravo pi? ormai. Dopo tutto questo tempo pensavo mi fosse passata, invece non ? cambiato niente". "Sai almeno dove cercarla?", gli chiese Otohori. "Io potrei aiutarti, i tuoi poteri ormai sono limitati". "No, ma in qualche modo la trover?, grazie lo stesso... ora vado". Una volta uscito di casa, corse il pi? in fretta possibile verso il grande cancello di ferro battuto nero, questo si spalanc? permettendogli di uscire e di seguire la tenue scia aurea lasciata da Magda. Tecnicamente non era pi? un angelo custode, e comunque non lo era mai stato per lei, ma nonostante tutto, sentiva un legame molto forte con la ragazza. Seguendo il suo istinto prese il sentiero da lei percorso, fino ad arrivare in un quartiere non troppo pulito, alla periferia della citt?, fermandosi nei pressi di un negozio di animali. "Beh! Questo era ovvio...", pens?, ricordando il suo amore per gli animali, e senza attendere oltre, entr?. "Buon pomeriggio", lo salut? il negoziante. "Salve. Magda non c'??", chiese, scrutando il locale. "No, si ? presa mezza giornata di riposo, non si sentiva troppo bene. Sei un suo amico?". "S?", disse sfoderando il pi? amabile dei sorrisi. "Piacere, io sono Mark, il suo capo", Il proprietario del negozio sorrise al nuovo arrivato. Il negoziante era felice di sapere che Magda non si era estraniata del tutto dalla vita sociale... "Piacere mio, mi chiamo Jess". "La conosci da molto? Sono quasi tre anni che lavora da me, ma non l'ho mai vista con nessuno... ". "Io non sono di qui", ment? l'angelo... "Conosco Magda da molto, ancor prima che si trasferisse da queste parti, mi ha scritto che lavorava qui, cos? sono passato". Jess si guardava intorno, apparentemente incuriosito dalla merce in vendita, sperava di risultare il pi? rilassato possibile. "Visto che non c'?, prover? a passare la prossima volta che il lavoro mi riporter? in citt?...", speriamo che se la beva e mi dia il suo indirizzo. "Perch? non passi da lei? Tanto la troverai sicuramente a casa, non esce molto... ". "Non ho il suo indirizzo, a dire il vero da quando si ? trasferita in questa citt?, ci siamo tenuti in contatto tramite email e telefono, ho provato anche a chiamarla ma non risponde, magari sta riposando". Chiss? se gli avrebbe detto dove viveva Magda, si sarebbe risparmiato un sacco di tempo, visto che ne aveva sprecato gi? abbastanza per arrivare a quel punto. "Aspetta...", Mark prese un foglio e una penna e scrisse l'indirizzo. "Tieni, penso che un po' di compagnia le far? bene, mi ? sembrata molto gi? questa mattina". Un cos? bel ragazzo non pu? che mettere di buon umore chiunque, pens?. "Grazie Mark, sei molto gentile". Cos? dicendo usc? e s’incammin? verso la casa di Magda. Non sapeva nemmeno lui cosa le avrebbe detto, ma doveva comunque vederla. Non poteva perdere altro tempo, adesso che l'aveva ritrovata non l'avrebbe pi? lasciata andare. Capitolo 4 Per non pensare "Ecco fatto, la cheesecake ? pronta, ora preparo anche i muffin che piacciono tanto a Nathan". Magda era intenta a preparare una marea di dolci, solo per perder tempo e tenere la mente occupata. Non voleva ricordare... "E dopo aver infornato i muffin, comincer? a preparare la cena", disse rivolta a nessuno in particolare. Mentre tirava fuori gli ingredienti dal frigorifero, il suono del citofono la fece trasalire, si pul? le mani sul grembiule rosso e and? a rispondere. "Chi ??". "Magda, sono Jess". "Jess?", il suo cuore cominci? a battere forte, per la sorpresa. "Ci siamo incontrati questa mattina, ecco… io volevo sapere come stavi". Jess non era sicuro su cosa dire, sperava solo che Magda lo lasciasse entrare. Passarono alcuni secondi, che a lui sembrarono un'eternit?, e finalmente sent? la serratura del portone scattare. "Terzo piano", lo inform? la ragazza. Con il cuore in gola, l'angelo sal? le scale e buss? alla sua porta. "Arrivo, solo un secondo". Che faccio adesso, sono un disastro, tutta sporca di farina... "Ormai ? fatta bambina!", disse Mori, ridacchiando. "Non hai tempo per cambiarti, e poi cos? sei molto carina". "Grazie tante per il sostegno". "Magda? Mi fai entrare?". "S?, eccomi arrivo subito", apr? la porta e si ritrov? davanti, per la seconda volta, questo ragazzo altissimo, con quella sua bocca sensuale e gli occhi scuri... "Ma cosa vado a pensare proprio ora", si disse sottovoce. "Come scusa?", le chiese Jess. "No niente... stai attento a non far uscire gli animali, entrando". Un po' agitata and? verso la cucina. "Ho appena fatto una cheesecake, ne vuoi?". Jess segu? Magda nella sua piccola cucina rossa, con un minuscolo tavolo quadrato, di legno chiaro, proprio al centro. "S? grazie, a dire il vero ho un po' di fame, non mangio niente praticamente da ieri sera". "Pi? o meno come me... vuoi del t? o del caff??". "Non preoccuparti per me, la torta andr? benissimo". "Preparo il t? allora". Magda sorrise all'uomo seduto nella sua cucina, sembrava ancora pi? in ansia di lei. "Scusa per questa mattina, non volevo trattarti male, e solo che non mi aspettavo di vederti, ed ? stato come tornare indietro nel tempo". And? ai fornelli e mise su il bollitore dell'acqua. Jess rimase stupito, vedendo il suo sorriso dolce. Questa ragazza si stava scusando con lui, anche se non ne aveva motivo... ma lei era sempre stata cos?: gentile e comprensiva. Evidentemente nemmeno gli orrori del passato l'avevano cambiata, e questo la rese ancora pi? cara al suo cuore. Si disse che l'avrebbe protetta a qualsiasi costo, che per nessuna ragione al mondo, Magda avrebbe sofferto di nuovo. "Non devi scusarti con me, avevi tutti i motivi per essere turbata, ed io non ho fatto niente per renderti le cose pi? facile". "Sinceramente non mi va di parlarne, ok? Il passato ? passato, non conta niente". And? al lavello, e per tenersi occupata ed evitare l’imbarazzo, cominci? a lavare le stoviglie usate per i dolci. "Vuoi rimanere a cena? Stavo giusto pensando di preparare il riso alla cantonese". "Non so … davvero, non voglio disturbare". "Nessun disturbo, anzi mi farebbe piacere mangiare con qualcuno, una vota tanto". Le sue orecchie diventarono subito rosse. "Naturalmente se non puoi, non importa. Suppongo tu abbia gi? altri impegni", si affrett? ad aggiungere, per non sembrare una pazza, alla disperata ricerca di compagnia. "Ok". Guardala, pens? l'angelo, ? diventata tutta rossa. Era cos? bella, con i capelli ramati raccolti in modo disordinato e il grembiule tutto infarinato. "Mi farebbe piacere rimanere a cena". "Bene allora, tu mettiti pure comodo", gli porse la cheesecake e vers? il t? in una tazza. "Se vuoi puoi andare in salotto, il mio divano ? comodissimo. Io intanto continuo a preparare". Le sembrava strano avere un uomo per casa, eppure non si sentiva minacciata da lui, tutt'altro. Si sentiva stranamente confortata dalla sua presenza... dopo una quindicina di minuti and? in salotto e trov? Jess sul divano, con i due gatti in grembo e il cane ai suoi piedi... "Scusa, mi dispiace, se ti danno fastidio posso...". Jess non le fece finire la frase. "Non mi danno fastidio, sono molto carini, e lui ? proprio bello", le disse, indicando il gattone grigio a pelo lungo. "Bene! ? ora di fare le presentazioni...". Magda Indic? i suoi animali. "Questo peloso ? Diego, la piccola pantera nera ? Isabel, e il cane ai tuoi piedi si chiama Tristan … Jess ti presento la mia famiglia, tesorini vi presento Jess". "Piacere di conoscervi... tesorini", disse Jess, ridendo. "Ti piacciono proprio gli animali, vero?". "S?, ? cos?. Sono dolci, morbidi e danno molte soddisfazioni, e soprattutto non hanno secondi fini". Magda prese Diego tra le braccia e gli pass? la mano nel folto pelo. "Lui lo trovai sul ciglio della strada, era stato investito da un'auto, e lasciato l? a morire. Lo portai dal veterinario pi? che altro per porre fine alle sue sofferenze, invece, miracolo dei miracoli, questo micione testardo si riprese alla grande. Isabel l'ho trovata in un cassonetto, aveva ancora gli occhietti chiusi, e Tristan era un cane randagio... gli animali sono puri, sono cos? come li vediamo e io li rispetto per il loro coraggio e la loro lealt?". "Anche tu sei come loro. Sei rimasta fedele a te stessa, nonostante tutto. Anche tu sei pura e coraggiosa". "Io non sono pura n? coraggiosa, tu non mi conosci abbastanza, per poter dire certe cose". Cos? dicendo si avvi? in cucina... "Vado a finire di preparare la cena". Magda stava tremando talmente tanto, da non riuscire a tenere niente in mano... si appoggi? al bancone, con la schiena rivolta verso il salotto, per nascondersi da Jess. Fece dei bei respiri profondi, cercando di riacquistare un po' di calma, e quando le sembr? di aver recuperato almeno un briciolo di controllo, si rimise ai fornelli. Si allung? verso il mobiletto in alto per prendere il riso, quando sent? una mano che le sfiorava il braccio e un corpo massiccio dietro di s?. "Ti serve aiuto?", le chiese il ragazzo. Magda scatt? subito e si divincol? per mettere quanta pi? distanza quella piccola cucina consentiva tra i loro due corpi... con il cuore che le batteva forte nel petto e il respiro pesante, guard? spaventata quel magnifico ragazzo che ora stava di fronte a lei, con il pacco di riso in mano e uno sguardo davvero addolorato negli occhi scuri. "Magda scusa, non era mia intenzione spaventarti, volevo solo aiutarti". Si avvicin?, ma lei allung? un braccio tremante per tenerlo a distanza. "Magda ti prego… devi credermi, non volevo spaventarti. Puoi fidarti di me". "Va tutto bene", disse lei con voce flebile. "Ti sei spaventato anche tu, vero? Oddio! ho i nervi a fior di pelle da questa mattina". "Mi dispiace, io non volevo...". "Non ci pensare Jess, va tutto bene, ero solo sovrappensiero, ecco tutto". Con un cenno della testa gli indic? il piano cottura. "Potresti versare il riso nella pentola, per favore?". "S?, ci penso io". Jess era preoccupato per lei, gli faceva cos? male vederla tremare e, nonostante tutto, cercare di non farlo sentire in colpa... avrebbe voluto stringerla forte tra le braccia e tenerla cos? per sempre, ma lei non sembrava intenzionata a farsi avvicinare. "Magda per favore guardami, io non ti farei mai del male, devi credermi. Preferirei morire piuttosto che farti soffrire". "Smettila per favore, ti ho detto che sto bene, basta... e non guardarmi cos?, non ho bisogno della tua compassione". "Io non ti compatisco, al contrario, ammiro la tua forza e ti rispetto". "Basta per favore, con questa storia... tu non mi conosci, non sai niente di me. Come puoi dire di rispettarmi sapendo come mi sono lasciata usare da quegli uomini". Le lacrime cominciarono a scendere sulle sue guance arrossate. "Oddio, mi vergogno cos? tanto!". "Dovrebbero essere loro a vergognarsi, non tu. Quelli sono solo feccia e non valgono niente". "? colpa mia... tutta colpa mia". Magda ormai piangeva senza ritegno, vergognandosi della propria debolezza. "Come puoi dire una cosa del genere, tu non hai nessuna colpa". Avrebbe voluto mettere le mani intorno al collo di tutte le persone, se cos? si potevano chiamare, che avevano fatto del male alla sua amata Magda. "Sai, all'inizio opponevo resistenza, mi dibattevo cercando di sfuggirgli, lottavo con tutte le mie forze, ma questo portava solo altro dolore, e altra umiliazione". Oh! Come si detestava in quel momento, non capiva perch? si stesse mettendo cos? a nudo con lui. "Ma dopo alcune settimane smisi di combattere, rimanevo li ferma, sperando solo che finisse tutto il prima possibile. Ero morta dentro e non cercavo pi? di difendermi, io... mi faccio cos? pena!". Jess and? verso di lei e la strinse forte a s?, incurante dei suoi tentativi di allontanarlo, la tenne stretta finch? non si calm? tra le sue braccia e ricambi? il suo gesto piangendo a dirotto come una bambina. Il ragazzo aspett? che si sfogasse, e quando la sent? rilassarsi, la prese in braccio e la port? in camera. La adagi? sul letto coprendola con una coperta trovata su una sedia. Rimase l? a guardarla dormire, il volto, ora rilassato, era cos? dolce da fargli stringere il cuore. Dio! Quanto l'amava... il tempo non aveva minimamente scalfito i suoi sentimenti. Capitolo 5 Il confronto Magda si svegli? la mattina dopo, sentendo un buonissimo aroma di caff? appena fatto e pancake caldi, stordita, si avvi? verso la cucina e trov? Jess intento a preparare la colazione. "Ehi! buongiorno", la salut? il ragazzo, guardandola da dietro la tavola. "Ho pensato che avessi fame, ieri sera non abbiamo avuto modo di cenare". Magda abbass? gli occhi. "Scusa, mi dispiace tanto per ieri sera, non so davvero cosa mi sia preso… non c’era bisogni che restassi". "Va tutto bene, non preoccuparti, il tuo divano non ? male". Jess la guard? esitare sulla soglia della cucina, incerta su cosa fare. "Dai vieni, facciamo colazione", la spron? l'angelo. "Che ore sono?", gli chiese la ragazza, insospettita. "Le nove...". "Cosa? Dovrei gi? essere a lavoro...". "? tutto sistemato, hai la giornata libera". "La giornata libera? E perch??". "Ho chiamato Mark, ho trovato il numero nel tuo cellulare, scusa se ho curiosato, gli ho detto che sei stata male tutta la notte e che per questo ti sei addormentata tardissimo". "Ma non posso mancare al lavoro". "Mi ha detto lui di lasciarti dormire e di prendermi cura di te. Mi ha anche chiesto di andare da lui questo fine settimana, se vuoi naturalmente...". A Jess piaceva molto questa situazione cos? intima, si chiedeva solo come la stesse vivendo lei. "Non mi sono mai presa un giorno di ferie, e poi non ? vero che sto male...", fece un gran sospiro e ci pens? un po’. "Ok, ve bene, per una volta...". Il ragazzo sorrise in maniera cos? aperta e naturale che le fece venir voglia di abbracciarlo... Era da molto tempo che non si sentiva a suo agio tra le persone, nemmeno con Mark e Nathan si lasciava andare pi? di tanto... Jess era veramente diverso da tutti quelli che conosceva: era bello, gentile, e cosa inspiegabile, sembrava sinceramente preoccupato per lei. "Che ne dici di mangiare, prima che si raffreddi tutto?", propose la ragazza. "Certo, aspettavo solo te". Magda si avvicin? e gli pos? una mano sulla guancia, l'angelo rimase stupito. "Grazie Jess". "? solo una colazione. Certo! I miei pancake sono i migliori di tutta Chicago, ma non c'? bisogno che mi ringrazi..." tent? di minimizzare l'angelo. Il contatto con la sua pelle, quel gesto volontario e intimo, lo fece sperare in qualcosa in cui, fino ad allora, non aveva nemmeno osato pensare. Magari anche lei, con il tempo, si sarebbe avvicinata a lui... "Non mi riferivo alla colazione… intendevo grazie per tutto, per ieri, per la colazione, per avermi salvata... per tutto". Jess non sapeva cosa dire, lui non la vedeva esattamente allo stesso modo, se solo avesse agito prima... si limit? a versare il caff? e servire i pancake, su cui Magda mise una quantit? esagerata di sciroppo d'acero... Mangiarono in silenzio, poi Jess si alz? per sparecchiare. "Lascia, faccio io". "Niente da fare, ordini di Mark". Prese i piatti e le tazze prima che lei potesse protestare di nuovo. "Io devo andare adesso, i miei compagni si staranno preoccupando". "Oh! Certo che sciocca, ti ho tenuto qui per tutto questo tempo, vai pure, io far? una doccia e poi andr? al rifugio". "Posso rimanere se vuoi, devo solo fare una telefonata". "No, sto bene, vai pure". Magda sent? una stretta al petto, le avrebbe fatto piacere passare dell'altro tempo con lui. "Ok, ci vediamo sabato allora, Mark mi ha detto di andare da lui verso le otto, sempre che a te vada bene". "Non sei obbligato, lo sai, vero? Mark sa essere molto insistente quando vuole". Anche dicendo cos?, sperava ardentemente che quel ragazzo cos? gentile, tornasse da lei al pi? presto. "Nessun obbligo, mi fa piacere, Mark sembra un tipo a posto... ora vado, a presto Magda". Il ragazzo si avvi? alla porta, sperando che lei lo fermasse, e gli desse qualcosa tipo… un bacio per salutarlo, o qualcosa del genere... Gli sembrava di essere tornato un adolescente... "A sabato allora", sussurr? Magda, rimanendo a guardare Jess uscire dal suo appartamento. "Mori ci sei?". Non ci fu nessuna risposta. "Mori?", lo chiam? ancora, in tono allarmato. "Sono qui". Magda si rilass?, ormai per lei Mori era diventato una presenza costante, un amico. "Pensavo te ne fossi andato... non devi farlo, vero?". "No, non ancora comunque, ma prima o poi dovr? lasciarti". "C'? qualcosa che non va? Mi sembri preoccupato". "Io non sapevo niente del tuo passato, avevo capito che c'era qualcosa di brutto, visto come tendi a nascondere le tue emozioni e i tuoi ricordi, ma non immaginavo fino a che punto...". "Mori... non fa niente, sul serio. Ormai sono passati molti anni, non voglio farmi ostacolare da quello che mi ? capitato, le persone che conosco e che incontrer? non sono le stesse che mi hanno fatto del male, non ho mai confuso loro con le altre, e non comincer? adesso, quindi non pensarci, ok? Io sto bene". Ed era vero, in qualche modo si sentiva un po’ meno sporca, un po' meno vuota, di come si sentisse il giorno prima. "Avere un confronto con qualcosa che riguarda il mio passato, e sfogarmi con Jess, mi ha fatto superare un po’ dello smarrimento che provavo...". "Sai Magda, Jess ha ragione, tu meriti rispetto, mi sarebbe piaciuto conoscerti in circostanze diverse dalla mia morte... "Sarebbe piaciuto anche a me, conoscerti da vivo". Magda pass? la mattinata al rifugio per prendersi cura dei cani e dei gatti che si trovavano l?, poi verso le quattro del pomeriggio torn? a casa, mangi? un po’ di frutta al volo e si butt? sotto la doccia. Era eccitata come non le capitava da molto tempo, e gi? pensava al sabato, quando lei e Jess si sarebbero rivisti. Chiss? se l’accompagnava solo per educazione o magari perch? era interessato a lei... "Bambina, quel ragazzo ? cotto di te". Proruppe Mori nella sua mente. "No, non credo, ? solo gentile, tutto qua". Effettivamente un po' ci sperava, anche se era spaventata da un'eventualit? simile, dell'intimit? che si sarebbe sicuramente venuta a creare, se si fossero avvicinati di pi?... "Non so se sono pronta per una cosa del genere...". Mentre si asciugava i capelli sent? il campanello, ed and? al citofono. "Chi ??". "Sono Jess". Magda apr? la porta e attese che Jess entrasse. "Ciao". Disse il ragazzo, con un gran sorriso stampato sul viso. "Ciao". Rispose lei, altrettanto contenta di vederlo. "Scusa se sono arrivato senza preavviso, ma non avevo niente da fare, cos? ho pensato di passare da te, ecco … sempre se non hai altri impegni". Sperava ardentemente di no... "Dai entra, io finisco di prepararmi, tu fai come se fossi a casa tua". "Coccoler? Diego allora, credo di essergli simpatico". "Penso che tu stia simpatico a tutti in questa casa... meglio che vada a prepararmi". "Sul serio lo pensi?", Jess era contento di quel suo commento, "Ti sono simpatico?", e sono proprio un imbranato quando sto con lei, sembro avere quindici anni invece dei miei quasi centosessanta... Magda divent? tutta rossa. "S?, beh! Ecco... in caso contrario non saresti nel mio appartamento... comunque ora vado a finire di prepararmi". Jess guard? quella ragazza cos? dolce diventare tutta rossa, ? prov? uno strano sentimento, come di possesso, voleva che lei arrossisse solo per lui... e cominciava a pensare anche ad altri modi per farla arrossire, ma questo non andava per niente bene, non con lei. Sicuramente l'ultima cosa che Magda desiderava, era suscitare certi pensieri in un uomo e, a dire il vero, non era nemmeno da lui, non gli interessava pi? di tanto il sesso... almeno fino a quel momento. Capitolo 6 Incomprensioni Magda usc? dalla sua stanza e and? da Jess, che era tutto preso dai suoi animali, certo che era veramente bello, pens?. Sicuramente un ragazzo cos? non poteva essere interessato minimamente a una come lei. Sentendola entrare nel salotto, il ragazzo si gir? e rimase senza fiato: aveva i capelli ramati, portati sciolti sulle spalle, jeans chiari e una camicia verde militare con le maniche arrotolate. Era bellissima, anche nella sua semplicit?. "Pensavo di andare a mangiare qualcosa fuori", propose Magda. "Offro io naturalmente. Cos? mi far? perdonare per la mancata cena di ieri sera". "Sei cos?... bella!", le disse Jess, guardandola negli occhi. Magda fu attraversata da un brivido e si sent? improvvisamente a disagio, non era proprio paura ma ci andava vicino, anche se sapeva che Jess non le avrebbe mai fatto niente, contro la sua volont?. Quelle parole la portarono indietro nel tempo, a quando era segregata in quella stanza, legata come un animale alla merc? dei suoi aguzzini. Quanti di loro le avevano detto quella frase, specialmente il primo, quello che aveva preso la sua verginit?, pagando profumatamente suo padre per averla. Oddio! Le veniva da vomitare a sentire quelle mani su di s?, quel respiro sulla pelle... aveva cercato con tutte le sue forze di lottare, ma lui l'aveva picchiata e poi immobilizzata per poterla violentare. Una volta finito l'aveva derisa e umiliata, e ridendo aveva detto a suo padre che era stato proprio un buon affare, la migliore scopata della sua vita. Suo padre... quell'uomo, sangue del suo sangue, l'aveva venduta al miglior offerente per poter pagare i propri debiti. Lo odiava con tutto il cuore… "Sar? meglio andare, non voglio fare troppo tardi". "Qualcosa non va? Ti senti poco bene?". Jess fece per toccarle la spalla, ma lei si ritrasse di scatto. "Scusami Jess, non volevo". "Non preoccuparti, va tutto bene". Poteva immaginare quello che doveva passare nella testa della ragazza, avrebbe solo voluto prendere su di s? almeno un po’ del suo dolore... "La macchina ? qui vicino". Le disse, tirando fuori le chiavi dalla tasca dei pantaloni. Magda vide una bellissima jeep nera lampeggiare. "Andiamo a piedi, ti va? Vorrei camminare un po’". Mentre Magda faceva strada, Jess pensava a come poter arrivare al cuore della ragazza, a come conquistare la sua fiducia, voleva almeno esserle amico. "Eccoci, siamo quasi arrivati", lo inform? Magda, fermandosi. Jess si guard? intorno, e vide, a poca distanza da loro, un ristorante. "Messicano! Sul serio?". "Non ti piace? Ma dai! piace a tutti...". "S?, mi piace… e solo che non mi sembravi un tipo da cibo messicano". "Invece lo adoro". "Perfetto!", disse il ragazzo, sorridendo. "Entriamo allora". Era felice di vederla cos? rilassata, dopo la tensione avvertita poco prima di uscire. Una volta entrati, furono intercettati da una cameriera, che li condusse ad un tavolo per due. "Cosa ci facevi alla villa, ieri mattina?". "Non te l'hanno detto i tuoi compagni?". "Non comunichiamo molto ultimamente, loro vogliono sapere ed io non voglio parlare...". "Gi?, ti capisco... comunque sono venuta da voi, perch? Mori mi ha chiesto di farlo... "Mori? ? morto quasi un anno fa", le disse il ragazzo guardandola. "Come fai a conoscerlo?". Magda si muoveva nervosa sulla sedia, non sapeva se rivelare le sue capacit? a Jess, ma d'altro canto aveva gi? detto tutto ai suoi compagni. Quindi era solo questione di tempo... "Ecco, lo so che potr? sembrarti strano quello che sto per dire, ma ? la verit?: io sento delle cose, delle presenze, ed ogni tanto capita che qualcuno si metta in contatto con me". Il ragazzo non batt? ciglio, quindi Magda si tranquillizz? un po'. "Sei una conoscitrice degli spiriti". "Anche gli altri hanno detto la stessa cosa... non so se sono una conoscitrice, come dite voi, e solo che, ogni tanto, mi capita di sentire qualcosa...". Furono interrotti dalla cameriera che port? loro i men?... "Passer? tra poco a prendere le ordinazioni, posso portarvi qualcosa da bere, intanto?". Magda chiese una diet coke. "Anche per me, grazie", le disse Jess. In realt? avrebbe preso volentieri una birra, ma non sapeva se la cosa potesse darle fastidio, visti i precedenti del padre con l'alcol... "Bene, torno tra poco allora", si conged? la cameriera. Jess guardava Magda leggere il men?, chiedendosi se fosse il caso o no di chiederle degli anni in cui l'aveva persa di vista. Dopo averla lasciata all'ospedale, aveva dovuto tagliare tutti i ponti con lei, l'accordo era quello... "Allora Jess, hai deciso cosa prendere?". Il ragazzo rest? in silenzio, indeciso sul da farsi. "Tutto bene Jess? C'? qualcosa che non va?". "S?, tutto bene...". "Se non ti va di stare qui, possiamo andare da un'altra parte". Forse non era stata una buona idea, invitare Jess a cena...aveva dato per scontato che il ragazzo gradisse la sua compagnia, ma evidentemente si era sbagliata. Stava per alzarsi ed andare via, quando l'angelo cominci? a parlare. "Come te la passi Magda, voglio dire... veramente. ? evidente che, in qualche modo, sei andata avanti... per? mi chiedevo come avessi fatto ad arrivare qui". "Cosa avrei dovuto fare secondo te? Non ? che avessi molte alternative, avevo due opzioni: arrendermi e morire o continuare a vivere e ricominciare tutto da capo". "E tu hai scelto la seconda". "Evidentemente...". "Gi?! Evidentemente... Non volevo essere invadente, e solo che...". "Sta arrivando la cameriera, ne parliamo dopo, ok?". "Allora ragazzi, cosa vi porto?". Magda diede un'occhiata veloce al men?, e fece il suo ordine. Anche se ormai non aveva pi? tutta questa voglia di mangiare… "Per me una quesadilla vegetariana, per favore". "Per me i nachos, con formaggio e chili, e un burrito de chorizo". "Perfetto, torno subito con i vostri ordini". Magda sospir?, guardando il ragazzo dagli occhi scuri, davanti a lei. "Senti, scusa per prima... non volevo essere acida... per? sinceramente, non ? una cosa di cui amo parlare. Ho passato anni in terapia, per scendere a patti con quel periodo della mia vita, adesso va meglio, almeno un po', ma non ? di certo il mio periodo preferito, quindi per favore, non parliamone pi?...". La cena prosegu? in un silenzio impacciato. Una volta finito di mangiare, Magda pag? il conto, ed uscirono dal locale. Конец ознакомительного фрагмента. Текст предоставлен ООО «ЛитРес». Прочитайте эту книгу целиком, купив полную легальную версию (https://www.litres.ru/pages/biblio_book/?art=63533141&lfrom=688855901) на ЛитРес. Безопасно оплатить книгу можно банковской картой Visa, MasterCard, Maestro, со счета мобильного телефона, с платежного терминала, в салоне МТС или Связной, через PayPal, WebMoney, Яндекс.Деньги, QIWI Кошелек, бонусными картами или другим удобным Вам способом.
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