«Я хочу быть с тобой, я хочу стать последней твоею, Чтобы, кроме меня, никого ты не смог полюбить. Заменю тебе всех и расстрою любые затеи, Чтоб не смог ты с другою меня хоть на миг позабыть». Лучше б ты ничего мне тогда не сказала, Может, я б никогда не расстался с тобой. Ты плохую услугу обоим тогда оказала: Я свободу люблю, и остался затем са

L'Ascesa Di Mercurio

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L'Ascesa Di Mercurio Rebekah Lewis Ninfe in pericolo, divinit? ossessive, femmine che letteralmente non possono ammettere quando hanno torto e satiri indisciplinati. Solo un altro giorno tipico per Hermes. Ninfe in pericolo, divinit? ossessive, femmine che letteralmente non possono ammettere quando hanno torto e satiri indisciplinati. Solo un altro giorno tipico per Hermes. Quando Zeus si rifiuta di chiedere ad Apollo di liberare Daphne dalla prigionia nell'Olimpo, l'unica opzione rimasta ? che Hermes liberi la ninfa. Un compito semplice per un dio con la sua abilit?, ma rischiare l'ira di Apollo non andava mai bene per nessuno. Tuttavia, le ninfe imprigionate non erano l'unica distrazione quando una precedente fiamma si schianta di nuovo nella vita di Hermes. ? passato molto tempo da quando ha messo gli occhi su Hybris e il tempismo non potrebbe essere peggiore. Come dea dell'arroganza, ha molte stranezze, come l'incapacit? di scusarsi. E non importa quanto cerchi di assicurargli di potersi fidare, il ricordo del suo tradimento rimane. Mentre formulano un piano per salvare Daphne, Hermes sospetta presto che nessuna minaccia sia pi? grande delle tribolazioni del suo cuore. Rebekah Lewis L'ascesa di Mercurio L’ASCESA DI MERCURIO LE AVVENTURE DI HERMES PARTE UNO REBEKAH LEWIS Questa ? un'opera di finzione. Nomi, personaggi, attivit? commerciali, luoghi, eventi e incidenti sono o prodotti dell'immaginazione dell'autore o utilizzati in modo fittizio. Qualsiasi somiglianza con persone reali, viventi o morte o eventi reali ? puramente casuale. Copyright © 2015 di Rebekah Lewis Tradotto da Monja Areniello Edito da Jayne Wolf Cover Design di Victoria Miller Tutti i diritti riservati. Questo libro o parte di esso non pu? essere riprodotto o utilizzato in alcun modo senza l'espressa autorizzazione scritta dell'editore, ad eccezione dell'uso di brevi citazioni in una recensione del libro. Stampato negli Stati Uniti d’America Originalmente pubblicato da Breathless Press. www.Rebekah-Lewis.com DEDICA Hermes mi ha promesso che avrei potuto volare in giro in groppa a Pegaso se gli avessi dedicato questo romanzo Sto ancora aspettando di farlo CAPITOLO UNO "Hermes!" Pessimo tempismo. Hermes si ferm? quando riconobbe la voce. Solo una persona poteva racchiudere cos? tanta disapprovazione e giudizio in sole due sillabe. Sfortunatamente, la voce apparteneva all'unica dea nella quale non era disposto a imbattersi. Preparandosi, lui si volt? e la affront?. Hybris, la dea dell'arroganza, gli lanci? un'occhiataccia, con le braccia incrociate e tacchi a spillo rosso sangue che picchiettavano impazientemente. I suoi lunghi capelli scuri ondeggiavano in modo innaturale nella brezza. Lei non si scompose; ricadde in una posizione perfetta, senza che un capello fosse fuori posto. Le donne umane devono odiarla. Un adolescente mortale, a qualche metro dietro di lei, diede una gomitata al suo amico che rideva in modo odioso. "Fratello … Penso che quella bella ragazza abbia appena detto a quel tizio che lui le ha attaccato l'herpes!" Il suo amico rimase a bocca aperta mentre fissava la schiena di Hybris. "Tenete i vostri commenti per voi, per favore", mormor? Hermes mentre si lanciava in volo. Nel giro di tre secondi, le ali tatuate intorno alle sue caviglie si estesero dalla sua carne e lui si avvicin? ai ragazzi, colp? la loro testa e poi torn? nel punto preciso di prima. Missione compiuta, le appendici piumate bianche svolazzarono contro la sua pelle, affondando di nuovo in essa e lasciando il contorno scuro come unica prova visibile della loro esistenza. "Era necessario?" Hybris fece un sorrisetto mentre gli umani strofinavano i loro crani e cercavano di alzare se stessi e i loro skateboard da terra. "Avresti potuto creare un danno cerebrale a quei poveri ragazzi". "Come se davvero ti importasse. Pensavano che tu avessi detto herpes. Mi ha fatto incazzare". "A loro difesa, il tuo nome ? diverso per una lettera da herpes. ? divertente. Dovr? ricordarmi di chiamarti cos? quando mi fai incazzare. Il che succede spesso". Sent? il bisogno di aggiungere qualcos’altro. "Come adesso". "Possiamo uscire dalla strada popolata? Ho bisogno di bere alcolici e di una vasca idromassaggio se devo ascoltare qualunque cosa tu sia venuta qui ad insinuare". Le afferr? il braccio e la tir? contro il suo petto. Il centro di una strada di Los Angeles piena di turisti e paparazzi non era la migliore location per il loro inevitabile scontro. Il suo sussulto di sorpresa lo fece sorridere mentre la sollevava nel suo abbraccio e si allontan? troppo velocemente perch? gli umani sottostanti se ne accorgessero. Prima che la dea avesse qualcosa da dire sul suo comportamento da macho, Hermes scese nel patio posteriore della sua casa privata sulla spiaggia di Malibu. Per capriccio, lui lasci? cadere Hybris nella piscina, nella zona poco profonda. Sembrava perfetto. Lo schianto che fece ritornando in superficie per prendere aria fu sorprendentemente pi? forte e meno aggraziato di quello che aveva fatto quando era entrata. Sinceramente, non c'era mai stato suono di indignazione pi? bello. "Figlio di puttana!" "Ora questo ? grave, non credi? Mia madre non c'entra niente". Hybris si lanci? fuori dalla piscina e tent? di buttarcelo dentro, ringhiando mentre lo attaccava. Hermes cerc? di sfuggirle e lei quasi cadde di nuovo. "Potrei farlo tutto il giorno, ma arriva al punto. Che cosa ho fatto questa volta? Tagliarmi i capelli troppo corti? Indossare troppe infradito in inverno? Portare un costume da bagno alla moda? Ogni volta che ti presenti c'? sempre qualcosa che non va". La sua semplice presenza gli ricordava cose che aveva dato per scontato tanto tempo prima. La sua vista lo faceva soffrire, costringendolo a distogliere lo sguardo, fingendosi distratto. Sapere cosa gli aveva fatto le avrebbe fatto solo che piacere. Hybris scosse l'acqua dal suo corto prendisole nero, un accostamento assurdo. I prendisoli dovevano essere solari, estivi. Il nero non era nessuna di quelle cose, ma nemmeno lei. Hybris personificava la sensualit?. Lei aveva perso una delle sue scarpe nel fondo della piscina. Rendendosene improvvisamente conto, lei allung? la mano e rimosse l'altra, borbottando sul fatto che si erano rovinate e la lanci? sopra la sua testa. Hermes si abbass?, ma la finestra dietro di lui fu meno fortunata frantumandosi per lo schianto. "Quanto mi piacerebbe rimproverarti per quegli orribili … ‘costumi da bagno’ li hai chiamati?" Indic? i suoi pantaloncini arancioni, non pi? lunghi delle sue ginocchia e chiazzati di ancore blu scuro. "Sono orribili. Quel colore ? cos? … ? cos? … orribile alla mia vista. Non importa. Non ? il motivo per cui sono qui". Lei raddrizz? la postura, preparandosi all'attacco. "Hai detto a Pan di me. Avevamo concordato che non lo avrebbe mai saputo". Un dolore lancinante gli attravers? la parte sinistra del petto. Abbass? lo sguardo e vide che nulla lo aveva trafitto veramente, sebbene le affilate parole di lei lo avessero fatto. La vita che avrebbero potuto avere, o presumibilmente avrebbero dovuto avere, lo perseguitava. "Stai per avere un nipote. Vuoi davvero passare l'eternit? senza mai conoscere la tua famiglia?" Lei alz? il mento altezzosamente. "Ti sembro una nonna? Sono giovane. Sono stupenda. Io ho bisogno di vivere nel mondo usando i miei incantesimi sugli umani e non sprecare la mia vita in casa su un dondolo mentre la vita vola senza essere goduta". Hermes non fu sorpreso. Le motivazioni di Hybris sul perch? non voleva stare vicino a Pan erano sempre ferme. Nondimeno, lei non avrebbe mai ammesso di essere ogni tanto tornata di nascosto, quando Pan era bambino per passare del tempo con lui. Lei era convinta che Hermes non lo sapesse. Per lungo tempo, lui si era chiesto se era fuggita da Pan, o se non potesse pi? sopportare lo stare con lui. Tuttavia, in vita sua, Hermes non riusciva a capire cosa avesse fatto di sbagliato. Cosa l’aveva costretta a lasciarlo? Cosa l'aveva costretta a lasciare suo figlio? Eppure lei era andata a trovare Pan in segreto, quando era bambino. Non aveva mai aggiunto altro, parole o azioni. "Lui ? innamorato della madre di suo figlio", disse Hermes. Hybris lo guard? e lui cap? che lei voleva maggiori dettagli. L'arrogante inclinazione del mento lasciava intendere che fosse troppo orgogliosa per chiederli. Forse l'idea dell'amore l'aveva incuriosita, ma Hybris era paralizzata da un orgoglio abbastanza forte da tirar fuori il peggio dagli altri, se fosse rimasta in un posto troppo a lungo. Era costantemente influenzata dai suoi stessi poteri, quindi Hermes credeva che la sua capacit? di amare fosse assolutamente imperfetta. "Il bambino ? in arrivo da un giorno all'altro, ci sono gi? stati due falsi allarmi, ma ? ora. Celebreranno il matrimonio dopo che Katerina avr? recuperato la sua forma fisica, o almeno cos? dice". "Beh, non la biasimo affatto", disse Hybris. "Chi vuole sposarsi e affrontare lo stress quando hai un'anguria che sta per cadere dal tuo inguine?" "Sempre simpatica, amore". "La simpatia ? debolezza". Hermes rote? gli occhi. "Altri direbbero che la pi? grande debolezza di tutti ? l'arroganza". Mai parola pi? vera. Se ci fosse stata una batteria nelle vicinanze, avrebbe suonato un pezzo per amplificare il suo aspro commento. "Dice cos? chi non ? come me", si indic? con entrambi i pollici. "Non sono debole". Penso che la signora stia protestando troppo. "Dubito che pensassero a quanta arroganza tu abbia". Lui non ci avrebbe pensato. Non lo avrebbe fatto. E ci sto pensando. Dannazione. Lei sospir?. "Lo stiamo facendo di nuovo. Continuare a battibeccare. Perch? non possiamo stare insieme per cinque minuti senza farlo?" Si mise le mani intorno al collo e fece finta di soffocare. Tosse. "Arroganza!" Tosse. Tosse. "Ti odio veramente". "Non ? quello che hai detto la notte che hai concepito". "Fanculo". Per quanto fosse divertente innervosirla, lui non era proprio dell'umore giusto per avere nostalgia di lei. "Non ho tempo per questo, Hy. Ho delle cose da fare. Cose importanti". Una promessa fatta a un satiro, che Hermes intendeva mantenere. Una fanciulla in pericolo. Eroismo e tutto il resto. Hybris sbadigli?. "S?. Capisco. Girovagare per la California e nuotare in spiaggia ? una questione di vita o di morte". Scuotendo la testa, lui apr? la porta a vetri della casa e sfrecci? dentro. Tent? di chiuderla alle sue spalle, ma Hybris pass? oltre. Hermes fece un grande sforzo per non notare che aveva ancora l'odore dei melograni. Le mancava. "Beh, stavo aspettando che Zeus mi chiamasse prima che tu ti presentassi con il tuo giudizio … giudizioso". Lui chiuse la porta e si gir? di nuovo per trovarla rilassata sul suo divano, nonostante i suoi vestiti bagnati fradici. Maleducata. Lei si studi? le unghie. "E lui l’ha fatto?" "Non ancora". "Allora non stai facendo nulla di importante". Il suo sguardo si spost? sul suo inguine. "Ancora". In piedi, Hybris avanz? verso di lui. "No. Oh, no, no, no. No". Hermes schizz? via e si libr? fuori dalla sua portata. "Non lo faremo pi?. Non questa volta. Non questo giorno. Non sta succedendo". Stava facendo sul serio? Dopo tutto quello che lei aveva fatto, voleva fare sesso con lui? Incerto se lo stesse colpendo nel suo ego o se stesse influenzando la sua arroganza personale, una calda compiacenza prese piede. Lui era sempre stato arrogante, ma lei poteva farlo diventare ancora di pi?. "E perch? no? Sono una donna bellissima, mi desideri e non hai impegni al momento. Togliti i pantaloni e fottimi". Piuttosto avrebbe lasciato la sua adorata casa ma non sarebbe rimasto l? con lei. Era cos? affamata da colmare la sua umiliazione e il suo dolore? "Non sono il tuo schiavo d'amore. Vai a trovare un essere umano spiritoso da dominare. Ci vediamo". E con un saluto beffardo, Hermes non pass? dal Via o Incassa duecento dollari uscendo di corsa dalla porta e dirigendosi verso l'Olimpo. Almeno poteva scappare da Hybris con il pretesto di incontrare il capo. E se fosse stato fortunato, Zeus l’avrebbe incontrato oggi stesso per la questione di Daphne. CAPITOLO DUE Hermes camminava davanti all'ingresso del tempio di Zeus. Perfino lui non poteva fare irruzione e andare ovunque, se indesiderato. Per vendetta, suppose; per tutti i soprannomi stupidi con cui aveva chiamato suo padre, di fronte ad altre persone, quando Zeus non poteva reagire. E non gli avrebbe certo dato fastidio se Melancton e Daphne non avessero ricevuto una risposta immediata. In un momento di disperazione, Melancton aveva stretto un accordo con Apollo. Ancora. Satiri, scosse la testa tristemente, non imparano mai. Aveva promesso di non tentare mai pi? di salvare la vita di Daphne. Non che Melancton potesse entrare nell'Olimpo, ma comunque … Di tutti gli dei con cui fare un accordo, Apollo era tra i pi? scorretti quando era arrabbiato. Non c'era possibilit? che Hermes vedesse un uomo d'onore, ehm … un satiro, soffrire d’amore mentre Apollo torturava ancora il suo tesoro. Per secoli, Apollo aveva tenuto Daphne incatenata all'albero di alloro nel suo tempio olimpico. Senza i benefici della terra sottostante – l’Olimpo era separato dal regno umano, il luogo in cui fiorivano le ninfe del legno – Daphne si era indebolita, unendosi per sopravvivere all'albero a cui era legata. Anche le ninfe prosperavano sul sesso, che piaceva a loro in modo esagerato, ma lei amava Melancton e quindi si era rifiutata di abbassarsi alle richieste di Apollo. Gli amanti erano condannati a vivere lontani per sempre o condannati ognuno a imminenti castighi. Noioso. A nessuno piaceva un finale infelice. Tranne forse ad Apollo. E a Dioniso. E ad Hera. E ad Ade. E a Poseidone. E … Ok, la sua famiglia si divertiva a guardare gli altri soffrire. Non era quello il punto. "Vedo che tuo padre non ti ha ancora chiamato". Hybris apparve alla sua destra, appoggiata su un fianco e la sua mano sulla pericolosa curva, con sfacciataggine. Merda. "? occupato". "Giusto". Lei aveva indossato un nuovo paio di tacchi: rosa acceso. Un colore cos? femminile. E su di lei … Smettila, amico! "Hybris, perch? non continuiamo questa conversazione in un altro momento. Diciamo, tra qualche secolo?" "Davvero non penserai che io sia d'accordo, vero?" Hermes sospir?. "No, ma ne valeva la pena". "Ora, guarda qui". Hybris avanz? di nuovo su di lui, un'unghia rosa calda affusolata lunga – aveva intonato il colore delle unghie e il rossetto con le scarpe – picchiettandolo sul petto. "Ti avevo detto che non volevo che Pan sapesse di me e tu gli hai dato il mio numero di cellulare. Come hai potuto?" Sebbene non la vedesse da secoli, Zeus si era assicurato che Hermes avesse i numeri di tutti gli Dei dell’Olimpo per rendere pi? facile la consegna dei messaggi. L'uso della tecnologia umana nel loro regno non aveva semplificato il processo di invio di una circolare a tutti. No. Lui aveva mandato un messaggio ad Hermes e Hermes l'aveva inviato a tutti gli altri. Ridicolo, s?, ma il suo lavoro dipendeva dall'inoltro dei messaggi di Zeus. Tuttavia, Hybris si era comportata come se ammettere di aver avuto un bambino significasse esibire il peggior tipo di sconfitta. Avevano creato un bellissimo bambino insieme di cui non poteva essere pi? orgoglioso. Hermes socchiuse gli occhi. "Perch? ti disturba cos? tanto?" Hybris incresp? le labbra e contempl? la sua domanda. "Perch? l'ho affidato a te. Bel lavoro che hai fatto anche su questo. Lasciare che nostro figlio venisse maledetto come un satiro. Un satiro, Hermes!" Lui balbett? indignato; non poteva prendersi la colpa per Pan che aveva inchiodato una donna che Dioniso voleva. "E conosci i limiti dei miei poteri". Lei distolse lo sguardo, la furia si ridusse rapidamente alla tristezza. "Non posso mai dire le cose che vorrei". Il che aveva dimostrato il motivo per cui non avrebbe mai funzionato tra di loro. Il potere di Hybris la rendeva fisicamente incapace di ammettere di aver sbagliato. Lei avrebbe avuto sempre "ragione" e nulla di ci? che uno di loro avrebbe detto o fatto avrebbe potuto cambiarlo. Non avrebbe mai potuto scusarsi e non avrebbe mai concesso a lui di avere ragione su una discussione. Se lui avesse sollevato un punto a suo favore, l'orgoglio di Hybris si sarebbe dimostrato troppo grande per permetterle di riconoscere il fatto. Avrebbe continuato ad attaccarlo a prescindere perch? non poteva accettare la sconfitta. "Quindi non rinvangare il passato, concentrati solo sul presente e sul futuro". Lei non sembrava convinta. "Perch? lo fai?" Hermes si guard? attorno, cercando aiuto da una folla inesistente. "Tu mi hai cercato. Non voglio niente da te, n? mi aspetto nulla. Pan doveva conoscere l'identit? di sua madre, fine della storia. Mi sono stancato di evitare la domanda". L'ingresso al tempio si apr?, la nebbia si apr? in modo melodrammatico per salutarli. Zeus aveva tirato di nuovo fuori gli sparanebbia. Per qualche ragione, suo padre credeva che la nebbia gli desse un'aria pi? eterea e intimidatoria. Lo faceva sembrare un cretino, Hermes glielo aveva detto e poi aveva dovuto passare due settimane a zigzagare sul pianeta mortale per evitare un incontro con un fulmine. Per renderlo ancora pi? tragico, Zeus avrebbe potuto manipolare il tempo. Non aveva bisogno di quelle macchine stupide! Oh, come sono caduti nella pigrizia e nell’agiatezza i potenti. "Ehi, il ragazzaccio ? pronto a vedermi. Immagino che tu devi andare adesso. Beh -ciao". Le fece un cenno con la mano ed entr? nel tempio a passo lento, volutamente e deliberatamente pomposo. Hybris sbuff? e, a giudicare dai click delle sue scarpe, lo segu? nel tempio. "Qualunque cosa. Vengo anche io. Forse Zeus ti dir? che asino sei stato per aver infranto la tua promessa. Ti terr? persino fermo in modo che possa colpirti meglio". "Non lo faresti". Aspetta … Lui era l’asino che aveva infranto la promessa? Come se lei non avesse colpa per questo? Che cosa? "Non tentarmi". Zeus si adagi? su un trono d'oro e di marmo, la guancia appoggiata al suo pugno mentre si appoggi? su un lato. Di questi tempi, portava i capelli corti e il loro colore scuro contrastava con la lunga tunica bianca dell'Olimpo che copriva la sua larga figura. Hermes super? Hybris e si inginocchi?. "Zeus, un onore essere convocato oggi davanti a te". Zeus fece un cenno di saluto, annuendo a Hybris che chin? la testa. Lui si raddrizz? e disse: "Vedo che hai buone maniere oggi, Hermes. Non sono sicuro che sia perch? vuoi qualcosa da me o se stai cercando di impressionare la madre di tuo figlio, o entrambi". Zeus era una delle poche persone che conosceva la verit? sui genitori di Pan. "Chi?" Hermes si guard? intorno e fece finta di essere stupito di trovare l? Hybris – sollev? un sopracciglio finemente tagliato in risposta alle sue buffonate – "Lei? Non ? importante". Lui poteva sentire il mortale sguardo corrosivo che lo trafiggeva quando le volt? le spalle, ma avrebbe potuto occuparsene pi? tardi. Lui aveva richiesto un’udienza con Zeus e non voleva rovinare tutto a causa di una dea assatanata. "Hai avuto il tempo di considerare la mia richiesta?" Lui aveva promesso a Melancton di riportare indietro Daphne, ma anche se lo avesse fatto, Apollo non avrebbe mai permesso a lei e Melancton di scappare insieme al tramonto. Se Zeus non fosse intervenuto, Hermes sarebbe comunque riuscito a trovare un modo per liberarla dall'Olimpo … fintanto che Zeus non gli avesse proibito di farlo. Ci? che Melancton e Daphne avrebbero fatto dopo erano affari a loro, ma intendeva dare loro l'opportunit? che meritavano. "L'ho considerato, ma Apollo ? importante. Lui controlla Helios e senza di lui il sole non sorger? come dovrebbe. Come ricordi, i carri del sole e della luna mantengono in orbita i pianeti, motivo per cui Helios e Selene non sono imprigionati con il resto dei Titani. Se Apollo non tiene sotto controllo Helios, i cavalieri si ribelleranno. ? abbastanza grave che Artemide abbia permesso lo spettacolo dell’eclissi il mese scorso". Hermes si spazzol?. "Ci deve essere un modo per convincere Apollo a rinunciare alla ninfa. Ho gi? suggerito di scatenare Eros su di lui. Una freccia di piombo …" "Come ti sentiresti se ordinassi ad Eros di spararti con una freccia per farti disprezzare qualcuno?" Veramente? "Se avessi una donna incatenata nel mio tempio e credessi di farla innamorare di me con la forza, allora s?. Ordina ad Eros di scoccare la freccia!" Zeus sospir?. "Non posso avere un ruolo in questo, Hermes. Devo ascoltare Hera lamentarsi giorno dopo giorno di qualsiasi cosa tu possa nominare. Non posso permettere che Apollo metta a repentaglio gli umani con dei disastri climatici a causa di ci?. Sono una specie fragile. Se la loro scienza non riuscisse a spiegarlo, imploderebbero su se stessi e scoppierebbe il caos. Conosci le regole". "S?, s?. Non interferire con gli affari degli umani, degli altri dei o dello syrinx". C'erano quelli che agivano e quelli che osservavano. Hermes veniva costantemente messo in guardia dal fare di pi? che girarsi i pollici e mettersi da parte mentre le persone a cui teneva venivano ferite. Zeus pretendeva che nessuna azione intrapresa da lui o da qualsiasi altro personaggio dell’Olimpo influisse in modo significativo. Da quando l'Olimpo era diventato nulla di pi? di una storia nei libri di mitologia, gli dei avevano nascosto la loro vera natura per prevenire il divulgarsi della loro esistenza. Gli umani dell'et? moderna pregavano quotidianamente per i miracoli, ma quando si confrontavano con qualcosa di inaspettato, si lasciavano prendere dal panico e cercavano di distruggerlo. Quando gli atti dei Satiri iniziarono a attirare l'attenzione degli dei, le interferenze divennero rapidamente inevitabili. Artemide aveva invertito l'alba per alcune ore per dare ad Ariston una seconda possibilit? per l'umanit?. Hermes aveva ucciso Sileno, portando molti altri dei a credere che Pan l’avesse fatto da solo. Aveva quindi dato a Kat l'ambrosia della vita immortale, di propriet? di Zeus, permettendo a Pan di stare con la donna che amava per sempre. Ad Hermes non piaceva rimanere neutrale. Voleva prendervi parte poich? le cose tendevano a passare da sfortunate a disastrose ogni volta che lui voltava le spalle. Dioniso aveva cercato uno strumento magico chiamato syrinx e avrebbe ucciso per metterci le mani sopra, avendo gi? fatto dei tentativi su Pan e Ariston. Hermes conosceva la posizione dello strumento, ma non poteva rivelarlo e metterlo allo scoperto affinch? chiunque lo trovasse. Quindi era rimasto in silenzio, anche se questo andava contro la sua natura. Aveva altre cose che attiravano la sua attenzione al momento, come raccogliere i pulcini e riportarli nella sua casa sulla spiaggia della California. Eppure c'erano state cos? tante volte in cui aveva dovuto girare la testa e fingere di non notare qualcuno a cui teneva che soffriva, quando lui poteva fare qualcosa al riguardo. Hermes fece l'unica cosa che non aveva mai fatto prima. Batt? le sue mani insieme, inginocchiandosi nel tempio pieno di nebbia e implor?. "Per favore. Daphne sta morendo senza la possibilit? di morire davvero. ? infelice e trascurata e Apollo si burla della sua sofferenza. Melancton ha sofferto cos? tanto e l'ha persino abbandonata in modo che un altro satiro potesse avere il suo lieto fine. Non merita la felicit? come ricompensa per il suo altruismo?" Gli occhi di Zeus si spalancarono alla vista del suo comportamento e, poich? Hermes non poteva guardare Hybris, poteva solo immaginare di aver scioccato anche lei. Hermes non ne era certo per?. Poteva ottenere ci? che voleva attraverso la corruzione o l'inganno, ma in questo caso, aveva davvero creduto che suo padre sarebbe intervenuto e avrebbe reso le cose semplici e chiare ad Apollo dicendogli che Daphne non poteva essere pi? tormentata. "Mi dispiace per il cuore spezzato di Melancton, Hermes. Ma non prender? parte in questa storia. Sei da solo. Ho proibito qualsiasi interferenza con il destino dei satiri. Continuo a dirtelo e poi ogni giorno tu circondi di quelle creature cornute". Zeus si alz? e lo guard? di traverso e le ginocchia di Hermes dolevano per la sofferenza del proprio orgoglio mentre lui continuava. "Hai portato Pegaso nel regno mortale senza permesso e gli hai permesso di vagare per i suoi capricci. Hai nascosto Melancton e non divulgher? tali informazioni poich? anch'io sono dispiaciuto per il trattamento della ninfa da parte di Apollo. Tuttavia, la tua continua associazione con l'odioso gemello di Ariston nella messa al bando ordinata da tuo figlio mi d? da pensare. Posso capire quando vai a trovare Pan, ma il resto?" "Zeus, padre". Hermes si morse la lingua per non farsi scappare una risposta e peggiorare le cose. E se suo padre gli proibisse di parlare con uno dei Satiri? Lui sarebbe costretto a disobbedire. Si preoccupava troppo per loro. Erano la famiglia di Pan e come tale un'estensione della sua. "Posso spiegare …" "Puoi?" Disse Zeus in tono troncato. "Non ce n'? bisogno. Nulla di ci? che dico ti impedir? rincontrarli. Ma comprendi questo, Hermes. Non farai nulla per mettere lo syrinx nelle mani di chiunque non lo rivendichi da solo. Se lo fai, sarai punito. Capisci?" "S? capisco". * * * * * "Dove stai andando?" Hybris lo afferr? per un braccio, per fermarlo. Per una volta sarebbe stato bello se lui avesse rallentato e avesse pensato prima di agire. Si era precipitato fuori dal tempio davanti a lei, la furia lo circondava come una nuvola. Lei aveva dovuto correre dietro a lui ed era fortunata ad avere un perfetto equilibrio sui suoi tacchi. Zeus non prendeva con gentilezza l'uso dei poteri nella sua sala del trono, Hermes escluso. Tuttavia, l'eccezione poteva essere attribuita al fatto che Hermes si era mosso troppo in fretta per farsi abbattere. "Via", lui scatt?. Hybris lo conosceva abbastanza bene da sospettare che avesse gi? un piano B da attuare se Zeus avesse rifiutato la sua richiesta. Hermes non accettava mai un no come risposta. Per lui, "no", esisteva come ostacolo da aggirare in qualche modo. Era sempre stato cos? dannatamente intelligente. A volte le mancava, ma non in quel momento. Apollo si era adirato facilmente negli ultimi tempi e si scagliava sempre contro di lui. Iniziare qualcosa con lui avrebbe richiesto pazienza e cautela. Chiaramente, senza il suo aiuto e un attento piano, Hermes avrebbe causato la morte della ninfa e del satiro e lui stesso sarebbe stato espulso dall'Olimpo, se non qualcosa di peggio. Il suo obiettivo era quello di discutere con lui, farlo ragionare e poi allontanarsi di nuovo. Ma che tipo di dea sarebbe stata se lo avesse lasciato incastrato in uno dei suoi schemi cervellotici? "Dove stai andando?" ripet? lei. "A parlare con Artemide e poi provare a capire come salvare Daphne in modo che io possa portarla a Melancton senza infrangere i termini del suo accordo". Hermes liber? il braccio dalla sua presa e prosegu? nel suo cammino. Fedele alla sua parola, si diresse verso il tempio della dea della caccia. Hermes viaggiava raramente a piedi nell'Olimpo. Le sue ali e la sua velocit? erano diventate una seconda natura per lui. Il fatto di calpestare i sentieri di pietra dimostrava semplicemente la sua determinazione, o forse guadagnare un po’ di tempo per elaborare un piano adeguato. "Di cosa devi parlare con Artemide?" Il suo tono si fece pi? acuto del previsto mentre si affrettava a seguirlo. Lei digrign? i denti, rendendosi conto di essere sembrata troppo interessata alla natura del suo coinvolgimento con Artemide. Si erano separati molto tempo fa, entrambi avevano avuto altri amanti da allora. Non c’era motivo di essere gelosa. "Non per quello che pensi tu". Hybris emise un lieve respiro di sollievo. Era una delle poche Dee dell’Olimpo con cui lui aveva dormito ed era una dea minore nata da altre divinit? minori di scarsa importanza o relazione diretta con lui. Artemide condivideva un genitore con Hermes. Non era strano nel loro genere, ma lei ricordava la sua reazione inorridita verso i miti umani che li mostravano in accoppiamento tra i membri della famiglia. "Non sono gelosa, quindi le tue implicazioni sono ingiustificate. Sono superore ad una tale banalit?". Una bugia, odiava ammetterlo a se stessa. Aveva bruciato villaggi sulla Terra a causa della sua gelosia in passato. L'arroganza non era la sua unica colpa. C'erano la violenza, l'insolenza, l'orgoglio, il complesso di superiorit? e praticamente qualsiasi cosa in grado di provocare allo stesso modo umani e divinit? per iniziare una guerra, una discussione o commettere un omicidio. Non le piacevano i suoi poteri, ma i Destini l'avevano scelta per sopportarne il peso. Per fortuna, aveva imparato a smorzare la sua influenza per la maggior parte del tempo, ma non quando sarebbe contato veramente, come scusarsi con coloro che amava. Faceva schifo. La solitudine le aveva impedito di ferire coloro a cui teneva nei primi anni e ultimamente era rimasta lontana per la vergogna, che non riusciva ad ammettere. Era diventato il modo pi? sicuro per evitare di danneggiarli con la sua stessa presenza nelle loro vite. Aveva interrotto la connessione con Pan prima che potesse formarsi e sperava di salvarlo dall'inevitabile dolore di amarla. Hermes, lei sapeva di averlo devastato, ma non c'era stato un altro modo per risparmiare Pan. Il sacrificio faceva sempre tanto male quanto l’aiuto. "Non mi sognerei di accusarti di qualcosa di cos? vicino alla gelosia, mia cara", lui disse con finta dolcezza mentre spalancava le pesanti porte del tempio di Artemide, senza chiedere permesso alla dea che cercava all'interno. Mentre il design originale dei templi dell'Olimpo era aperto sui lati, la maggior parte delle divinit? principali avevano iniziato a racchiudere le loro mura e costruire porte. Perfino gli dei godevano della loro privacy. Artemide era adagiata su una soffice coperta di pelliccia, scrutando nella pozza di riflessione nel cuore del suo tempio che era solita usare per spiare gli umani durante le ore notturne in ogni parte del globo. Il suo hobby preferito. Accanto a lei, un centauro dai capelli ramati tendeva un piatto d'argento condito con fragole ricoperte di cioccolato per la sua padrona. Non aspettando l’invito, Hermes si addentr? nel tempio. L'uomo non mostr? buone maniere o decenza. Non buss? nemmeno. "Potresti essere meno rude?" Sussurr? Hybris. Certo, lei non era favorevole ai convenevoli dal momento che faceva ci? che voleva, quindi lo segu?. Lui la sent? e ridacchi? piano. "S?, s?. S?, posso. Guarda questo". Scrollando le spalle, lei continu? dietro di lui, curiosa di sapere cosa avesse architettato in quella sua testa e perch? pensasse che Artemide sarebbe stata di grande aiuto. Al momento dell'intrusione, il centauro lasci? cadere il piatto, spargendo fragole nella pozza di riflessione mentre inciampava sui suoi quattro piedi, tirando un arco e una freccia dalla faretra sulla sua schiena. I ciuffi di capelli sui gomiti corrispondevano alla lunga treccia rossastra che pendeva lungo la schiena. Cicatrici increspate incrociavano il suo corpo di cavallo marrone dorato, lasciate dagli umani che avevano tentato di ucciderlo. Gli umani erano riusciti ad afferrarlo ma Artemide l’aveva salvato e aveva punito gli umani. Hybris aveva sempre rispettato la dea per aver salvato il centauro, anche se gli aveva regalato l'ambrosia per renderlo il suo servitore eterno. Non sembrava preoccuparsene per?. Artemide strill? mentre le fragole la colpirono e la maggior parte schizz? nell’acqua. "Per amore di Ade, Xylon, ti ho detto mille volte di non far cadere il cibo nella mia piscina. Frigge e diventa nebulosa. Ariston e Lily lo stavano facendo di nuovo nel fiume. Oh". Artemide li not? finalmente. "Non vi ho sentito entrare". La porta era stata mostruosamente rumorosa. Lei era troppo concentrata sul suo atto di voyeurismo per notare gli intrusi. "Artemide", disse Hermes. Inclin? leggermente la testa per sembrare rispettoso. Pfft. Dopo essere entrato. Quanta premura. "Hermes", rispose lei, poi il suo sguardo si spost? su Hybris e si accigli?. "E tu". "Io", disse Hybris divertita. Nessuno era mai sembrato granch? entusiasta di vederla. Come se le importasse. Lei soffoc? l'impulso di calciare una fragola ribelle nella piscina mentre passava, ma si trattenne. Non c'era bisogno di causare agitazione. Artemide non aveva fatto nulla per offenderla. Ancora. "Cosa vi porta nel mio tempio?" Artemide tent? di nascondere la sua agitazione dietro un sorriso allegro. Si pass? i lunghi capelli biondi argentati sopra la spalla. "Vi offrirei le fragole, ma questo stupido le ha lasciate cadere tutte". Lei lanci? a Xylon uno sguardo cattivo, che lo fece precipitare nella piscina per raccogliere la frutta caduta. L'acqua era alta fino al ginocchio. "Ho un favore da chiederti". Hermes scocc? un’occhiata e le porte sbatterono dietro Hybris. Lui riapparve un secondo dopo sulla sedia a sdraio che Artemide aveva sistemato sull'estremit? opposta della piscina. "Vorrei che non volassi in giro come un insetto minaccioso. ? irritante". Artemide si alz? in piedi e poi cammin? sul pavimento di marmo, la fronte corrugata per la concentrazione. "Riguarda mio fratello, vero? E la ninfa?" "Come hai fatto …" inizi? Hybris, ma Hermes la interruppe con un gesto della sua mano. Lei avrebbe cercato vendetta per tutta l'arroganza con la quale inaspettatamente la trattava. Forse gli avrebbe strappato gli occhi che avrebbero visto fuori del suo corpo mentre lei gli dava un calcio nel culo. Nah. Perch? rovinare uno smalto perfetto, glamour o no. "S?", rispose Hermes ad Artemide, interrompendo le fantasie violente di Hybris. "Ma … Zeus te l’ha proibito", avvert? Hybris. "in modo esplicito". Artemide alz? un sopracciglio e si rivolse a Hermes. "E’ cos?, vero? E tu vieni qui a chiedere il mio aiuto sfidando non solo mio fratello, ma anche Zeus?" "Ovviamente no". Lui sorrise. "Lui ha affermato in modo esplicito di non interferire con i satiri. Sto interferendo con una ninfa". "Quella particolare ninfa significa moltissimo per un satiro. Salvarla interferisce con un satiro". Hybris incroci? le braccia, sfidandolo a discutere. Non era una sciocca. Qualunque cosa lui avesse fatto, avrebbe creato problemi. Artemide la raggiunse accanto alla piscina e imit? la sua posa. Lei pens? che la dea bionda non la stesse deridendo intenzionalmente, ma Hybris si costrinse a non rivelare come la vicinanza di Artemide la infastidisse. Spingere via Artemide sarebbe stato controproducente. "Cos'? questo? Voi due state insieme contro di me?" Hermes sollev? i piedi da terra e si rilass? sulla sedia. "Quindi questo ? ci? che sentiva Ariston". Sghignazz? per qualcosa che solo lui ricordava. Xylon fece un gran trambusto mentre usciva dalla piscina con le fragole mollicce e usc? dall'uscita posteriore per buttarle. Inalterata, Artemide inclin? la testa di lato e guard? Hermes. Quindi lei fece cenno a Hybris di sedersi su una delle altre sedie – non che Hybris aspettasse che gliela offrisse – e ne prese un'altra per s?, sollevando la vestaglia quel tanto da permetterle di incrociare delicatamente le gambe. "Cosa avevi in mente?" Hermes si strinse nelle spalle e si mise le mani sotto la testa mentre fissava il cielo aperto sopra di loro. "Oh, niente di elaborato. Distrarre Apollo abbastanza a lungo per spostare Daphne in un luogo sicuro prima che si renda conto della sua scomparsa. Quindi dopo tutti faremo finta di nulla. Penser? al resto pi? tardi. ? essenziale portare Daphne a Melancton appena possibile". Artemide rise. "Li stai condannando entrambi a morte. Apollo dice che Melancton ha giurato di non salvare la sua amante ninfa". "Ma non la sta salvando lui. Lo sto facendo io. Melancton la protegger? semplicemente". Oh, s?. Tutto sarebbe sembrato perfetto fino a quando le persone che lui voleva salvare non sarebbero state uccise. "Stai giocando con il fuoco. Ricorda cosa ? successo a Prometeo per aver tentato di ingannare gli dei". Hybris cerc? di nascondere il suo compiacimento. Prometeo aveva abbastanza arroganza per alimentare i suoi poteri senza che lei sollevasse un dito per spingerlo verso la sua caduta. Aveva quasi raggiunto l’apice dell’arroganza in poche settimane. "Prometeo era un cretino e un mortale. Io sono un dio. Ci vorr? molto di pi? di un Apollo che si arrabbia per farmi cadere". Hermes gir? la testa nella sua direzione come se il contatto visivo lo rendesse vivo. La sua arroganza emise un brivido nel suo sangue e si morse un labbro per trattenere un sospiro di piacere. Hybris sorrise e incroci? le gambe. Le incroci? lentamente, consapevole di non aver indossato niente sotto il vestito. Le righe dei pantaloni mostravano tutto anche quando indossava solo una corda. Hermes sgattaiol? prontamente dalla sedia e si alz? in aria in un battito di ali minuscole. Era orgoglioso, arrogante, narcisista, ma non del tutto odioso … a meno che non volesse esserlo. Abbatterlo non aveva mai smesso di eccitarla. In primo luogo, faceva parte di ci? che l'aveva attratta verso di lui. Era la sua combinazione perfetta. Avrebbe voluto non averlo distrutto. Конец ознакомительного фрагмента. Текст предоставлен ООО «ЛитРес». Прочитайте эту книгу целиком, купив полную легальную версию (https://www.litres.ru/pages/biblio_book/?art=57159316&lfrom=688855901) на ЛитРес. Безопасно оплатить книгу можно банковской картой Visa, MasterCard, Maestro, со счета мобильного телефона, с платежного терминала, в салоне МТС или Связной, через PayPal, WebMoney, Яндекс.Деньги, QIWI Кошелек, бонусными картами или другим удобным Вам способом.
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