Зайти за четверть часа до заката В весенний лес и терпеливо ждать, Непроизвольно ежась – сыровато, Но все равно, какая благодать! Темнеет быстро внутренность лесная, И свет зари, скользящий по стволам Деревьев вековых, незримо тает В верхушках сонных. Слышно, где-то там Кричит протяжно иволга. И трели Весенних соловьев робкИ пока. Взлетевший вет

Il Mistero Della Serendipit?

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Il Mistero Della Serendipit? R. F. Kristi Un reperto ? sparito. Una giungla piena di indizi. Potr? un gatto detective salvare un tesoro nazionale? Se a te e al tuo bambino piacciono le esperienze culturali, gli animali detective, le storie di gruppi in azione, allora amerai le avventure in giro per il mondo di R.F.Kristi. Clicca sul link per acquistarlo oggi! Un reperto ? scomparso. Una giungla piena di indizi. Potr? un gatto detective salvare un tesoro nazionale? Inca, gattina Siberiana, non vede l’ora di aggiungere lo Sri Lanka ai luoghi che ha visitato. Ma prima che le sue zampe tocchino la spiaggia sabbiosa, viene a sapere che il museo locale ha bisogno del suo aiuto per recuperare una antica spada rubata. Con il suo caro diario al seguito e nuovi amici al suo fianco, Inca fiuta una scia di indizi che la portano nel cuore della giungla selvaggia. Dopo avere ricevuto un po’ di aiuto da un piccolo elefante e dai leopardi, suoi cugini prossimi, le viene raccontata l’interessante storia di quel luogo e di quanto sia importante recuperare e rimettere al suo posto quella spada. Insieme a tutta la famiglia di pelosetti e a tutti i nuovi amici al suo fianco, Inca sente di essere sul punto di afferrare con i suoi artigli la spada… ma tutta la squadra salver? un inestimabile pezzo di storia. Il Mistero di Serendipit? ? il 7^ libro indipendente per bambini, all’interno della serie del Gatto Snoopy, ed ? perfetto per ragazzi di et? 7-12. Se a te e al tuo bambino piacciono le esperienze culturali, gli animali detective, le storie di gruppi in azione, allora amerai le avventure in giro per il mondo di R.F.Kristi. R.F. Kristi Il Mistero della Serendipit? IL MISTERO DELLA SERENDIPIT? DIARIO DI UN GATTO SNOOPY R.F. KRISTI Illustrazioni di Jorge Valle Tradotto da Marisa Greco L’albero Genealogico della mia famiglia Inca e Company La mia Agenzia Investigativa Sono un super Gatto detective. La mia agenzia investigativa si chiama Inca & Company. Gi? altre volte, con tutta la mia squadra, sono stata coinvolta nella soluzione di misteri. Siamo famosi a Londra, in Inghilterra e adesso anche in Francia.4 ESSO CHE AVETE DATO UNA SBIRCIATINA ALLA MIA FAMIGLIA* E ALLA MIA SQUADRA DI DETECTIVE – TUFFIAMOCI NELLA MIA ECCITANTE STORIA!! *Amici, se volete saperne di pi? su di me e la mia famiglia andate sul retro del libro (Firmato) La Regina delle gattine Inca, Il Siberiano Gatto Detective 10 Giugno Domenica, Mattina Mi stavo stiracchiando al tiepido sole mentre affondavo le zampe nella soffice sabbia dorata. La mamma aveva deciso di trascorrere le vacanze su una piccola isola dorata nell’Oceano Indiano, tra l’India e il Sud-Est Asiatico. Mi leccavo le labbra dalla felicit?! A casa era tutto cos? freddo e triste, invece qui stavamo in una casetta sulla spiaggia, in un villaggio sul mare chiamato Galle, su un’isola molto soleggiata dello Sri Lanka, in passato conosciuta con il nome di Ceylon. Il volo da Londra era stato molto lungo e, nonostante ci?, eravamo molto felici di trovarci su questa isola molto carina, lontani dal clima piovoso e cupo di casa. La nostra casetta prevedeva pure una spiaggia privata, tutta per noi – Evvivaa! I miei familiari pelosetti sono molto amanti di stare al sole e tutti noi ci comportavamo come boccioli che si schiudevano al calore della luce del sole. Mangiavamo tanto, litigavamo di pi?, facevamo tante fusa e bevevamo tantissima acqua. Era la prima volta che ci trovavamo su una spiaggia cos? meravigliosa. Di mattina ci svegliammo innanzi a quella meravigliosa sabbia dorata e al brillante oceano blu con le sue bianche onde spumeggianti. Subito dopo colazione, ci precipitammo verso il giardino, lungo il sentiero che ci portava alla soffice spiaggia dorata – quella privata, tutta nostra. La sera prima eravamo arrivati molto stanchi e con i nervi a fior di pelle a causa di quel lungo viaggio in aereo. Noi micetti, di solito, odiamo viaggiare. Ma da quel momento in poi, visto che eravamo dei giramondo, ci cominciammo ad abituare. E, ben presto, dopo un po` di riposo, il faticoso e snervante viaggio fu dimenticato e cominciammo a goderci le bellezze del luogo, la casetta molto carina e la spiaggia stupenda. La mamma si prendeva il sole sulla spiaggia accanto a noi e, mentre mio fratello Fromage si leccava un cono gelato con una espressione di beatitudine sul suo volto, Charlotte, la nostra piccola amica criceta dormicchiava coccolandosi sul suo collo. A Londra, la mamma gestiva una famosa formagger?a francese, nella zona di Kensington. Inoltre, era anche proprietaria di una simile bottega di formaggi a Parigi, la sua citt? di origine. Cara, la mia sorellina Siamese, sempre tutta perfettina, stava seduta sotto l’ombrellone e osservava Fromage con una espressione di disappunto. Infatti, Fromage, come ? solito fare per sua natura, aveva fatto cadere il gelato per terra e adesso se lo stava leccando, sabbia compresa. Lasciai perdere Fromage a Cara non appena fiutai l’arrivo di una imminente lite e sospirai di felicit?, ammirando quelle infinite spiagge dorate. La Mamma aveva organizzato di trascorrere i primi giorni nella casetta sulla spiaggia e poi avremmo preso il treno che portava alle piantagioni di t? e avremmo visitato pure le antiche rovine. La Mamma ci aveva spiegato che il viaggio in treno sarebbe stato divertente e che lo Sri Lanka vanta 2000 anni di cultura e ben otto siti patrimoni dell’UNESCO, tutti contenuti in questa isola minuscola. La Mamma ci aveva pure raccontato che in questa piccola isola ci sono templi meravigliosi e grotte con graffiti di molti secoli fa e che non vedeva l’ora di visitare tutto questo con noi. Io, in realt?, non vedevo l’ora di incontrare tanti elefanti che, immaginavo, vivessero su questa meravigliosa isola. Non avevo mai visto un elefante dal vivo prima d’ora. Ma il nostro amico Terrance li aveva visti e ci aveva raccontato che erano enormi e molto diversi da noi e che erano mammiferi molto intelligenti. La Mamma ci aveva detto che una mamma-elefante e il suo piccolo vivevano nella zona vicino alla nostra casetta. Avevamo gi? visto una foto di una mamma-elefante e dei suoi due piccoli e, dunque, ero molto impaziente di incontrare questi enormi animali. Domenica Pomeriggio Quel pomeriggio, il cuoco della casetta si apprestava a cucinare un intero pesce delizioso. Nel frattempo, la mamma era andata a controllare la sua posta elettronica. Il sole era ancora caldo e, quindi, decidemmo di ritirarci all’ombra, sul patio. I fiori profumati brillavano al sole. Annusai deliziato. Fromage era sdraiato. Si sistem? gli occhiali da sole sul naso e, miagolando, disse: ” Questa ? vita, Inca. Vorrei rimanere qui per sempre!” Ero assolutamente d’accordo. Era una vacanza meravigliosa, specialmente se pensavo al clima freddo di casa. Per? mi mancavano gli amici, Terrance, Monk e Polo, e tutti gli altri della mia squadra investigativa, Inca & Company. Mi chiedevo cosa stessero facendo mentre io mi rilassavo sulla spiaggia. Non mi piaceva il fatto che non fossero l? con noi. Avrebbero apprezzato tanto quelle spiagge dorate e la sabbia cos? soffice. Da quando eravamo in vacanza e faceva tanto caldo, la mamma ci permetteva di mangiare i coni-gelato. Gnam Gnam! 11 Giugno Luned?, mattina Mamma leggeva il giornale locale mentre noi facevamo colazione. “Che vergogna”, disse. Una preziosa e antica spada (intendo tanto ma tanto vecchia) ? stata rubata dal Museo principale della citt? di Colombo. “Avevo programmato di andarla a vedere durante la visita al Museo” Alzai gli occhi con interesse. Da quando avevo costituito la mia agenzia investigativa ero interessata a qualsiasi tipo di crimine. La misteriosa scomparsa o il furto di una vecchia spada era proprio il mio genere. La mamma si accigli? non appena il suo telefono cominci? a suonare come un moscerino arrabbiato. Si allontan? da noi per rispondere al telefono e ne approfittai per chiedere al resto del gruppo cosa volessero fare quella mattina. Risposero all’unanimit?. Tutti volevano tornare sulla spiaggia per giocare e vedere di nuovo le enormi tartarughe di mare del giorno prima. Le tartarughe arrivarono verso le 10 del mattino, proprio come il giorno prima, per sdraiarsi sulle alghe vicino alla casetta. Si muovevano tutte intorno molto ma molto lentamente ed erano pure molto chiacchierone. Si dilettavano a trascorrere molte ore galleggiando sulla superficie dell’oceano, apparentemente dormivano oppure si crogiolavano al sole. Molto spesso gli uccelli di mare si poggiavano sul loro dorso. Dopo che mangiarono, trascorsero un po’ di tempo riposandosi o dormendo incastrate tra i coralli o le rocce. Tutto ci? era molto interessante da osservare. Attaccai a parlare con una delle pi? piccole che si chiamava Rani. Mi aveva paragonato ad una sirenetta e mi chiese se volessi indossare le pinne e fare una nuotata con lei. Mi misi a ridere e le dissi che non ero una sirenetta ma un gattino di razza Siberiana. Poi mi raccont? un po' di lei e della sua famiglia. Alcuni di loro erano vecchi, avevano quasi cent’anni. Queste tartarughe vecchie erano pure molto sagge e conoscevano i migliori posti tutto intorno a Galle dove trovare squisite alghe. Tutto questo secondo la mia amica tartaruga Rani. Io non avevo mai assaggiato delle alghe prima d’ora e non avevo intenzione di farlo adesso. Rani mi disse che a loro piaceva molto quel tratto di spiaggia e, in particolare, il fatto che quella casetta accogliesse pochi ospiti, a differenza dei grandi hotel sulla spiaggia, un p? pi? in l?. Qui potevano davvero riposare indisturbate. Rani, la piccola tartaruga, era rimasta affascinata dal fatto che arrivavamo da un luogo cos? lontano. Era molto curiosa e voleva sapere tutto di Londra. A me piace essere ascoltata e avevo raccontato a Rani tutte le nostre precedenti avventure e della mia agenzia investigativa – Inca &Company. Fromage, ovviamente, aveva raccontato a Rani della sua formaggeria a Londra e di quella a Parigi, dove era nata. Mentre chiacchieravamo di Londra e Parigi e dei nostri amici, la Mamma corse fuori per informarci che Solo e Terrance erano appena arrivati all’aeroporto e ci avrebbero raggiunto presto. Saltammo di gioia! Eravamo proprio felici di avere Terrance l? con noi. Terrance era davvero un amico e lo ammiravamo tanto, nonostante fosse un cane. Solo era stato invitato dal Direttore del Museo Colombo per investigare sul caso della spada rubata. Solo aveva una buona reputazione che riguardava la soluzione di crimini internazionali e locali. Terrance era il suo abile assistente. Sapevo che avrei ricevuto informazioni dirette da Terrance e, forse, avrei avuto una buona opportunit? per aiutarlo e Solo avrebbe trovato il colpevole e recuperato la spada preziosa. Tutto ci? era gi? accaduto in passato. Inoltre, ero ansioso di sapere come se la stessero passando il resto di Inca e Company a Londra. Poveretti Monk e Polo! Come saranno tristi, li abbiamo lasciati soli nella fredda, freddissima Londra. Lunedi’ Pomeriggio Quel pomeriggio sentimmo un forte rumore oltre il muro della casetta. Mentre il resto del gruppo rimase l? e cercava di guardare, Io, poich? sono curiosona, saltai in cima al muro per vedere cosa fosse quel rumore. Per poco non caddi gi? per lo stupore che provai. Stavo subito per scendere quando una voce stridula disse: “Ciao! “Sei un gattino carino! “Come ti chiami? Una piccola montagna grigia mi guardava con occhi intelligenti. Era un cucciolo di elefante che mi parlava accanto alla sua enorme mamma-elefante, che era troppo impegnata a masticare foglie per accorgersi di me. Non osai saltare per parlare con il piccolo elefante e, pensando a me stesso e alla piccola montagna che aveva gusti raffinati, gli risposi: “Ciao, Mi chiamo Inca, e tu come ti chiami? “Mi chiamo Meena, perch? non vieni a farti una corsetta sulla schiena di Mamma? Mi disse. Cominciai a deglutire. Arrampicarmi per farmi una corsetta sulla schiena di Mamma-elefante? E se Mamma-elefante mi avesse afferrato con la sua proboscide? ? Mi avrebbe schiacciata come un insetto? ? Mi avrebbe appiattita come un pancake? ? Mamma-elefante avrebbe starnutito e infine mi avrebbe soffiata via fino in Cina? ? Sarei sopravvissuta all’incontro ravvicinato con quella enorme signora-elefante? Lanciai un’occhiatina a Meena. Lei aveva gli occhi luminosi e scintillanti e, sul suo viso enorme, un adorabile sorriso. Ma la sua proboscide che terminava in una piccola bocca era qualcosa che non potevi perderti facilmente. Era una proboscide e lo era per davvero. Una volta che l’hai vista non la dimentichi mai pi?. In effetti era un mezzo di trasporto comodo che si muoveva tutto intorno come se fosse un essere vivente a s?. La osservavo con ammirazione. Poi pensai, una corsetta su un elefante, perch? no? Un evento importante da annotare sul mio diario. Scommetto un milione di bigliettoni che non troveresti nessun gatto a Parigi o a Londra che si ? fatto una corsetta su un elefante. Dopo tutto, ancora mi rimangono 9 vite, perch? non metterne una in gioco? Misurai la distanza dal muro fino alla schiena di Meena e saltai usando le mie forzute gambe per catapultarmi proprio sulla schiena di Meena. “Urr?” url? Meena mentre la sua mamma emise un forte suono di tromba. Un bel suono crescente in segno di approvazione. Il suono di tromba fu cos? forte che, sono sicuro, si pot? sentire fino a oltre sei miglia. Mi sentii soddisfatta e compiaciuta che questa enorme mamma elefante e il suo piccolo fossero emozionati dal mio salto. All’improvviso sul muro apparvero Cara e Fromage con Charlotte aggrappata al collo di Fromage. Dovevano aver sentito quel suono di tromba e pensato che mi fosse accaduto qualcosa. Quando mi videro seduto sul dorso di Meena i loro occhi cominciarono a girare come salse. Presentai la mia famiglia a Meena e alla sua mamma e, ancor prima di conoscersi, mamma elefante aveva gi? trascinato Cara, molto stupita, con la sua proboscide e l’aveva delicatamente appoggiata sul suo comodo dorso. Subito dopo, Fromage e Charlotte erano pure sul dorso dell’elefante pronti per una bella corsetta. Fu vero divertimento! Guardavamo gi? come reali sulla schiena di questa graziosa mamma elefante. 12 Giugno Marted?, Mattina La mattina successiva l’alba si tinse di bei colori blu e scintillanti. Gi? alle sei del mattino il sole era caldo e luminoso. Mentre eravamo sulla spiaggia a chiacchierare con la nostra amica tartaruga, Rani, arriv? la mamma. “E’ tempo di andare al bus”, disse la mamma. Velocemente salutammo Rani. Per l’entusiasmo di incontrare Terrance e Solo divorammo rapidamente il nostro gelato e corremmo verso casa. Ci muovevamo dietro la mamma e con cautela giravamo dietro gli angoli, poich? ricordavamo che sulla strada c’erano mucche, risci? e biciclette. Alla fine di una strada tortuosa si arrivava alla piazza principale del villaggio. La mamma ci port? alla fermata dell’autobus e disse: “Ecco arriva l’autobus!” Mentre in lontananza si sentiva il rumore delle ruote. “C’? Terrance” url? Fromage non appena vide l’allegra faccia comparire dietro la schiena di Solo dal finestrino del bus. L’enorme e polveroso autobus si avvicin? lentamente alla fermata e subito saltarono fuori Solo, con una valigia, seguito da Terrance. Terrance aveva la lingua penzoloni, felice di potersi stiracchiare le lunghe zampe e di essere finalmente fuori dal bus. Non appena ci vide cominci? a saltellare tutto intorno a noi abbaiando come un matto. Tutto ci? che Mamma sentiva era: “Bau, Bau, Bau!” Ma in realt? Terrance ci stava dicendo: “Ciao a tutti! Sono tanto felice di rivedervi”. Solo mise una mano sulla testa di Terrance per calmarlo e disse alla Mamma, tenendole la mano: “Tesoro, non hai salutato Terrance, ti sta girando tutto intorno e ti sta leccando la mano”. “Terrance ? accaldato a ha sete, diamogli un po' d’acqua”. La Mamma si chin? e con delicatezza diede dei colpetti sulla testa di Terrance; lui sollev? la zampa destra e si diedero una stretta di mano. “Terrance, ti meriti un bel gelato” disse la Mamma e Terrance saltell? di gioia. Terrance cominci? a sbattere la sua coda contro Solo per farlo sbrigare cos? da ritornare a casa percorrendo la strada polverosa e sotto un sole cocente. Non appena rientrati a casa, Mamma e Solo indossarono i loro costumi da bagno e corsero al mare. Naturalmente noi andammo con loro e ci sdraiammo sotto l’ombrellone. Terrance impazz? di gioia non appena vide le onde spumose e si precipit? verso il mare subito dopo Mamma e Solo. Sentiva tanto caldo che ingurgit? un cono gelato e bevve una enorme ciotola di acqua che la Mamma gli aveva preparato. Non avevo mai visto Terrance cos? felice. Correva avanti e indietro sulla spiaggia e si bagnava nell’acqua spumosa tuffandosi su e gi? nelle onde. Infine, torn? verso di noi, si butt? per terra e, tutto bagnato, fece un gran sorriso. “Davvero meraviglioso!” disse. “Ma… voi micetti non andate in acqua?” “No, no!” rispondemmo in coro. “L’acqua ? proprio splendida” – disse Terrance. “Mentre ero sul bus” desideravo strapparmi il mantello. Faceva un gran caldo” “Adesso mi sento felice e rinfrescato”. Marted?, Pomeriggio Al mattino Terrance aveva incontrato la nostra amica tartaruga Rani, che si era interessata a lui e le piaceva toccarlo. Rani sapeva tutto di Terrance perch? io le avevo raccontato della nostra Agenzia Investigativa e delle nostre avventure e misteri di cui ci eravamo occupati fino ad allora. Lei riteneva che la sua vita fosse noiosa rispetto a tutto quello che avevamo fatto noi ed era molto felice di incontrare Terrance per farsi raccontare altre avventure. Poi decisi di presentare Terrance alla elefantina Meena e alla sua Mamma. Ieri era stato molto divertente correre sulla sua schiena. Terrance fu molto affascinato di conoscerle e intraprese una conversazione con la Mamma elefante. E venne fuori che Mamma elefante faceva un lavoro molto importante. Veniva ingaggiata dalle coppie di sposi. Il suo lavoro era accompagnare gli sposi al luogo della cerimonia seduti sulla sua schiena. Meena e la sua mamma vivevano in una grande tenuta, di propriet? di una ricca signora dello Sri Lanka, Mrs Banda. Mrs. Banda andava l? soltanto nei fine settimana, perch? in realt? viveva a Colombo. “Che sono Ficcanaso!” Andai a sbirciare nella casa di Mrs. Banda e Terrance mi segu?, mentre il resto del gruppo rimase fuori a giocare con Meena. La casa era enorme e arredata con antiquariato. Alle pareti erano appese antiche spade, pugnali e cose del genere. Osservai Terrance che esaminava le pareti con interesse e mi chiedevo se le spade rubate fossero simili a quelle appese l?. Improvvisamente ci fu un rumore e un enorme uomo scuro apparve sulla porta. Un enorme uomo accigliato, molto alto e con la pelle scurissima. Конец ознакомительного фрагмента. Текст предоставлен ООО «ЛитРес». Прочитайте эту книгу целиком, купив полную легальную версию (https://www.litres.ru/pages/biblio_book/?art=57159006&lfrom=688855901) на ЛитРес. 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