Òû ìíå ñêàçàë, ÷òî ÷óâñòâóåøü èíà÷å. ×òî, âèäèìî, òû - íå òàêîé êàê âñå. ×òî îò îáèäû ÷àñòî ñåðäöå ïëà÷åò. È â òåìíîé ïðåáûâàåò ïîëîñå. Òû íå ïóãàéñÿ, âñå ýòî áûâàåò, Êîãäà Äóøà âçûâàåò èç ãëóáèí. Íå óäèâëÿéñÿ, ìàìà òâåðäî çíàåò - Íîðìàëüíî ýòî. Ïðîñòî òû - ìîé ñûí. ß ðâåíèåì ñâîèì ê Ëþáâè è Ñâåòó Ïðîñòðàíñòâî î÷èùàþ âêðóã ñåáÿ. È ó òåá

Se lei sapesse

Se lei sapesse Blake Pierce Un giallo di Kate Wise #1 Un capolavoro del genere thriller e giallo! L’autore ha sviluppato e descritto cos? bene il lato psicologico dei personaggi che sembra di trovarsi dentro le loro menti, per seguire le loro paure e gioire dei loro successi. La trama ? intelligente e appassiona per il tutto il libro. Pieno di colpi di scena, questo romanzo vi terr? svegli anche la notte, finch? non avrete girato l’ultima pagina. Books and Movie Reviews, Roberto Mattos (a proposito del Killer della rosa) SE LEI SAPESSE (un giallo di Kate Wise) ? il libro 1 di una nuova serie thriller dell’autore best-seller Blake Pierce, il cui best-seller Il killer della rosa (libro 1) (scaricabile gratuitamente) ha ricevuto pi? di mille recensioni a cinque stelle. La cinquantacinquenne Kate Wise, madre di una figlia ormai grande e agente dell’FBI appena andata in pensione, si ritrova strappata via dalla sua tranquilla vita di periferia quando la figlia della sua amica viene uccisa durante una violazione di domicilio – e la implorano di fornire il suo aiuto. Kate pensava di aver lasciato l’FBI dopo trent’anni come agente di punta, rispettata per la sua mente brillante, le sue abilit? forti in azione e la sua sbalorditiva capacit? di dare la caccia ai serial killer. Per? Kate, annoiata dalla cittadina tranquilla, viene convocata da un’amica che non pu? deludere. Dando la caccia all’assassino, si ritrova presto in prima linea in una caccia all’uomo, a mano a mano che compaiono nuovi corpi – tutte madri di periferia, mogli in matrimoni perfetti – e diventa chiaro che c’? un serial killer che perseguita quella tranquilla cittadina. Disseppellisce segreti dei suoi vicini che non avrebbe mai voluto conoscere, scoprendo che nulla ? come sembra in quel quadretto di citt? e vicini modello. Relazioni e menzogne dilagano, e Kate deve passare al setaccio il ventre della citt? per impedire all’assassino di colpire ancora. Ma questo assassino ? un passo avanti a lei, e potrebbe finire a trovarsi lei in pericolo. Thriller pieno di azione e di suspense, SE LEI SAPESSE ? il libro 1 un’affascinante nuova serie che vi terr? svegli fino a notte fonda, pagina dopo pagina, fino alla fine. Anche il libro 2 della serie di KATE WISE ? gi? ordinabile. s e l e i s a p e s s e (un giallo di kate wise – libro 1) b l a k e p i e r c e Blake Pierce Blake Pierce ? l’autore della serie thriller best-seller di RILEY PAGE, che include dodici libri (pi? altri in arrivo). Blake Pierce ? anche l’autore dei gialli di MACKENZIE WHITE in otto libri (pi? altri in arrivo); della serie gialla di AVERY BLACK, che comprende sei libri; e della serie thriller di KERI LOCKE, che conta cinque libri; della serie gialla GLI INIZI DI RILEY PAIGE, che comprende due libri (pi? altri in arrivo); e della serie gialla di KATE WISE, che comprende due libri (pi? altri in arrivo). Avido lettore e fan di gialli e thriller da una vita, Blake vorrebbe sapere cosa ne pensi delle sue opere, quindi visita il suo sito internet www.blakepierceauthor.com (http://www.blakepierceauthor.com) per saperne di pi? e rimanere aggiornato su tutte le novit?. Copyright © 2018 di Blake Pierce. Tutti i diritti riservati. Salvo per quanto permesso dalla legge degli Stati Uniti U.S. Copyright Act del 1976, ? vietato riprodurre, distribuire, diffondere e archiviare in qualsiasi database o sistema di reperimento dati questa pubblicazione in alcuna forma o con qualsiasi mezzo, senza il permesso dell’autore. Questo e-book ? disponibile solo per fruizione personale. Questo e-book non pu? essere rivenduto n? donato ad altri. Se vuole condividerlo con altre persone, ? pregato di acquistarne un’ulteriore copia per ogni beneficiario. Se sta leggendo questo libro e non l’ha acquistato o non ? stato acquisto per suo solo uso e consumo, ? pregato di restituirlo e comprarne una copia per s?. La ringraziamo del rispetto che dimostra nei confronti del duro lavoro dell’autore. Questa storia ? opera di finzione. Nomi, personaggi, aziende, organizzazioni, luoghi, eventi e fatti sono frutto dell’immaginazione dell’autore o sono utilizzati in modo romanzesco. Ogni riferimento a persone reali, in vita o meno, ? una coincidenza. Immagine di copertina Copyright Elena Belskaya, usata su licenzia concessa da Shutterstock.com. I LIBRI DI BLAKE PIERCE I GIALLI DI KATE WISE SE LEI SAPESSE (Libro #1) SE LEI VEDESSE (Libro #2) GLI INIZI DI RILEY PAIGE LA PRIMA CACCIA (Libro #1) IL KILLER PAGLIACCIO (Libro #2) I MISTERI DI RILEY PAIGE IL KILLER DELLA ROSA (Libro #1) IL SUSSURRATORE DELLE CATENE (Libro #2) OSCURITA’ PERVERSA (Libro #3) IL KILLER DELL’OROLOGIO (Libro #4) KILLER PER CASO (Libro #5) CORSA CONTRO LA FOLLIA (Libro #6) MORTE AL COLLEGE (Libro #7) UN CASO IRRISOLTO (Libro #8) UN KILLER TRA I SOLDATI (Libro #9) IN CERCA DI VENDETTA (Libro #10) LA CLESSIDRA DEL KILLER (Libro #11) VITTIME SUI BINARI (Libro #12) MARITI NEL MIRINO (Libro #13) I MISTERI DI MACKENZIE WHITE PRIMA CHE UCCIDA (Libro #1) UNA NUOVA CHANCE (Libro #2) PRIMA CHE BRAMI (Libro #3) PRIMA CHE PRENDA (Libro #4) PRIMA CHE ABBIA BISOGNO (Libro #5) PRIMA CHE SENTA (Libro #6) PREMA CHE COMMETTA PECCATO (Libro #7) I MISTERI DI AVERY BLACK UNA RAGIONE PER UCCIDERE (Libro #1) UNA RAGIONE PER CORRERE (Libro #2) UNA RAGIONE PER NASCONDERSI (Libro #3) UNA RAGIONE PER TEMERE (Libro #4) UNA RAGIONE PER SALVARSI (Libro #5) I MISTERI DI KERI LOCKE TRACCE DI MORTE (Libro #1) TRACCE DI OMICIDIO (Libro #2) TRACCE DI PECCATO (Libro #3) TRACCE DI CRIMINE (Libro #4) INDICE PROLOGO (#uf75158aa-8abe-54d7-bc42-816d1326c010) CAPITOLO UNO (#ude396d2b-49b8-5e3c-bcb2-55b7c9ce9ac6) CAPITOLO DUE (#u7376a1c6-cf62-5315-a26f-efd19d5354e7) CAPITOLO TRE (#u400b8b87-1928-52d1-a481-47e5ed10ffb4) CAPITOLO QUATTRO (#u26617c2a-74d7-58af-9d51-879c13eddf65) CAPITOLO CINQUE (#u2a744fa6-ef96-57bb-a0da-9fe733ada757) CAPITOLO SEI (#u430c7421-c27a-554f-b079-28a436a7cea0) CAPITOLO SETTE (#uf8caece2-987d-5c14-8222-d89f2a1815e0) CAPITOLO OTTO (#ub2ec97f2-4179-5a73-9f85-3b0c8e6e241d) CAPITOLO NOVE (#litres_trial_promo) CAPITOLO DIECI (#litres_trial_promo) CAPITOLO UNDICI (#litres_trial_promo) CAPITOLO DODICI (#litres_trial_promo) CAPITOLO TREDICI (#litres_trial_promo) CAPITOLO QUATTORDICI (#litres_trial_promo) CAPITOLO QUINDICI (#litres_trial_promo) CAPITOLO SEDICI (#litres_trial_promo) CAPITOLO DICIASSETTE (#litres_trial_promo) CAPITOLO DICIOTTO (#litres_trial_promo) CAPITOLO DICIANNOVE (#litres_trial_promo) CAPITOLO VENTI (#litres_trial_promo) CAPITOLO VENTUNO (#litres_trial_promo) CAPITOLO VENTIDUE (#litres_trial_promo) CAPITOLO VENTITR? 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Era l’una del mattino, e si trattava del tipo di quartiere dove le persone andavano a letto a orari rispettabili in una chiassosa serata feriale fatta di un bicchiere di vino di troppo guardando il reality L’uomo dei sogni. Era il tipo di posto che lui disprezzava. Pagavano i conti dell’associazione di quartiere, raccoglievano in bustine di plastica la cacca dei loro cani per non offendere i vicini, e avevano figli che ovviamente praticavano sport non solo nelle squadre del liceo ma anche in quelle private della contea. Il mondo era la loro ostrica. Si sentivano al sicuro. Certo, chiudevano a chiave le porte e azionavano gli allarmi, per?, alla fin fine, si sentivano al sicuro. Le cose sarebbero cambiate. Risal? un vialetto specifico. Sicuramente adesso sarebbe stata a casa. Il marito era via, a Dallas, per lavoro. Sapeva quale finestra era quella della camera da letto. E sapeva anche che l’allarme nel retro della casa si guastava quando pioveva. Si spost? e sent? la rassicurazione del coltello, ficcato contro le reni, tra l’elastico dei boxer e i jeans. Si tenne vicino al fianco della casa, apr? la bottiglia d’acqua che si portava appresso e quando arriv? sul retro si ferm?. C’era la brillante luce verde della piccola cassetta di sicurezza. Sapeva che se avesse tentato di danneggiarla sarebbe partito l’allarme. Sapeva che se avesse tentato di aprire, del tutto o appena, una porta sarebbe partito l’allarme. Ma sapeva anche che con la pioggia non funzionava. Era qualcosa che aveva a che fare con l’umidit?, anche se quel tipo di sistema avrebbe dovuto essere waterproof al cento per cento. Con questo in mente, sollev? la bottiglia d’acqua e lo inzupp?. Osserv? la lucina verde sfarfallare, farsi pi? debole. Con un sorriso si inoltr? nella sottile striscia del giardino sul retro. Raggiunse le scale del riparato portico posteriore. Usare il coltello per aprire appena la zanzariera portafinestra fu facile; fece pochissimo rumore nel silenzio della notte. And? fino alla sedia di vimini nell’angolo, sollev? il cuscino, e ci trov? sotto la chiave. La prese nella mano guantata, and? alla porta sul retro, infil? la chiave, la gir? nella serratura, ed entr?. Nel sottile corridoio che sbucava dalla cucina era accesa una piccola lampada. Segu? il corridoio fino a una scala, e cominci? a salire. L’ansia gli mulinava nella pancia. Si stava eccitando – non in senso sessuale, ma nel senso in cui di solito si eccitava sulle montagne russe, l’aspettativa che lo faceva fremere mentre saliva, schioccando fin sulla cima pi? alta dei binari. Strinse il coltello, ancora in mano da quando aveva aperto la zanzariera. Sulla cima delle scale si concesse un momento per apprezzare il brivido della cosa. Respir? la pulizia della casa di periferia dell’alta societ? e la cosa gli diede una lieve nausea. Era troppo familiare, troppo distaccata. La odiava. Stringendo il coltello, and? alla camera che si trovava alla fine del corridoio. Lei era l?, distesa sul letto. Dormiva sul fianco, le ginocchia leggermente piegate. Indossava una t-shirt e un paio di pantaloncini da ginnastica, nulla di troppo impressionante dato che suo marito non c’era. And? al letto e la osserv? dormire per un po’. Si interrog? sulla natura della vita. Su quanto fosse fragile. Poi sollev? il coltello e lo fece scendere quasi con noncuranza, come se stesse solo dipingendo o schiacciando una mosca. Lei url?, ma solo per un attimo – prima che lui riportasse gi? il coltello ancora. E ancora. CAPITOLO UNO Delle tante lezioni di vita che il primo anno pieno di pensionamento aveva insegnato a Kate Wise, la pi? importante era questa: senza un piano solido, la pensione poteva diventare noiosa molto velocemente. Aveva sentito di donne che erano andate in pensione e si erano trovate svariati interessi. Alcune avevano aperto piccoli negozi on line su Etsy. Alcune si erano cimentate nella pittura e nell’uncinetto. Altre si erano messe alla prova scrivendo un romanzo. Kate pensava che fossero tutti modi carini di passare il tempo, ma nessuno la allettava. Per una persona che aveva trascorso pi? di trent’anni della propria vita con una pistola assicurata al fianco, trovare modi di lasciarsi felicemente assorbire era difficile. Sferruzzare non avrebbe sostituito il brivido della caccia di un assassino. Il giardinaggio non avrebbe ricreato il picco di adrenalina dato dal fare irruzione in una casa senza mai sapere che cosa la attendeva dall’altra parte della porta. Dato che nulla di ci? che provava sembrava avvicinarsi anche solo lontanamente alla gioia che aveva provato come agente dell’FBI, aveva smesso di cercare dopo un paio di mesi. L’unica cosa che ci era mai arrivata vicina erano i giretti al poligono di tiro che faceva due volte la settimana. Sarebbe andata pi? spesso se non avesse temuto che i membri pi? giovani del poligono cominciassero a vederla come nient’altro che un’agente in pensione che cercava di catturare di nuovo un momento del passato in cui era stata fantastica. Era un timore ragionevole. Dopotutto, lei riteneva che fosse proprio quello che stava facendo. Era un marted?, appena dopo le due del pomeriggio, quando quel fatto la colp? come un proiettile in mezzo agli occhi. Era appena tornata dal poligono e stava rimettendo la pistola M1911 nel cassetto del com? quando il cuore parve scoppiarle, dal nulla. Trentun anni. Aveva trascorso trentun anni al bureau. Aveva partecipato a pi? di cento blitz e aveva lavorato come parte di una unit? speciale per casi di alto profilo in ventisei occasioni. Era nota per la sua velocit?, il pensiero rapido e spesso affilato come un rasoio, e il suo generale atteggiamento da non-me-ne-frega-niente. Era stata nota anche per il suo aspetto, cosa che ancora la infastidiva un po’ anche a cinquantacinque anni. Quando era diventata un’agente, all’et? di ventitr?, non le ci era voluto molto per farsi affibbiare soprannomi osceni come Gambe e Barbie – nomi che probabilmente di questi tempo farebbero licenziare degli uomini, ma che allora, quando era giovane, erano tristemente usuali per agenti donna. Kate aveva rotto nasi al bureau perch? gli agenti maschi le palpavano il culo. Ne aveva lanciato uno attraverso un ascensore in movimento quando lui le aveva sussurrato qualcosa di osceno nell’orecchio, appena dietro di lei. Mentre i soprannomi erano rimasti con lei fin ben dopo i quaranta, le avance e gli sguardi lascivi no. Dopo che si fu sparsa la notizia, i colleghi maschi avevano imparato a rispettarla e a guardare oltre il suo corpo – corpo che, sapeva con un certo grado di pacato orgoglio, era sempre stato mantenuto bene ed era ci? che la maggior parte degli uomini avrebbe considerato un dieci. Per? adesso, a cinquantacinque anni, si ritrovava a sentire la mancanza pure dei soprannomi. Non aveva pensato che la pensione sarebbe stata cos? dura. Il poligono andava bene, ma era solo un fantasma che sussurrava di ci? che il suo passato era stato. Aveva cercato di scacciare il desiderio del passato leggendo. Aveva deciso che si sarebbe documentata in particolare sulle armi; aveva letto innumerevoli libri sulla storia dell’utilizzo delle armi, su come venivano fabbricate, sulla preferenza per certe armi da parte di generali militari, eccetera. Era per quello che adesso usava una M1911, per via della sua ricca storia che l’aveva vista coinvolta in una moltitudine di guerre americane, e di cui un modello antico era stato usato addirittura durante la prima guerra mondiale. Si era cimentata nella lettura di romanzi, ma non riusciva a farsi coinvolgere – anche se per? le piacevano molti libri su crimini informatici. Mentre quando aveva ripreso i libri che aveva adorato in giovent? non aveva trovato nulla di interessante nelle vite di personaggi di finzione. E dato che non voleva diventare la triste signora appena andata in pensione che trascorreva tutto il tempo nella biblioteca del posto, aveva ordinato tutti i libri che aveva letto nell’ultimo anno su Amazon. Ne aveva pi? di cento, accatastati in scatoloni nel seminterrato. Immaginava che un giorno avrebbe costruito una libreria e avrebbe trasformato quello spazio in uno studio vero e proprio. Non era che avesse molto altro da fare. Scossa dall’idea di aver trascorso l’ultimo anno della sua vita non facendo praticamente niente, Kate Wise si mise lentamente a sedere sul letto. Rimase l? molti minuti senza muoversi. Guard? la scrivania dall’altra parte della stanza e vide l’album di foto. C’era solo un’unica foto di famiglia. L? il suo defunto marito, Michael, teneva le braccia attorno alla loro figlia mentre Kate sorrideva al suo fianco. Una fotografia in spiaggia scattata malamente ma che le scaldava sempre il cuore. Tutte le altre foto di quegli album, comunque, erano di lavoro: scatti da dietro le quinte, immagini di feste di compleanno dell’ufficio interno, lei da giovane in piscina, al poligono di tiro, sulla pista di atletica leggera, eccetera. Aveva vissuto l’ultimo anno della sua vita allo stesso modo dello sportivo di provincia che non lascia mai il potenziale della sua cittadina. Sempre a trattenere chiunque avrebbe finto di ascoltare tutti i touchdown che aveva fatto trent’anni prima giocando per la squadra di football della scuola. Lei non era migliore. Con un leggero sussulto, Kate si alz? e and? agli album sulla scrivania. Lentamente e quasi metodicamente li guard? tutti e tre. Vide foto di se stessa da giovane evolvere attraverso gli anni finch? ogni foto non fu uno scatto da telefonino. Vide se stessa e persone che un tempo conosceva, persone che erano morte proprio al suo fianco indagando su alcuni casi, e cominci? a capire che anche se quei momenti erano stati determinanti per crearla, non l’avevano definita completamente. Gli articoli che aveva allegato e conservato nel retro dell’album raccontavano ancor meglio la sua storia. Era menzionata in tutti. AGENTE AL SECONDO ANNO CATTURA KILLER IN FUGA diceva un titolo; AGENTE DONNA UNICA SOPRAVVISSUTA DI SPARATORIA COSTATA LA VITA A 11 PERSONE. E poi quello che aveva davvero cominciato a creare la leggenda: DOPO 13 VITTIME, PRESO FINALMENTE KILLER DEL CHIARO DI LUNA DALL’AGENTE KATE WISE. Secondo tutti i ragionevoli standard di salute, aveva almeno altri vent’anni davanti a lei – quaranta, se in qualche modo fosse riuscita a mettersi d’impegno e a sconfiggere la morte. Pur facendo una media e dicendo che le rimanevano trent’anni, tirando le cuoia a ottantacinque… trent’anni erano tanti. Poteva fare molto in trent’anni, immaginava. Per circa dieci di essi avrebbe persino potuto avere alcuni anni davvero belli prima che la vecchiaia cominciasse a far capolino e a strapparle la salute. La domanda, ovviamente, era cosa avrebbe trovato da fare di quegli anni. E nonostante avesse la reputazione di essere uno degli agenti pi? svegli passati per il bureau nell’ultima decade, non aveva idea di dove cominciare. *** A parte il poligono di tiro e le sue quasi ossessive abitudini di lettura, Kate era anche riuscita a rendere un’abitudine settimanale quella di trovarsi con altre tre donne per un caff?. Le quattro si prendevano in giro affermando di aver formato il pi? triste club di sempre: quattro donne recentemente pensionate con nessuna idea di cosa fare dei loro nuovi giorni liberi. Il giorno successivo alla rivelazione, Kate si rec? alla caffetteria scelta. Era un posticino a conduzione familiare dove non solo il caff? era migliore di quella brodaglia costosissima di Starbucks, ma non era invaso da millennial e madri ultra-impegnate. Entr?, e prima di andare al bancone per ordinare vide il loro solito tavolino nel retro. Due delle altre tre donne c’erano gi?, a salutarla con la mano. Kate afferr? il suo t? alla nocciola e raggiunse le amiche al tavolo. Sedette accanto a Jane Patterson, una donna di cinquantasette anni in pensione da sette mesi dopo anni passati a saltare avanti e indietro di azienda in azienda come proposal specialist per un’azienda di telecomunicazioni del governo. Di fronte a lei c’era Clarissa James, da poco pi? di un anno in pensione dopo aver sempre lavorato part-time come insegnante di criminologia al bureau. Il quarto membro del loro triste club, una donna di cinquantacinque anni appena andata in pensione di nome Debbie Meade, non si era ancora fatta vedere. Strano, pens? Kate. Deb di solito ? la prima ad arrivare. Nel momento in cui prese posto, Jane e Clarissa parvero irrigidirsi. Era particolarmente bizzarro, perch? non era da Clarissa essere altro che frizzante. A differenza di Kate, Clarissa aveva cominciato rapidamente ad apprezzare la pensione. Kate immaginava che fosse stato d’aiuto il fatto che Clarissa fosse sposata con un uomo di quasi dieci anni pi? giovane di lei che nel tempo libero partecipava a gare di nuoto. «Che avete, ragazze?» chiese Kate. «Sapete che vengo qui per cercare motivazioni pro pensione, no? Voi due sembrate assolutamente tristi.» Jane e Clarissa si scambiarono un’occhiata che Kate aveva visto innumerevoli volte. Durante gli anni come agente l’aveva vista in salotti, sale interrogatori e sale d’attesa di ospedali. Era uno sguardo che traduceva un’unica e semplice domanda senza proferir parola: Chi glielo dice? «Che c’??» chiese. D’un tratto fu molto consapevole dell’assenza di Deb. «Si tratta di Deb» disse Jane, confermando il suo timore. «Be’, non precisamente di Deb» aggiunse Clarissa. «Di sua figlia, Julie. L’hai mai incontrata?» «Una volta, credo» disse Kate. «Cos’? successo?» «? morta» disse Clarissa. «Omicidio. Finora non hanno idea di chi sia stato.» «Oddio» disse Kate, sinceramente intristita per l’amica. Conosceva Deb da circa quindici anni, l’aveva conosciuta a Quantico. Kate lavorava come assistente istruttrice per un nuovo gruppo di agenti sul campo e Deb lavorava con alcuni dei topi da laboratorio su una specie di nuovo sistema di sicurezza. C’era stata subito sintonia ed erano rapidamente diventate amiche. Il fatto che Deb non l’avesse chiamata n? le avesse mandato un messaggio per darle la notizia prima di parlarne con chiunque altro mostrava solo quanto velocemente le amicizie potevano cambiare negli anni. «Quando ? successo?» chiese Kate. «Ieri» disse Jane. «Mi ha mandato un messaggio per dirmelo solo stamattina.» «Non hanno alcun sospetto?» chiese Kate. Jane si strinse nelle spalle. «Ha detto solo che non sanno chi ? stato. Nessun indizio, nessuna pista, niente.» Kate si sent? andare immediatamente in modalit? agente. Immagin? che fosse lo stesso modo in cui si dovesse sentire un atleta allenato dopo essersene stato fuori dal campo scelto per troppo tempo. Lei poteva non avere un manto erboso o una folla adorante a ricordarle com’erano stati i suoi anni di gloria, per? aveva la mente finemente messa a punto per risolvere crimini. «Non cominciare» disse Clarissa esibendo il suo sorriso migliore. «Cominciare con cosa?» «Non fare l’agente Wise adesso» disse Clarissa. «Adesso sii solo la sua amica. Vedo le rotelle girarti nella testa. Cavolo, tesoro. Non hai una figlia incinta? Non stai per diventare nonna?» «Che modi, darmi un calcio mentre sono a terra» disse Kate con un sorriso. Lasci? perdere il commento e poi chiese: «La figlia di Deb… aveva un ragazzo?» «Non ne ho idea» disse Jane. Un silenzio imbarazzato cadde sulla tavola. Nell’anno in cui il gruppetto di amiche neopensionate si era trovato, la conversazione era sempre stata perlopi? leggera. Quello era il primo argomento pesante, e non si adattava bene alla loro routine. Kate, ovviamente, ci era abituata. Il tempo trascorso in accademia le aveva insegnato come gestire quelle situazioni. Per? Clarissa aveva ragione. Sentendo la notizia Kate era scivolata con gran facilit? in modalit? agente. Sapeva che avrebbe dovuto pensare come un’amica, prima – pensare alla perdita di Deb e al suo stato emotivo. Ma l’agente che c’era in lei era troppo forte, l’istinto ancora l?, in prima linea, dopo essersene rimasto sullo scaffale per un anno. «Allora, che cosa possiamo fare per farla stare meglio?» chiese Jane. «Stavo pensando al cibo» disse Clarissa. «Conosco altre signore che potrebbero unirsi a noi. Solo per assicurarsi che non debba cucinare per la famiglia nelle prossime settimane mentre si occupa di tutto questo.» Per i seguenti dieci minuti, le tre donne organizzarono il sistema pi? efficiente per preparare dei pasti per l’amica colpita dal lutto. Per?, per Kate, la conversazione rimase in superficie. La sua mente era rivolta altrove, cercava di portare alla luce fatti e notizie nascoste su Deb e sulla sua famiglia, cercava di trovare un caso dove forse non ce n’era neanche uno. O potrebbe essercene uno, pens? Kate. E scommetto che c’? un solo modo di scoprirlo. CAPITOLO DUE Dopo la pensione Kate era tornata a vivere a Richmond, in Virginia. Era cresciuta nella cittadina di Amelia, a circa quaranta minuti da Richmond, ma aveva frequentato il college giusto accanto il limitare del centro. Aveva trascorso gli anni da studentessa alla Virginia Commonwealth University, volendo originariamente studiare arte. Dopo tre anni aveva scoperto di avere a cuore la giustizia criminale tramite uno dei corsi a scelta in psicologia. Era stato un sentiero tortuoso e sghembo a condurla a Quantico e alla sua illustre carriera trentennale. Adesso percorreva in macchina alcune di quelle familiari strade di Richmond. Era stata a casa di Debbie Meade solo una volta in passato, ma sapeva esattamente dove si trovava. Lo sapeva perch? ne invidiava il luogo, uno di quegli edifici dall’aria antica sulle strade fuori dal centro delimitate da alberi invece che da semafori e alti edifici. La via di Deb era momentaneamente inondata di foglie cadute dagli olmi che la sovrastavano. Dovette parcheggiare tre case pi? in l?, perch? la famiglia e gli amici avevano gi? cominciato a riempire i posteggi di fronte alla casa. Percorse il marciapiede, cercando di convincersi che era una cattiva idea. S?, aveva pianificato di entrare in casa solo come amica – anche se Jane e Clarissa avevano deciso di aspettare e di recarsi da Deb nel pomeriggio, per darle un po’ di spazio. Ma c’era anche qualcosa di pi? profondo. Negli ultimi mesi aveva cercato qualcosa da fare, un modo migliore e pi? significativo di riempire il proprio tempo. Spesso aveva sognato di prendere del lavoro come freelancer dal bureau, magari persino dei compiti basilari di ricerca. Persino il pi? piccolo riferimento al suo lavoro la entusiasmava. Per esempio, la settimana seguente avrebbe dovuto recarsi in tribunale per testimoniare a un’udienza per il rilascio su condizionale. Non era bramosa di affrontare di nuovo il criminale, ma anche solo essere in grado di immergersi di nuovo nel lavoro per un lasso di tempo cos? breve era bello. Ma sarebbe stato la settimana seguente – e adesso sembrava lontano un’eternit?. Alz? lo sguardo sul portico anteriore di Debbie Meade. Sapeva perch? si trovava l?, davvero. Voleva trovare delle risposte a domande che le vorticavano in testa. La cosa la faceva sentire egoista, come se stesse usando la perdita dell’amica come scusa per mettere di nuovo piede con cautela nelle acque che non sentiva da pi? di un anno. Questa situazione coinvolgeva un’amica, il che la rendeva complicata. Ma la vecchia agente che c’era in lei sperava che avrebbe potuto evolversi in qualcos’altro. L’amica che era in lei, per?, pensava che potesse essere rischioso. E tutte insieme quelle parti di lei si chiedevano se forse non sarebbe dovuta rimanere una fanatica del ritorno al lavoro. Forse ? esattamente quello che sto facendo, pens? Kate salendo i gradini fino alla residenza dei Meade. E, onestamente, non era del tutto sicura di come sentirsi in proposito. Buss? alla porta piano e le venne aperto subito da un’anziana che Kate non conosceva. «? della famiglia?» chiese la donna. «No» rispose Kate. «Sono solo una buona amica.» La donna la scrut? per un attimo prima di farla entrare. Kate entr? e percorse il corridoio, superando un soggiorno pieno di persone austere sedute attorno a una singola persona su una poltrona reclinabile. La persona in poltrona era Debbie Meade. Kate riconobbe l’uomo in piedi accanto a lei che parlava con un altro uomo come suo marito, Jim. Entr? goffamente nella stanza e and? dritta da Deb. Senza concederle abbastanza tempo da scendere dalla poltrona, Kate si chin? e la abbracci?. «Mi dispiace tanto, Deb» disse. Deb era chiaramente spossata dalle lacrime, e riusc? solo a fare un cenno contro la spalla di Kate. «Grazie di essere venuta» le sussurr? all’orecchio Deb. «Pensi di potermi raggiungere tra qualche minuto in cucina?» «Certo.» Kate ruppe l’abbraccio e fece qualche cenno comprensivo col capo alle altre facce che conosceva che si trovavano nella stanza. Sentendosi fuori posto, Kate raggiunse il fondo del corridoio che sfociava nella cucina. Non c’era nessuno, ma c’erano piatti e bicchieri vuoti dove fino a non troppo tempo prima c’era stata della gente. C’erano delle torte sul bancone insieme a rotolini al prosciutto e altro finger food. Kate si mise a ripulire, andando al lavandino per mettersi a lavare i piatti. Molto dopo Jim Meade entr? in cucina. «Non sei tenuta a farlo» disse. Kate si volt? verso di lui e vide che sembrava stanco e incredibilmente triste. «Lo so» disse. «Sono passata per mostrare il mio supporto. Pare che le cose fossero piuttosto pesanti in soggiorno quando sono entrata, perci? vi supporto lavando i piatti.» Lui annu?, con l’aria di poter crollare all’istante. «Una nostra amica aveva detto di aver visto entrare una donna qualche minuto fa. Sono piuttosto contento che fossi tu, Kate.» Kate vide un’altra persona venire verso la cucina dietro di lui, ugualmente stanca e sofferente. Deb Meade aveva gli occhi gonfi e rossi dal pianto. Aveva i capelli in disordine e quando guard? Kate per tentare un sorriso questo parve caderle gi? dalla faccia. Kate mise gi? il piatto che stava lavando, si asciug? in fretta le mani con un asciugamano che si trovava sul lavandino e and? dall’amica. Kate non era mai stata una persona molto fisica, ma sapeva quando era necessario un abbraccio. Si aspettava che Deb cominciasse a piangere nel mezzo dell’abbraccio, ma non ci fu nulla, solo il suo peso cadente. Probabilmente per il momento ha pianto tutte le sue lacrime, pens? Kate. «L’ho saputo solo stamattina» disse Kate. «Mi dispiace tanto, Deb. Per entrambi» disse lanciando un’occhiata a Jim. Jim fece un cenno di riconoscenza e poi guard? il corridoio. Quando vide che non c’era in agguato nessun altro, con il leggero mormorio della compagnia ancora in soggiorno, si avvicin? a Kate mentre Deb rompeva l’abbraccio. «Kate, dobbiamo chiederti una cosa» disse Jim quasi sussurrando. «E, per favore» disse Deb prendendole la mano. «Lasciaci dire tutto prima di bloccarci.» Kate sent? un piccolo fremito nella presa di Deb e le si spezz? un po’ il cuore. «Certo» disse Kate. I loro occhi imploranti e l’assoluto peso della loro sofferenza si librava sopra la sua testa come un’incudine che sicuramente sarebbe caduta da un momento all’altro. «La polizia non ha assolutamente idea di chi sia stato» disse Deb. Improvvisamente la sua spossatezza si trasform? in qualcosa di pi? simile alla rabbia. «Sulla base delle cose che abbiamo detto e dei messaggi che hanno trovato sul telefono di Julie, la polizia ha arrestato subito il suo ex ragazzo. Ma lo hanno trattenuto per meno di tre ore e poi lo hanno lasciato andare. E basta. Per?, Kate… io so che ? stato lui. Deve essere stato lui.» Kate aveva visto quell’approccio molte volte in passato durante i suoi anni come agente. Le famiglie in lutto volevano subito giustizia. Avrebbero oltrepassato la logica e una solida indagine per assicurarsi che venisse operata il prima possibile una specie di vendetta. E se i risultati non erano rapidi, la famiglia in lutto presumeva incompetenza da parte della polizia o dell’FBI. «Deb… se lo hanno rilasciato cos? velocemente devono esserci state delle prove molto solide. Dopotutto… quanto tempo ? passato da quando uscivano insieme?» «Tredici anni. Ma ha continuato a contattarla per anni, anche dopo che si ? sposata. Una volta ha dovuto farsi dare un ordine restrittivo.» «Comunque la polizia doveva avere un buon alibi per lui per farlo rilasciare cos? velocemente.» «Be’, nel caso non me ne parleranno» disse Deb. «Deb… senti» disse Kate stringendole la mano per darle conforto. «La perdita ? troppo recente. Prenditi qualche giorno e ricomincerai a pensare razionalmente. L’ho visto succedere cento volte.» Deb scosse la testa. «Ne sono sicura, Kate. Si sono frequentati per tre anni e neanche una volta mi sono fidata di lui. Siamo piuttosto sicuri che l’abbia picchiata almeno in due occasioni, ma Julie non l’ha mai detto. Aveva un brutto carattere. Persino lui te lo direbbe.» «Sono sicura che la polizia sta…» «Ecco cosa ti chiediamo» la interruppe Deb. «Voglio che dia un’occhiata alla cosa tu. Voglio che tu entri nel caso.» «Deb, sono in pensione. Lo sai.» «Lo so. E so anche quanto ti manca il lavoro. Kate… l’uomo che ha ucciso mia figlia non ha avuto che un piccolo spavento per aver passato un po’ di tempo in sala interrogatori. E adesso ? a casa, in tutta comodit?, mentre io devo organizzare la sepoltura di mia figlia. Non ? giusto, Kate. Per favore… darai un’occhiata alla cosa? Lo so che non puoi farlo su base ufficiale ma… qualsiasi cosa tu possa fare. Lo apprezzerei.» C’era cos? tanto dolore negli occhi di Deb che Kate riusc? a sentirlo passare tra di loro. Tutto in lei le stava dicendo di rimanere salda – di non permettere a nessuna falsa speranza di entrare nel dolore di Deb. Per?, allo stesso tempo, Deb aveva ragione. Il lavoro le mancava. E anche se ci? che le veniva proposto era solo qualche telefonata di base al dipartimento di polizia di Richmond o persino ai suoi ex colleghi del bureau, sarebbe stato qualcosa. Sarebbe stato sicuramente meglio che ossessionarsi sulla carriera passata con viaggetti solitari al poligono di tiro. «Ecco quello che posso fare» disse Kate. «Quando sono andata in pensione, ho perso tutta la mia influenza. Certo, mi telefonano di tanto in tanto per avere la mia opinione, ma non ho autorit?. Inoltre questo caso sarebbe completamente fuori dalla mia giurisdizione anche se fossi ancora attiva. Ma far? qualche telefonata ai miei vecchi contatti e mi assicurer? che la prova che hanno trovato per liberarlo fosse solida. Onestamente, Deb, ? il massimo che posso fare.» La gratitudine fu evidente subito sia in Deb che in Jim. Deb la abbracci? di nuovo e stavolta pianse davvero. «Grazie.» «Nessun problema» disse Kate. «Ma non posso proprio promettervi niente.» «Lo sappiamo» disse Jim. «Per? almeno adesso sappiamo che una persona competente sta attenta a noi.» Kate non si sentiva a suo agio all’idea che la vedessero come una forza interna che li assistesse, e non le piaceva neanche che presumessero che la polizia non li stesse aiutando. Di nuovo seppe che si trattava solo del dolore che provavano, e di quanto questo li stesse accecando nella loro ricerca di risposte. Perci?, per il momento, lasci? stare. Pens? a quanto stanca fosse stata a fine carriera – non proprio stanca fisicamente, ma prosciugata emotivamente. Le era sempre piaciuto molto il suo lavoro, ma quanto spesso era arrivata alla fine di un caso e aveva pensato tra s?: Diavolo se sono stanca di questo schifo… Era accaduto sempre pi? spesso negli ultimi anni. Ma quel momento non riguardava lei. Tenne vicina l’amica, scervellandosi sul fatto che a prescindere da quanto si cercasse di lasciarsi il passato alle spalle – che si trattasse di relazioni o della carriera – in qualche modo questo riusciva sempre ad arrancare non troppi passi indietro. CAPITOLO TRE Kate non perse tempo. Torn? a casa e si mise alla scrivania del suo piccolo studio per un attimo. Guard? fuori dalla finestra della stanza, nel suo piccolo giardino sul retro. La luce del sole entrava dalla finestra, gettando un rettangolo di luce sui pavimenti in legno. I pavimenti, come la maggior parte del resto della casa, mostravano le cicatrici e le croste della sua costruzione degli anni Venti. A vivere nella zona di Carytown di Richmond Kate spesso si sentiva fuori posto. Carytown era una piccola sezione alla moda della citt?, e lei sapeva che avrebbe finito col trasferirsi altrove abbastanza presto. Aveva soldi a sufficienza per comprare una casa praticamente ovunque volesse, ma l’idea stessa di trasferirsi la esauriva. Era quella specie di mancanza di motivazione che forse le aveva reso tanto difficile il pensionamento. Quella, e il rifiuto di lasciar andare i ricordi di chi era stata al bureau per quei trent’anni. Quando quei due sentimenti collidevano, spesso si sentiva demotivata e priva di una reale direzione. Per? adesso c’era la richiesta di Deb e Jim Meade. S?, era una richiesta sbagliata, ma Kate non ci vedeva niente di male nel fare almeno qualche telefonata. Se non ne fosse venuto fuori nulla, almeno poteva richiamare Deb per dirle che aveva fatto del suo meglio. La sua prima telefonata fu al vicecommissario della polizia di Stato della Virginia, un uomo che si chiamava Clarence Greene. Ci aveva lavorato da vicino su molti casi nell’ultima decina di anni e condividevano rispetto reciproco l’uno per l’altra. Sperava che l’anno ormai trascorso non avesse del tutto cancellato il rapporto. Sapendo che Clarence non era mai in ufficio, opt? per bypassare la linea fissa e chiamarlo al cellulare. Proprio quando pensava che nessuno le avrebbe risposto, venne salutata da una voce familiare. Per un attimo Kate si sent? come se non avesse mai lasciato il lavoro. «Agente Wise» disse Clarence. «Come diavolo stai?» «Bene» disse lei. «E tu?» «Come sempre. Devo ammetterlo, per?… Pensavo di aver smesso di vedere il tuo nome comparirmi sullo schermo.» «S?, a proposito» disse Kate. «Odio arrivare con una cosa come questa dopo pi? di un anno di silenzio, ma ho un’amica che ha perso la figlia. Le ho dato la mia parola che avrei dato un’occhiata alle indagini.» «Allora che cosa vuoi da me?» chiese Clarence. «Be’, il sospettato principale era l’ex ragazzo della figlia. Pare che sia stato arrestato e poi rilasciato in circa tre ore. Naturalmente i genitori se ne stanno chiedendo la ragione.» «Oh» disse Clarence. «Senti… Wise, non posso proprio divulgarti l’informazione. E, con tutto il dovuto rispetto, tu questo lo dovresti gi? sapere.» «Non sto cercando di interferire nel caso» disse Kate. «Mi stavo solo chiedendo perch? non ? stata data una vera ragione ai genitori per il rilascio del sospetto. ? una madre in lutto in cerca di risposte e…» «Mi ripeto, ti fermo qui» disse Clarence. «Come sai bene ho a che fare con madri e padri in lutto piuttosto regolarmente. Solo perch? in questo momento tu per caso ne conosci una personalmente non vuol dire che posso infrangere il protocollo o girarmi dall’altra parte.» «Visto il lavoro che abbiamo fatto insieme, lo sai che intendo agire solo per il meglio.» «Oh, ne sono sicuro. Ma l’ultima cosa di cui ho bisogno ? un’agente dell’FBI in pensione che ficca il naso in un caso corrente, a prescindere da quanto possa fare l’indifferente. Devi capirlo, okay?» La parte brutta era che lei lo capiva davvero. Eppure doveva tentare un’ultima volta. «Lo considererei un favore personale.» «Ne sono sicuro» disse Clarence, un po’ accondiscendente. «Ma la risposta ? no, agente Wise. Ora, se vuoi scusarmi, sto andando in tribunale per parlare con una di quelle vedove in lutto di cui ti ho appena parlato. Mi dispiace di non essere riuscito ad aiutarti.» Termin? la telefonata senza un saluto, lasciando Kate a fissare quel quadrato di luce che lentamente si spostava sul pavimento di legno massiccio. Prese in considerazione la mossa successiva, notando che il vicecommissario Greene aveva appena rivelato che stava andando in tribunale. Immagin? che la mossa furba sarebbe stata prendere il suo rifiuto di aiutarla come una sconfitta. Ma la riluttanza di lui ad aiutarla le faceva solo desiderare ancor di pi? di continuare a scavare. Mi ? sempre stato detto che avevo una vena cocciuta come agente, pens? alzandosi dalla scrivania. ? bello vedere che alcune cose non sono cambiate. *** Mezz’ora dopo Kate stava parcheggiando l’auto in un garage adiacente al terzo distretto di polizia. Sulla base del luogo in cui era avvenuto l’omicidio di Julie Meade – nome da sposata Julie Hicks – Kate sapeva che sarebbe stato la miglior fonte di informazioni. L’unico problema era che a parte il vicecommissario Greene, non conosceva nessun altro nel dipartimento, ancor meno nel terzo distretto. Entr? nell’ufficio con sicurezza. Sapeva che c’erano alcune cose della situazione corrente che un agente attento avrebbe notato. Innanzitutto, lei non aveva un’arma da fianco. Aveva un porto d’armi per portare un’arma nascosta, ma dato quello che intendeva fare aveva pensato che avrebbe potuto causare pi? problemi di quanti ne valesse, se fosse stata beccata a essere anche minimamente disonesta. E la disonest? era cosa che proprio non poteva permettersi. Pensione o no, c’era in gioco la sua reputazione – una reputazione che si era costruita con grande cura per oltre trent’anni. Avrebbe dovuto percorrere una linea sottile nei minuti seguenti, cosa che accoglieva bene. Non si era sentita cos? in ansia per l’intero anno che aveva vissuto da pensionata. Si avvicin? alla scrivania delle informazioni, una zona ben illuminata separata dalla stanza centrale da un pannello di vetro. Una donna in uniforme sedeva alla scrivania, timbrando qualcosa su un libro mastro mentre Kate si avvicinava. Alz? lo sguardo su Kate con una faccia che sembrava non venire onorata da un sorriso da giorni. «Come posso aiutarla?» chiese la receptionist. «Sono un’agente dell’FBI in pensione in cerca di informazioni su un omicidio recente. Speravo di farmi dare i nomi degli agenti in carico del caso.» «Ha un documento?» chiese la donna. Kate estrasse la patente di guida e la fece scivolare attraverso l’apertura del vetro divisorio. La donna la guard? per un totale di un secondo e poi la fece scivolare di nuovo verso di lei. «Mi serve il documento identificativo dell’FBI.» «Be’, come ho detto, sono in pensione.» «E chi l’ha mandata? Mi serviranno nomi e informazioni di contatto e poi dovranno compilare una domanda per farle avere le informazioni.» «Speravo di scavalcare tutte le formalit?.» «Allora non posso aiutarla» disse la donna. Kate si chiese quanto avrebbe potuto insistere. Se avesse spinto troppo, qualcuno avrebbe sicuramente avvisato Clarence Greene e sarebbe stato un male. Si scervell?, cercando di pensare a un altro modo. Riusc? a trovarne solo uno, ed era molto pi? rischioso di quel che stava tentando in quel momento. Con un sospiro, Kate disse bruscamente, «Be’, grazie comunque.» Gir? sui tacchi e usc? dall’ufficio. Era un po’ in imbarazzo. Che diavolo aveva pensato? Anche se avesse ancora avuto il documento del bureau sarebbe stato illegale per il dipartimento di Richmond fornirle qualsiasi informazione senza l’approvazione di un supervisore di Washington D.C. Era oltremodo umiliante tornare alla macchina con una sensazione cos? assoluta – la sensazione di essere una semplice civile. Ma una civile che odia avere un no come risposta. Prese il cellulare e fece partire una chiamata per Deb Meade. Quando Deb rispose, sembrava ancora stanca e lontana. «Scusa se ti disturbo, Deb» disse. «Ma tu hai il nome e l’indirizzo dell’ex ragazzo?» Come si scopr?, Deb aveva entrambi. CAPITOLO QUATTRO Pur non avendo il suo vecchio documento del bureau, Kate aveva comunque l’ultimo distintivo che avesse mai posseduto. Era puntellato sulla mensola del camino come un relitto di altri tempi, non meglio di una fotografia sbiadita. Quando lasci? il terzo distretto torn? a casa e lo sollev?. Pens? a lungo se prendere anche l’arma da fianco. Guard? bramosa la M1911 ma la lasci? dov’era, nel cassetto del comodino. Portarla con s? per quello che aveva in programma di fare avrebbe voluto dire andare in cerca di guai. Decise per? di prendere le manette che teneva in una scatola da scarpe sotto al letto con altri tesori della sua carriera. Non si sa mai. Lasci? la casa e and? all’indirizzo che le aveva dato Deb. Era un posto a Shockoe Bottom, un quartiere a venti minuti di macchina da casa sua. Non era nervosa durante il tragitto, sentiva invece un senso di entusiasmo. Sapeva che non avrebbe dovuto farlo per?, allo stesso tempo, era una bella sensazione essere fuori, a caccia, di nuovo – anche se in segreto. Non appena ebbe raggiunto l’indirizzo dell’ex ragazzo di Julie Hicks, un tizio di nome Brian Neilbolt, Kate pens? a suo marito. Le veniva in mente ogni tanto, ma a volte sembrava arrivare e rimanerci per un po’. Accadde quando svolt? nella strada di destinazione. Riusciva a vederlo scuotere la testa di frustrazione. Kate, lo sai che non dovresti farlo, pareva dire. Lei sorrise debolmente. A volte suo marito le mancava violentemente, un adatto contrasto col fatto che a volte le pareva di essere riuscita a superare la sua morte piuttosto velocemente. Scosse via le ragnatele dei ricordi parcheggiando l’auto di fronte all’indirizzo che le aveva dato Deb. Era una casa piuttosto carina, divisa in due diversi appartamenti con portici a separare le propriet?. Quando smont? dalla macchina cap? subito che c’era qualcuno in casa, perch? riusciva a sentire qualcuno parlare molto forte all’interno. Quando sal? i gradini del portico, si sent? come se avesse fatto un passo indietro nel tempo, a circa un anno prima. Si sentiva ancora un’agente, nonostante la mancanza dell’arma da fuoco alla vita. Eppure, essendo in toto un’agente in pensione, non aveva idea di quel che avrebbe detto dopo aver bussato alla porta. Ma non lasci? che la cosa la fermasse. Buss? alla porta con la stessa autorit? che avrebbe avuto un anno prima. Mentre ascoltava le parole ad alta voce venire da dentro, pens? che si sarebbe attenuta alla verit?. Mentire in una situazione di cui gi? non avrebbe dovuto essere parte avrebbe solo peggiorato le cose se fosse stata beccata. L’uomo che apr? la porta prese un po’ alla sprovvista Kate. Era alto circa un metro e novantadue ed era grossissimo. Bastavano le spalle a mostrare che faceva molta palestra. Sarebbe passato tranquillamente per un pugile professionista. L’unica cosa che tradiva quella facciata era la rabbia che aveva negli occhi. «S??» chiese. «Lei chi ??» Lei allora fece una mossa che le era mancata tantissimo. Gli mostr? il distintivo. Sperava che desse un po’ di peso alla presentazione. «Sono Kate Wise. Sono un’agente dell’FBI in pensione. Speravo che potesse parlarmi per un attimo.» «Di cosa?» chiese, le parole rapide e svelte. «Lei ? Brian Neilbolt?» chiese. «S?.» «Allora la sua ex ragazza era Julie Hicks, giusto? Un tempo Julie Meade?» «Ah cazzo, ancora? Senta, mi hanno gi? portato dentro per interrogarmi quei cazzo di poliziotti. Adesso anche i federali?» «Stia tranquillo, non sono venuta a interrogarla. Volevo solo farle qualche domanda.» «A me pare un interrogatorio» disse. «E poi ha detto di essere in pensione. Sono piuttosto sicuro di non essere costretto a fare niente di ci? che chiede.» Lei finse di rimanerne ferita, distogliendo lo sguardo da lui. In realt?, per?, stava guardando oltre le sue spalle massicce lo spazio dietro di lui. Vide una valigia e due zaini appoggiati contro il muro. Vide anche un foglio di carta posato sopra la valigia. Il grosso logo lo identificava come una ricevuta di Orbitz. Apparentemente Brian Neilbolt avrebbe lasciato la citt? per un po’. Non il miglior scenario quando la tua ex ragazza ? stata assassinata e tu sei stato portato dentro e poi immediatamente rilasciato dalla polizia. «Dove sta andando?» chiese Kate. «Non sono affari suoi.» «Con chi stava parlando cos? rumorosamente al telefono prima che bussassi?» «Di nuovo, non sono affari suoi. Ora, se vuole scusarmi…» Fece per chiudere la porta, ma Kate insistette. Fece un passo avanti e incastr? la scarpa tra la porta e la cornice. «Signor Neilbolt, le sto solo chiedendo cinque minuti del suo tempo.» Un’ondata di furia gli pass? per gli occhi, ma poi parve cedere. Lasci? cadere la testa e per un attimo pens? che sembrasse triste. Era simile allo sguardo che aveva visto sui visi dei Meade. «Ha detto di essere un’agente in pensione, vero?» chiese Neilbolt. «Esatto» conferm?. «In pensione» disse. «Quindi se ne vada dal mio portico, cazzo.» Lei rimase l? risoluta, rendendo chiaro che non aveva intenzione di andare da nessuna parte. «Ho detto se ne vada dal mio portico!» Fece un cenno e poi cerc? di spingerla. Lei sent? la forza delle sue mani quando le colpirono la spalla e ag? il pi? velocemente possibile. Subito rimase sconvolta da quanto rapidamente si manifestarono i riflessi e la memoria muscolare. Incespicando all’indietro, avvolse entrambe le braccia attorno a quello di Neilbolt. Allo stesso tempo cadde su un ginocchio per fermare lo slancio all’indietro. Poi fece del suo meglio per praticargli un hip toss ma la sua mole era troppa da gestire. Quando lui si accorse di quel che lei stava cercando di fare, le ficc? uno spigoloso gomito nelle costole. Il fiato le usc? fuori dal petto ma dato che lui aveva usato il gomito aveva perso l’equilibrio. Stavolta, quando tent? l’hip toss, funzion?. E dato che ci mise tutto ci? che poteva, funzion? un po’ troppo bene. Neilbolt precipit? dal portico. Quando atterr?, colp? gli ultimi due gradini. Url? dal dolore e cerc? di rimettersi subito in piedi. Alz? lo sguardo su di lei sotto shock, cercando di capire quel che era accaduto. Carico di rabbia e sorpresa, zoppic? su per le scale verso di lei, chiaramente confuso. Lei fece finta di volerlo colpire in viso col ginocchio destro quando lui si avvicin? al primo gradino. Quando schiv? il ginocchio, lei gli prese il lato della testa e and? di nuovo sulle ginocchia. Gli fece sbattere la testa forte contro il portico mentre lui agitava le braccia e le gambe per avere presa sulle scale. Poi lei prese le manette dall’interno della giacca e le applic? con una rapidit? e una facilit? che solo trent’anni di esperienza potevano fornire. Si allontan? di qualche passo da Brian Neilbolt e abbass? lo sguardo su di lui. Non combatteva contro le manette; sembrava piuttosto confuso, anzi. Kate prese il telefono con l’intenzione di chiamare i poliziotti e si accorse che le tremava la mano. Era animata, inondata di adrenalina. Si accorse di avere un sorriso in volto. Dio, quanto mi mancava. Anche se il colpo alle costole le faceva un male cane – molto pi? di quanto le avrebbe fatto male cinque o sei anni prima, sicuro. E le giunzioni delle ginocchia le avevano fatto sempre cos? male dopo un contrasto? Si concesse un momento per festeggiare ci? che aveva fatto e poi finalmente riusc? a chiamare la polizia. Nel frattempo Brian Neilbolt restava intontito ai suoi piedi, forse a chiedersi come aveva fatto una donna di almeno vent’anni pi? vecchia di lui a spaccargli il culo con tanta maestria. CAPITOLO CINQUE Sinceramente, Kate si era aspettata un piccolo contraccolpo per quello che aveva fatto, ma nulla del livello di ci? di cui fece esperienza quando arriv? al terzo distretto della stazione di polizia. Sapeva che sarebbe accaduto qualcosa quando vide gli sguardi della polizia che passava nel turbine dei galoppini dell’ufficio. Alcuni sguardi erano di meraviglia mentre altri puzzavano di una specie di derisione lasciva. Kate se li lasci? scivolare sulle spalle. Era ancora troppo scaldata dal confronto sul portico di Neilbolt per curarsene. Dopo aver aspettato molti minuti nell’atrio, la avvicin? un agente dall’aria nervosa. «Lei ? la signorina Wise, vero?» chiese. «S?.» Un lampo di riconoscimento gli attravers? gli occhi. Era uno sguardo che un tempo vedeva tutte le volte in cui agenti di polizia o dell’FBI che avevano solo sentito parlare della sua storia lavorativa la incontravano per la prima volta. Le mancava quello sguardo. «Il capo Budd vorrebbe parlarle.» Ne era francamente piuttosto sorpresa. Aveva sperato di parlare con qualcuno pi? sulla falsariga del vicecommissario Greene. Per quanto potesse essere rigido al telefono, sapeva che poteva essere persuaso con maggiore efficienza negli incontri faccia a faccia. Il capo Randall Budd, per?, era un uomo pragmatico. Lo aveva incontrato solo in un’occasione qualche anno prima. Ricordava a malapena la ragione, per? ricordava che Budd le aveva lasciato l’impressione di una persona dalla forte volont? e strettamente professionale. Comunque Kate non voleva sembrare intimidita n? preoccupata. Perci? si alz? e segu? l’agente fuori dalla sala d’attesa e di nuovo attraverso gli uffici. Superarono molte scrivanie dove attir? altri sguardi incerti prima che l’agente la conducesse lungo un corridoio. Al centro di esso arrivarono all’ufficio di Randall Budd. La porta era aperta, come se la aspettasse da un po’. L’agente non aveva niente da dire; una volta consegnatala sulla soglia di Budd, gir? sui tacchi e se ne and?. Kate guard? l’ufficio e vide il capo Budd farle cenno di entrare. «Entri» disse. «Non mentir?. Non sono felice di lei, ma non mordo. Chiuda la porta alle sue spalle, vuole?» Kate entr? e fece quello che le era stato chiesto. Poi prese una delle tre sedie che si trovavano dalla parte opposta della scrivania rispetto a Budd. La scrivania era occupata pi? da effetti personali che da oggetti legati al lavoro: foto di famiglia, una palla da baseball autografata, una tazza per il caff? personalizzata, e una specie di bossolo sentimentale riposto su una targa commemorativa. «Mi lasci cominciare col dire che sono ben consapevole della sua storia lavorativa» disse Budd. «Pi? di cento arresti in carriera. La migliore della sua classe all’accademia. Piazzamento oro e argento in otto tornei consecutivi di kickboxing in aggiunta all’allenamento standard del bureau, dove si ? fatta valere anche l?. Il suo nome si ? fatto sentire mentre lavorava, e la maggior parte della gente qui al dipartimento di polizia dello Stato della Virginia la rispetta totalmente.» «Ma?» disse Kate. Non lo disse in un tentativo di fare la simpatica. Gli stava semplicemente facendo sapere che era pi? che capace di essere ripresa… anche se onestamente non pensava di meritarselo. «Ma, nonostante tutto ci?, lei non ha diritto di andarsene in giro ad aggredire persone solo perch? pensa che potrebbero essere coinvolte nella morte della figlia di una sua amica.» «Non sono andata da lui con l’intenzione di aggredirlo» disse Kate. «Sono andata da lui per fargli qualche domanda. Quando lui ? passato alle maniere fisiche, io mi sono semplicemente difesa.» «Lui ai miei uomini ha detto che lei lo ha lanciato gi? per le scale del portico e che gli ha fatto sbattere la testa contro il fondo.» «Non posso essere biasimata per essere pi? forte di lui, no?» chiese. Budd la guard? attentamente, scrutandola. «Non capisco se sta cercando di fare la spiritosa, prendendo la cosa alla leggera, o se questo ? davvero il suo comportamento di tutti i giorni.» «Capo, capisco la sua posizione e il fatto che una cinquantacinquenne in pensione che batte qualcuno che i suoi uomini hanno brevemente interrogato e poi rilasciato pu? darle il mal di testa. Per?, la prego di capire… sono stata da Brian Neilbolt solo perch? me l’ha chiesto la mia amica. E, onestamente, quando ho saputo qualcosina di pi? sul suo conto, ho pensato che potesse non essere una brutta idea.» «Quindi ha presunto che i miei non avessero fatto un lavoro adeguato?» chiese Budd. «Non ho detto una cosa del genere.» Budd alz? gli occhi al cielo e sospir?. «Senta, non mi metter? a litigare. Onestamente, non c’? nulla che mi piacerebbe di pi? che lei lasciasse il mio ufficio tra qualche minuto e che una volta che avremo finito di parlare della questione, la questione sia chiusa. Mi serve che capisca, per?, che ha superato un confine e che se le succede di esagerare ancora a questa maniera, potrei doverla mettere agli arresti.» C’erano molte cose che Kate voleva dire in risposta. Ma immagin? che se Budd era disposto a soffocare ogni discussione, allora poteva farlo anche lei. Sapeva che lui aveva tutti i poteri di calarle l’ascia addosso se lo avesse voluto, perci? decise di essere il pi? civile possibile. «Capisco» rispose. Budd parve pensare a qualcosa per un attimo prima di intrecciare le mani sulla scrivania, come cercando di centrarsi. «E, solo perch? lo sappia, siamo certi che Brian Neilbolt non ha ucciso Julie Hicks. ? stato ripreso dalle telecamere di sicurezza di un bar la notte in cui ? stata uccisa. ? entrato verso le dieci e non ne ? uscito che dopo la mezzanotte. Poi abbiamo una serie di messaggi tra lui e un attuale flirt scambiati tra l’una e le tre del mattino. ? stato verificato. Non ? lui.» «Aveva preparato borse e valigie» indic? Kate. «Come se stesse cercando di lasciare la citt? di fretta.» «Nello scambio di messaggi, lui e il suo flirt parlavano di fare un giro ad Atlantic City. Sarebbero dovuti partire questo pomeriggio.» «Ho capito.» Kate fece un cenno con la testa. Non era in imbarazzo di per s?, per? cominciava a pentirsi di aver agito con tanta aggressivit? sul portico di Neilbolt. «C’? un’altra cosa» disse Budd. «E, di nuovo, deve vedere le cose dalla mia posizione, su questo. Non avevo scelta che contattare i suoi ex supervisori dell’FBI. ? il protocollo. Sicuramente lo sa.» Lo sapeva, ma onestamente non ci aveva pensato. Una lieve eppur assillante irritazione cominci? a fiorirle nella pancia. «Lo so» disse. «Ho parlato con l’assistente direttore Duran. Non ne ? stato felice, e vuole parlarle.» Kate alz? gli occhi al cielo e annu?. «Okay. Lo chiamer? e gli far? sapere che telefono su istruzioni sue.» «No, non ha capito» disse Budd. «Vogliono vederla. A Washington D.C.» E con quello, l’irritazione che provava si trasform? rapidamente in qualcosa che non sentiva da un po’: legittima preoccupazione. CAPITOLO SEI Dopo la riunione con il capo Budd, Kate fece le telefonate dovute per far sapere ai suoi ex supervisori che aveva ricevuto la richiesta di recarsi da loro. Non le venne data alcuna informazione al telefono, e non parl? mai in realt? con nessuno al comando. La cosa la costrinse a lasciare qualche messaggio piuttosto maleducato a due sfortunati receptionist – un esercizio che in realt? la aiut? a rilasciare un po’ di stress. Lasci? Richmond il mattino seguente alle otto. Curiosamente era pi? entusiasta che nervosa. Immaginava che fosse un po’ come uno studente che torna a visitare il campus dopo una pausa. Le era mancato terribilmente il bureau nell’ultimo anno e non vedeva l’ora di tornare nell’ambiente… anche se per essere rimproverata. Si distrasse ascoltando un oscuro podcast sul cinema – un suggerimento fattole dalla figlia. Nel giro di cinque minuti di podcast, i commentatori erano stati sovrastati e Kate invece stava riflettendo sugli ultimi anni della sua vita. In generale non era una persona sentimentale, ma per una qualche ragione che non aveva mai compreso tendeva a farsi nostalgica e riflessiva quando si trovava per strada. Perci?, invece di concentrarsi sul podcast, pens? a sua figlia – la sua figlia incinta, che avrebbe partorito tra cinque settimane. Sarebbe stata una bambina, di nome Michelle. Il padre della bambina era abbastanza un brav’uomo per?, secondo la stima di Kate, non era mai stato abbastanza bravo per Melissa Wise. Melissa, chiamata Lissa da Kate da quando aveva cominciato a gattonare, viveva a Chesterfield, una zona tecnicamente sotto Richmond ma considerata diversa da coloro che ci vivevano. Kate a Melissa non lo aveva mai detto, ma era per quello che era tornata a Richmond. Non era stato solo per i legami con la citt? dovuti all’esperienza universitaria, ma perch? era l? che si trovava la sua famiglia – era l? che avrebbe vissuto sua nipote. Una nipote, pensava spesso Kate. Come ha fatto Melissa a crescere cos? tanto? Diavolo, e come ho fatto io a invecchiare tanto? E quando pensava a Melissa e alla futura neonata Michelle, Kate tipicamente rivolgeva i pensieri al marito defunto. Era stato assassinato sei anni prima, gli avevano sparato alla nuca mentre portava a passeggio il cane di sera. Gli avevano preso il portafogli e il telefono e avevano chiamato lei per il riconoscimento del corpo meno di due ore dopo che aveva lasciato la casa con il cane. La ferita era ancora fresca per la maggior parte del tempo, ma lo nascondeva bene. Quando era andata in pensione, lo aveva fatto otto mesi circa prima del raggiungimento dell’ufficiale et? pensionabile. Ma era stata incapace di impiegare tutto il suo tempo, attenzione e concentrazione sul suo lavoro dopo aver finalmente disperso le ceneri di Michael su un vecchio e abbandonato diamante di un campo da baseball vicino alla casa di lui, a Falls Church. Forse era per quello che aveva trascorso l’ultimo anno cos? depressa per aver mollato il lavoro. Se ne era andata mesi in anticipo rispetto a quando avrebbe legalmente dovuto. Che cosa avrebbero potuto offrirle quei mesi? Che altro avrebbe potuto fare della sua carriera? Si era sempre posta domande su queste questioni, ma non era mai caduta nel rimpianto. Michael aveva meritato almeno qualche mese della sua totale attenzione. A dire il vero meritava molto di pi?, ma lei sapeva che persino nell’al di l? era impossibile che si aspettasse che lei gettasse il suo lavoro per troppo tempo. Lui avrebbe saputo che le ci sarebbe voluto del tempo per piangerlo come si deve – e che lavorare aveva voluto letteralmente dire restare al bureau finch? si era sentita emotivamente capace di farlo dopo la sua morte. Fu sollevata di scoprire, avvicinandosi a Washington D.C., che non sentiva di tradire Michael. Personalmente credeva che la morte non fosse la fine; non sapeva per? se il Paradiso fosse reale o se fosse possibile la reincarnazione e, francamente, non saperlo le andava bene. Per? sapeva che ovunque fosse Michael sarebbe stato felice che lei stesse tornando a Washington – anche se per essere ripresa severamente. Comunque, probabilmente si stava facendo una risata a sue spese. La cosa la fece sorridere involontariamente. Kate spense il podcast e si concentr? sulla strada, sui suoi pensieri, e sul fatto che se anche aveva fatto un casino, la vita in qualche modo finiva sempre col sembrare ciclica nella sua natura. *** Non ebbe un’ondata emotiva quando varc? i portoni principali per entrare nell’ampio atrio del quartier generale dell’FBI. Era almeno molto consapevole di non sentirsi pi? parte di quel luogo – come una donna che torna in visita alla sua vecchia scuola superiore per scoprire che i corridoi adesso la facevano sentire triste invece che nostalgica. Il senso di familiarit? aiutava, per?. Nonostante si sentisse fuori posto, le pareva anche di non essere stata via per cos? tanto tempo. Percorse l’atrio, fece il check-in in reception, e and? agli ascensori come se fosse stata l? solo la settimana precedente. Persino gli spazi chiusi dell’ascensore erano di conforto mentre la portavano su all’ufficio dell’assistente direttore Duran. Quando usc? dall’ascensore ed entr? nella sala d’attesa di Duran, vide la stessa receptionist che poco pi? di un anno prima sedeva alla stessa scrivania. Non si erano mai date del tu, ma la receptionist si alz? dalla scrivania e corse ad abbracciarla. «Kate! ? cos? bello vederti!» Fortunatamente, il nome della receptionist le torn? alla mente proprio al momento giusto. «Anche per me, Dana» disse Kate. «Non pensavo che te la saresti cavata bene con la pensione» scherz? Dana. «S?, ? una bella noia.» «Be’, entra pure» disse Dana. «Ti sta aspettando.» Kate buss? alla porta chiusa dell’ufficio. Scopr? che persino la risposta piuttosto burbera che sent? dall’altro lato la fece sentire a suo agio. «? aperto» disse la voce dell’assistente direttore Vince Duran. Kate apr? la porta ed entr?. Si era preparata per vedere Duran ed era assolutamente pronta. Quel che non si aspettava, comunque, era il viso del suo vecchio partner. Logan Nash le sorrise subito, alzandosi da una delle sedie di fronte alla scrivania di Duran. Duran parve distogliere lo sguardo per un attimo per permettere la riunione. Kate e Logan Nash si incontrarono alle sedie destinate ai visitatori con un abbraccio amichevole. Aveva lavorato con Logan per gli ultimi otto anni della sua carriera. Lui aveva dieci anni meno di lei, ma era sulla buona strada per costruirsi una carriera illustre quando lei aveva lasciato il lavoro. «? bello vederti, Kate» le disse piano all’orecchio mentre si abbracciavano. «Anche per me» disse lei. Il cuore le si gonfi? e lentamente, quasi fastidiosamente, cap? che a prescindere da come provasse a raccontarsela quella parte della sua vita nell’ultimo anno le era mancata moltissimo. Quando l’abbraccio si sciolse, presero entrambi goffamente posto di fronte a Duran. Durante il tempo che avevano trascorso insieme come partner, erano stati seduti in quello stesso posto numerose volte. Ma mai per questioni disciplinari. Vince Duran fece un respiro molto profondo ed esal? in un sospiro. Kate non riusciva ancora a capire quanto fosse arrabbiato. «Dunque, non meniamo il can per l’aia» disse Duran. «Kate, lo sai perch? sei qui. E ho assicurato al capo Budd che avrei gestito la situazione in modo molto efficiente. Lui ? parso d’accordo con la cosa e io sono alquanto certo che tutta la disavventura in cui hai lanciato un sospetto dal suo porticato d’ingresso verr? messa sotto al tappeto. Quello che vorrei sapere, per?, ? come sei arrivata sul portico di quel poveretto.» Kate sapeva che la conversazione severa che si era aspettata non ci sarebbe stata. Duran era un mostro di uomo, grossomodo centootto chili di cui la maggior parte non erano che muscoli. Aveva trascorso del tempo in Afghanistan quando aveva vent’anni e anche se lei non aveva mai saputo tutto quello che aveva fatto l?, i pettegolezzi dilagavano. Aveva visto e fatto cose brutte, e spesso ne mostrava le rughe in viso. Per? oggi pareva di buon umore. Si chiese se non fosse perch? non le stava pi? parlando come a una persona che lavorava sotto di lui. Sembrava pi? che stesse rivedendo una vecchia amica. Ci? le rese facile dirgli dell’assassinio di Julie Hicks – la figlia della sua buona amica Deb Meade. Spieg? nei dettagli della visita alla casa dei Meade e di quanto i coniugi fossero sembrati sicuri. Poi ripet? la scena sul portico di Neilbolt, spiegando come avesse cominciato con il difendersi per poi in verit? aver spinto le cose forse un po’ troppo in l?. In qualche occasione ottenne una risatina da Logan. Duran, nel frattempo, rimaneva pi? che altro privo di espressione. Quando ebbe finito aspett? la sua reazione, e rimase confusa quando tutto ci? che ottenne da lui fu una stretta di spalle. «Senti… per quanto mi riguarda» disse, «non ? un problema. Per quanto tu potresti aver ficcato il naso in affari che non ti riguardavano, quel tizio non aveva ragione di metterti le mani addosso – soprattutto dopo che gli hai detto di essere un’ex agente dell’FBI. ? stato stupido da parte sua. L’unica cosa per cui solleverei un sopracciglio ? il fatto che gli hai messo le manette.» «Come ho detto… mi sono fatta un po’ prendere.» «Tu?» chiese Logan con finta sorpresa. «No!» «Che cosa sai del caso?» chiese Duran. «Solo che ? stata uccisa a casa sua mentre il marito era via per lavoro. L’ex fidanzato era l’unica vera pista e i poliziotti lo hanno rilasciato in un modo piuttosto rapido. Dopo per? ho scoperto che ha un alibi di ferro.» «Nient’altro?» chiese Duran. «Niente di cui abbia sentito.» Duran fece un cenno di assenso e poi riusc? a esibire un sorriso cordiale. «Allora, oltre a lanciare uomini fatti gi? dai portici come va con la pensione?» «? un inferno» ammise. «Le prime settimane sono state bellissime, per? mi sono stancata presto. Mi manca il lavoro. Sono finita col leggere una quantit? esorbitante di libri su crimini veri. Guardo fin troppi programmi gialli su Biography Channel.» «Rimarresti sorpresa da quanto spesso lo sento dire da agenti nei primi sei-dodici mesi dalla pensione. Alcuni chiamano implorando per avere un qualche tipo di lavoro. Qualsiasi cosa abbiamo. Persino scartoffie di schifose intercettazioni.» Kate non disse nulla ma annu? per indicare che riusciva a identificarsi. «Eppure tu non hai chiamato» disse Duran. «A essere sincero, mi aspettavo che lo facessi. Non pensavo che riuscissi a mollare tutto cos? facilmente. E questo piccolo incidente mi d? ragione.» «Con tutto il dovuto rispetto» disse Kate, «mi hai fatto venire qui per darmi un buffetto sulla guancia o per sbattermi in faccia che non riesco a superare il mio vecchio lavoro?» «Nessuna delle due» disse Duran. «Ieri stavo esaminando i tuoi documenti dopo la telefonata da Richmond. Ho notato che ti ? stato chiesto di testimoniare a un’udienza per la condizionale. Giusto?» «S?. Per il caso Mueller. Duplice omicidio.» «? la prima volta che vieni contattata per il lavoro da quando sei andata in pensione?» «No» disse, piuttosto sicura che lui la risposta la conoscesse gi?. «Un paio di mesi dopo la pensione mi ha chiamata l’assistente di un agente per farmi delle domande su un caso irrisolto al quale l’ultima volta ho lavorato nel 2005. E alcuni degli analisti mi hanno contattata qualche volta per la metodologia che ho seguito in casi pi? vecchi.» Duran annu? e si pos? un po’ contro lo schienale della sedia. «Dovresti anche sapere che alcuni dei nostri istruttori all’accademia stanno usando alcuni dei tuoi studi dei primi casi come esempio nei programmi di studio. Hai lasciato un segno qui all’agenzia, agente Wise. E, onestamente, io speravo che saresti stata uno degli agenti che si mettono a chiamare per vedere che cosa possono fare per aiutare anche dopo la pensione.» «Stai dicendo che vuoi che mi metta a dare la mia assistenza in alcuni casi, allora?» chiese Kate. Fece del suo meglio per non lasciar trasparire dalla voce il tono speranzoso. «Be’, non ? definitivo. Stavamo pensando magari di mettere uno o due agenti con un’esperienza lavorativa eccezionale al lavoro su casi irrisolti. Nulla che sia a lungo termine n? a tempo pieno, attenzione. E quando ne abbiamo discusso, il tuo nome ? stato l’unico che continuava a tornare all’unisono. Ora, prima che ti entusiasmi troppo, ti prego di sapere che non si tratta di una cosa immediata. Vogliamo ancora che ti riposi. Prenditi un po’ di pausa. Una vera pausa.» «Lo posso fare» disse Kate. «Grazie.» «Non mi ringraziare, ancora» disse Duran. «Potrebbero volerci dei mesi. E temo che dovr? ritirare l’offerta se ti metti a picchiare uomini molto pi? giovani di te sui loro portici.» «Penso di potermi trattenere» disse Kate. Di nuovo, Logan non pot? fare a meno di lasciar andare una risatina soffocata, l? accanto a lei. Duran pareva altrettanto divertito quando si mise in piedi. «Ora… se ci darai davvero assistenza, temo che dovremo rivedere una delle parti meno spettacolari del lavoro.» Presumendo che stesse parlando di scartoffie, Kate sospir?. «Moduli? Documenti?» «Oh no, niente del genere» disse Duran. «Ho organizzato una riunione per sistemare questa cosa. Ho immaginato che sarebbe stato il modo migliore per tenere aggiornati tutti i canali.» «Ah, odio le riunioni.» «Oh, lo so» disse Duran. «Me lo ricordo. Per?, dai… che modo migliore c’? di darti il benvenuto?» Logan ridacchiava accanto a lei mentre si alzavano in piedi e seguivano Duran fuori dall’ufficio. A Kate sembrava tutto stranamente familiare. *** In realt? non ne venne neanche fuori una brutta riunione. C’erano solo altre tre persone ad aspettarli nella piccola sala conferenze in fondo al corridoio. Due erano agenti, uno un uomo e l’altra una donna. Per quanto ne sapeva Kate non li aveva mai incontrati. Il terzo era un uomo che sembrava vagamente familiare; era piuttosto sicura che di cognome facesse Dunn. Quando Duran chiuse la porta alle loro spalle, uno degli agenti si mise in piedi e allung? istantaneamente la mano. «Agente Wise, sono davvero felice di conoscerla» disse. Lei gli prese la mano in imbarazzo, e gliela strinse. Nel frattempo l’agente parve capire di aver dato un po’ di spettacolo. «Scusi» disse sottovoce tornando rapidamente al suo posto. «Va tutto bene, agente Rose» disse Duran prendendo posto a capotavola. «Non sei l’unico che si lascia sbalordire dalla presenza della quasi leggendaria agente Kate Wise.» Lo disse con un po’ di sarcasmo e rivolse un sottile sorriso in direzione di Kate. L’uomo che pensava si chiamasse Dunn si alz? tra gli altri due – entrambi chiaramente agenti pi? giovani. Era una specie di supervisore; era chiaro dall’espressione stoica al completo stirato finemente. «Agente Wise» disse Duran, «loro sono l’agente Rose e l’agente DeMarco. Sono partner da circa sette mesi, ma solo perch? io e l’assistente direttore Dunn abbiamo avuto problemi a trovar loro un posto. Sono arrivati entrambi con il loro personale set di forze uniche. E se finirai con il prendere la guida di questo caso di Richmond, uno di loro probabilmente verr? assegnato al lavoro con te.» L’agente Rose sembrava ancora in imbarazzo, ma rifiut? di spezzare la sua concentrazione. Kate non riusciva a ricordare l’ultima volta che qualcuno era stato cos? visibilmente scosso nell’incontrarla. Era accaduto pi? o meno nel penultimo anno della sua carriera, quando qualcuno di Quantico era finito a lavorare con lei per una giornata nei laboratori. Era umiliante ma anche un po’ scoraggiante. «Dovrei aggiungere» disse l’assistente direttore Dunn, «che io e il vicedirettore Duran siamo quelli che hanno spinto perch? questo programma accogliesse agenti appena andati in pensione. Non so se gliel’ha gi? detto, ma il suo nome ? stato il primo a saltar fuori.» «S?» disse Duran. «Inutile dirlo, apprezzeremmo molto che tenessi la cosa taciuta per il momento. E, ovviamente, che facessi davvero del tuo meglio.» «Lo far?» disse Kate. Stava cominciando a capire che adesso si stava facendo un po’ di pressione. Non che le importasse, in realt?. Di solito operava meglio sotto pressione. «Fantastico» disse Duran. «Per adesso, vuoi entrare nei dettagli del caso per come li conosci?» Kate annu? e istantaneamente torn? nel suo vecchio ruolo. Era come se non avesse mai perso un giorno, figurarsi un anno. Mentre li aggiornava su cosa stava accadendo a Richmond e su come fosse stata coinvolta, l’agente Rose e l’agente DeMarco tennero fisso il contatto visivo con lei, forse studiandola per vedere come potevano lavorare al suo fianco. Ma lei non si lasci? distrarre. Mentre passava in rassegna i dettagli del caso, le sembrava di essere tornata indietro nel tempo. Un tempo decisamente migliore rispetto al presente che aveva vissuto. CAPITOLO SETTE Tre ore dopo Kate e Logan sedevano a un tavolino all’aperto sotto una tettoia in un ristorantino italiano. Logan mangiava un panino di carne mentre Kate mangiava insalata di pasta e si godeva un calice di bianco. Non beveva spesso e quasi mai prima delle cinque, ma quella era un’occasione speciale. Anche la sola idea di una realt? in cui potesse tornare ancora una volta attiva al bureau era fonte di celebrazioni per quanto la riguardava. «Allora, su che tipo di casi lavori adesso?» chiese Kate. «Tutte cose che ti annoierebbero, ne sono sicuro» disse lui. Ma lei sapeva che gliel’avrebbe detto; gliel’avrebbe detto perch? adorava il lavoro proprio quanto lo adorava lei. «Sto cercando di beccare dei truffatori che manomettono ATM, pi? che altro. Praticamente lavoro in partnership con alcuni altri agenti in quello che potrebbe essere un piccolo giro di prostituzione di Georgetown, ma ? tutto.» «Accidenti» disse Kate. «Te l’ho detto. Roba noiosa.» «Tutta un’altra cosa quindi rispetto ai vecchi casi irrisolti di cui ha parlato Duran? Che cosa ne sai, comunque? Da quanto tempo cuoce quel progettino secondario?» «Da un po’, penso. Sono stato fatto entrare nel giro solo due settimane fa. Duran e altri tipi da porte chiuse stavano facendo domande su alcuni dei casi a cui ho lavorato io che non sono mai stati risolti. Non guardavano alla metodologia n? ad altro del genere; chiedevano solo dettagli e documenti.» «E non ti hanno dato una ragione?» «No. E… aspetta, perch? sembri sospettosa? Pensavo che avresti colto l’opportunit? al volo.» «Oh, lo far?. Per? mi viene da chiedermi se c’? un caso irrisolto in particolare al quale sono pi? interessati. Deve averli spronati qualcosa a questo improvviso interesse per i casi irrisolti. Dubito seriamente che si tratti solo di Duran che cerca un modo per farmi tornare.» «Non lo so» disse Logan. «Ne saresti sorpresa. Abbiamo sentito la tua mancanza, qui. Alcuni degli agenti pi? nuovi parlano ancora di te come se tu fossi una specie di personaggio mitologico.» Ignor? il complimento, ancora presa dal corso dei suoi pensieri. «E poi perch? chiamarmi l? solo per rimandarmi via dicendomi di volere che mi prenda una pausa prima di cominciare? Mi viene da chiedermi se, qualsiasi sia la vera ragione dietro tutto questo, questa non possa ancora essere approfondita.» «Be’, lo sai» disse Logan. «Sulla base del modo in cui stai rimuginando su tutta questa cosa, forse ha ragione lui. Rilassati, Kate. Come ha detto… ci sono tonnellate di agenti in pensione che morirebbero per quest’occasione. Perci? okay, torna a casa. Rilassati. Non fare assolutamente niente.» «Mi conosci abbastanza bene da sapere che non sono fatta cos?» disse. Bevve un sorso di vino, pensando che forse aveva ragione lui. Forse avrebbe dovuto solo festeggiare la gioia di tornare a lavorare… o pi? o meno. «La pensione non ha cambiato quel lato di te, eh?» chiese Logan. «No. Al massimo l’ha peggiorato. Non ci riesco a starmene seduta a far niente. Odio la mente pigra. Le parole crociate e il lavoro a maglia non sono tagliati per me. Forse nel profondo Duran sapeva che sono troppo giovane per essere mandata al pascolo.» Logan sorrise e scosse la testa. «S?, ma l’erba di quei pascoli ? molto lussureggiante e verde.» «Gi?, e c’? merda di mucca ovunque.» Logan sospir? e diede l’ultimo morso al suo pranzo. «Okay» disse. «C’? gente qui che deve tornare al lavoro.» «Questo ? un colpo basso» disse lei bevendo l’ultimo sorso di vino. «Che farai, allora?» chiese. «Torni a casa?» Onestamente, non ne era sicura. Una parte di lei voleva rimanere a Washington D.C. tanto per fare. Magari avrebbe fatto un po’ di shopping o sarebbe andata nel suo luogo preferito al National Mall per sedersi a riflettere. Sicuramente era una giornata meravigliosa per farlo. Per?, ancora una volta, voleva anche tornare a casa. Anche se era stata estromessa dalla faccenda Brian Neilbolt, rimaneva il fatto che qualcuno aveva ucciso Julie Meade. E pareva che la polizia per il momento fosse persa. «Non ne sono sicura» disse. «Potrei rimanere in citt? per un po’ ma probabilmente torner? a casa prima del crepuscolo.» «Se cambi idea fammi uno squillo. ? stato davvero un piacere vederti, Kate.» Pagarono il conto e lasciarono il tavolo dopo un breve abbraccio. Ancor prima di essersene andata, con la mente Kate parve impigliarsi su un particolare pensiero, un pensiero che era venuto dal nulla, pareva. Julie ? stata uccisa a casa sua, mentre il marito era fuori citt?. Se c’? stato scassinamento, nessuno me ne ha parlato. N? la polizia quando mi hanno ripresa, n? Debbie o Jim. Se ci fosse stato scassinamento, viene da pensare che la cosa sarebbe stata menzionata. Le venne da chiedersi… l’assassino era entrato in casa perch? invitato? O magari, al massimo, sapeva dove veniva tenuta nascosta una chiave di riserva? Quelle domande si fecero sentire. Una volta che ebbe dato al bicchiere di vino abbastanza tempo da fare il suo corso, stava guidando in direzione Richmond. Aveva promesso all’assistente direttore Duran che non avrebbe pi? picchiato nessuno. Ma non aveva detto che non avrebbe indagato. Certo, prima c’era il funerale. Avrebbe portato i suoi rispetti e avrebbe fatto del suo meglio per esserci per Deb, il giorno dopo. E, dopo, sarebbe tornata nel suo ruolo – forse con un po’ pi? di entusiasmo di quanto le piacesse riconoscere. CAPITOLO OTTO Il pomeriggio seguente Kate si trovava nell’ultima fila dei partecipanti al funerale mentre la famiglia Meade e gli amici pi? intimi si radunavano al cimitero. Era l? col suo gruppetto della colazione – Clarissa e Jane vestite di nero e con un’aria sinceramente addolorata – che erano riuscite a manifestare il loro affetto a Debbie prima, quella mattina. Debbie sembrava cavarsela molto meglio del giorno in cui aveva chiesto a Kate di dare un’occhiata all’omicidio. Piangeva apertamente e lasci? uscire un singolo e angosciato gemito di dolore, ma era ancora presente. Jim, d’altra parte, sembrava un uomo davvero distrutto. Un uomo che sarebbe andato a casa a pensare a lungo e impietosamente a come a volte la vita non fosse giusta per niente. Kate non riusc? a fare a meno di pensare a sua figlia. Sapeva che avrebbe dovuto chiamare Melissa finito il funerale. Non conosceva Julie Meade molto bene, ma sulla base delle conversazioni avute con Debbie, Kate presumeva che avesse all’incirca la stessa et? di Melissa, anno pi? anno meno. Ascolt? il predicatore leggere familiari passaggi biblici. Anche se i suoi pensieri erano decisamente con Debbie, si stavano anche leggermente ossessionando su come potesse essere accaduto. Non era andata a chiedere direttamente se la casa fosse stata scassinata da quando era tornata da Washington D.C., ma aveva tenuto le orecchie aperte. Aveva notato che nemmeno Jane e Clarissa avevano mai nominato uno scassinamento. Ed era strano, perch? Clarissa sapeva sempre tutto grazie al naso che aveva per i pettegolezzi. Alz? lo sguardo su Debbie e Jim, notando che c’era un uomo alto in piedi dietro di lui. Era relativamente giovane ed elegante in un modo curato. Diede una leggera gomitata a Jane, che le stava accanto, e chiese: «Il tipo alto accanto a Jim. ? il marito di Julie?» «S?. Si chiama Tyler. Non erano sposati da tanto. Da meno di un anno, credo.» A Kate venne in mente che forse nella loro combriccola della colazione non si conoscevano poi cos? bene. Certo, sapevano tutto dei loro ex lavori, delle bibite a base di caffeina preferite e dei desideri e sogni per la pensione. Ma non erano mai andate davvero pi? in profondit?. Era stato una specie di mutuo accordo silente. Avevano parlato raramente delle loro famiglie, mantenendo la superficie della conversazione piatta, divertente e piacevole. Non c’era niente di male, ovviamente, ma cos? Kate sapeva molto poco della famiglia Meade. Tutto ci? che sapeva era che Julie era stata la loro unica figlia… allo stesso modo in cui Melissa era la sua unica figlia. E mentre lei e Melissa non erano intime come un tempo, faceva comunque male pensare di perderla. Una volta terminata la funzione e una volta che la folla ebbe cominciato a disperdersi in un groviglio di abbracci e goffe strette di mano, Kate e il suo gruppetto del caff? fecero lo stesso. Kate, comunque, si tenne indietro dove un po’ di persone si erano praticamente nascoste per fumare una sigaretta. Anche se Kate non era una fumatrice (pensava che fosse un’abitudine disgustosa), voleva restarsene fuori dai radar per un po’. Scrut? la folla e trov? la figura alta di Tyler Hicks. Stava parlando con una coppia anziana, di cui entrambi i coniugi piangevano apertamente. Tyler comunque sembrava fare del suo meglio per rimanere calmo. Quando la coppia anziana se ne and?, Kate si fece strada verso di lui. Tyler stava puntando in direzione di una donna di mezza et? e dei suoi due bambini, ma Kate riusc? a raggiungerlo prima. «Mi scusi» disse allungandosi di fronte a lui. «Lei ? Tyler, vero?» «S?» disse lui. Quando si volt? per guardarla in volto, lei riusc? a vedergli il dolore su tutto il viso. Era prosciugato, stanco, e sembrava essersi svuotato di tutto. «Ci conosciamo?» «No, a dire il vero» disse. «Sono un’amica della madre di Julie, per?. Mi chiamo Kate Wise.» Un lampo di riconoscimento gli brill? negli occhi per un attimo. Fece sembrare la sua faccia quasi viva per un secondo. «S?, ho sentito Debbie parlare di lei. ? un’agente dell’FBI o una cosa del genere, vero?» «Be’, sono in pensione da poco. Per? s?, il concetto ? quello.» «Scusi se l’ha mandata a studiare il caso di Julie. Posso immaginare che abbia creato un po’ di imbarazzo.» «Non si deve scusare» disse Kate. «Non riesco neanche a immaginare che cosa stia passando Debbie. Per?, senta… la far? breve. Non voglio rubarle troppo tempo. So che Debbie voleva che esaminassi l’ex ragazzo e anche se non sono ancora riuscita a parlargliene lui ? pulito.» «Signora Wise, non ? obbligata a farle questo favore.» «Lo so» disse. «Per? mi chiedevo se potrebbe rispondere a qualche velocissima domanda per me.» Lui all’inizio parve insultato ma poi si rassegn?. Uno sguardo curioso e triste gli attravers? il viso mentre chiedeva: «Pensa che ci siano domande che vale la pena di fare?» «Forse.» «Allora okay, risponder? a qualcuna. Velocemente, per favore.» «Certo. Mi stavo chiedendo se ha visto qualcosa attorno alla casa una volta tornato che poteva sembrare strano o fuori posto. Magari qualcosa che non sembrava tanto importante considerando quel che era appena accaduto a Julie. Magari qualcosa che ha pensato di esaminare dopo, quando le cose si sarebbero calmate un po’.» Lui scosse la testa lentamente, tornando a guardare il luogo in cui sua moglie sarebbe stata seppellita nel giro della prossima ora. «Non mi viene in mente nulla.» «Neanche segni di scassinamento?» La sua attenzione torn? a lei e adesso sembrava un po’ spaventato. «Sa, ho cominciato a chiedermelo anch’io» disse. «Tutte le porte erano chiuse a chiave quando sono tornato a casa il giorno dopo. Ho suonato il campanello perch? avevo le chiavi in una delle valigie e non avevo voglia di mettermi a cercarle. Ma Julie non ha mai risposto. Non mi sono neanche messo a pensarci fino a ieri, mentre cercavo di addormentarmi. Qualcuno ? entrato con facilit?, senza scassinare niente. E poi hanno chiuso la porta a chiave alle loro spalle. Perci? sapevano come entrare. Ma la cosa non ha senso.» «E perch? no?» «Perch? c’? un codice per il sistema di sicurezza che solo io, Julie e la signora delle pulizie conosciamo. Lo cambiamo ogni due mesi.» «Ha dei sospetti sulla signora delle pulizie o sulla famiglia di lei?» «Be’, lei va per i sessanta e noi non conosciamo la sua famiglia. La polizia li ha esaminati ma non ha trovato niente.» «Be’, e lei che mi dice?» chiese Kate. «C’? qualcuno che le viene in mente che prenderebbe in considerazione l’idea di fare una cosa del genere?» Scossa la testa senza stare a pensarci su troppo. «Da quando sono tornato a casa e ho trovato il suo corpo trascorro ogni istante di veglia cercando di pensare a qualcuno che avrebbe avuto una ragione qualsiasi per ucciderla – anche solo per essere arrabbiato con lei. E continuo a rimanere senza niente.» Fece una pausa e poi la guard? scettico. «Ha detto di essere in pensione. Allora perch? ? cos? interessata al caso?» Lei diede l’unica risposta che sarebbe stata accettabile. «Volevo solo fare tutto ci? che potevo per alleggerire la mente di Debbie.» Sapeva che c’era una verit? pi? profonda, per?. Ed era una verit? egoista. Perch? essere anche solo un po’ coinvolta nel caso ? la cosa pi? significativa che mi accade da quando un anno fa sono andata in pensione. «Be’, apprezzo l’aiuto» disse Tyler. «E se le serve altro da me, la prego di farmelo sapere.» «Lo far?» disse lei, e gli diede una poco convincente pacca compassionevole sulla schiena e lo lasci? al suo dolore. La verit? era per? che dubitava che avrebbe ancora parlato con lui. Aveva fatto l’agente abbastanza a lungo da riconoscere un uomo innocente e sinceramente affranto quando ne vedeva uno. Avrebbe scommesso tutto ci? che aveva sul fatto che Tyler Hicks non aveva ucciso sua moglie. Si sentiva gi? orribile per averlo sequestrato dopo il funerale della moglie. Se ne sarebbe rimasta lontana da Tyler da adesso in poi; se lui avesse potuto essere ancora d’aiuto, avrebbe lasciato che se ne occupassero i poliziotti. Êîíåö îçíàêîìèòåëüíîãî ôðàãìåíòà. Òåêñò ïðåäîñòàâëåí ÎÎÎ «ËèòÐåñ». Ïðî÷èòàéòå ýòó êíèãó öåëèêîì, êóïèâ ïîëíóþ ëåãàëüíóþ âåðñèþ (https://www.litres.ru/pages/biblio_book/?art=43692991&lfrom=688855901) íà ËèòÐåñ. Áåçîïàñíî îïëàòèòü êíèãó ìîæíî áàíêîâñêîé êàðòîé Visa, MasterCard, Maestro, ñî ñ÷åòà ìîáèëüíîãî òåëåôîíà, ñ ïëàòåæíîãî òåðìèíàëà, â ñàëîíå ÌÒÑ èëè Ñâÿçíîé, ÷åðåç PayPal, WebMoney, ßíäåêñ.Äåíüãè, QIWI Êîøåëåê, áîíóñíûìè êàðòàìè èëè äðóãèì óäîáíûì Âàì ñïîñîáîì.
Íàø ëèòåðàòóðíûé æóðíàë Ëó÷øåå ìåñòî äëÿ ðàçìåùåíèÿ ñâîèõ ïðîèçâåäåíèé ìîëîäûìè àâòîðàìè, ïîýòàìè; äëÿ ðåàëèçàöèè ñâîèõ òâîð÷åñêèõ èäåé è äëÿ òîãî, ÷òîáû âàøè ïðîèçâåäåíèÿ ñòàëè ïîïóëÿðíûìè è ÷èòàåìûìè. Åñëè âû, íåèçâåñòíûé ñîâðåìåííûé ïîýò èëè çàèíòåðåñîâàííûé ÷èòàòåëü - Âàñ æä¸ò íàø ëèòåðàòóðíûé æóðíàë.