òåíè ñëóæåáíûõ êàáèíåòîâ, ñðåäè áóìàæíîé êàíèòåëè è ëåãêîìûñëåííûõ áåðåòîâ - çàëîæíèêîâ äíåâíîé êàïåëè îòòàÿâøåé âñåãî íà ñóòêè çèìû - ñëó÷àþòñÿ ðîìàíû: è ñòàéêîé âüþòñÿ ìèíè-þáêè, è ìîëîäåþò ìàðüèâàííû. Çíîáèò ñîëèäíûå Ïðèêàçû îò ñóåòû ïå÷àòíûõ êëåðêîâ. Ìíîãîçíà÷èòåëüíûå ôðàçû: «Âîçìîæíî. Æäèòå» - ôåéåðâåðêîì ïîñëåîáåäåííîé äðåìîòû. Çàâàðêîé ïë

Rinascere

rinascere
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Rinascere M? Del Mar Agull? Una giovane chiamata Aman arriver? in un nuovo villaggio dove conoscer? un uomo misterioso, nel contempo dovr? affrontare un oscuro segreto del passato. Esistono i vampiri? Nel secolo XIX, in un piccolo villaggio della Romania, in mezzo alla tranquillit? di un bosco, vive una giovane donna chiamata Kiara, incinta del suo secondo figlio. In una notte buia, in un alone di mistero, avviene la nascita; ? una bambina e la chiameranno Aman. Aman diventer? una giovane intelligente e coraggiosa, che si vedr? coinvolta in una pericolosa ricerca della verit?, quando sulla propria strada incontra un misterioso giovane con un passato occulto. Un passato che nasconder? ad Aman per poter restare al suo fianco, e proteggerla da tutti i mali che la perseguitano. Aman dovr? affrontare tradimenti, disgrazie famigliari e situazioni inattese, anche se non potr? evitare di cadere nella rete di un amore capriccioso. Mentre il passato dimenticato arriver? di corsa a cambiare tutto. Aman scoprir? un nuovo mondo, addentrandosi poco a poco, fino a non riuscire pi? ad uscirne. Immergiti in una storia dai personaggi misteriosi, amore, e creature soprannaturali, dove per rinascere, dovrai prima morire. Riuscir? il potere della speranza a salvare la vita di Aman e tutto il suo mondo? Abbi il coraggio di scoprire tutta la verit?. M? del Mar Agull? Rinascere Rinascere M? del Mar Agull? Traduzione italiana Valeria Bragante Titolo originale: Renacer © M? del Mar Agull?, 2018 Illustrazione di copertina: Enrique Meseguer Disegno di copertina: © M? del Mar Agull? Intermezzi di scena creati da Freepik Prima edizione Tutti i diritti riservati. Senza limitazioni al diritto d’autore, nessuna parte di questa pubblicazione pu? essere riprodotta, memorizzata o trasmessa tramite un sistema di recupero delle informazioni, in nessuna forma n? con nessun mezzo (elettronico, fotocopie, registrazione o qualunque altro) senza previa autorizzazione scritta del proprietario dei diritti di questo libro. Questo libro ? un’opera di fantasia e qualunque somiglianza con persone, viventi o defunte, luoghi, eventi o locali ? pura coincidenza. I personaggi sono il prodotto dell’immaginazione dell’autore e si utilizzano in maniera fittizia. Questo libro elettronico ? solo per uso personale. Non pu? essere rivenduto o regalato ad altre persone. Se si desidera condividere questo libro con un’altra persona, per favore, acquistate una copia aggiuntiva per ogni persona con cui si desidera condividere la lettura. Se state leggendo questo libro e non lo avete acquistato per vostro uso esclusivo, per favore, acquistatene una copia. Grazie per il rispetto del lavoro dell’autore. A Iris 1. Kiara Kiara era una normale ragazza rumena di campagna del XIX secolo. Come a tutte le ragazze, le piacevano i balli che davano i nobili quando venivano nelle loro case di campagna, le piaceva spettegolare con la gente del paese, e la appassionavano le storie romantiche, sognando un giorno di poter essere come una delle protagoniste. Tutti i libri raccontavano la stessa storia: una ragazza povera conosce un ragazzo nobile e ricco, si innamorano, all’inizio la famiglia di lui si oppone, quella di lei si dimostra entusiasta, ed alla fine i due giovani innamorati si sposano, per la gioia della famiglia della ragazza. Kiara non conobbe nessun nobile, ma s? conobbe un uomo davvero affascinante che la rese felice, si chiamava Sa?l. Dopo tre anni di matrimonio, ebbero il loro primo figlio, un maschio che chiamarono Isaac. Sette anni dopo la nascita di Isaac, Kiara era di nuovo incinta del secondo figlio. Kiara stava per partorire, e la disperazione la stava consumando. Durante tutta la gravidanza aveva avuto incubi costanti, e persino, una attrazione per il sangue difficile da spiegare. Kiara aveva deciso di non dire niente a nessuno, anche se era un po’ preoccupata. Una gitana di un villaggio vicino assisteva al parto, e si incaricava di aiutare le madri a mettere al mondo la loro prole. La madre di Kiara, Adriana, che viveva con loro dopo essere rimasta vedova anni prima, si trovava fuori dalla casa per arrostire un agnello. La cugina Araquel, che era venuta da lontano per stare con sua cugina in occasione del parto, stava preparando la tavola per la cena, con le coppe in argento per il vino, usate soltanto nelle occasioni speciali, come era il bambino o bambina che stava per nascere. Isaac non si separava da Kiara, che era a letto con forti dolori. Sa?l dava da mangiare alle due mucche della famiglia, e si assicurava che la porta del pollaio fosse ben chiusa. Tutto era pronto per il parto. La sera, Adriana stava cucendo dei vestitini per il futuro neonato. Pi? tardi, come gi? aveva fatto prima della nascita di Isaac, appese alla porta diversi amuleti portafortuna per il futuro nipotino. Sa?l, da parte sua, come se fosse un giorno normale, aveva lavorato tutta la giornata. Sa?l era un contadino. Si occupava dei terreni dei vari vicini danarosi, e quando il lavoro scarseggiava faceva lavori da giardiniere, si occupava del bestiame, o quello che si presentava. Un’altra delle sue fonti di guadagno era la vendita di uova, di cibi pronti e di abiti tessuti da Adriana, che era una grande tessitrice, tutto il contrario di Kiara, che era pi? portata per la cucina. La famiglia di Kiara non aveva molti mezzi. Viveva in una piccola casa di campagna con tre stanze, una piccola cucina, un salotto improvvisato che fungeva da veranda, un bagno, e la stalla. La stalla era il posto preferito di Isaac. Trascorreva l? la giornata intera, quando suo padre non aveva troppo lavoro o sua madre non lo chiamava per aiutarla in qualche faccenda domestica. Era formata da due piani: al primo c’erano le due mucche, in un tramezzo, nell’altro completamente chiuso c’erano la dozzina di galline: il resto della stalla, ed il piano superiore, erano vuoti. Le galline le aveva portate Adriana con s? quando si era trasferita. Le mucche erano state un regalo del padrone dei terreni per il quale Sa?l lavorava. 2. La nascita La luna stellata apparve in piena notte annunciando la nascita. In quel momento arriv? la gitana per aiutare il parto. Il dolore non diminuiva e le contrazioni non cessavano, ma andavano aumentando. In quel momento Kiara ruppe le acque, con un grido di dolore. Xantal, la gitana, che stava arrivando su un cavallo bianco, scese subito, leg? rapidamente il cavallo ad un palo all’ingresso, ed entr? nella casa senza fare domande. Kiara non ne poteva pi?. Le si leggeva in viso come il dolore la stava consumando, soffriva un dolore disumano. Rapidamente, la gitana estrasse dalla borsa un flacone violaceo e lo consegn? ad Araquel. «Daglielo da bere» disse Xantal ad Araquel, indicando Kiara. «Il bambino uscir? meglio». Adriana si affrett? a fare uscire Isaac dalla stanza, che si lament?. «Cos’? questo?» chiese Kiara con un filo di voce stringendo il flacone violaceo consegnatole da Araquel. «Bevilo, ti calmer?» disse Xantal con il suo accento dell’est. Xantal era una persona misteriosa, per il poco che si sapeva di lei era originaria di un villaggio costiero sul Mar Nero. Si diceva che praticasse la stregoneria, ma nessuno aveva le prove. La cosa pi? sospetta era un vasto orto con ogni tipo di strane piante, alcune velenose. Dopo due lunghe ore di travaglio, la testina di un nuovo essere umano comparve nella stanza. Poco a poco, prima le spalle, poi le braccia, e per ultime le gambette, stavano uscendo. Era una bambina. Una bambina bellissima. La gitana si affrett? a tagliare il cordone ombelicale. Adriana port? un grande recipiente pieno di acqua calda per lavarla. Adriana, curiosa, chiese, «Come la chiamerai?» «Aman» rispose Kiara, ancora convalescente. «Benedetta dal male.» «Esatto» rispose Kiara a Xantal. All’improvviso, come se il destino la avvertisse di un pericolo, Xantal si chin? sulla piccola Aman. La contempl? per qualche secondo. Qualcosa non andava bene. Apparentemente la bambina era sana, tutto stava andando come previsto. Dopo aver ispezionato la neonata per qualche secondo, lo vide. Uno strano segno che non presagiva nulla di buono. Xantal doveva decidere se dirlo oppure no. Scelse la seconda opzione. Il segno aveva la forma di un piccolo cerchio con all’interno altri cerchi pi? piccoli, che formavano un piccolo vortice che passava quasi inosservato trovandosi dietro l’orecchio destro. In futuro sarebbe stato nascosto dai capelli, ma per qualcuno come Xantal, i dettagli quasi mai passavano inosservati. Il segno aveva un mistero occulto. Gli abitanti pi? antichi del luogo lo collegavano con la trasformazione umana in altri esseri pericolosi ed oscuri, nella reincarnazione umana, e c’erano anche persone che lo mettevano in relazione con la personificazione del demonio stesso. All’improvviso, soffi? una leggera brezza, infiltrandosi per le finestre, spegnendo le candele che illuminavano l’abitazione, lasciandola al buio. La casa rest? impregnata di un profumo di gelsomino proveniente dal giardino, che era entrato con la brezza, con l’unico suono dei pianti della neonata. Un altro cattivo presagio – pens? Xantal. 3. Una nuova casa Poco dopo il sesto compleanno di Aman, a Sa?l offrirono un lavoro fisso nella propriet? agricola di un ricco conte, che doveva trasferirsi in un altro villaggio, Harkaj. All’inizio la famiglia aveva dei dubbi, aveva vissuto sempre nello stesso luogo, con le stesse persone, ma il lavoro offerto a Sa?l era ben remunerato, era un’opportunit? da non lasciarsi scappare. La nuova casa di Aman era adorabile. Era fatta di pietra e legno, con un tetto triangolare e grandi vetrate. Al piano di sotto c’era una grande stanza che fungeva da cucina, sala da pranzo e salotto. Al piano superiore c’erano le camere da letto. Ma ci? che piaceva di pi? alla famiglia era il meraviglioso panorama, dato che la casa si trovava a fianco di un piccolo lago. Sul retro della casa, c’era un mulino ad acqua, e spazio per gli animali. Poco dopo l’arrivo nella nuova casa, iniziarono la costruzione di un garage, dato che il conte aveva regalato a Sa?l un trattore perch? potesse svolgere meglio il proprio lavoro. Inoltre la propriet? possedeva un imbarcadero, la famiglia non aveva nessuna barca, ma anni pi? tardi ne avrebbe acquistata una. Anche la maggior parte dei vicini avevano le case a fianco del lago, il resto erano raggruppate nell’estremo nord. L? si trovava la romantica Piazza Forte, in cui regnava una grande fontana romanica, a cui posteriormente era stata aggiunta una statua di donna seminuda. Le case prospicienti la piazza erano decorate con fiori dai toni rosati e rossi, come roseti, rose alpine ed altre variet?. Il venerd? la piazza si trasformava, dando luogo ad un mercato spettacolare, sia per dimensioni, che per variet? di prodotti; la gente veniva da altre regioni a vendere, a comprare, o semplicemente ad osservare quello spettacolo. Infatti, in alcune occasioni i mercanti avevano la necessit? di estenderlo verso la periferia del paese. L? si potevano trovare dagli animali da cortile, animali esotici, cibo, stoffe, spezie alle pozioni, tra le altre cose. Per sei anni, Aman fu una bambina normale. Sua nonna sembrava ogni giorno pi? giovane, secondo le malelingue, beveva intrugli per restare giovane, che acquistava da Xantal. La relazione dei suoi genitori ne aveva risentito, fingevano di essere due persone innamorate, quando in realt? erano due persone che provavano affetto e che condividevano la vita, era come se poco a poco, l’amore si allontanasse da loro. Il maggiore cambiamento era quello del fratello. Era diventato un adolescente molto diverso dal bambino di un tempo. Ora era pi? spento, soffriva. Da bambino, era l’allegria della casa. Era vivace, allegro, senza pensieri, ma crescendo le preoccupazioni avevano incrociato la sua strada. La preoccupazione aveva un nome, Lorena, una giovane di un paese vicino, ricca, bella ed elegante. La prima volta che la vide se ne innamor?. Passeggiava per il mercato. Indossava un abito blu, e i ricci dorati le ricadevano sulla schiena. Sorrideva ad uno dei giovani venditori della bancarella di ortaggi. Non avrebbe mai prestato attenzione ad uno come lui. Vari anni dopo l’arrivo di Aman nella nuova abitazione, mentre stava tornando dalla casa di un’amica, alla quale la sua famiglia frequentemente vendeva uova e latte, incontr? un giovane appoggiato ad un albero. Indossava abiti costosi. Una giacca azzurra, con pantaloni abbinati molto eleganti. Guardava Aman senza battere ciglio. Aveva uno sguardo sereno, in cui si leggeva la felicit?. Arrivata alla sua altezza, Aman prosegu? come se non si fosse accorta della sua presenza, ma lui le mise una mano sulla spalla, mentre Aman diventava nervosa. «Ciao, mi chiamo Flor?n» si present? lo sconosciuto. «Non so chi sei, n? cosa vuoi, ma non ho denaro, la mia famiglia ? molto umile, non possiamo darti nulla» disse Aman sulla difensiva facendo alcuni passi indietro. «Non sono un ladro. Sono nuovo in paese. Scusa se ti ho abbordata cos? in mezzo alla strada». Aman non sapeva cosa dire. «Ti piacerebbe mostrarmi il villaggio?» «Ho solo dieci anni! I miei genitori non me lo permetterebbero.» «Non devono saperlo, possiamo essere amici in segreto.» «Ma sei molto grande.» «Non tanto, ho quindici anni.» «Di dove sei?» «Del nord, di un piccolo villaggio, che ti piacerebbe sicuramente» Flor?n abbozz? un sorriso. «Devo andare, addio.» «Aspetta, conosci il rifugio degli innamorati? Domani pomeriggio ti aspetter? l?.» «Non conosco questo posto.» ment? Aman e se ne and? a lunghi passi. Aman sapeva dove si trovava il luogo perch? suo fratello ci andava con altri coetanei a spiare le coppiette, e qualche volta gliene aveva parlato. Si trattava di piccoli cerchi nel bosco completamente circondati da alberi, dove un tempo si praticava la stregoneria. Ogni cerchio aveva al centro i resti di un fal? dove le streghe distillavano diverse pozioni. Inoltre, tutti avevano delle piccole rocce su cui si sedevano le streghe. Essendo lontani dal paese e non molto conosciuti, alcune coppie scappavano e si incontravano l?. Aman non aveva intenzione di incontrarsi con Flor?n, e ancora meno in un luogo appartato. Flor?n. Ogni volta che lo pensava le veniva da ridere. Non sapeva perch? quel nome, anche se era molto comune, la faceva ridere. Ma per qualche ragione, non riusciva a toglierselo dalla testa. E all’improvviso, sent? una puntura dietro l’orecchio destro. Anche il giorno seguente non pensava ad altro che a Flor?n, e non le veniva pi? da ridere. Sentiva come un legame tra loro, anche se non pensava di andare all’incontro con lui. Passarono due giorni senza sue notizie. Mentre stava lavando la biancheria in un grande catino nella stalla, qualcuno apr? la porta e si affacci? Era Flor?n. L’espressione di stupore di Aman era grande. Come osa? pens? Aman. «Non fare un altro passo o urlo.» «Tranquilla, volevo solo vedere se stavi bene, dato che non sei venuta al nostro appuntamento.» «Vattene o mi metto a urlare.» Flor?n si volt? con l’intenzione di andarsene, e le disse, «Oggi ti aspetter? di nuovo, non deludermi» e se ne and? senza dire altro. Aman non sapeva se pensare che Flor?n era pazzo, o che voleva farle del male. Continu? a lavare la biancheria pensando a cosa fare quel pomeriggio, dopo pochi minuti prese una decisione. Quel pomeriggio Aman ci and?. All’inizio con un po’ di paura. Cerc? tra i cerchi, erano tutti vuoti. Arriv? all’ultimo cerchio. Flor?n l’aveva ingannata, si era preso gioco di lei, l? non c’era nessuno. Inizi? a camminare verso casa con il viso in fiamme per la rabbia. Ma in quel momento, prima di uscire dal bosco, si accorse di un piccolo sentiero che iniziava tra due alberi, che erano uniti in modo strano a formare un cuore. Aman vi si addentr?. Era lungo. In alto i rami erano sempre pi? fitti, lasciavano entrare la luce a malapena. Al termine del sentiero c’era un altro cerchio, e seduto su una roccia, Flor?n. «Vedi questi resti di un fal?? Prima qui si riunivano le streghe» disse Flor?n a modo di saluto. «Porti qui molte persone?» ad Aman batteva forte il cuore. «Non ci ho mai portato nessuno. Quando ho scoperto questo luogo ho pensato che potevo portarci solo qualcuno di speciale, e questo qualcuno avrebbe scoperto questo posto come me, in modo che il destino ci avrebbe uniti per sempre.» Aman si sentiva soffocare, pens? di andarsene, ma le sembrava maleducazione, in ogni caso, non conosceva Flor?n. «Me ne vado» disse Aman drastica. «Perch?? Voglio solo essere tuo amico. Non mi hai nemmeno detto come ti chiami.» «Come sapevi dove abito?» «L’altro giorno ti ho seguita, mi dispiace, so che un gentiluomo non deve fare una cosa del genere, ma ero preoccupato che qualcuno potesse farti del male.» Aman immagin? che Flor?n dovesse appartenere ad un famiglia di alto lignaggio. I suoi modi erano squisiti, i suoi abiti di alta qualit?, ma non sapeva perch? fosse tanto interessato ad una ragazzina come lei, di origini contadine. Non aveva molto denaro, l’unica propriet? che possedeva era la sua abitazione attuale. Le costava pensare quali altre attrattive potessero interessare a qualcuno come Flor?n. Forse pensava di ingannarla come era successo ad altre sue compaesane, che se ne erano andate con ragazzi come Flor?n, ed erano tornate causando la vergogna della loro famiglia, per lei era chiaro che non sarebbe accaduto. Guard? Flor?n, aveva una espressione serena, le trasmetteva sicurezza e tranquillit?. «Va bene, saremo amici, ma in segreto» Aman abbozz? un sorriso, che per Flor?n fu il pi? bello mai visto fino a quel momento. Cominciarono subito a parlare in modo molto naturale. Parlarono delle loro vite nei villaggi precedenti, di come si divertivano nel tempo libero, dei loro sogni. Aman e Flor?n iniziarono a forgiare una nuova amicizia. Ogni pomeriggio si incontravano nello stesso cerchio. Un pomeriggio qualcosa cambi?. Quando Aman arrivava al cerchio, Flor?n la stava sempre aspettando, ma quel pomeriggio non c’era nessuno, al suo posto trov? una lettera. Aman la apr? e la lesse: Per la mia piccola Aman. Mi dispiace dover informarti che non potremo pi? vederci. I miei pomeriggi non avranno pi? la tua allegria, n? il tuo sorriso, n? lo sguardo dei tuoi occhi verdi, n? le tue storie ammalianti, n? le tue lacrime per i pomeriggi perduti a causa della pioggia. Ma, soprattutto, non avranno te. Spero che tu possa dimenticarmi e vivere appieno la tua vita, per me sar? impossibile perch? mi mancherai sempre. Forse in futuro ci rivedremo, il destino decider?. Ricorda questi mesi come un sogno. Tu sei il mio sogno. Con affetto, il tuo caro Flor?n. E leggendo la lettera, l’incantesimo dell’oblio, che trasformava i ricordi in sogni, infuso in lei, fece effetto. 4. Plamen La bella bambina di un tempo si trasform? come un cigno in una donna la cui bellezza non passava inosservata. Aman aveva sedici anni, ma ne dimostrava qualcuno in pi?. Era diventata una celebrit? nella zona grazie ai quadri che dipingeva tutti i pomeriggi all’imbarcadero. Quasi ogni giorno aveva dei compratori, arrivavano da tutta la Romania, persino da altri Paesi. Molti bambini le chiedevano se per favore gli insegnava a dipingere come lei, cos? qualche sabato faceva lezione ai bambini del villaggio. Con il passare del tempo Aman aveva accumulato una piccola fortuna, permettendo alla sua famiglia maggiori privilegi, come l’acquisto di animali, utensili da cucina, e anche un’automobile di seconda mano il cui proprietario si era stancato. Avere un’auto era qualcosa di insolito, nessuno in paese n? nei paesi vicini ne aveva una. Era innamorata di Plamen da un anno e due mesi, un vicino bulgaro di diciotto anni che viveva in paese da due anni. Plamen era alto, con gli occhi azzurri, capelli biondi leggermente ricci, e abbastanza bello. Era il partner ideale. Spesso Aman diceva che lui era la sua ispirazione per dipingere. «Aman, questo pomeriggio quando hai finito di dipingere, puoi venire a casa mia?» «Certo, ma non sar? troppo tardi? Lo sai che ai miei genitori non piace che io vada in giro di notte.» Plamen sorrise. «Di me si fidano.» «Lo so.» Quel pomeriggio Aman dipinse una donna delicata, molto magra. Un quadro che poi avrebbe venduto ad un marchese per una fortuna. Quando termin? di dipingere e ebbe raccolto tutti gli attrezzi, chiese il permesso a sua madre per andare a casa di Plamen. «Nonna, grazie per avermi regalato il cavalletto, non mi stancher? mai di dirtelo. Mamma, posso andare a casa di Plamen?» «Adesso?» «S?.» «Tesoro, non sei pi? una bambina, certo che puoi andare, ma non tornare troppo tardi. Portati questo lume, sta gi? facendo buio, quando tornerai sar? gi? notte.» «Grazie mamma, le madri delle mie amiche non sono come te.» «Le tue amiche non sono come te.» Kiara baci? Aman sulla guancia, che a sua volta baci? Adriana e se and? felice. Arrivata a casa di Plamen non aveva ancora fatto buio. Buss? alla porta, ma sembrava che non ci fosse nessuno. Aspett? seduta sullo scalino del portone, subito arriv? un carro guidato da Plamen. «Perdona l’attesa, ho dovuto andare a prendere un oggetto abbastanza lontano.» Plamen scese dal carro e baci? Aman su una mano. «Sono appena arrivata, dove sei stato?» «Te l’ho gi? detto, lontano» Plamen abbozz? un sorriso, Amen fece una smorfia, le nascondeva qualcosa. Entrarono in casa e Plamen si affrett? ad accendere vari lumi. «Ho pensato molto tempo alla nostra relazione e sono arrivato ad una conclusione.» Plamen inizi? ad accendere il camino per riscaldare la casa. «La nostra relazione ? perfetta, per? sai che io cerco sempre di migliorare tutto ci? che ? alla mia portata, e ora la cosa pi? bella che ho e che amo di pi? sei tu.» Aman guardava Plamen senza dire nulla, prevedendo cosa stava per accadere. «Voglio migliorare la nostra relazione, voglio formare una famiglia con te, un giorno voglio alzarmi presto e vedere i nostri figli correre per casa. Voglio superare le discussioni che arriveranno se facciamo questo passo, voglio vivere la mia vita con te, voglio che siamo due vite unite che confluiscono verso un unico centro. Mia amatissima Aman, mi faresti l’onore di essere mia moglie?» Aman aveva ascoltato attonita la dichiarazione del suo ragazzo, era senza parole. Poche settimane prima le sue amiche le avevano suggerito che doveva fare il grande passo, o Plamen le sarebbe scappato, dato che era un uomo eccezionale. Qualcosa dentro di lei le diceva di non accettare, non sapeva spiegarlo, era come un presentimento, come se il destino la avvertisse che il futuro le riservava un cammino separato da quello di Plamen. «Dovresti prima parlare con mio padre.» «L’ho gi? fatto, mi ha dato il suo consenso una settimana fa.» «Se te lo ha dato da una settimana, perch? hai aspettato tanto tempo per propormi il matrimonio?» «Perch? non avevo questo.» Da una delle sue tasche Plamen estrasse un anello con una decorazione a forma di spirale, come il segno che Aman aveva dalla nascita. «Ero andato a cercarlo, ? perfetto per te. Anche se non accetti la mia proposta, accetta l’anello, ? un regalo. Hai visto la decorazione? ? come il segno che ho scoperto appena ti ho conosciuta» lo sguardo di Plamen era nostalgico, «cosa rispondi?» Aman aveva dei dubbi, amava Plamen, ma non sapeva se era l’uomo della sua vita. «Se vuoi puoi pensarci per un po’ di tempo, se ? quello che vuoi» Plamen si dimostrava comprensivo, davanti al timore del rifiuto. All’improvviso Aman alz? gli occhi, sorrise e si rivolse a Plamen. «Certo che voglio sposarmi con te, essere tua moglie, la madre dei tuoi figli, e vivere il resto della mia vita accanto a te.» Aman non sapeva se in futuro si sarebbe pentita di queste parole, ma come minimo avrebbe reso felice un uomo per un certo tempo, in ogni caso, avrebbe sempre potuto rompere il fidanzamento. «Devo dirti qualcos’altro. In realt?, altre due cose.» Aman ascoltava attenta. «Devo tornare in Bulgaria. Saranno solo un paio di settimane, e quando torner? potremo iniziare a preparare le nostre nozze, voglio che tu sia la mia sposa quanto prima.» «Perch? devi andare?» «La mia famiglia vender? le terre che ancora possediamo nel nostro Paese. L’altra cosa che volevo dirti ? che quando torno ti porter? a vedere il mare.» Sentendo questa parola, ad Aman si illuminarono gli occhi, il mare. Aveva sempre desiderato andare a vederlo, da piccola le avevano raccontato un’infinit? di storie collegate al mare. Non riusc? a resistere, si avvicin? a Plamen e lo baci? sulla bocca. Poteva considerarsi un comportamento sconveniente, ma era cos? felice per la notizia, che le fu impossibile trattenersi. Quello fu il suo primo bacio. Plamen l’avrebbe portata a vedere il mare, che per tante notti aveva sognato, che desiderava conoscere. «Devo tornare a casa, ? molto tardi.» «Non preoccuparti, ti accompagno io.» «Grazie.» «Stai piangendo? Ti piace che ti porter? a vedere il mare?» «S?, molto» Aman aveva le lacrime agli occhi per l’emozione. Quella notte Aman sogn?. Esseri strani dai lunghi denti che volevano bere il suo sangue. Erano vampiri. Il poco che Aman sapeva sui vampiri era quello che sua nonna le aveva raccontato da piccola e le storie che si raccontavano al vilaggio. Per lei erano solo una invenzione per raccontare storie. Al risvegli? and? nella stalla, munse le mucche, raccolse le uova delle galline, e impil? le balle di fieno che erano in disordine. And? in cucina a preparare una torta pasqualina per dare la buona notizia. Dalla finestra vide sua madre e sua nonna che stavano pescando nella zona dell’imbarcadero. Uno dei vicini aveva dato loro alcune istruzioni su come farlo, e Aman aveva comprato tutto il necessario. Aman prepar? tutti gli ingredienti: l’uva passa, il rum, lo zucchero, la vaniglia, le uova, il limone, e quando tutto fu pronto, inforn? la torta nel forno a legna. «Buongiorno mamma. Buongiorno nonna» Aman baci? entrambe. «Buongiorno cara, hai visto tuo fratello?» «No nonna, non l’ho visto. ? successo qualcosa?» «No, per? in paese ci sono voci che si ? impegnato con una giovane. Ne sai qualcosa? So che siete molto uniti.» «Nonna, non sono a conoscenza del fatto che corteggia una ragazza.» Aman non parlava con suo fratello da un paio di settimane, anche se entrambi condividevano la stessa casa; suo fratello vi passava poco tempo, o stava lavorando nella parte nord del villaggio. All’imbrunire, suo fratello non era ancora tornato a casa, cos? che Aman decise che era meglio annunciare il suo fidanzamento con Plamen in un altro momento, con Isaac presente. Non voleva che alcuni membri della sua famiglia lo venissero a sapere prima di altri. All’alba del giorno seguente, Saul si rese conto che Isaac non aveva dormito a casa. «Aman, cara, hai visto tuo fratello?» «No, pap?.» «Ho ricevuto varie lamentele da alcuni dei padroni delle propriet? dove Isaac ha lavorato negli ultimi mesi, ne sai qualcosa?» «No pap?, di lui non so nulla.» Aman era stupita che tutti le chiedessero di Isaac. Isaac si era separato emotivamente da tutta la famiglia, compresa lei, senza ragione apparente. A mezzogiorno, in casa c’erano solo Aman e Adriana. «Che bel quadro!» «Grazie nonna. Sai chi ??» «In verit?, no.» «? nonno Pablo, o come io l’ho sempre immaginato, con le sue barche e con il mare.» Pablo era il marito defunto di Adriana che Aman non aveva mai conosciuto, ma per il quale aveva sempre provato un certo affetto. Pablo era pescatore, i suoi due grandi amori erano stati Adriana e il mare. Forse per questo motivo Aman provava tanto affetto per il nonno, anche se non lo aveva mai conosciuto. «Se il nonno fosse qui sarebbe molto orgoglioso di te.» «Credi che gli piacerebbe il quadro?» «Gli piacerebbe molto.» Aman aveva disegnato Pablo seguendo le indicazioni di Kiara. Viso largo, occhi verdi, naso un po’ ampio, labbra carnose e capelli mossi castani chiari. La morte di Pablo era stata un fatto triste, un giorno era uscito in barca e non era pi? tornato. Un forte temporale rovesci? la barca e non ci furono superstiti. «Tuo fratello Isaac gli assomiglia, a proposito, sai dov’??» «No nonna, e non capisco perch? tutti lo chiedete a me.» «Non parli ogni giorno con lui?» «Non parliamo da un paio di settimane.» «Ha qualcosa a che vedere con la ragazza che gli piaceva? Come si chiamava? Ah, s?, Lorena.» «Chi ? Lorena?» «La ragazza che gli piaceva quando siamo venuti qui, non ti ricordi?» «Ah, s?, certo, Lorena. Isaac mi raccontava molte cose, sembrava che lui fosse il suo cagnolino.» «Il suo cosa?» Aman si mise a ridere. «Isaac la corteggiava sempre, ma lei era ed ? ricca, e lo considerava un passatempo, non gli faceva il minimo caso.» «Quanto siete crudeli voi ragazze!» «Nonna, le ragazze come me no, ma le ragazze di alto lignaggio possono fare ci? che vogliono.» Aman pensava al suo fidanzamento, desiderava tanto raccontarlo a qualcuno, anche se pensandoci bene, Plamen le aveva detto che aveva parlato con suo padre, cos? che lui avrebbe dovuto saperlo. Prima che la conversazione continuasse, un’ombra comparve sul muro, dietro Aman. Aman si accorse della faccia sorpresa di Adriana. Aman si volt?, non poteva credere a ci? che vedeva; era suo fratello con il viso ed i vestiti pieni di sangue. Isaac stava in piedi a malapena, lo accompagnarono nella sua stanza, portarono dell’acqua in barili di fango, panni per pulire il sangue, e un flacone che Adriana aveva nella propria stanza, comprato da Xantal. «Ha tutti i vestiti pieni di sangue.» «Aman, guarda se ha qualche ferita.» Aman sbotton? la camicia a suo fratello, gli sollev? la maglietta intima, scoprendo, con orrore, un profondo taglio sulla parte destra del costato sopra il fianco. «Corri Aman, vai a cercare il medico.» Aman scese le scale di corsa quando si apr? la porta d’ingresso, c’era Kiara, che tornava a casa con un bel cagnolino che le avevano appena regalato. «Guarda Aman, non ? bellissimo?» Il cane era un piccolo maltese completamente bianco. «Sta succedendo qualcosa, tesoro?» «Mi dispiace mamma, devo fare qualcosa di molto importante.» Aman baci? sua madre sulla guancia e usc? di corsa in cerca del medico. Dopo venti minuti Aman si trovava gi? nella parte nord del paese, dove risiedeva il medico. Buss? alla porta con le nocche in maniera insistente, mentre riprendeva fiato. «Salve, c’? qualcuno? Salve!» grid? Aman disperata. Finalmente, dopo tanto insistere, usc? la figlia piccola del medico, una dolce bambina di cinque anni che sembrava una bambola, con gli occhi azzurro chiaro e i ricci dorati, alla quale Aman aveva dato lezioni di pittura. «Ciao Dana, c’? tuo padre?» «Mio pap? non c’?, perch? lo cercavi?» «Sai dov’?? O se torner? tardi? ? importante.» «Non lo so, sono da sola, vuoi entrare?» «No Dana, un altro giorno.» Mentre correva verso casa incontr? suo padre, sal? in auto ed insieme arrivarono a casa, mentre Aman spiegava tutto al padre che si arrabbiava sempre di pi?. «Mamma, nonna, il medico non c’?.» «Bisogna chiamare Xantal.» «Ma nonna, si trova lontana ore da qui, e lei non ? un medico.» «Non sottovalutare Xantal, lei ti ha assistito nel parto.» «Andr? a vedere se in qualche villaggio vicino c’? un medico» disse Saul, che non sopportava di vedere il figlio morire davanti ai suoi occhi. «La ferita si ? infettata, dobbiamo chiamare Xantal.» Aman and? a casa di un vicino perch? le prestasse il suo calesse, dato che Saul se ne era andato con l’automobile. Torn? a casa per un paio di provviste e part? pi? veloce che pot?. Aman seguiva la strada che Adriana le aveva indicato e che portava alla casa di Xantal. Le ore passavano e si stava gi? facendo buio, Aman aveva dimenticato di prendere un lume, e avanzava in penombra. Un rumore la spavent?, era come un ruggito, aveva la sensazione che la osservassero da quando era partita dal suo villaggio. All’improvviso, vide qualcosa, qualcuno che si avvicinava da davanti, era una donna a cavallo, era Xantal. Aman non ci credeva. Xantal le diede il suo lume e prosegu?, lasciando Aman da sola mentre si girava. Aman era molto contenta, anche se non confidava molto nelle capacit? di Xantal. Continuava ad avere la sensazione di qualcuno che la osservasse nascosto nella vegetazione che costeggiava la strada. Varie ore pi? tardi, Aman arriv? a casa, sembrava che tutto il paese fosse l?, tutti stavano aiutando. Isaac sembrava essere molto amato dai suoi compaesani. Tra vari medici e le pozioni di Xantal suo fratello miglior?. La mattina seguente, a colazione, tutta la famiglia era riunita, compresi Isaac e Xantal, che aveva passato l? la notte. Adriana non le aveva permesso di andare a dormire alla locanda. «So che forse non ? il momento, ma» Aman fece una pausa drammatica «mi sono fidanzata con Plamen.» «Congratulazioni tesoro» Kiara si alz? e baci? sua figlia con affetto. «Alla fine Plamen si ? deciso, mi rallegro per voi se ? quello che vuoi.» disse Saul. «Proprio con lui? Qui non ci sono altri ragazzi?» a Isaac non andava a genio il suo futuro cognato da quando lo aveva sorpreso a corteggiare un’altra ragazza, poco dopo aver iniziato a corteggiare sua sorella. «Sono d’accordo con Isaac, ci sono ragazzi migliori.» disse Adriana. «Inoltre, quando vender? le sue terre in Bulgaria sar? ricco.» aggiunse Saul pensando agli interessi di sua figlia. «Il denaro non ha importanza se ? uno senza vergogna.» puntualizz? Adriana. «Sono io quella che deve sposarsi con lui, non voi.» protest? Aman. 5. Qualcuno insegue nell’oscurit? Pochi giorni dopo che suo fratello era apparso pieno di ferite e sangue, mentre passeggiava con la sua cagnolina, Aman cominci? a ricordare tutto quello che era successo negli ultimi giorni. Il giorno dopo il fatto del fratello, dopo aver annunciato il suo fidanzamento, la sua famiglia seppe che il fratello era stato aggredito la notte del giorno precedente, quindi non era andato a cena, n? a dormire. Apparentemente lo stavano aspettando, sapevano che aveva comprato qualcosa di grande valore al chiosco di gioielli. Isaac non chiar? a chi fosse destinato il gioiello, sebbene sospettassero che potesse essere per Lorena, la giovane donna che gli piaceva da quando erano arrivati in citt?. Nel pomeriggio dello stesso giorno Kiara chiese ad Aman, indicando la cagnolina, «Che nome le diamo?» «? bella, che ne dici di Valeria?» «Preferisco qualcosa come Magda.» «E se chiedessimo alla nonna?» «Mi sembra una buona idea.» Aman and? a chiedere a sua nonna, presto torn? con la risposta. «Daria.» «N? Valeria, n? Magda, quindi Daria?» Tipico di Adriana scegliere la terza opzione. Aman sorrideva mentre camminava ricordando la facile soluzione della nonna, quando alcune voci la riportarono al presente. Erano Xantal e Adriana che parlavano nascoste tra i cespugli. Aman stava per avvicinarsi per salutare quando sent? che la conversazione riguardava lei. Prese in braccio Daria e si avvicin? nascosto per ascoltare pi? da vicino. «Hai visto se il marchio ? cresciuto? Sai se ha avuto degli incubi?» «Penso che il marchio sia ancora uguale, non penso che si sia resa conto di averlo. Ma Xantal, quanto ? brutto il marchio?» «Su di lei si raccontano storie terribili. E quel ragazzo, ? un bravo ragazzo per lei?» «Plamen? S?, ? un bravo ragazzo, ma Aman non ? innamorata di lui, anche se lei crede di esserlo. Ho visto l'amore, mia figlia Kiara era molto innamorata di Sa?l, poi non pi? tanto quando sono venuti a vivere qui, ma dopo un poco li vedo di nuovo come prima. Ma, credimi, non ho mai visto mia nipote comportarsi come mia figlia quando ? stata innamorata.» Adriana si ferm?, ricordando i momenti in cui lei stessa era innamorata di Pablo molto tempo prima, e continu? «Spero solo che Aman lo capisca in tempo e possa rompere il fidanzamento prima che sia troppo tardi.» Aman se ne and?, era arrabbiata. Sua nonna raccontava a quella donna, che non era nemmeno una di famiglia, che lei non era innamorata. Amava sua nonna e pensava che lei provasse lo stesso, ma era perplessa. Si sent? tradita, non le piaceva che parlassero di lei, ma se qualcuno avesse dovuto dire qualcosa su di lei, preferiva che prima parlasse con lei. Addolorata, arriv? a casa, raccolse il cavalletto, la spatola e le spazzole e cominci? a dipingere. Daria le teneva compagnia, era una cagnolina molto affettuosa, seguiva Aman dappertutto, persino dormiva nella sua stanza in un cestino che Saul e Kiara avevano costruito. Dipinse il suo miglior lavoro fino ad allora, un animale felino, una miscela tra un leone e una tigre, che era accarezzato da una bella donna dalla pelle scura nel mezzo della giungla. Pi? tardi, quando si stava facendo buio, Aman era seduta sul pontile con i piedi nell'acqua, rilassata, quando suo fratello, ancora in convalescenza, le si avvicin? da dietro. «Ehi, sorellina.» «Ciao Isaac, stai meglio?» «S?, sto migliorando ogni giorno di pi?.» Isaac si sedette accanto a sua sorella. «Ci dirai per chi era il gioiello che hai comprato?» «Te lo dir?.» Isaac ridacchi?. Aman guard? Isaac perplessa. «Era per una giovane donna con i capelli castani, gli occhi verdi, bellissima» Isaac rideva «astuta, coraggiosa, ambiziosa.» Aman sapeva gi? per chi era il gioiello, o almeno cos? pensava. «Era per la migliore sorella del mondo.» Aman non sapeva cosa dire in quel momento, era sorpresa. «Spiegami esattamente cosa ? successo.» «Non avevamo parlato per un paio di settimane, ci eravamo allontanati» In realt?, mi ero allontanato dal mondo in generale. «Ti ricordi Lorena?» Aman annu?. «Si ? sposata la scorsa settimana con un ricco conte. So di essere un pazzo, ma ? cos? che sono. Ho passato diverse notti all'osteria, sono tornato a casa ubriaco o non sono nemmeno tornato. Saltavo il lavoro. Dovevo cambiare tutto questo.» «Non capisco, cosa c'entra questo con i gioielli?» «? stato un primo passo indietro nella mia vita.» Isaac guard? l'acqua, tranquilla, tutto era calmo, si sentivano a malapena un paio di rane che gracchiavano. Aman era triste per suo fratello, non sapeva che Lorena era stata cos? importante nella sua vita. «Un venerd? ero alla bancarella del mercante di gioielli che mi informava dei prezzi. Due settimane dopo, quando ho messo insieme tutti i soldi, sono andato dal gioielliere e ho comprato il gioiello. Quando ho lasciato la bancarella ho capito che tre uomini mi stavano seguendo. Sono andato in un vicolo buio e poco frequentato, il che ? stata una cattiva idea da parte mia. Prima che mi aggredissero sono riuscito nascondere il gioiello in una finestra di una casa. Subito dopo, i tre uomini mi hanno aggredito. Mi hanno detto che non volevano ferirmi, volevano solo il gioiello, ho detto loro che non lo indossavo, ma non si sono arresi. Il pi? corpulento dei tre mi ha preso, gli altri mi hanno perquisito. Quando hanno scoperto che avevo addosso solo un paio di monete, si sono incazzati e hanno iniziato a picchiarmi. Mentre se ne stavano andando, uno di loro si ? voltato, ha tirato fuori un coltello che teneva nascosto nei pantaloni e mi ha tagliato.» Una lacrima scese sul viso di Isaac, il suo sguardo era fisso su un punto del lago, era come se lo stesse rivivendo. «Sorellina, ? meglio che tu non racconti la mia storia l? fuori, non voglio che i dettagli siano conosciuti. Si saranno gi? incaricati di imprigionarli se qualcuno della citt? li riconosce. Ti piacerebbe vederlo?» «Cosa? Chi?» «Il gioiello. ? un bel ciondolo con due fiori di colore argento. Secondo il gioielliere protegge dai vampiri. «Sai, se ne trovi uno … » Isaac fece una risata, alla quale si un? Aman. Poco dopo il resto della famiglia arriv?, iniziarono a preparare la cena, mentre i fratelli erano ancora al molo a parlare. «Ti manca?» « Chi?» «Plamen. Non vi vedete da giorni, da prima della mia aggressione.» In quel momento cap? quello che sua nonna aveva detto a Xantal, non aveva nemmeno pensato a Plamen. Con tutta la storia di suo fratello, non aveva pensato a molto altro. Non le mancava, si chiedeva se lo amava davvero. Ma aveva qualcosa di chiaro, prima che Plamen tornasse doveva essere completamente sicura, continuare con il matrimonio o annullare definitivamente il fidanzamento, doveva scegliere un percorso senza ritorno. Il mattino dopo, presto, ricevette una lettera. Era di Plamen. Per il mio amatissimo fiore di mezzanotte. Aman non sopportava di essere chiamata cos?. La questione della terra sta impiegando pi? tempo del previsto, ma va tutto bene. Spero di rivederti tra un paio di settimane al massimo. Non vedo l'ora di essere tuo marito. Ti amo. La lettera sembrava contenere tanto amore quanto se fosse stata scritta da un perfetto estraneo. Plamen le piaceva cos? tanto quando lo incontrava, e ora, tuttavia, era come chiunque altro. Non capiva come era potuto accadere, come tutto quello che c'era tra loro si fosse spento. Aman strapp? la lettera, corse fuori di casa sbattendo la porta e scoppi? a piangere. And? dove le streghe praticavano le congreghe e si addentr? tra i cerchi formati dagli alberi. Ricordava il posto, era dove molti giovani si incontravano in segreto, e il luogo in cui si svolgeva una parte di quei sogni che faceva poco dopo essere arrivata a Harkaj. Era vuoto o cos? sembrava. Sorpresa, vide che c'era una strana apertura a forma di cuore, proprio come nei suoi sogni. Era impossibile, non era mai stata l?, o almeno cos? ricordava. Prosegu? fino alla fine, era tutto come nei suoi sogni. Si ferm? a pensare, e se fosse stato reale? Era impossibile, lei era una bambina quando accadde, se lo ricordava come un sogno. Forse era stato e non riusciva a ricordare e per questo aveva sognato quel posto e quel ragazzo. Quel ragazzo misterioso. «Come si chiamava?» si interrog? Aman ad alta voce. L'aveva dimenticato. Decise di tornare a casa e cercare la lettera che aveva ricevuto nel sogno, doveva scoprire se era reale, il risultato della sua immaginazione. Doveva essere un sogno, voleva che fosse un sogno. Mentre tornava a casa, le sue lacrime si erano asciugate, pensando che quei sogni erano una distrazione per Aman, che sentiva una presenza che la osservava dall'oscurit? che gli alberi frondosi offrivano, quella presenza la riempiva di paura. Si chiedeva se, come suo fratello, la stavano seguendo. Si era gi? sentita osservata il giorno in cui and? a cercare Xantal, non vi aveva dato alcuna importanza, ma ora era diverso, aveva paura. Si mise a correre verso casa, un ramo tra gli alberi si spezz?, qualcuno lo aveva pestato o rotto. Aman non si ferm? e continu? a correre finch? non vide le prime case. Era sfinita e terrorizzata, era completamente sicura che qualcuno l'avesse seguita, a lei non piaceva quell'idea. Entrando in casa, chiuse a chiave la porta e guard? fuori dalla finestra. Non vedeva nessuno. Cerc? suo fratello in casa, ma era uscito. Voleva dipingere, ma sua madre non voleva che dipingesse in casa a causa dell'odore di vernice, e andare al molo quando era da sola le causava terrore in quel momento. Avrebbe cercato la lettera di quel sogno, era la cosa migliore che poteva fare, aveva bisogno di chiarire i dubbi. Sal? al secondo piano, and? nella sua stanza e inizi? a cercare tra le sue cose. Non aveva troppe cose, alcuni vestiti, alcune foto di paesaggi e parenti lontani, lettere dei suoi cugini. Non trov? niente. Scese al primo piano e guard? tra i libri sullo scaffale, se era una lettera importante forse l'aveva nascosta. Niente. And? in soffitta, dove teneva i suoi oggetti di pittura, era una possibilit? remota, ma una possibilit?. Neanche l? non c'era niente. Sicuramente era un sogno, e che questo posto fosse come lo ricordava era una pura casualit?, anche se come diceva Adriana, raramente esistono le coincidenze. La mattina dopo, quando si svegli?, fu sorpresa, tutta la sua pelle era sudata e aveva la pelle d'oca nonostante non avesse avuto incubi e non si sentisse male. Si vest? e scese a fare colazione. Quella mattina era tutto in penombra, era presto, ma avrebbero dovuto essere gi? tutti svegli. Era nuvoloso, e quindi, tutto era ancora pi? scuro. Sal? nelle stanze per cercare la sua famiglia, non c'era nessuno l?. Sicuramente suo padre stava lavorando, e suo fratello, che non si era ancora completamente ristabilito, aveva iniziato a lavorare come aiutante del fornaio Harkaj. Fece colazione con due frutti, prese il cavalletto e and? al molo. Non appena usc?, trov? sua nonna. «Ciao, dov'? la mamma?» «Tua madre ha dovuto andarsene, aveva una questione urgente di cui occuparsi.» «Che questione?» «Sei troppo curiosa, Aman.» «Non credo di esserlo, ti ho solo chiesto dov'era.» «Non sta succedendo niente di male, cara, ? solo che ha qualcosa a che fare con te e non voglio rovinare la tua sorpresa.» «Nonna.» «S?, tesoro.» «Romper? il mio fidanzamento con Plamen.» «Cosa?» Adriana era molto contenta. «Appena torno» disse Aman, molto sicura di s?. «Meno male che te ne sei resa conto, se no poteva essere troppo tardi. Plamen ? un bravo ragazzo, ma … Non ? il ragazzo che ti meriti.» «Nonna non si tratta di meritare. Ma se dopo poco pi? di un anno di relazione non sono pi? innamorata di lui, non potr? sopportare di vivere tutta la mia vita con lui.» «Quello che non capisco ? questo cambiamento di opinione cos? in fretta, hai incontrato qualcuno?» Aman era perplessa. «Non ho conosciuto nessuno. L'unica cosa di cui sono innamorata in questo momento sono i miei quadri.» Aman rise. Quel mattino nuvoloso voleva dipingere con colori caldi, i gialli, i rossi e gli arancioni si susseguivano. Ricordando la conversazione che aveva erroneamente sentito tra sua nonna e Xantal, chiese, «Hai mai visto lo strano segno che ho dietro l'orecchio?» La faccia di Adriana, piena di felicit? per il futuro annullamento del fidanzamento, divenne cupa, piena di pena e dolore. «Penso di s?, intendi quella piccolo segno che hai dal giorno della tua nascita, giusto?» «S?, esatto. Non pensi che abbia una forma curiosa?» «No, tutti i segni sono simili, perch? me lo chiedi?» «Niente, tanto per chiedere. Ti ho mostrato l'anello che Plamen mi ha regalato? Ha la stessa forma a spirale della cicatrice.» «Aman, stai cercando di dirmi qualcosa? Non mi piace che le persone usino tanti giri di parole per dire qualcosa.» «No, ma e tu? Devi dirmi qualcosa?» «Non so cosa potrei dirti che ti possa interessare, perch? non mi mostri l'anello di fidanzamento?» Aman, un po' arrabbiata per le bugie di sua nonna, mostr? l'anello ad Adriana, che, come sospettava, riconobbe l'anello di fronte a lei. Era un anello pericoloso, o almeno cos? pensava. «? un peccato che tu debba restituirlo a Plamen.» Adriana voleva che Aman si liberasse di lui. «In realt?, me lo ha regalato tanto se lo accettavo come se lo rifiutavo. Non ti piace?» «Certo, ? molto bello, ma sei sicura che vuoi tenerlo? Non ti ricorder? lui?» «Assolutamente no, infatti mi sento molto vicina a lui» Aman sorrise, era felice, e Adriana lo sapeva. In quel momento Kiara ritorn?. «Ciao mamma.» «Ciao, bella. Mi piace molto il quadro di oggi.» «Grazie mamma.» «Ti piace l'anello? ? quello che Plamen mi ha regalato.» «S?, ? come la cicatrice dietro l'orecchio.» «Dove sei stata?» «Non posso dirtelo.» «In realt?, Kiara, puoi, ha rotto il suo fidanzamento con Plamen.» «Cosa? Perch?? Mi piaceva molto quel ragazzo per te.» Kiara era delusa, Plamen era un buon partito. «Non ero pi? innamorata di lui.» «Non lo sei mai stata.» «Nonna!» «? la realt?, non te ne sei mai resa conto perch? eri coinvolta nella relazione, ma dall'esterno non sembravi felice. Posso dire che oggi ti vedo pi? felice che in tutto il tempo in cui sei stata legato a Plamen, tranne quando dipingi.» Aman lo capiva, si sentiva legata a Plamen, ma quando dipingeva era libera, poteva esprimere le sue emozioni attraverso i quadri, ma con Plamen era prigioniera. «Kiara dille dove sei stata.» «Ora sar? necessario tornare. Aman, sono andata in chiesa per iniziare i preparativi per il tuo matrimonio.» «Ma non sapevamo nemmeno quando l'avremmo celebrato.» «Lo so, ma qui non vengono celebrati molti matrimoni, non ? male iniziare i preparativi il prima possibile. Dopo pranzo torner? per cancellare tutto ci? che avevamo pensato, o preferisci che lo annulli quando lo dirai a Plamen?» «Meglio aspettare, non va bene che l'intera citt? lo sappia prima di Plamen.» «D'accordo. A proposito, ho sentito in citt? che Plamen torna la settimana prossima.» «Perfetto, prima glielo dico meglio ?.» 6. Tutti possono cambiare in un secondo La settimana seguente, un giorno prima dell'arrivo di Plamen, Aman, come al solito, inizi? a dipingere. Da appena due minuti stava continuando un dipinto iniziato pochi giorni prima, quando una coppia di ricchi marchesi si presentarono alla sua porta. «? cos? che vivono le persone normali? In queste casette? Cos? affollate?» «Buongiorno, ti prego di scusare mia moglie. Siamo i marchesi di Curga. Abbiamo sentito dire che hai un'abilit? squisita. Si dice che tu sei la migliore pittrice di tutto il paese, ? vero, signorina?» «Buongiorno, signor marchese. Vede, io sono una pittrice qualunque, non ho abilit? particolari.» «Potremmo vedere qualcuno dei tuoi lavori?» chiese il marchese interessato. «Certo, seguitemi» rispose Aman, mentre si preparava ad entrare in casa. «Aspetta, cosa stai dipingendo?» chiese la marchesa senza distogliere lo sguardo dal quadro a cui Aman stava lavorando. «Oh! ? incompiuto. ? un punto in cima a una montagna dove c'? un gazebo,» rispose Aman, sentendosi impacciata in presenza dei marchesi. «Che bello! Lo voglio! Lo porto via! Petre, lo compriamo!» esclam? la marchesa mentre saltellava e alzava le braccia con i pugni chiusi in segno di trionfo. «Aman? Non ? cos??» «S?, mi chiamo Aman.» «Quanto tempo ti ci vorr? per finirlo?» chiese il marchese, che era pi? riservato di sua moglie. «Un paio di giorni.» «Appena lo avrai finito lo prender?. C'? una locanda nella citt? dove alloggiare?» «S?, ce n'? una, ma non so se sar? di vostro gradimento, signore.» «Ne vale la pena se possiamo comprarti quella preziosit? che stai dipingendo, sei una grande artista, quanti anni hai?» chiese il marchese educatamente. «Sedici.» «Sei giovane! E sei cos? bella. Le offerte di corteggiatori pioveranno su di te, e sicuramente, con una buona dote, perch? questi dipinti devono valere una fortuna,» disse la Marchesa, di cui Aman non sapeva pi? cosa pensare. La personalit? della marchesa rendeva Aman nervosa, non sapeva se ridere o scappare, era esasperante, con quella voce cos? irritante. Non sembrava una marchesa, era volubile, bene in carne e non molto aggraziata. Lui, d'altra parte, cos? serio ed educato, un uomo di media statura, con pochi capelli e i baffi, un vero marchese. Aman mostr? loro i quadri che aveva a casa e non aveva ancora venduto, erano tutti splendidi, e tutti incantarono la marchesa, che non piaceva al conte, che si vedeva gi? in rovina se la moglie amava comprare dipinti, anche se, d'altra parte, non gli importava, gli piaceva Aman. Uscirono di nuovo e il marchese rivel? il suo vero scopo. «Abbiamo un figlio piccolo, Remus, e vorremmo che ci dipingessi tutti e tre insieme prima che cresca.» Aman non aveva mai ritratto nessuno, tutto quello che dipingeva derivava dalla sua immaginazione, dipingere qualcosa che vedeva era facile per lei. «Certo, sarei felice di farvi un ritratto.» «Spero che tu sappia quello che fai, non voglio che quando il dipinto ? finito non mi riconosca o che tu mi metta un corpo che non corrisponda» disse con arroganza la marchesa, che stava gi? esaurendo la pazienza di Aman, che si costrinse ad un sorriso per evitare essere scortese. I marchesi di Curga decisero di rimanere alcuni giorni alla locanda, nonostante i lamenti della signora marchesa, d'altra parte, avrebbero deciso in seguito quali dipinti acquistare. «Aman, chi erano quei due?» chiese Adriana. «Il marchese di Curga e sua moglie.» «Sua moglie? Che vuole sapere?» «? una maleducata. Appena arrivata la prima cosa che ha fatto ? stata insultarci, pensa di essere migliore di noi perch? tutto quello che ha, ce l'ha senza alcuno sforzo. Dovrebbe vergognarsi lei e le persone come lei. Non lavorano, non fanno niente e costringono i contadini delle loro terre a pagare loro una decima, mi sembra ingiusto. Noi abbiamo guadagnato tutto ci? che abbiamo, ti giuro che l'avrei gettata nel lago e lasciata l?.» «Aman, tesoro, che ti succede? Questo non ? da te.» Aman era molto arrabbiata con la signora marchesa, non le piaceva la gente nobile che si riteneva superiore, quando per lei era esattamente l'opposto, loro erano superiori. Aman pensava che se i contadini si fossero rifiutati di pagare la decima, alcuni nobili sarebbero scomparsi e ci sarebbe stata pi? uguaglianza, addio alla odiata differenziazione di classe. «Ma Aman, quelle terre non sono dei contadini.» «I contadini potrebbero trasferirsi, inoltre come hanno fatto i nobili a prendere la loro terra?» «Aman, calmati. Non ti ho mai sentita parlare cos?. Non sapevo che i nobili ti infastidissero cos? tanto.» «E non lo facevano, finch? stamattina la marchesa ? venuta a casa nostra per insultarci e a dire una stupidaggine dopo l'altra. Mi dispiace per il Marchese, sembra un brav'uomo, per dover sopportare quella donna, non posso immaginare.» Quel giorno, Aman avrebbe avuto un'altra sorpresa. Mihaela, la sua migliore amica, le fece visita nel pomeriggio. «Ciao Aman! ? meraviglioso! Non ti stanchi mai di dipingere tutto il giorno?» «Non dipingo tutto il giorno, prendo anche delle pause. Inoltre, per me, la pittura ? la cosa migliore del mondo.» «Mia madre dice che sei la ragazza pi? redditizia di tutte le ragazze di Harkaj, penso che abbia torto, per me sei la ragazza pi? redditizia di tutta la Romania.» «Mihaela grazie mille, ma anche tu sei una giovane donna molto in gamba.» Mihaela era alta e snella, con capelli castani e occhi azzurri. Una ragazza molto bella e attraente che era anche simpatica, spontanea, allegra, divertente, tra le altre qualit?. Mihaela giocava con Daria, mentre Aman continuava a dipingere. «Possiamo fare una passeggiata e poi continui a dipingere?» «Non posso, devo finire questo quadro quanto prima, ? per i marchesi che sono venuti ad Harkaj.» «Ah! I parenti di Plamen.» «I cosa? Di Plamen? » Aman era confusa. «Li ho visti tutti insieme alla locanda, sai che lavoro l? al mattino e alla sera.» «Plamen ? tornato?» «S?, ? quello che venivo a dirti, ha anticipato il suo viaggio di un giorno per stare con la sua fidanzata.» «Ed ? un parente dei marchesi?» «Apparentemente s?, famiglia lontana della madre di Plamen. A proposito, oggi Plamen ? molto bello.» In quel momento, la madre di Mihaela la chiam? da casa sua. Aman e Mihaela, oltre ad essere amiche, erano vicine di casa. «A dopo, Aman.» A Mihaela Plamen era sempre piaciuto, le sembrava l'uomo pi? bello che avesse mai visto, e sebbene lei avesse un grande successo con gli uomini, pi? di Aman, Plamen non l'aveva mai notata. Che Plamen cominciasse a corteggiare Aman era una crepa nella loro amicizia. Pi? tardi, quando Aman decise di fare una passeggiata con Daria, trov? Plamen; era molto elegante e sorrideva. «Ciao» disse timidamente Plamen. «Ciao Plamen, devo dirti una cosa.» «Aspetta, devo anch'io raccontarti molte cose.» «No Plamen, prima che tu dica qualcosa, devo dirti una cosa importante.» «Non pu? aspettare?» «No, Plamen.» Aman cominci? a piangere, sapendo che avrebbe spezzato il cuore di Plamen. «Che succede mio fiore di mezzanotte?» «Non mi piace che tu mi chiami cos?, non mi ? mai piaciuto. Penso che tu sia un po’ possessivo. Assomigli sempre di pi? a tuo padre, e tuo padre ? un controllore, voglio vivere con qualcuno con cui mi sento libera.» «Stronzate! Ci? che conta ? ci? che sentiamo e io ti amo. Ti amo, Aman.» Plamen cerc? di abbracciare Aman, ma lei si stacc?, il che lo infastid?. «Beh, io no.» «Stai per sposarmi, che tu lo voglia o no.» «Mai» disse Aman singhiozzando. «Ma non vedi tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per te, perch? ti amo.» «Ma io non ti amo Plamen, mi dispiace, troverai un' altra, ed io trover? un altro.» «Anche no, non troverai mai qualcuno come me.» Aman stava scoprendo un nuovo lato di Plamen che non conosceva, era autoritario ed egocentrico. «Lasciala in pace.» Qualcuno prese la mano di Aman, era Isaac. Ora era pi? calma. Per un momento si guardarono l'un l'altro senza dire nulla, finch? Plamen non si volt? e inizi? a camminare. «Aman, stai bene?» Era molto spaventato. «Come sapevi che ero qui e che stava succedendo qualcosa?» «? tutto molto strano. Ero in panetteria a prendere delle torte dal forno quando all'improvviso mi voltai e vidi che c'era un biglietto sul tavolo.» «Un messaggio?» «S?, un biglietto che diceva che avevi bisogno di aiuto e che eri sulla strada a nord-ovest della citt?.» «Ma chi l'ha scritto?» chiese Aman, volendo incontrare il suo salvatore. «Non lo so Aman, ma Plamen sembrava molto arrabbiato, chiss? se ti avrebbe fatto qualcosa.» «S?, lo era, sembrava un'altra persona totalmente diversa dal dolce e affettuoso Plamen che conoscevo.» «Sar? che la Bulgaria l'ha cambiato.» «S?, deve essere questo.» Aman prese Daria tra le sue braccia, che dormiva un po’ e tornarono a casa. Quando arrivarono ormai era quasi buio, era stata una giornata impegnativa, ma alla fine aveva tagliato il giogo che la teneva prigioniera, era libera, libera da Plamen, di nuovo libera. 7. Il migliore regalo di compleanno Kiara si stava affrettando con i preparativi, la torta e il gelato che stava preparando erano quasi pronti. La decorazione di Adriana era meravigliosa, aveva riempito l'intera parte inferiore della casa con i fiori preferiti di Aman, i gerani, soprattutto se erano di colore rosa. Anche il pontile era stato anche decorato con geranei e qualche pianta rampicante, una decorazione che avrebbero mantenuto dopo la celebrazione. Inoltre, Adriana aveva segretamente intessuto un bel vestito blu scuro per Aman. Isaac aiutava Kiara con la torta e Saul stava pescando in modo da poter preparare un pasto di pesce per Aman, che lo amava. Tutto questo per festeggiare il compleanno di Aman. Compiva diciotto anni. Era met? luglio, faceva molto caldo, tutte le finestre erano aperte. Tutto era pronto per quel sabato, Aman avrebbe avuto il compleanno sognato. La prima a scendere le scale fu Daria agitando la coda, che salut? uno a uno tutti i membri della famiglia. Poi scese Aman. Quel giorno era raggiante, aveva un grande sorriso sul viso, i suoi capelli erano completamente sciolti, e le arrivavano quasi alla sua vita. «Che bella!» disse Isaac. «Che bellezza di nipotina ho!» «Che cos'? tutto questo ?!» Aman non credeva ai propri occhi. «Auguri cara» Adriana la baci?. Uno ad uno i membri della famiglia si congratularono con lei. Era tanto felice! «Questa torta ? per te» disse Kiara con orgoglio, mostrando la sua opera d'arte. «Grazie mamma.» «Ti piace la decorazione?» disse Adriana. «Mi piace molto, sono bellissimi geranei.» «Questo ? il tuo regalo.» Adriana consegn? ad Aman il vestito che aveva cucito per lei. Saul le regal? un libro, Kiara le diede un cappello originale e Isaac degli orecchini da abbinare al ciondolo che le aveva regalato qualche anno prima. «Grazie mille a tutti, tutto questo ? bello.» «Te lo meriti, cara. Ho pescato solo per te tutta la mattina.» «Per me? Ma pap?, non era necessario.» Prima di mezzogiorno, le tre donne della casa andarono a fare una passeggiata per la citt?, fermandosi di tanto in tanto in modo che Aman ricevesse gli auguri per il suo compleanno. L? incontrarono la madre di Plamen, che non fu molto educata. «Che peccato ci siano persone come te.» «Mi dispiace signora, ma non so di cosa sta parlando.» «Di quello che hai fatto a mio figlio. Lui ti amava cos? tanto, eppure per te era solo un giocattolo.» «Con tutto il rispetto signora, per me non ? mai stato un giocattolo.» «Allora cos'e' accaduto?» «Ho capito che mi ero sbagliata.» «Quando era passato pi? di un anno?» «Mi dispiace mettermi in mezzo di Aman, ma non dovresti parlare con chi rifiuta di ascoltare, e capire che suo figlio non ? perfetto come pensava.» Kiara intervenne per difendere sua figlia. Aman fu sorpresa dalla reazione della madre di Plamen, che era sempre stata gentile con lei. Da quando avevano chiuso la relazione non si erano pi? incrociate, nonostante vivessero in un posto piccolo. «So da chi hai ereditato questa personalit? che hai.» «Come si permette? Insulta mia figlia e me senza motivo.» «Senza nessuna ragione? Tua figlia ha rovinato mio figlio. Da allora ? triste.» Aman non poteva continuare ad ascoltare gli insulti che quella donna rivolgeva a sua madre e a lei stessa e se ne and? a casa quasi piangendo. Era il giorno del suo compleanno e la sua famiglia non voleva che quella donna le rovinasse la giornata. Per mangiare presero il pesce, e nel pomeriggio restarono tutti insieme facendo un giro sulla chiatta e ricordando vecchie storie fino a notte fonda. Poco prima di andare a dormire, una strana sensazione attravers? il corpo di Aman. Aveva freddo nonostante fosse luglio. Usc? dalla sua stanza e and? gi?, fino a quando non usc? dalla porta principale. Un ragazzo giovane, un paio d'anni pi? vecchio di lei, stava camminando verso il nord del villaggio. «Salve, buonasera, signorina,» lo straniero salut? Aman senza fermarsi. Aman lo ferm?. «Aspetta. Ti conosco?» ad Aman risultava familiare. «Penso che se ci conoscessimo mi ricorderei di te.» «Chi sei? Ti ricorderesti di me? Sono cos? poco aggraziata?» Lo straniero scoppi? con una risata. «Penso che tu mi abbia frainteso. Mi chiamo Flor?n. E volevo dire che sei la persona pi? bella che abbia mai visto.» Aman arross?. Florin era un giovane molto bello, era ben vestito e aveva carisma, la attraeva come mai nessuno prima. «Non dovresti andare a dormire? ? tardi e in questo momento potrebbero esserci dei malintenzionati.» «Sei un malintenzionato?» disse Aman divertita. «Lascio giudicare a te.» Florin sorrise, gli piaceva quella ragazza. «Non mi hai ancora detto come ti chiami.» Êîíåö îçíàêîìèòåëüíîãî ôðàãìåíòà. Òåêñò ïðåäîñòàâëåí ÎÎÎ «ËèòÐåñ». Ïðî÷èòàéòå ýòó êíèãó öåëèêîì, êóïèâ ïîëíóþ ëåãàëüíóþ âåðñèþ (https://www.litres.ru/pages/biblio_book/?art=57160426&lfrom=688855901) íà ËèòÐåñ. Áåçîïàñíî îïëàòèòü êíèãó ìîæíî áàíêîâñêîé êàðòîé Visa, MasterCard, Maestro, ñî ñ÷åòà ìîáèëüíîãî òåëåôîíà, ñ ïëàòåæíîãî òåðìèíàëà, â ñàëîíå ÌÒÑ èëè Ñâÿçíîé, ÷åðåç PayPal, WebMoney, ßíäåêñ.Äåíüãè, QIWI Êîøåëåê, áîíóñíûìè êàðòàìè èëè äðóãèì óäîáíûì Âàì ñïîñîáîì.
Íàø ëèòåðàòóðíûé æóðíàë Ëó÷øåå ìåñòî äëÿ ðàçìåùåíèÿ ñâîèõ ïðîèçâåäåíèé ìîëîäûìè àâòîðàìè, ïîýòàìè; äëÿ ðåàëèçàöèè ñâîèõ òâîð÷åñêèõ èäåé è äëÿ òîãî, ÷òîáû âàøè ïðîèçâåäåíèÿ ñòàëè ïîïóëÿðíûìè è ÷èòàåìûìè. Åñëè âû, íåèçâåñòíûé ñîâðåìåííûé ïîýò èëè çàèíòåðåñîâàííûé ÷èòàòåëü - Âàñ æä¸ò íàø ëèòåðàòóðíûé æóðíàë.