×òî æå åñòü ó ìåíÿ? Äûðû â äðàíûõ êàðìàíàõ, Òðè ìîðùèíû íà ëáó, Äà èñò¸ðòûé ïÿòàê... Íî íå æàëêî íè äíÿ- Ìíå ñóäüáîþ ïðèäàííûõ, Õîòü ïîðîé ÿ æèâó Ïîïîäàÿ â ïðîñàê. Âñ¸ ÷òî åñòü ó ìåíÿ: Ñîâåñòü, ÷åñòü è óìåíüå. ß îòäàì íå ñêóïÿñü- Ïðîñòî òàê çà ïóñòÿê. Çà ïîñòåëü ó îãíÿ, Äîáðîòó áåç ñòåñíåíüÿ. È çà òî, ÷òî ïðîñòÿñü, Íå çàáûòü ìíå íè êàê... Âñ¸ ÷

Il Testimone Silenzioso

Il Testimone Silenzioso Blake Pierce “Un capolavoro del giallo e del mistero! L’autore ha svolto un magnifico lavoro, sviluppando i personaggi con particolare attenzione all’aspetto psicologico, descritto con tale cura da farci sentire all’interno della loro mente, provare le loro paure e gioire del loro successo. La trama ? molto avvincente e vi catturer? per tutta la durata del libro. Ricco di colpi di scena, questo libro vi terr? svegli fino all’ultima pagina.”--Books and Movie Reviews, Roberto Mattos (su Il Killer della Rosa)IL TESTIMONE SILENZIOSO ? il libro #15 nella serie dei thriller psicologici di successo dei misteri di Riley Paige, che inizia con il bestseller IL KILLER DELLA ROSA (Libro #1), che ha ricevuto oltre 1.000 recensioni da cinque stelle ed ? scaricabile gratuitamente!Quando un serial killer colpisce in diverse citt? e l’unico potenziale testimone non ? in grado di parlare, spetta all’Agente Speciale dell’FBI Riley Paige entrare nella mente di quest’uomo complesso, e scoprire che cosa sa.Che cos’hanno in comune queste vittime? Che cos’ha fatto esattamente questo testimone?In questo oscuro e intricato thriller psicologico, Riley deve combattere contro i propri demoni, mentre viene incaricata di risolvere un crimine che lascia tutti gli altri confusi, che la costringer? ad entrare troppo in profondit? nella mente di uno psicopatico…..Un thriller ricco di suspense mozzafiato, IL TESTIMONE SILENZIOSO ? il libro #15 in una nuova affascinante serie, con un amato personaggio, che vi terr? incollati alle pagine fino a notte tarda.Il libro #16 della serie di Riley Paige sar? presto disponibile. IL TESTIMONE SILENZIOSO (UN MISTERO DI RILEY PAIGE —LIBRO 15) B L A K E P I E R C E TRADUZIONE ITALIANA A CURA DI IMMACOLATA SCIPLINI Blake Pierce Blake Pierce ? l’autore della serie di successo dei misteri di RILEY PAIGE, che comprende, ad oggi, sedici libri. Blake Pierce ? anche autore della serie dei misteri di MACKENZIE WHITE, composta al momento da dodici libri; della serie dei misteri di AVERY BLACK, che conta in tutto sei libri; della serie dei misteri di KERI LOCKE, formata da cinque libri; della serie dei misteri de GLI INIZI DI RILEY PAIGE, comprendente ad oggi quattro libri; della serie dei gialli di KATE WISE, composta finora da quattro libri (ed altri in fase di pubblicazione); della serie dei thriller psicologici di CHLOE FINE composta finora da quattro libri; ed infine della serie di emozionanti thriller psicologici di JESSIE HUNT, che al momento comprende quattro libri. Accanito lettore, da sempre appassionato di romanzi gialli e thriller, Blake apprezza i vostri commenti; pertanto siete invitati a visitare www.blakepierceauthor.com (http://www.blakepierceauthor.com/) per saperne di pi? e restare in contatto. Copyright © 2019 di Blake Pierce. Tutti i diritti sono riservati. Fatta eccezione per quanto permesso dalla Legge sul Copyright degli Stati Uniti d'America del 1976, nessuno stralcio di questa pubblicazione potr? essere riprodotto, distribuito o trasmesso in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, n? potr? essere inserito in un database o in un sistema di recupero dei dati, senza che l'autore abbia prestato preventivamente il consenso. La licenza di questo ebook ? concessa soltanto ad uso personale. Questa copia del libro non potr? essere rivenduta o trasferita ad altre persone. Se desiderate condividerlo con altri, vi preghiamo di acquistarne una copia per ogni richiedente. Se state leggendo questo libro e non l'avete acquistato, o non ? stato acquistato solo a vostro uso personale, restituite la copia a vostre mani ed acquistatela. Vi siamo grati per il rispetto che dimostrerete alla fatica di questo autore. Questa ? un'opera di fantasia. Nomi, personaggi, aziende, societ?, luoghi, eventi e fatti sono il frutto dell'immaginazione dell'autore o sono utilizzati per mera finzione. Qualsiasi rassomiglianza a persone reali, viventi o meno, ? frutto di una pura coincidenza. L’immagine di copertina ? di propriet? di sahachatz, usata su licenza di Shutterstock.com. LIBRI DI BLAKE PIERCE UN’EMOZIONANTE SERIE PSICOLOGICA DI JESSIE HUNT LA MOGLIE PERFETTA (Libro #1) IL QUARTIERE PERFETTO (Libro #2) LA CASA PERFETTA (Libro #3) L’EMOZIONANTE SERIE PSICOLOGICA DI CHLOE FINE LA PORTA ACCANTO (Libro #1) LA BUGIA DI UN VICINO (Libro #2) VICOLO CIECO (Libro #3) I GIALLI DI KATE WISE SE LEI SAPESSE (Libro #1) SE LEI VEDESSE (Libro #2) SE LEI SCAPPASSE (Libro #3) LA SERIE DEGLI INIZI DI RILEY PAIGE LA PRIMA CACCIA (Libro #1) IL KILLER PAGLIACCIO (Libro #2) LA SERIE DI GIALLI DI RILEY PAIGE IL KILLER DELLA ROSA (Libro #1) IL SUSSURRATORE DELLE CATENE (Libro #2) OSCURIT? 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Ma, appena si gir? sul fianco per provare a riaddormentarsi, avvert? un improvviso dolore acuto alla gamba sinistra. Ci risiamo, Robin pens? con un sospiro. Accese la lampada sul suo comodino e si tolse le coperte di dosso. Non si sorprese, constatando che le mancava la gamba sinistra: si era ormai abituata da molti mesi a quella vista. Le era stata amputata al di sopra del ginocchio, dopo che le ossa erano state ridotte in poltiglia in un terribile incidente d’auto, di cui era stata vittima l’anno prima. Ma il dolore era piuttosto reale: le sembrava che la gamba pulsasse e avvertiva spasmi, bruciori. Si mise in posizione eretta nel letto, e stette a guardare il moncone sotto la camicia da notte. Aveva patito il dolore dell’arto fantasma, in questo modo, sin dall’amputazione, soprattutto di notte, quando provava a dormire. Guard? l’orologio sul comodino e vide che erano le quattro del mattino. Sospir? scoraggiata. Spesso veniva svegliata dal dolore a quell’ora, o anche prima, e sapeva che non sarebbe riuscita a riaddormentarsi, con quella sensazione che la tormentava. Consider? di prendere la scatola di specchi sotto il letto, uno strumento terapeutico che spesso l’aiutava ad affrontare episodi come questo. Consisteva nel posizionare il moncone su di una scatola di forma prismatica, composta da uno specchio su un lato, cos? che la gamba restante proiettasse un riflesso. La scatola di specchi creava l’illusione che lei avesse ancora entrambe le gambe. Era una tecnica bizzarra ma efficace, per far diminuire o persino eliminare il dolore fantasma. Avrebbe osservato il riflesso e, nel frattempo, manipolato la sua gamba superstite, tendendo e ritraendo i muscoli dei piedi, dita e polpacci; in questo modo induceva il cervello a credere che fosse ancora dotata di entrambi gli arti inferiori. Immaginando di controllare la gamba mancante, spesso riusciva a superare il dolore ed i crampi che provava in quel punto. Ma non sempre funzionava. Richiedeva un livello di concentrazione meditativa, che non riusciva sempre ad ottenere. E sapeva, per esperienza, di avere poche chance di successo, dopo un risveglio alle prime ore del mattino. Sar? meglio che mi alzi e mi metta a lavorare un po’, pens?. Consider? brevemente di indossare la protesi che teneva accanto al letto. Avrebbe dovuto avvolgere il moncone in una fodera in tessuto sintetico, sistemare un paio di calze sulla fodera, per compensare il restringimento del moncone, poi stringere la protesi a dovere, appoggiando tutto il suo peso sopra, finch? non fosse andato tutto a posto. Non le sembrava che ne valesse la pena al momento, specialmente se avesse avuto fortuna, e il dolore fosse scemato da solo, cos? da poter tornare a letto e provare a dormire ancora un po’. Perci?, indoss? una vestaglia, raggiunse le stampelle, infil? i polsi nelle grucce e si aggrapp? alle impugnature, poi zoppic? fuori dalla camera da letto e raggiunse la cucina. Una pila di documenti l’attendeva l? sul tavolo dal rivestimento in formica. Si era portata a casa un’enorme quantit? di poesie e racconti brevi da leggere, consegne per Sea Surge, la rivista letteraria per cui lavorava come vice caporedattrice. Aveva letto pi? della met? degli scritti la sera precedente, prima di andare a letto, selezionandone alcuni che considerava degni di pubblicazione, mentre aveva rifiutato la maggior parte degli altri, reputandoli inadatti allo scopo. Adesso era intenta a leggere un gruppo di cinque poesie particolarmente brutte, composte da uno scrittore alquanto privo di talento: erano il genere di composizione da bigliettini d’auguri che la rivista riceveva fin troppo spesso. Esplose in una piccola risata, mentre accantonava le poesie sulla pila di composizioni rifiutate. Le successive composizioni erano completamente diverse, ma si trattava del tipico componimento che spesso doveva scorrere in queste occasioni. Queste poesie la colpirono immediatamente perch? apparivano aride, spietate, oscure e pretenziose. Mentre provava a cogliere il senso di alcune di esse, la sua mente cominci? a vagare, e si trov? a pensare a come si fosse ritrovata a vivere da sola in affitto in quella piccola casa economica, ma confortevole. Fu triste ricordare come il suo matrimonio fosse finito cos? in fretta quell’anno. Subito dopo l’incidente e l’amputazione, il marito Duane si era dimostrato attento, amorevole e di supporto. Ma, col passare del tempo, era diventato sempre pi? distante, finch? aveva cessato di dimostrarle accenni di intimit? o affetto. Duane non lo avrebbe mai ammesso ma Robin si era resa conto che il marito semplicemente non la trovava pi? fisicamente attraente. Lei sospir?, ricordando quanto fossero stati follemente innamorati durante i primi quattro anni del loro matrimonio. Le si form? un nodo in gola, chiedendosi se avrebbe mai pi? conosciuto quel tipo di felicit?. Ma sapeva di essere ancora una donna bella, affascinante ed intelligente. Sicuramente, c’era un uomo meraviglioso l? fuori, che l’avrebbe considerata una persona nella sua interezza, e non come una mutilata. Eppure, la superficialit? dell’amore di Duane per lei era stato un colpo per la sua autostima e per la sua fiducia nei confronti degli uomini in generale. Era difficile non provare amarezza per il suo ex-marito. Ramment? a se stessa come spesso faceva … Ha fatto il meglio che poteva. Almeno, il loro divorzio era stato amichevole e restavano ancora amici. Drizz? le orecchie ad un suono familiare all’esterno, il camion della nettezza urbana si stava avvicinando. La donna sorrise, attendendo un piccolo rituale che aveva sviluppato durante le mattine insonni come questa. Si alz? dal tavolo, prese le stampelle, zoppic? fino alla finestra del soggiorno, e apr? le tende. Il camion stava accostando di fronte alla sua casa proprio in quel momento e l’enorme braccio robotico afferr? il suo bidone, sollevandolo e gettando il contenuto nel camion. E, come previsto, c’era uno strano giovane che camminava accanto al camion. Come sempre, Robin trov? qualcosa di affettuosamente sincero in lui, mentre seguiva il veicolo lungo la via, osservando attentamente in ogni direzione, come se assolvesse ad un compito di vigilanza. Lei immagin? che dovesse lavorare per l’assessorato alla nettezza urbana della citt?, sebbene non sapesse identificare quale fosse il suo lavoro. Non sembrava aver altro da fare che camminare ed assicurarsi che il grande veicolo svolgesse il proprio lavoro e non gettasse in strada dei rifiuti. Come sempre faceva quando lo vedeva l? fuori sulla strada illuminata, sorrise, tir? fuori un braccio dalla gruccia, e gli fece un cenno di saluto. Lui la guard? negli occhi, come faceva sempre. Lei trov? strano che non rispondesse mai al saluto, limitandosi a starsene l? con le braccia lungo i fianchi, a ricambiare lo sguardo. Ma, stavolta, fece qualcosa che non aveva mai fatto prima. Sollev? un braccio e indic? nella direzione della donna. Che cosa sta indicando? si chiese. Poi, ebbe un brivido, ricordando il momento in cui si era svegliata … Pensavo di aver sentito un suono. Aveva pensato che fossero stati dei vetri infranti. E adesso cap? … Sta indicando qualcosa alle mie spalle. Prima che potesse voltarsi a guardare, sent? una mano afferrarle forte la spalla destra. Robin s’immobilizz? dalla paura. Prov? un improvviso dolore acuto, come se qualcosa l’avesse punta nell’orecchio, e il mondo intorno a s? si dissolse rapidamente. Nell’arco di un istante, non sent? pi? nulla. CAPITOLO UNO Nell’istante in cui Riley si lasci? cadere sul divano in soggiorno, dopo essersi tolta le scarpe, il campanello suon?. Abbozz? un gemito. Immaginava che fosse qualcuno che promuovesse una causa, intenzionato a chiederle di firmare una petizione o firmare un assegno, o una cosa del genere. Non ? ci? che mi serve adesso. Aveva appena accompagnato a scuola le sue figlie, April e Jilly, per il loro primo giorno dell’anno scolastico. Non vedeva l’ora di rilassarsi un po’. Proprio allora, sent? Gabriela, la sua governante guatemalteca, dire dalla cucina … “No te muevas, se?ora. Vado io ad aprire.” Mentre ascoltava il suono dei passi di Gabriela, che si recava alla porta, Riley si appoggi? contro lo schienale del divano e mise i piedi sul tavolino da caff?. Poi, sent? Gabriela chiacchierare allegramente con la persona alla porta. Una visita? Riley si chiese. Si infil? velocemente le scarpe, mentre sentiva i passi avvicinarsi. Quando la governante accompagn? il visitatore nella stanza, Riley fu sorpresa e felice, vedendo chi era. Si trattava di Blaine Hildreth, il suo splendido compagno. O ? il mio fidanzato? In quei giorni non ne era affatto sicura, e apparentemente neanche Blaine. Un paio di settimane prima, le aveva pi? o meno fatto la proposta di matrimonio, poi soltanto la settimana precedente le aveva detto di voler fare le cose con calma. Non lo vedeva ormai da qualche giorno, e non si aspettava la sua visita quella mattina. Quando Riley accenn? ad alzarsi dal divano, Blaine disse: “Ti prego, resta seduta. Vengo a sedermi con te.” Blaine le si sedette accanto, mettendosi comodo nel vecchio divano del soggiorno. Riley sorrise e si tolse di nuovo le scarpe, calciandole via. Abbozzando una risata, anche Blaine lo fece, ed entrambi appoggiarono i piedi sul tavolino da caff?. Sentirsi cos? a suo agio con lui faceva sentire molto bene Riley, anche se non sapeva ancora stabilire a che punto fosse la loro relazione. “Com’? andata la mattinata?” Blaine chiese. “BENE” Riley rispose. “Ho appena accompagnato le ragazze a scuola.” “S?, anch’io ho appena accompagnato Crystal.” Come sempre, Riley avvert? la nota di affetto che si manifestava ogni qualvolta Blaine menzionava la propria figlia sedicenne. Le piaceva questo di lui. Poi, con una risata, l’uomo aggiunse: “Sembrava piuttosto ansiosa che me ne andassi subito dopo averla portata l?. Immagino volesse che i suoi amici non mi vedessero.” Anche Riley scoppi? a ridere. “Lo stesso vale per April” disse. “I ragazzi sembrano imbarazzarsi ad avere intorno i genitori a quell’et?. Beh, a partire da domani, le mie figlie prenderanno un autobus.” “Anche la mia.” Blaine mise le mani dietro alla nuca, si appoggi? allo schienale del divano ed emise un sospiro profondo. “Crystal inizier? presto a guidare” osserv?. “Anche April” Riley ribatt?. “Direi che far? l’esame per la patente a novembre. Non so come questo mi faccia sentire.” “Neanch’io. Specialmente da quando insegnare guidare a Crystal mi ha reso un fascio di nervi.” Riley ebbe una fitta di senso di colpa. Poi disse: “Ho paura di non aver dedicato il giusto tempo ad insegnare ad April. In realt?, ? pari a zero. Per la maggior parte del tempo ha dovuto farlo con l’istruttore a scuola.” Blaine alz? le spalle e disse: “Vuoi che le insegni un po’?” Riley abbozz? un sussulto. Sapeva che Blaine riusciva ad essere un genitore pi? presente di quanto le sembrava di essere lei stessa. Il lavoro che svolgeva al BAU continuava ad allontanarla dalle solite questioni madre-figlia, e questo la faceva star male. Eppure, era gentile da parte di Blaine offrire aiuto, e sapeva che non doveva sentirsi gelosa se l’uomo passava pi? tempo con April di quanto lei stessa potesse. Dopotutto, sarebbe diventato il padre di April a breve. Sarebbe stato grandioso per April e Jilly avere un pap? che riservasse loro vere attenzioni. Sarebbe stato pi? di quanto l’ex-marito di Riley, Ryan, avesse mai fatto. “Sarebbe bello” rispose. “Grazie.” Gabriela entr? in soggiorno con un vassoio. La donna, bench? tarchiata, camminava con destrezza, mentre Darby, la cagnolina dalle grandi orecchie di Jilly, e la gattina bianca e nera di April, le scorrazzavano intorno ai piedi. Appoggi? il vassoio sul tavolino da caff? di fronte a loro. “Spero che siate entrambi dell’umore adatto per caff? e champurradas.” “Champurradas!” Blaine esclam? con piacere. “Che buone!” Appena la governante vers? del caff? in due tazze, Riley prese uno dei biscotti croccanti e burrosi arrotolati nei semi di sesamo. Le champurradas erano appena state sfornate, e, naturalmente, assolutamente deliziose. Quando Gabriela si volt? per tornare in cucina, Blaine la invit?: “Gabriela, si unisce a noi?” Gabriela sorrise:“Por supuesto. Gracias.” And? in cucina a prendere un’altra tazza, torn?, si vers? del caff? e si sedette su una sedia accanto a Riley e Blaine. Blaine cominci? a chiacchierare con la governante, met? in inglese e met? in spagnolo, chiedendole la ricetta della champurrada. Come masterchef e proprietario di un ristorante di tono, Blaine era sempre interessato ad ascoltare i segreti culinari di Gabriela. Come al solito, quest’ultima opponeva timidamente resistenza, non dicendo molto inizialmente, ma infine gli svel? tutti i dettagli per realizzare degli squisiti biscotti guatemaltechi. Riley sorrise ed ascolt?, mentre Blaine e Gabriela proseguirono discutendo di altre ricette. Le piaceva sentirli parlare in quel modo. Pensava che fosse eccezionale che loro tre si trovassero insieme a casa. Riley riflett? per cercare la parola adatta a descrivere come fossero le cose in quel momento. Poi, le venne in mente. Confortevole. S?, era proprio quella la parola. Qui, lei e Blaine erano stravaccati sul divano, senza scarpe, sentendosi davvero a loro agio insieme. Dopo un poco, Riley divenne pensierosa, rendendosi conto di una cosa. Il fatto era che la situazione non era affatto romantica. Al momento, Blaine non sembrava l’amante appassionato che talvolta lei aveva scoperto che fosse. Naturalmente, quei momenti romantici erano rari. Persino quando avevano trascorso due settimane in una bella casa al mare quell’estate, avevano dormito in camere separate per via delle loro figlie. Riley si chiese … Le cose resteranno cos?, se ci sposeremo? Riley soffoc? un sospiro al pensiero che stessero gi? agendo da vecchia coppia sposata.Poi sorrise, considerando … Forse c’? qualcosa che non va in questo. Dopotutto, aveva quarant’anni. Forse, era ora di lasciarsi alle spalle l'amore appassionato. Forse era giunto il momento di sistemarsi, abbracciando comfort e tepore. E, al momento, quella possibilit? sembrava davvero un’ottima soluzione. Eppure, si chiese … Il matrimonio ? davvero scritto nel destino mio e di Blaine? Avrebbe voluto poter decidere in un senso o nell’altro. I pensieri di Riley furono interrotti dal trillo del suo cellulare. Il cuore le balz? in gola, vedendo che si trattava della chiamata del suo partner storico al BAU, Bill Jeffreys. Per quanto fosse legata a Bill, sentiva che quella non sarebbe stata una semplice telefonata tra amici. Quando rispose alla chiamata, Bill esord?: “Riley, ho appena ricevuto una chiamata dal Capo Meredith. Vuole vedere noi due e Jenn Roston immediatamente nel suo ufficio.” “Che cosa succede?” Riley chiese. “Ci sono stati un paio di omicidi in Connecticut. Stando a Meredith, potrebbe essere un caso seriale. Neppure io conosco i dettagli.” “Arrivo subito” Riley replic?, mettendo fine alla telefonata. Vide che Blaine e Gabriela la stavano entrambi guardando con aria preoccupata. Blaine chiese: “Un nuovo caso d’omicidio?” “A quanto pare” Riley rispose, infilando nuovamente le scarpe. “E’ probabile che andr? subito in Connecticut. Potrei stare via per un po’.” Gabriela disse: “Ten cuidado, Se?ora Riley.” Blaine annu? e aggiunse: “S?, per favore, fa’ attenzione.” Riley diede un leggero bacio a Blaine e poi usc? di casa. La sua valigia era gi? piena e pronta nell’auto, perci? non ebbe bisogno di ulteriori preparazioni. Era animata da un senso di aspettativa. Sapeva che stava per uscire da un mondo fatto di comfort e tepore, per entrare in un regno fin troppo familiare, fatto di buio e malvagit?. Un mondo abitato da mostri. La storia della mia vita, pens? con un sospiro amaro. CAPITOLO DUE Riley avvert? un senso di urgenza nell’aria, quando entr? nell’ufficio dell’Agente Speciale Capo Brent Meredith nell’ufficio del BAU. L’intimidatorio e imponente Meredith era seduto alla propria scrivania. Bill Jeffreys e Jenn Roston erano in piedi di fronte a lui, con in mano le loro valigie. A quanto pare, sar? un incontro breve, Riley pens?. Immaginava che lei e i suoi due partner sarebbero probabilmente volati via da Quantico nell’arco di pochi minuti, ed era felice di sapere che avrebbero lavorato di nuovo insieme. Durante il loro caso pi? recente in Mississippi, i tre avevano infranto persino pi? regole del solito, e Meredith non aveva fatto mistero di essere stato deluso da tutti loro. Dopo quell’episodio, aveva temuto che il capo potesse separarli. “Mi fa piacere che tutti voi siate riusciti a venire qui tanto in fretta” Meredith disse con la sua voce rude, oscillando leggermente nella poltrona dietro la sua scrivania. “Ho appena ricevuto una chiamata da Rowan Sturman, l’Agente Speciale Capo all’ufficio dell’FBI di New Haven, Connecticut. Vuole il nostro aiuto. Immagino che abbiate sentito della morte recente di Vincent Cranston.” Riley annu?, come i colleghi. Aveva letto sul giornale che Vince Cranston, un giovane erede nella famiglia multimilionaria Cranston, era morto appena la settimana precedente in circostanze misteriose a New Haven. Meredith prosegu?: “Cranston aveva appena iniziato il suo primo anno a Yale, e il suo corpo ? stato ritrovato una mattina sul percorso da jogging di Friendship Woods. Era appena uscito per una sessione di corsa mattutina, e, inizialmente, si ? creduto fosse deceduto per cause naturali, un’emorragia cerebrale, sembrava.” Bill disse: “Presumo che il coroner sia giunto ad una diversa conclusione.” Meredith annu?. “S?, le autorit? hanno mantenuto il silenzio finora. Il medico legale ha trovato una piccola ferita che si estende dall’orecchio della vittima fino al cervello. Apparentemente, ? stato accoltellato con un oggetto appuntito e piccolo, subendo un unico colpo netto.” Jenn strizz? l’occhio a Meredith, sorpresa. “Un punteruolo da ghiaccio?” lei chiese. “Sembrerebbe” Meredith afferm?. Riley domand?: “Quale sarebbe il movente?” “Nessuno ne ha idea” Meredith rispose. “Naturalmente, non si pu? crescere in una famiglia potente come i Cranston, e non avere una buona dose di nemici. Fa parte dell’eredit?. C’? buon motivo di credere che il povero ragazzo sia stato vittima di professionisti.. Restringendo una lista di sospettati, ? venuto fuori che sia stato un colpo formidabile. Ma poi …” Meredith fece una pausa, tamburellando con le dita sulla scrivania. Poi, aggiunse: “Proprio ieri mattina, ? stato trovato un altro corpo. Stavolta, la vittima ? Robin Scoville, una giovane donna che lavorava per una rivista letteraria a Wilburton, Connecticut. E’ stata trovata morta nel suo stesso soggiorno, e, all’inizio, anche la causa della sua morte ? apparsa forse un’emorragia cerebrale. Ma, ancora una volta, l’autopsia del medico legale ha rivelato una profonda ferita dall’orecchio al cervello.” La mente di Riley si mise in moto, mentre elaborava ci? che stava ascoltando. Due vittime con un punteruolo da ghiaccio in un piccolo stato, nell’arco di una sola settimana. Non sembrava affatto una coincidenza. Meredith continu?: “Vincent Cranston e Robin Scoville erano diversissimi tra loro, non riesco ad immaginare due persone pi? distanti: uno era un ricco ereditiero al suo primo anno in una prestigiosa scuola dell’Ivy League, l’altra, invece, una giovane divorziata dai mezzi decisamente modesti.” Jenn chiese: “Quindi, dov’? il collegamento?” “Perch? qualcuno avrebbe dovuto desiderare la morte di entrambi?” Bill aggiunse. Meredith replic?: “E’ proprio quello che l’Agente Sturman vuole sapere. E’ gi? un caso odioso, ed ? possibile che lo diventi ancora di pi?, se altre persone saranno uccise in questo modo. Non ? venuto fuori alcun collegamento, ed ? difficile interpretare il comportamento di questo killer. Sembra che sia un caso fuori dalla portata di Sturman e della sua squadra dell’FBI di New Haven. Per questo mi ha chiamato ed ha chiesto aiuto al BAU. Ecco perch? ho chiamato voi tre.” Meredith si alz? dalla poltrona e ringhi? … “Ora, non avete tempo da perdere. Un aereo dell’FBI ? pronto e vi attende sulla pista. Andrete al Tweed–New Haven Regional Airport, e Sturman verr? a prendervi. Vi metterete subito al lavoro. Non occorre dire che voglio che questo caso venga risolto in fretta.” Meredith smise di parlare e guard? ad uno ad uno gli agenti con uno sguardo intimidatorio. “E, stavolta, voglio che facciate tutto secondo le regole” disse. “Intendo dire, niente pi? casini.” Riley ed i colleghi borbottarono tutti timidamente: “No, signore.” Riley era certamente sincera. Non intendeva affrontare la rabbia di Meredith di nuovo, e senz’altro non lo volevano neanche Bill e Jenn. Meredith li accompagn? fuori dal suo ufficio; pochi dopo, stavano camminando sulla pista di decollo, diretti verso l’aereo in attesa. Mentre camminavano, Jenn sottoline?: “Due omicidi con un punteruolo da ghiaccio, due vittime apparentemente senza alcun collegamento tra loro, forse persino casuali. Non vi sembra strano?” “Dovremmo ormai essere abituati alle cose strane” Riley replic?. Jenn rise ironicamente, “S?, dovrebbe essere cos?. Non so voi, ma per me non ? ancora cos?.” Sogghignando, Bill replic?: “Vediamola cos?. So che il tempo in Connecticut ? bello in questo periodo dell’anno.” Anche Jenn scoppi? a ridere: “Di certo dovrebbe essere pi? bello di quello del Mississippi.” Riley fece una smorfia, ricordando il grande caldo soffocante nella sgradevole cittadina costiera di Rushville, Mississippi. Era certa che la fine dell’estate in New England sarebbe stata un deciso miglioramento. E’ un vero peccato che probabilmente non avremo molta possibilit? di godercela. * Quando l’aereo atterr? al Tweed–New Haven Regional Airport, l’Agente Speciale Capo Rowan Sturman accolse Riley ed i suoi colleghi sulla pista d’atterraggio. Riley non aveva mai incontrato Sturman, ma lo conosceva di fama. Sturman aveva poco pi? di quarant’anni, quindi circa l’et? di Riley e Bill. Da giovane, era stato considerato un agente molto promettente, destinato ad arrivare ai ranghi alti dell’FBI. Invece, si era accontentato di insediarsi nell’ufficio dell’FBI di New Haven. Stando alle voci, si era rifiutato di trasferirsi alla sedi di Washington D.C. o di Quantico, o altrove. Le sue radici e la sua famiglia erano fermamente piantate proprio l? nel Connecticut. Naturalmente, Riley suppose che non avesse apprezzato le manovre politiche, che gli avrebbero consentito di giocare un ruolo in quei centri di potere. Quest’idea non le dispiaceva. A Riley piaceva lavorare per l’Unit? di Analisi Comportamentale, perch? indagare su strane personalit? comportava sfruttare le sue capacit? uniche. Ma odiava il modo in cui i giochi di potere dei superiori talvolta interferissero con le indagini. Si chiedeva quanto tempo sarebbe passato prima che quel genere di cosa si manifestasse di fronte alla morte di un erede di grandi ricchezze. Riley trov? immediatamente Sturman caloroso e gradevole. Mentre li accompagnava al furgone in attesa, parl? con un piacevole accento del New England. “Vi porter? direttamente a Wilburton, cos? potrete dare un’occhiata al luogo in cui ? stato trovato il corpo di Robin Scoville. E’ la scena del crimine pi? fresca, e ho chiesto al capo della polizia locale di incontrarci l?. Poi, vi mostrer? dov’? stato ucciso Vincent Cranston. Di sicuro spero che voi possiate scoprire che cosa sta succedendo, perch? io e la mia squadra siamo in alto mare.” Poco dopo, Riley, Bill e Jenn sedevano insieme nel furgone, mentre Sturman guidava verso nord. Jenn apr? il suo portatile e cominci? la sua ricerca d’informazioni. Sturman si rivolse a Riley ed ai suoi colleghi: “Mi fa piacere che siate qui. Io e la mia squadra possiamo fare solo quello che le capacit? e le risorse che abbiamo a portata di mano ci consentono. Stiamo provando di tutto, in ogni modo. Da un lato, stiamo contattando negozi di ferramenta di tutta la regione, per ottenere ogni informazione possibile sui recenti acquisti di punteruoli da ghiaccio.” “E’ una buona idea” Riley disse. “Avete avuto fortuna finora?” “No, e temo che sia improbabile” Sturman disse. “Al momento, non abbiamo molti nomi, per lo pi? persone che hanno acquistato i punteruoli da ghiaccio con carta di credito, o di cui i negozianti avevano altre tracce. Di l? da quei nomi, non siamo sicuri di che cosa potremmo cercare. Dovremo solo insistere e vedere.” Riley sottoline?: “Usare un punteruolo da ghiaccio come arma di un delitto mi sembra alquanto singolare.” Riflett? per un momento, poi aggiunse: “D’altro canto, a che cos’altro serve un punteruolo da ghiaccio?” Jenn si accigli?, mentre dava una scorsa alle informazioni che stavano apparendo sul suo schermo. Lei disse: “Non a molto, almeno non da circa un secolo. Prima dell’invenzione del frigorifero, le persone tenevano i cibi deperibili in ghiacciaie all’antica.” Bill annu? e disse: “S?, la mia bisnonna me ne ha parlato. Ogni tanto, il venditore di ghiaccio veniva a casa a portare un blocco di ghiaccio per tenere fredda la ghiacciaia. Serviva un punteruolo da ghiaccio per ricavare dei pezzi dal blocco.” “Esatto” Jenn disse. “Quando le ghiacciaie sono state sostituite dai frigoriferi, i punteruoli sono diventati un’arma popolare per la Societ? degli Assassini. Talvolta, i corpi delle vittime avevano circa venti ferite causate da punteruoli da ghiaccio.” Bill fece un sorriso derisorio e disse: “Sembra il tipo di arma approssimativa per omicidi premeditati ad opera di professionisti.” “S?, ma era spaventoso” Jenn intervenne, continuando ad osservare lo schermo. “Nessuno voleva morire in quel modo, questo ? sicuro. La minaccia di essere uccisi con un punteruolo da ghiaccio ha contribuito a tenere i delinquenti sotto controllo.” Jenn gir? lo schermo, per condividere le sue informazioni con Bill e Riley. Aggiunse: “Inoltre, guardate qui. Non tutti gli omicidi causati dai punteruoli da ghiaccio si sono rivelati confusi e sanguinari. Un delinquente di nome Abe Reles era il sicario pi? temuto al suo tempo, e il punteruolo da ghiaccio era la sua arma. Colpiva le sue vittime con un colpo netto, trafiggendo l’orecchio, proprio come ha fatto il nostro assassino. Era cos? bravo, che talvolta non li faceva apparire neanche come omicidi.” “Non mi dire” Riley disse. “Sembrava che le vittime fossero morte di emorragia cerebrale.” “Esatto” Jenn disse. Bill si gratt? il mento. “Pensate che il nostro killer abbia avuto l’idea dopo aver letto di Abe Reles? E, quindi, forse i suoi omicidi siano una sorta di omaggio ad un vecchio maestro?” Jenn disse: “Forse, ma forse no. I punteruoli da ghiaccio stanno tornando di moda con le gang. Molti giovani criminali si stanno facendo fuori tra loro con i punteruoli da ghiaccio in questi giorni. Li hanno persino usati durante le rapine, invece di usare pistola o coltello.” Bill sogghign? tristemente e disse … “Proprio l’altro giorno, sono andato in un negozio di ferramenta per comprare del nastro adesivo. Ho notato uno scaffale con dei nuovi punteruoli da ghiaccio in vendita, le etichette dicevano ‘qualit? professionale’ e ‘acciaio ad alto contenuto di carbonio’. Allora mi sono chiesto perch? qualcuno dovrebbe usare una cosa del genere. E ancora non conosco la risposta. Sicuramente, non tutti quelli che comprano un punteruolo da ghiaccio hanno intenzioni omicide.” “Direi che le donne potrebbero portarlo con s? per autodifesa” Riley spieg?. “Sebbene lo spray al peperoncino sia probabilmente una scelta migliore, se lo chiedi a me.” Jenn gir? lo schermo di nuovo verso di s? e disse: “Come potete immaginare, non si ? mai sentita una grande esigenza di approvare una legge che limiti la vendita e il possesso di punteruoli da ghiaccio. Ma alcuni negozi di ferramenta chiedono la carta di identit? per l’acquisto dei punteruoli da ghiaccio, per assicurarsi che i clienti abbiano pi? di ventun anni. E ad Oakland, California, ? illegale portare con s? punteruoli da ghiaccio, cos? come ? illegale trasportare coltelli a serramanico o simili armi affilate.” La mente di Riley si mise in moto al pensiero di provare a regolamentare i punteruoli da ghiaccio. Si chiese … Quanti punteruoli da ghiaccio ci sono in giro? Al momento, lei ed i suoi colleghi erano a conoscenza dell’esistenza di almeno uno di essi. Ed era stato sfruttato nel modo peggiore possibile. Poco dopo, l’Agente Sturman guid? il furgone lungo le strade della piccola cittadina di Wilburton. Riley fu colpita dallo stile pittoresco del distretto residenziale in cui Robin Scoville aveva vissuto: file di splendide case rivestite in legno con le finestre chiuse, ciascuna circondata da alti steccati in legno. Il quartiere era vecchio, forse persino storico. Ci? nonostante, tutto luccicava di vernice cos? bianca, che la si sarebbe detta ancora fresca. Riley immagin? che gli abitanti del luogo fossero molto orgogliosi delle proprie recinzioni e ne preservasse la storia, come se il quartiere fosse una sorta di ampio museo all’aperto. Non c’erano molte auto nelle strade, per cui era facile per Riley immaginare la cittadina in un’epoca passata, con carretti trainati da cavalli e carrozze in circolazione. Poi, le venne in mente … Un venditore di ghiaccio passava regolarmente qui. Immagin? l’ingombrante carretto che trasportava grandi quantit? di ghiaccio, e il forte uomo che portava i blocchi fino alle porte delle abitazioni reggendoli con pinze di ferro. A quei tempi, ogni casalinga che aveva vissuto l? possedeva un punteruolo da ghiaccio, che destinava ad un utilizzo perfettamente innocente. Ma la cittadina aveva subito un’amara perdita dell’innocenza due notti prima. I tempi sono cambiati, pens? Riley. E non in meglio. CAPITOLO TRE I sensi di Riley si acuirono, mentre l’Agente Sturman parcheggiava il furgone di fronte ad una piccola casa in un quartiere ben tenuto. L? Robin Scoville era vissuta ed era morta per mano di un killer. Riley provava sempre questo grande senso di allerta, quando stava per arrivare sulla scena di un crimine. Talvolta, la sua capacit? unica di penetrare una mente contorta si palesava dove l’omicidio aveva avuto luogo. Che cosa sarebbe accaduto qui? In ogni caso, non era ansiosa di scoprirlo. Era una parte brutta ed inquietante del suo lavoro, ma doveva sfruttarla ogni volta che poteva. Quando scesero dal furgone, not? che la casa era la pi? piccola del quartiere, un modesto bungalow su un piano con un giardino minuscolo. Ma, come tutte le altre propriet? dell’isolato, anche questa era dipinta e mantenuta in modo immacolato. Era un edificio pittoresco, segnato solo dal nastro giallo della polizia, che impediva al pubblico di entrare. Quando Riley, Jenn, Bill e l’Agente Sturman oltrepassarono il cancello anteriore, un alto uomo in uniforme usc? dalla casa. L’Agente Sturman lo present? a Riley e ai colleghi, come Clark Brennan, il capo della polizia di Wilburton. “Venite dentro” Brennan disse con un gradevole accento, simile a quello di Sturman. “Vi mostro dov’? successo.” Percorsero una lunga rampa di legno che conduceva al portico. Riley chiese a Brennan: “La vittima era in grado di spostarsi autonomamente?” Brennan annu? e disse: “I vicini dicono che non aveva pi? molto bisogno della rampa. Dopo l’incidente d’auto l’anno scorso, la sua gamba sinistra ? stata amputata sopra al ginocchio, ma si muoveva davvero bene con una protesi.” Brennan apr? la porta, e tutti entrarono nella casa accogliente e confortevole. Riley non not? altri segni che mostrassero che una persona disabile viveva l?, nessun mobilio speciale n? maniglie; semplicemente una sedia a rotelle disposta in un angolo. Sembrava ovvio che Robin Scoville si fosse imposta di vivere una vita il pi? normale possibile. Una sopravvissuta, Riley pens? con amara ironia. La donna doveva aver pensato di aver vissuto le peggiori difficolt? che la vita le potesse riservare. Ma, sicuramente, non aveva idea del destino crudele che l’attendeva. Il piccolo e ordinato soggiorno era caratterizzato da mobili costosi che sembravano piuttosto nuovi. Riley dubitava che Robin avesse vissuto in quella casa per molto tempo. In qualche modo, quel posto sembrava transitorio, e Riley ne intu? la ragione. Chiese al capo della polizia: “La vittima era divorziata?” Brennan apparve un po’ sorpreso alla domanda. “Perch?? S?” rispose. “Lei e il marito hanno divorziato all’inizio di quest’anno.” Era proprio come Riley aveva sospettato. Quella sembrava la piccola casa dove lei ed April avevano vissuto dopo la fine del suo matrimonio con Ryan. Ma la sfida di Robin Scoville era stata di gran lunga maggiore di quella di Riley. Aveva dovuto mettersi alle spalle sia un divorzio sia un paralizzante incidente, mentre era intenta a cominciare una nuova vita. Una sagoma tracciata da nastro adesivo sul pavimento in legno massiccio mostrava la posizione del corpo. Brennan indic? una piccola macchia scura sul pavimento. “Ha sanguinato giusto un po’ dall’orecchio. Perfettamente coerente con un’emorragia cerebrale. Ma, per via del recente omicidio Cranston, il medico legale ha immediatamente nutrito dei sospetti. E, come previsto, la sua autopsia ha dimostrato che Robin ? stata uccisa allo stesso modo di Cranston.” Riley pens? … Lo stesso metodo, ma in circostanze cos? diverse. E sapeva che le differenze potevano probabilmente dimostrarsi tanto importanti quanto le somiglianze. Chiese a Brennan: “C’erano segni di lotta?” “Nessuno” fu la risposta di Brennan. Sturman aggiunse: “A quanto pare, ? stata colta di sorpresa, aggredita rapidamente alle spalle.” Bill chiese: “Indossava la protesi al momento della morte?” “No” Brennan rispose. “Stava usando le stampelle per spostarsi.” Riley s’inginocchio ed esamin? la posizione tracciata dalla sagoma. Era caduta proprio di fronte alla finestra. Quasi sicuramente, Robin era stata colpita, mentre guardava fuori dalla finestra. Chiese a Brennan: “L’ora stimata della morte?” Brennan disse: “Intorno alle quattro del mattino.” Riley rest? a guardare attraverso la finestra la strada calma e piacevole e si chiese … Che cosa stava guardando? Che cosa stava succedendo nel quartiere a quell’ora, da attirare l’attenzione di Robin? E d era importante in un senso o nell’altro? Aveva qualcosa a che fare con il suo omicidio? Riley chiese: “Com’? stato trovato il corpo?” Brennan disse: “Non ? andata al lavoro il mattino seguente; era direttrice di una rivista letteraria locale. E non ha risposto alle chiamate del suo capo. L’uomo l’ha trovato strano e preoccupante, un comportamento niente affatto da lei. Era preoccupato che potesse aver avuto un incidente per via della sua disabilit?. Perci?, ha mandato un impiegato a casa sua a controllare. Quando non ha risposto alla porta, l’impiegato ? andato sul retro della casa e ha scoperto che la porta era stata rotta. Allora ? entrato in casa, ha trovato il corpo e ha chiamato il nove-uno-uno.” Riley rest? l? per un istante, chiedendosi ancora che cosa Robin avesse visto fuori. Era successo qualcosa l? fuori che l’aveva svegliata e portata in quel punto? Riley non ne aveva idea. In ogni modo, quello che la vittima aveva vissuto pochi istanti prima della sua morte era realmente meno importante per Riley, rispetto a quello che era accaduto nella mente del killer. Sperava di poter ottenere un indizio mentre si trovava sul posto. “Ci mostri da dov’? entrato il killer” Riley chiese. Brennan e Sturman guidarono Riley ed i suoi colleghi attraverso la piccola casa, fino ad una porta che si apriva sulle scale che conducevano al seminterrato. In cima alle scale, c’era un pianerottolo, da cui un’altra porta conduceva al cortile. Riley vide subito che la lastra di vetro pi? vicina alla serratura di sicurezza e alla maniglia della porta era stata rotta. Il killer aveva ovviamente infranto il vetro ed aveva infilato le mani nell’apertura, per poi sbloccare ed aprire la porta. Ma Riley not? un altro dettaglio, che le parve importante. Pezzi di carta adesiva erano attaccati ai frammenti. Riley tocc? delicatamente un frammento che conservava della carta sopra. Il killer aveva accuratamente messo la carta adesiva sulla lastra, sperando di non fare troppo rumore, ma anche … Forse non voleva creare troppa confusione. Riley rabbrivid? ad un’improvvisa quasi-certezza. Lui ? schizzinoso. E’ un perfezionista. Era la sorta di intuizione che sperava di ottenere. Che cos’altro poteva imparare sul killer l? in quel momento? Devo provarci, pens?. CAPITOLO QUATTRO Mentre Riley si preparava mentalmente ad entrare nella mente del killer, i suoi occhi incontrarono quelli di Bill per un istante. L’uomo era fermo accanto agli altri agenti e la osservava. Vide Bill annuire; ovviamente aveva compreso che lei voleva restare da sola per svolgere il suo lavoro. Jenn abbozz? un sorriso, forse intuendo l’intenzione di Riley. Bill e Jenn si voltarono e accompagnarono Sturman e Brennan di nuovo in casa, chiudendo la porta del seminterrato dietro di loro. Rimasta sola nel piccolo pianerottolo, Riley guard? di nuovo la finestra infranta. Poi, usc? all’esterno, spinse la porta chiudendola, e rest? nel piccolo cortile ben tenuto. C’era un vicolo proprio oltre la recinzione, sul margine del giardino. Riley si chiese se l’uomo si fosse avvicinato dal vicolo. O si era intrufolato dalla parte anteriore, tra la casa di Robin e quelle dei suoi vicini? Probabilmente dal vicolo. Doveva aver parcheggiato un veicolo in una strada laterale l? vicino, poi aveva camminato fino in fondo al vicolo e si era intrufolato tranquillamente attraverso il cancello sul retro. Poi, era strisciato attraverso il giardinetto fino alla porta sul retro e … E poi? Riley fece alcuni respiri lunghi e profondi per prepararsi. Com uno sforzo mentale, cerc? di ricostruire nella sua mente come dovesse essere apparso il cortile sul retro a quell’ora del mattino. Riusc? ad immaginare il frinire dei grilli e pot? quasi percepire la piacevole aria fresca di una notte settembrina. Dovevano esserci stati dei bagliori dei lampioni, ma probabilmente poca luce proveniente dalle case stesse. Come doveva essersi sentito il killer, mentre si apprestava ad agire? Ben preparato, fu il pensiero di Riley. Dopotutto, aveva ovviamente scelto la sua vittima in anticipo, ed era a conoscenza di alcune cose decisive su di lei, incluso il fatto che avesse subito un’amputazione. Riley dette un’altra occhiata alla lastra di vetro infranta. Ora vide che la carta adesiva era stata tagliata quasi esattamente in modo da formare l’esatta sagoma della vetrata. Il che significava sicuramente che lui era stato fermo proprio l?, ed aveva tagliato la carta per farla combaciare persino alla luce fioca, probabilmente con un paio di forbici. Ancora una volta, quella parola riecheggi? nella mente di Riley … Schizzinoso. Ma, ancor prima, era stato calmo e paziente. Riley sentiva che il killer era stato incredibilmente freddo, neanche un pizzico di rabbia o vendetta aveva albergato in lui. Che avesse o meno conosciuto la vittima, non serbava alcun risentimento nei suoi confronti. L’omicidio era stato eseguito a sangue freddo nel pi? vero senso del termine. Quasi distaccato. Strinse la mano a pugno ed imit? il colpo leggero ma fermo, che doveva aver usato per rompere il vetro. Prima di oltrepassare il pannello rotto, improvvisamente fu colta da una sensazione di malessere. Aveva fatto pi? rumore di quanto si fosse aspettato? Ricord? di aver visto un frammento di vetro sul pavimento, all’interno della porta. Un pezzo era caduto, nonostante l’attenzione che l’uomo aveva messo, causando un tintinnio. Aveva esitato? Aveva considerato di tirarsi indietro e uscire silenziosamente da dove era entrato? Se cos? era stato, doveva aver rapidamente riacquistato convinzione. Riley oltrepass? delicatamente il pannello, riapr? la porta ed accedette al pianerottolo, togliendosi le scarpe, cos? come lui aveva sicuramente fatto per potersi spostare silenziosamente. E poi … Lui aveva sentito un rumore provenire dal piano di sopra. Infatti, la donna si era svegliata al suono; il killer doveva aver sentito il rumore delle stampelle, quando la donna le aveva prese ed aveva iniziato a spostarsi per la casa. Riley pens? che, forse, il killer avesse perso le speranze, per qualche istante. Forse aveva programmato di avvicinarsi furtivamente a Robin, mentre era a letto profondamente addormentata, per poi trafiggerle l’orecchio con il punteruolo da ghiaccio, senza che lei si accorgesse della sua presenza. Non era certo come l’omicidio precedente, quando aveva ucciso il giovane Vincent Cranston, mentre faceva jogging all’aperto. Ma Riley sentiva che il killer non era affatto interessato ad un modus operandi coerente. Non voleva altro che eseguire gli omicidi in modo quanto pi? pulito ed efficiente possibile. Ma adesso … Con la donna in movimento al piano di sopra, avrebbe osato continuare? O sarebbe potuto scappare prima che lei scendesse di sotto e lo trovasse? Riley intu? che dovesse essere rimasto immobile l? sul pianerottolo per un istante, indeciso sul da farsi. Ma poi … La donna non era arrivata alla porta sul retro. Si era spostata altrove nella piccola casa. Forse non aveva sentito il vetro infrangersi, dopotutto. Il killer doveva aver tirato un sospiro di sollievo rendendosene conto, eppure aveva esitato ancora. Avrebbe osato aggredire la donna mentre era ancora di sopra e in piedi? Perch? no? doveva essersi chiesto. Grazie alla sua disabilit?, sarebbe sicuramente riuscito a sopraffarla molto pi? facilmente, rispetto a quanto avesse fatto con la vittima precedente. Eppure, ancora non voleva essere approssimativo o superficiale. Una lotta poteva rovinare tutto. Ma ramment? a se stesso che si trattava di una questione urgente. Era guidato da un profondo obbligo, che soltanto lui poteva comprendere. Non poteva tirarsi indietro, non ora. Quando avrebbe avuto un’altra occasione come questa? Aveva fatto appello al suo coraggio, e aveva deciso di proseguire col piano. Seguendo quelli che immagin? essere stati i passi del killer, sempre senza scarpe, Riley sal? per le scale fino alla porta che conduceva alla cucina. Gir? la maniglia e apr? la porta … Perfetto! La maniglia non cigol?, e neanche i cardini della porta. Sentendosi sempre pi? connessa con la mente del killer ad ogni istante, Riley strisci? nella cucina. Ignorando il fatto che Bill, Jenn, Sturman e Brennan fossero ancora tutti l? vicino ad osservarla, si guard? intorno. Sapeva che la scena era rimasta intatta dall’omicidio. Perci? doveva essere apparsa com’era in quel momento; sul tavolo della cucina c’erano pile di fogli che la donna stava leggendo. Ma dov’era la donna? Riley immagin? di guardare attraverso gli occhi del killer, che doveva aver aguzzato la vista di l? dall’arco che conduceva al soggiorno. Infatti, lei era proprio l?, guardando fuori dalla finestra, con l’attenzione rivolta verso qualcosa che aveva notato all’esterno. Riley immagin? di prendere il punteruolo da ghiaccio in mano. Poi, percorse il pavimento in legno massiccio, con i piedi scalzi che non causavano nient’altro che un leggero scalpiccio, finch? non si trov? proprio dietro il punto in cui Robin Scoville si era trovata. E poi … Un movimento rapido, netto e inferto in modo impeccabile era tutto ci? che occorreva. La lunga punta del punteruolo da ghiaccio aveva oltrepassato senza alcuno sforzo il passaggio senza ossa che andava dall’orecchio al cervello, e il killer aveva estratto il punteruolo in modo altrettanto semplice, poi aveva osservato la vittima crollare sul pavimento. E infine … Riley era sicura che lui fosse stato soddisfatto dell’opera realizzata. Era fiero di se stesso per aver superato le proprie incertezze ed aver perseguito l’obiettivo. Ma si era fermato per un istante ad ammirare la sua opera? O si era immediatamente allontanato? La percezione di Riley della mente del killer inizi? a diminuire, mentre vedeva di nuovo la sagoma tracciata dal nastro adesivo sul pavimento. C’era tanto, fin troppo, che ancora lei non sapeva. Ma era sicura di una cosa. Si rivolse ad alta voce ai suoi colleghi, che ora le stavano attorno … “E’ un freddo figlio di puttana.” Bill disse: “Dicci di pi?.” Riley riflett? per un momento, poi riprese: “Non sono ancora sicura di nulla. Ma penso che sia una cosa personale per lui, eppure non lo sia, al contempo. Non penso che odiasse questa donna. Potrebbe persino non averne conosciuto il nome. Ma odia le ragioni che l’hanno spinto a volerla morta, ragioni importanti, quasi come se ucciderla fosse stata una sorta di …” Riley fece una pausa, in cerca della parola giusta da usare. Poi Jenn sugger?: “Dovere?” Riley guard? la giovane collega ed annu?. “S?, ? esattamente la mia sensazione. Un senso di obbligo, quasi.” Riley not? ora che il Capo Brennan la stava guardando a bocca aperta. Da tanto tempo si era abituata alla reazione sorpresa delle persone, quando la osservavano passare per questo suo strano processo. E sapeva di dover essere appena apparsa alquanto strana, camminando in uno stato di trance per la casa senza scarpe, imitando i movimenti del killer. L’Agente Sturman, invece, non sembrava affatto sorpreso. Naturalmente, come esperto agente dell’FBI, certamente Sturman aveva almeno sentito parlare delle capacit? uniche di Riley, che erano ben note in tutto il Bureau. Di fatti, Sturman dette una gomitata a Brennan e disse: “Glielo spiegher? pi? tardi.” Bill era andato sul pianerottolo sul retro della casa, tornando poi con le scarpe di Riley per restituirgliele. Riley si sedette su un poggiapiedi e indoss? di nuovo le scarpe; dei dubbi cominciarono a nascere nella sua mente. Ho sbagliato tutto? Si sentiva sempre stravolta da queste incertezze dopo questi esercizi. Dopotutto, non leggeva nel pensiero, e non c’era alcunch? di magico o paranormale nel processo che utilizzava. Era pura intuizione, niente di pi?, niente di meno. Talvolta, si era sbagliata in passato, e poteva essersi sbagliata in quel momento. Si alz? dal poggiapiedi e si chiese … Mi ? sfuggito qualcosa? Guard? verso la finestra ed immagin? la giovane donna mentre era l?, a guardare fuori, inconsapevole del pericolo che si stava avvicinando furtivamente alle sue spalle. Che cosa stava guardando? Riley non ne aveva idea. Ma sapeva che avrebbe fatto meglio a scoprirlo. CAPITOLO CINQUE Riley rest? a guardare fuori dalla finestra, provando ad immaginare che aspetto avesse avuto la strada alle prime ore del mattino, nell’esatto istante in cui qualcuno aveva conficcato un punteruolo da ghiaccio nel cranio di Robin Scoville. Che cosa c’era l? fuori? si chiese. Che cos’ha visto Robin in quello stesso istante? Quella domanda cominci? a tormentarla sempre di pi?. Disse al Capo Brenan: “Non ho fatto caso, se la casa abbia delle telecamere di sicurezza. Ne ha?” “No” Brennan rispose. “Il proprietario non si ? preoccupato di installarle in una piccola casa in affitto come questa. Un vero peccato, perch? forse avremmo una registrazione di quanto ? successo. O ancora meglio, le telecamere avrebbero potuto scoraggiare il killer.” Seguita dai suoi colleghi, Riley usc? dalla porta principale. Rest? sul marciapiede, guardando la strada da sinistra a destra. Per la seconda volta, rimase colpita dal fatto che la casa di Robin era quella pi? piccola in tutto quel quartiere esclusivo. Si rivolse a Brennan: “Presumo che abbia interrogato tutti i vicini.” “Tutti quelli che abbiamo potuto” Brennan conferm?. “Nessuno era sveglio al momento dell’accaduto, perci? nessuno ha notato qualcosa di insolito.” Lei vide telecamere disposte in alcuni dei porticati anteriori. In diversi giardini, segnali indicavano che quelle abitazioni fossero protette da una o un’altra societ? di sistemi di sicurezza. “Vedo che alcuni vicini hanno delle telecamere di sicurezza” Riley comment?. “S?, la maggior parte di loro, ne sono sicuro” Brennan disse, con un’alzata di spalle. “Ma, temo, nessuna ci sar? di alcuna utilit?.” Riley cap? che cosa intendesse Brennan. Nessuna delle telecamere sembrava puntata verso la casa di Robin: quindi non potevano esserci registrazioni dell’intrusione o dell’omicidio. Pochi istanti dopo, per?, una telecamera Nest fissata ad un palo del porticato della casa pi? vicina attir? la sua attenzione. Riley indic? la casa e disse: “Ha parlato con le persone che vivono l??” Brennan scosse la testa. “No, ci vive una coppia di pensionati, i Copeland, ma non sono a casa da una settimana circa. I vicini hanno detto che sono in vacanza in Europa. Dovrebbero tornare tra un paio di settimane. Non possono assolutamente aver visto ci? che ? accaduto. E la loro telecamera non ? puntata verso la casa di Robin.” Non verso la casa, Riley pens?. Ma senz’altro sulla strada di fronte alla casa. E quanto era accaduto per la strada era esattamente ci? che interessava a Riley al momento. Visto che la coppia sarebbe stata via per molto tempo, forse aveva impostato il sistema di sorveglianza in modo che continuasse a registrare tutto ci? che sarebbe avvenuto in sua assenza. Riley disse: “Voglio vedere egualmente ci? che quella telecamera ha registrato.” L’Agente Sturman rispose: “Dovremo rintracciare i Copeland ed ottenere il loro permesso. Per vedere le registrazioni, ci occorrer? la loro password. Oppure, dovremo ottenere un mandato e fare appello alla societ? di gestione.” “Lo faccia” Riley ribatt?. “Qualunque cosa sar? necessaria. Al pi? presto possibile.” Sturman annu? e si fece da parte, mettendo mano al cellulare per fare una telefonata. Nel frattempo, prima che Riley potesse parlare ai colleghi, Jenn chiese al Capo Brennan. “Ha detto che Robin era divorziata. Che cosa pu? dirci del suo ex?” Brennan rispose: “Si chiama Duane Scoville, e suona in un gruppo rock locale, gli Epithets.” Il capo abbozz? una risata ed aggiunse: “Li ho sentiti dal vivo. Non sono male, ma direi che farebbero meglio a conservare i propri lavori diurni.” Jenn chiese: “Dove vive Duane?” Brennan fece un cenno con la mano. “Proprio al lato est della citt?.” Jenn disse: “Presumo che lo abbiate interrogato.” “S?, non pensiamo che possa essere sospettato” Brennan replic?. “Perch? no?”. “Duane ha detto che lui e gli Epithets si stavano esibendo a Crestone, Rhode Island, la notte dell’omicidio di Robin. Ha spiegato che lui e il gruppo sono rimasti l? per la notte, e ci hanno mostrato una ricevuta del motel. Non abbiamo alcuna ragione di non credergli.” Riley si accorse che Jenn appariva dubbiosa. E con buona ragione, Riley pens?. Non sembrava che la polizia locale avesse svolto un lavoro accurato interrogando Duane Scoville; quanto fatto non bastava per eliminarlo come sospettato. E anche se Duane non fosse stato l’omicida, avrebbe potuto avere importanti informazioni da offrire. Jenn replic?: “Vorrei parlargli anch’io.” “OK, gli far? una telefonata” Brennan rispose, prendendo il suo cellulare. “No, preferirei farlo senza preavviso” Jenn ribatt?. Riley sapeva che la collega aveva ragione. Se c’era anche la minima possibilit? che Duane fosse il loro killer, era meglio provare a coglierlo di sorpresa. Riley propose a Brennan: “Potrebbe accompagnarci dove abita e scoprire se possiamo trovarlo in casa?” “Certamente” fu la risposta di Brennan. L’Agente Sturman termin? la sua telefonata e si riun? a loro. “C’? un agente che sta rintracciando i Copeland” disse. “Ma ho un altro caso di cui occuparmi, e devo tornare in sede.” “Ci avvertir? non appena scoprir? qualcosa?” Bill chiese. “Assolutamente” Sturman promise, e si rec? al suo furgone a grandi falcate. Il Capo Brennan disse: “La mia auto ? laggi?. Vi accompagno a casa di Duane Scoville.” Entrando con i suoi colleghi nell’auto di servizio di Brennan, Riley not? l’espressione determinata sul volto di Jenn Roston. Era felice di vedere che la sua giovane protetta sembrasse cos? coinvolta; guard? Bill, e intu? che anche lui provava la stessa sensazione. Si sta davvero rivelando un’ottima agente, Riley pens?. E loro tre insieme stavano diventando una squadra eccezionale. Pens? che lei e Bill avrebbero dovuto lasciare che Jenn gestisse l’interrogatorio di Duane Scoville. Avrebbe avuto un’occasione di brillare, suppose. E lo merita decisamente. * Durante il breve tragitto per la citt?, Jenn Roston ripens? a quello che aveva fatto Riley, quando erano ancora a casa di Robin Scoville, e alla conclusione a cui era giunta sul killer … “E’ un freddo figlio di puttana.” Jenn non dubitava che Riley avesse ragione. L’aveva vista entrare nella mente dei killer molte volte ormai, ma non cessava mai di stupirsi. Come riesce a farlo? Nessuno al BAU sembrava saperlo, tranne forse il primo mentore di Riley, un agente in pensione di nome Jake Crivaro, che ora viveva in Florida. La stessa Riley non sembrava in grado di spiegare il processo e neppure come avvenisse. Sembrava essere semplicemente una pura percezione istintiva. Jenn non poteva fare a meno di invidiare Riley per questo. Naturalmente, Jenn aveva i suoi punti di forza. Era intelligente, intraprendente, tenace, ambiziosa … E certamente sicura di me, pens? con un sorriso. Al momento, era contenta che Riley avesse concordato sulla sua idea di interrogare Duane Scoville. Voleva dare un contributo importante alla soluzione del caso. Si rammaricava ancora per il suo comportamento durante il caso precedente, a cui aveva lavorato con Riley e Bill, il caso del cosiddetto “Carpentiere”, che aveva ucciso le sue vittime con un rapido colpo di martello alla testa. Una sua amara osservazione, in risposta ad una critica di Riley, continuava a riecheggiarle nella mente … “Suppongo che tu mi stia accusando di non essere obiettiva.” Era stato un colpo basso, perch? Jenn sapeva perfettamente che Riley aveva avuto una ragione valida per dubitare della sua obiettivit?. Essendo un’agente afro-americana, Jenn aveva subito un comportamento razzista, mentre lavoravano in Mississippi. Non l’aveva presa bene, e aveva dovuto ammettere che la cosa aveva influito sul proprio giudizio. Sperava di poter rimediare in quel caso. Desiderava rimediare a tante cose. Non vedeva l’ora che arrivasse il giorno in cui, finalmente, avrebbe potuto lasciarsi il passato alle spalle. Mentre il Capo Brennan guidava, ricordi pi? cupi cominciarono ad affollarsi nella mente di Jenn: i genitori che l’avevano abbandonata quando era solo una bambina, poi dieci anni sotto le cure di una madre adottiva brillante ma minacciosa, che si faceva chiamare “zia Cora.” Quest’ultima aveva addestrato Jenn e tutti gli altri bambini adottivi a diventare maestri del crimine e li aveva fatti entrare a far parte della sua stessa rete criminale. Jenn era stata l’unica, tra gli allievi di zia Cora, a sfuggire alle sue grinfie, sperando di ottenere una vita diversa e migliore per se stessa. Era diventata una poliziotta decorata a Los Angeles, poi aveva ottenuto dei voti fenomenali all’Accademia dell’FBI, prima di diventare un’agente del BAU a pieno titolo. Ci? nonostante, non era riuscita a liberarsi completamente di zia Cora. La donna si era messa in contatto con lei all’inizio di quell’anno, provando a trascinarla di nuovo nella sua sfera d’influenza, tentando persino di ricattarla, in cambio del suo aiuto ad un caso dell’FBI. Jenn non aveva notizie da zia Cora ormai da alcune settimane. La sua vecchia mentore aveva rinunciato a lei una volta per tutte? Jenn poteva solo sperarlo. In quel momento, Jenn provava infinita gratitudine per Riley, che era l’unica persona a conoscere la verit? del suo passato. Ancor pi?, Riley comprendeva. Dopotutto, la stessa Riley una volta era rimasta attratta nella rete di un genio criminale, il brillante Shane Hatcher, evaso di galera. Jenn conosceva pi? cose di chiunque altro del segreto di Riley, proprio come quest’ultima sapeva tutto del suo. Era una di quelle ragioni per cui Jenn sentiva di avere un forte legame con la sua nuova mentore, un legame basato su comprensione reciproca e rispetto. Per via di tale legame, Jenn voleva essere all’altezza delle aspettative che Riley aveva su di lei. I pensieri di Jenn furono interrotti dal suono della voce di Brennan, che volt? l’angolo. “Ci siamo quasi.” Jenn fu sorpresa dall'enorme cambiamento nel quartiere circostante. Erano sparite tutte le bianche case maestose con le loro recinzioni curate e ordinate. Si trovarono a percorrere una strada composta da negozi di dimensioni modeste, che includevano ristoranti vegani, negozi di alimenti biologici e un negozio dell’usato. Poi, attraversarono un quartiere caratterizzato da case di dimensioni inferiori, di aspetto alquanto decadente ma nondimeno piuttosto affascinante. Gli abitanti apparivano molto diversi ra loro: c’erano giovani bohemi?n di diverse razze e vecchi hippy, che sembrava vivessero l? dagli anni ’60. Jenn si sent? immediatamente pi? a suo agio l? di quanto non si fosse sentita nell’area esclusiva popolata da un nucleo omogeneo di bianchi che avevano appena lasciato. Eppure, questo era un piccolo quartiere, e Jenn immaginava che si stesse rimpicciolendo rapidamente. La gentrifricazione sta avanzando, pens? un po’ tristemente. Brennan parcheggi? di fronte ad un vecchio condominio in mattoni. Accompagn? Jenn ed i suoi colleghi fino alla porta d’ingresso. L?, Riley lanci? a Jenn un’occhiata, comunicandole cos? che ora avrebbe potuto prendere il comando. Jenn guard? Bill, che annuendo le indic? di proseguire. Lei deglut?, ansiosa, poi suon? il pulsante collegato all’appartamento di Duane Scoville. Inizialmente, nessuno rispose. Jenn si chiese se l’uomo non fosse in casa. Suon? di nuovo e sent? una voce borbottante al citofono. “Chi ??” La voce dur? solo un paio di secondi. Ma a Jenn parve di sentire della musica in sottofondo. Jenn insist?: “Siamo dell’FBI. Vorremmo parlare con lei.” “A che proposito?” Jenn si sent? leggermente stupita dalla domanda. E, stavolta, fu sicura di aver sentito della musica. Riprese: “Ecco … si tratta dell’omicidio della sua ex-moglie.” “Ne ho gi? parlato con la polizia. Ero fuori citt? quando ? successo.” Si sent? nuovamente della musica che, stavolta, a Jenn sembr? misteriosamente familiare. Brennan s’intromise: “Sono il Capo della Polizia, Brennan. Ho parlato con lei prima. Gli agenti vorrebbero farle ancora delle altre domande.” Ci fu silenzio, poi il pulsante suon? e la porta scatt?. Jenn la apr?, ed entr? insieme ai colleghi. Pens? … A quanto pare non siamo esattamente i benvenuti. Jenn si chiese come mai. Decise che lo avrebbe scoperto. CAPITOLO SEI Jenn segu? il Capo Brennan all’interno dell’edificio e su per le scale fino al secondo piano. Riley e Bill tennero loro dietro lungo il corridoio fino all’appartamento di Duane Scoville. Le orecchie di Jenn si drizzarono, appena sent? il suono proveniente da una stanza vicina. Di nuovo quella musica. Stavolta, era sicura di averla gi? sentita, ma doveva essere accaduto tanto tempo prima, e non era certa di ricordare dove o quando. Si trattava di musica classica, una melodia lenta, dolce e incredibilmente triste. Arrivarono all’appartamento di Scoville, e il Capo Brennan picchi? sulla porta. Una voce grid?: “Avanti.” Quando entrarono, Jenn rimase stupita dall’aspetto dell’appartamento. Quel posto era un vero caos, c’erano lattine di birra e confezioni vuote di cibo sparsi ovunque. Si vedevano almeno dieci chitarre, alcune collocate in espositori, altre in teche aperte e altre ancora sparse in giro. Alcune erano acustiche, altre invece elettriche. C’erano anche amplificatori, casse e diverse attrezzature elettroniche in bella vista. Lo stesso Duane Scoville era seduto su un pouf malconcio. Aveva lunghi capelli e barba e indossava un paio di jeans tinti, un simbolo della pace su un laccio intorno al collo e un paio di “occhiali della nonna” dalla cornice rotonda. Jenn dovette soffocare una risatina. Sembrava che Scoville avesse vent’anni, ma stava facendo del proprio meglio per tenere un look da hippy tipico degli anni ’60. La decorazione della stanza includeva gocce di vetro, tappezzeria dozzinale, finti tappetini persiani, candele accese e disordine generale. Alcuni dei poster sulla parete rappresentavano immagini psichedeliche, altri promuovevano gruppi rock ed artisti che erano stati popolari, molto prima che Jenn nascesse. C’era un forte odore d’incenso nell’aria e … Qualcos’altro, Jenn comprese. Duane Scoville se ne stava seduto guardando nel vuoto con gli occhi appannati, come se non fosse arrivato nessuno. Era ovviamente piuttosto fumato, sebbene Jenn non vedesse alcuna traccia di droghe da nessuna parte. Il Capo Brennan gli disse: “Duane, questi sono gli Agenti dell’FBI Paige, Jeffreys e Roston. Come ho appena detto, hanno altre domande per lei.” Duane non reag?, e non offr? alcun posto dove sedersi ai visitatori, all’interno della piccola stanza. Jenn era perplessa, ricordando quanto fosse stata ordinata in modo immacolato la piccola casa della vittima. Riusciva a malapena a credere che Robin Scoville avesse mai conosciuto quest’uomo, men che meno che fosse stata sposata con lui. E poi, c’era la musica … Invece dei Doors, Jefferson Airplane o Jimi Hendrix o altro di pi? appropriato a quell’ambiente, Duane stava ascoltando della delicata musica da camera barocca, caratterizzata da un quintetto di fiati, come una sorta di canto di uccelli di alta intensit?. Riconoscendo improvvisamente il pezzo, Jenn si rivolse a Duane: “E’ Vivaldi, non ? vero? Il lento di un breve concerto.” Continuando a non rivolgere lo sguardo a Jenn o ai suoi compagni, Duane ribatt?: “Come lo sa?” Jenn fu colpita dalla domanda. Ricordava perfettamente dove aveva gi? sentito quella melodia. Era stato a casa di zia Cora, dov’era cresciuta come figlia adottiva. Zia Cora teneva sempre della musica classica di sottofondo, mentre insegnava ai suoi ragazzi come diventare dei maestri del crimine. Jenn rabbrivid? leggermente. Trov? inquietante e sconfortante sentire di nuovo quella melodia dopo lunghi anni. Le riportava alla mente ricordi strani e spiacevoli dei giorni che Jenn aveva provato cos? tanto a confinare nel passato. Ma sapeva che non doveva lasciare che ci? la distraesse. Concentrati sul lavoro, Jenn s’impose fermamente. Invece di rispondere alla domanda di Duane, disse … “Non mi sembra il tipo di persona che ascolta Vivaldi, Duane.” Duane finalmente la guard? e incontr? il suo sguardo. L’uomo rispose in tono monotono: “Perch? no?” Jenn non rispose. Gli studi che aveva fatto all’accademia e le esperienze che aveva fatto sul campo, insieme a Riley e Bill, le suggerivano che avrebbe ottenuto qualcosa, inducendolo a guardarla. Ora avevano almeno una connessione provvisoria. Jenn decise di aspettare che fosse Duane a parlare, come passo successivo. Ma l’uomo non disse alcunch?. Il movimento, lento e triste, giunse alla fine, e cominci? un movimento incredibilmente veloce. Duane clicc? sul lettore, cos? che lo stesso movimento lento riprendesse a suonare. Poi, disse: “A Robin piaceva davvero questo brano. Era il suo movimento preferito. Non si stufava mai di ascoltarlo.” Poi, con un accenno di sogghigno, aggiunse … “Spero che lo suonino al suo funerale.” Jenn rimase pietrificata dall’accenno di rabbia ed amarezza nella sua voce. Si chiese che cosa si celasse di l? da quelle emozioni cupe. Guard? allora Bill e Riley. Le fecero dei lievi cenni, incoraggiandola silenziosamente a continuare a seguire il proprio istinto. Fece un passo avanti, accorciando le distanze tra lei e Duane, e gli chiese: “Andr? al funerale di Robin?” Duane rispose: “No, non so nemmeno quando o dove si far?. In Missouri, immagino. E’ l? che ? cresciuta Robin, dove vive ancora la sua famiglia. St. Louis, Missouri. Non credo che sar? invitato.” Poi, con un sogghigno a malapena udibile, aggiunse: “E non credo che sarei il benvenuto se ci andassi.” “Perch? no?” Jenn chiese. Duane alz? le spalle. “Quale crede sia il motivo? Alla sua famiglia non piaccio molto.” “E come mai?” Duane spense bruscamente la musica. Il suo volto si contorse leggermente, segnato da quello che appariva come disgusto. Poi, si rivolse direttamente ai tre agenti: “Che ne dite se andassimo dritti al punto, OK? Voi volete sapere se l’ho uccisa. Ci sono gi? passato prima con il Capo Brennan. E’ come gli ho detto, ero a Rhode Island, ad un’esibizione con la mia band. Siamo rimasti per la notte.” Poi, s’infil? una mano nella tasca posteriore ed estrasse un pezzo di carta e lo diede a Jenn. “Devo mostrarlo di nuovo?” disse. “E’ la ricevuta del nostro motel.” Jenn incroci? le braccia e gli lasci? tenere il foglio in mano. Qualunque cosa ci fosse scritta sopra, lei dubitava che lo avrebbe trovato convincente. Poteva solo significare che alcuni membri della band avevano trascorso la notte l?. Riprese: “I suoi compagni della band possono garantire che ? stato con loro tutta la notte?” L’uomo non rispose. Ma sembrava a disagio di fronte a quella domanda. I sospetti di Jenn erano aumentati, a quel punto. Chiese: “Potrebbe dirci come metterci in contatto con loro?” “Immagino di s?” Duane rispose. “Ma preferirei di no.” “Perch? no?” “Non siamo in buoni rapporti. Mi hanno appena cacciato dal gruppo. Potrebbero non essere esattamente disposti a collaborare.” Jenn cominci? a camminare, avanti e indietro. “Potrebbe essere una buona idea che lei collaborasse” replic?. Duane disse: “S?? E’ quello che un avvocato mi direbbe? A proposito, me ne serve uno?” Jenn non rispose immediatamente. Ma, mentre passava dinnanzi ad un armadio chiuso nel soggiorno, not? che Duane si alz? nervosamente. Lei guard? la porta, si avvicin? ad essa, poi si volt? e not? che l’ansia di Duane sembrava aumentare. Lei disse: “Non lo so, Duane. Le serve un avvocato?” Duane si ricompose e prov? ad apparire di nuovo rilassato. Disse: “Beh, vorrei davvero che ve ne andaste ora. Questo ? un momento difficile per me, sapete? Non me lo state affatto rendendo facile. E ho dei diritti. Sono piuttosto sicuro che non devo rispondere alle vostre domande.” Jenn se ne stette ferma, spostando lo sguardo da Duane all’armadio. Le mancava davvero poco per scoprire quello che Duane voleva nascondere, qualunque cosa fosse. Protese un braccio e tocc? la maniglia dell’armadio; Duane sussult? bruscamente. Jenn vide Riley scuotere bruscamente la testa, indicandole silenziosamente di non aprire l’armadio. Naturalmente, Jenn non aveva bisogno di alcun avviso. Sapeva che non avrebbe potuto aprirlo senza un mandato. Il suo gesto era solo un bluff, un tentativo di ottenere una reazione da parte dell’uomo che viveva l?. E stava decisamente riuscendo nell’intento. Duane sollev? una mano verso l’armadio e disse con voce tremante … “Non lo faccia. Ho dei diritti.” Jenn gli sorrise, ma non si scost? dalla porta dell’armadio. Stava per chiedere a quel musicista fuori tempo di andare alla stazione di polizia a rispondere ad altre domande, quando Riley intervenne: “Grazie per il suo tempo, Signor Scoville. Adesso andiamo via.” Il sorriso spar? dal volto di Jenn. Si sentiva perplessa. Ma vide che Riley, Bill ed il capo della polizia si erano tutti diretti alla porta. Obbedientemente, Jenn li segu? fuori dalla stanza. Quando si ritrovarono alla fine del corridoio e in fondo alle scale, Riley disse a Jenn … “Che cosa credevi di fare l? dentro? Non puoi andare a rovistare in giro cos? senza un mandato.” Jenn replic?: “Questo lo so, Riley. Non avrei aperto l’armadio.” Riley ribatt?: “Beh, mi fa piacere sentirtelo dire.” “Non lo prendiamo in custodia per interrogarlo?” Jenn chiese. “No” Riley rispose. “Perch? no?” Riley sospir? e disse: “Ho fame. Andiamo a mangiare da qualche parte. Poi potremo parlarne.” La discussione venne messa da parte, mentre il Capo Brennan li portava ad un vicino fast food. Jenn ed i suoi colleghi ordinarono dei normali panini e si sedettero insieme al tavolo. Poi, Riley si rivolse a Jenn: “Adesso dimmi che cosa ne pensi di Duane Scoville.” Jenn sentiva che Riley stava per impartirle una lezione di domande e risposte tipiche del lavoro della polizia. Non metterti sulla difensiva, Jenn si disse severamente. Dopotutto, avrebbe probabilmente imparato qualcosa di nuovo, che le piacesse o meno. Pens? alla domanda di Riley. Che cosa ne penso di Duane Scoville? Ripens? all’interrogatorio e dei frammenti si ricomposero nella sua mente. Ricord? il suo sogghigno quando aveva menzionato che il brano di Vivaldi era stato il preferito di Robin … “Spero che lo suonino al suo funerale.” Perch? un rocker come lui dovrebbe ascoltare Vivaldi, apparentemente lo stesso movimento di continuo? Forse per autocompiacersi. Poi, ramment? il suo sguardo di disgusto, quando aveva spento la musica. Disgusto per se stesso. Jenn riusciva a pensare ad una buona ragione per cui provasse tale sensazione. “Penso che sia colpevole” Jenn disse. Riley abbozz? un sorriso e aggiunse: “Lo penso anch’io.” CAPITOLO SETTE Riley vide lo shock palesarsi sul volto di Jenn, sentendo quelle parole. La bocca della giovane agente rest? spalancata per un momento. Jenn rivolse una rapida occhiata a Bill e al Capitano Brennan, che stavano ascoltando attentamente, poi torn? a guardare Riley. Riley soffoc? un sorriso ed attese che Jenn dicesse qualcosa. Infine, la giovane chiese: “Pensi anche tu che sia colpevole? Colpevole di omicidio?” “Non ho detto questo” Riley afferm?. “Allora che cosa intendi dire?” Riley vide che adesso Bill stava sorridendo a trentadue denti, e Brent invece sembrava perplesso. Ma non voleva dire esattamente ci? che intendeva, almeno non completamente. Voleva spingere la sua giovane protetta a trovare la soluzione. Dopotutto, Jenn aveva ancora qualcosa da imparare in merito al pensare come un’agente del BAU. E, forse, Riley poteva persuadere Jenn a rivedere le sue opinioni in merito a Duane Scoville. Riley chiese: “Quali sono state le tue prime impressioni quando sei entrata nell’appartamento?” Jenn strizz? gli occhi, riflettendo. “Beh, ? stato strano. Voglio dire, la musica era abbastanza strana, per un musicista rock. Ma l’aspetto dell’appartamento … la piccola casa di Robin non era affatto cos?. Ogni cosa era cos? ordinata. E moderata.” “Difficile credere che siano mai stati sposati, huh?” Riley osserv?. Jenn alz? leggermente le spalle e disse: “Non felicemente, ad ogni modo.” Riley sorrise leggermente. “Non ? cos? difficile per me crederlo” Riley disse. “Ho qualche idea di cosa significa sposarsi quando si ? giovani e stupidi. Assomiglia molto alla storia della mia vita. E’ probabile che Robin e Duane siano stati follemente innamorati e felici per un po’ di tempo. Il loro matrimonio potrebbe non essere durato abbastanza a lungo da far capire loro quanto poco avevano davvero in comune.” Jenn balbett?: “Ma, ma lui ha agito cos? …” Riley disse: “Da colpevole. S?, lo so. Aveva le sue ragioni. Perch? pensi che il loro matrimonio sia fallito? Di l? di quelle differenze che probabilmente avrebbero condotto alla sua rottura, in ogni caso?” Jenn stette a guardare il suo panino praticamente intatto, provando ovviamente a pensare ad una risposta. Riley disse: “Beh, non ? troppo difficile da indovinare. Che cosa sai del passato recente di Robin?” Jenn disse: “L’anno scorso ? rimasta coinvolta in un incidente stradale ed ha perso una gamba, e …” Riley vide una luce accendersi negli occhi di Jenn. “Oh mio Dio” Jenn esclam?. “Duane non riusciva ad accettarlo. Aveva sposato una fantastica giovane donna, e l’aveva fatto perch? era bella, ma all’improvviso ? diventata … beh, una mutilata. Semplicemente non la trovava pi? attraente.” Riley annu?. “In breve, era un piccolo coglione superficiale.” Jenn annu? lentamente e disse: “E anche lui lo sa. Di essere un coglione, intendo. Si ? sentito in colpa subito dopo essersi sbarazzato di lei. Ma ora che ? morta …” Jenn rest? un momento in silenzio, per poi proseguire. “Lui continua a pensarci, se solo fosse stato un marito migliore, un essere umano migliore, Robin sarebbe ancora viva oggi. E potrebbe avere ragione. Perci?, il senso di colpa lo sta logorando in questo momento.” Jenn scosse la testa ed aggiunse: “C’? poco da meravigliarsi se si sia comportato in quel modo. Ma … che mi dici dell’armadio? Perch? ? diventato cos? nervoso, quando ho fatto sembrare che volessi aprirlo?” Riley sogghign? e disse: “Saresti anche tu nervosa, se avessi due agenti dell’FBI e un capo della polizia nella tua stanza, e avessi un bong nascosto nel tuo armadio.” Jenn rote? gli occhi: “Naturalmente. Avrei dovuto saperlo.” Riley non disse nulla. La verit? era … Non sappiamo davvero nulla. Per quanto ne sapesse, Duane Scoville poteva aver ucciso sua moglie, dopotutto. Forse ucciderla era stato un tentativo disperato di placare la vergogna per averla abbandonata, un tentativo che era fallito miseramente. Riley pensava che fosse quello il caso, ma non poteva esserne sicura. Non avevano nulla in mano e stava soltanto tentando ad impedire a Jenn di saltare a conclusioni affrettate. Ed era contenta che la giovane partner non si stesse infuriando o mettendo sulla difensiva come aveva fatto quando erano in Mississippi. In quel momento, il cellulare del Capo Brennan si mise a squillare. L’uomo rispose alla chiamata, poi copr? rapidamente il cellulare con la mano, per dire a Riley ed ai suoi colleghi … “E’ l’Agente Sturman al telefono. Dice che i suoi uomini si sono messi in contatto con i Copeland in Europa. Hanno detto che la loro telecamera era impostata per registrare continuamente, e per salvare tutto ci? che viene registrato durante la loro assenza. Sturman ha detto che comprendono l’urgenza della situazione, e ci hanno dato il permesso di guardare le registrazioni di sicurezza. Hanno anche fornito tutte le informazioni necessarie per visionarle.” Riley vide il volto di Bill illuminarsi. “Il che significa che non dovremo faticare per ottenere un mandato e contattare la societ? di sicurezza” disse. Anche Riley era emozionata. Chiese: “Come accediamo al collegamento?” Jenn sugger?: “Per quanto ne so di questi sistemi, dovremmo poter essere in grado di connetterci online, da qualsiasi computer o persino dal cellulare.” “Lo scopro io” disse il Capo Brennan. Torn? di nuovo al telefono con Sturman e prese appunti. Poi, mise fine alla chiamata e mostr? al gruppo gli appunti presi. Disse: “Sturman mi ha dato un link, un nome d’accesso e una password. Dovremmo essere in grado di verificarlo subito.” Riley guard? Jenn, che ovviamente comprendeva questi sistemi meglio di lei o Bill. Disse a Jenn: “Coraggio, vedi che cosa puoi fare.” Il Capo Brennan pass? gli appunti a Jenn, che tir? fuori il portatile dalla borsa e lo apr? sul tavolo. Le occorsero pochi istanti per collegarsi alla rete. Tutti i presenti si radunarono intorno al portatile, cos? da poter vedere l’immagine sullo schermo. L’immagine non era affatto ben nitida o chiara. Ma era esattamente quanto Riley si era aspettata, sulla base della posizione della telecamera. Lei indic? e disse: “Guardate, questa ? la strada proprio di fronte alla casa dei Copeland. Sebbene non si riesca a vedere, la casa di Robin Scoville ? fuori dall’inquadratura, proprio dall’altra parte della strada.” “Perci? che cosa stiamo cercando?” il Capo Brennan chiese. Riley soffoc? un sospiro. E’ una buona domanda, pens?. Ripens? al suo tentativo di connettersi con la mente del killer, quando era a casa di Robin Scoville. Ricord? di aver immaginato come il killer avesse trovato la donna che guardava fuori dalla sua finestra sul davanti, poi si fosse avvicinato silenziosamente dietro di lei, cogliendola di sorpresa. Robin stava guardando qualcosa fuori. Riley ne era certa. Si rivolse agli altri: “Stiamo cercando qualcosa che ? accaduto alle prime ore di quel mattino. Difficilmente vedremo il vero assassino in strada, ma potremmo avere fortuna. Sembrava che Robin stesse guardando fuori dalla sua finestra sul davanti, quando ? stata aggredita. Forse potremmo ottenere un indizio relativo a che cos’ha visto l? fuori. Non so che cosa potrebbe essere. Spero che lo sapremo se lo vedremo.” Poi, disse al Capo Brennan: “Lei ha detto che l’ora della morte di Robin ? intorno alle 4 del mattino, giusto?” Brennan alz? le spalle. “Quella ? la stima che il medico legale ci ha fornito” rispose. “E’ qualcosa con cui possiamo lavorare” Riley disse. “Jenn, va’ avanti nella registrazione, diciamo fino alle tre e trenta. Fai scorrere velocemente, finch? non vediamo qualcosa d’interessante.” Jenn esegu? la richiesta, velocizzando lo scorrere delle immagini. Inizialmente, la strada appariva vuota. Poi, un’auto pass? senza fermarsi. Alcuni minuti dopo, un’altra auto pass?, e la strada fu di nuovo vuota. Poi, Jenn ferm? il filmato. “Che cos’? quello?” esclam?, indicando qualcosa di enorme e ingombrante, ripreso dell’occhio della telecamera. Guardando il fotogramma, il Capo Brennan disse: “E’ solo il camion della nettezza urbana. Non ha nulla di inquietante.” Forse no, Riley pens?. Ci? nonostante, si rivolse a Jenn: “Torna indietro, ma fai scorrere pi? lentamente i fotogrammi.” Jennifer riport? indietro la registrazione, fino a prima che apparisse il camion della nettezza urbana. Poi, scorse fotogramma dopo fotogramma. Il camion era dotato di braccia meccaniche che sollevavano automaticamente i bidoni dei rifiuti. Sebbene la telecamera non mostrasse la casa di Robin, mostrava la macchina raccogliere il bidone sul bordo del marciapiede e svuotarlo nel camion. Ma Riley vide qualcosa di molto pi? importante di quello. Indic? lo schermo e disse: “C’? un uomo laggi?.” I compagni di Riley osservarono pi? attentamente lo schermo, mentre Jenn continuava a scorrere le immagini, fotogramma dopo fotogramma. Infatti, un uomo stava camminando accanto al camion. L’immagina a bassa risoluzione non lo mostrava affatto in modo chiaro. Appariva piccolo, una sagoma sfocata. Il camion, dopo aver terminato di svuotare il bidone di Robin, si avvi? verso la successiva abitazione. Ma l’uomo rimase l?. Riley comprese con un brivido … Sta guardando la casa di Robin. Poi sussult? e disse a Jenn … “Fermati su quel fotogramma!” Jenn ferm? la registrazione, fiss? l’immagine, e chiese … “Che cosa sta facendo adesso?” La figura indistinta sembrava aver sollevato un braccio. “Sembra quasi che stia mimando una pistola” Brennan. “Ma non hanno sparato alla vittima.” “Mi sembra che stia indicando qualcosa” Bill replic?. “Indicando la vittima?” Jenn chiese. “La sta minacciando?” Riley disse: “Continua a far scorrere lentamente.” Jenn scorse le immagini fotogramma dopo fotogramma. Riley ed i suoi colleghi videro l’uomo restare l? per un istante, con un braccio sollevato, guardare in direzione della casa della vittima. Poi, abbass? il braccio e spar? dall’inquadratura. Riley disse a Jenn: “Riporta indietro di nuovo.” Jenn torn? al fotogramma dove il camion stava apparendo nell’inquadratura, poi fece scorrere lentamente le immagini. Ancora una volta, Riley ed i colleghi videro il veicolo fermarsi a raccogliere il bidone dei rifiuti di Robin. Ancora una volta, videro un uomo camminare accanto al camion. Videro il veicolo cominciare a spostarsi fuori dall’inquadratura, poi l’uomo immobile, che alzava il braccio, per poi lasciare la scena. “Chi ? quell’uomo?” il Capo Brennan chiese con voce stupita. “Che cosa stava facendo?” Jenn aggiunse. E dov’era andato? Riley si chiese. CAPITOLO OTTO Riley sospir? scoraggiata. Non c’era altro da vedere. Lei ed i suoi colleghi avevano fissato ripetutamente lo schermo, mentre Jenn faceva ripartire i fotogrammi della telecamera di sicurezza diverse volte. Ma l’obiettivo non era ben a fuoco per quella distanza dalla casa che era destinato a proteggere. L’uomo che camminava accanto al camion restava una macchia indistinta. Non avevano trovato alcun indizio che indicasse perch? fosse improvvisamente uscito dall’inquadratura, o perch? se ne fosse andato. Non era pi? tornato all’interno dell’inquadratura. Riley disse: “Dobbiamo scoprire chi sia quell’uomo. Lui e l’autista del camion sembrano essere gli unici segni di vita in quella strada a quell’ora.” “Quest’uomo era in giro all’ora stimata dell’omicidio” Jenn aggiunse. “Potremmo essere seduti qui ad osservare il killer.” “Sembra che il camion abbia proseguito il suo percorso senza di lui” Bill intervenne. “Non possiamo essere sicuri neanche che fosse previsto che fossero insieme.” “Penso di sapere come avere alcune risposte” il Capo Brennan disse. Tir? fuori il suo cellulare. “Ho un numero diretto di Roger Link, il direttore dei Lavori Pubblici qui di Wilburton.” Brennan digit? un numero, poi mise la telefonata in modalit? vivavoce, cos? che Riley ed i suoi colleghi potessero ascoltare. Quando Brennan ebbe il direttore in linea, disse: “Roger, sono Clark Brennan.” La voce rispose allegramente: “Ehi, come va Clark?” Brennan si gratt? il mento e rispose: “Beh, speravo che potessi aiutarmi a risolvere un problema. Sono sicuro che tu sappia dell’omicidio avvenuto due notti fa.” “S?. Una vera tragedia.” Brennan disse: “Io e degli agenti dell’FBI stiamo visionando delle registrazioni di una telecamera di sicurezza, e abbiamo visto un camion della raccolta dei rifiuti passare dalla casa della vittima intorno all’ora dell’omicidio. C’era un tizio a piedi che camminava accanto al camion, e si comportava in un modo un po’ strano.” Riley sent? il direttore sussultare. Disse: “Di certo non sospettate di nessuno dei nostri operatori ecologici.” Brennan disse: “Onestamente, Roger, non sappiamo che cosa diavolo pensare. Ma dobbiamo sapere chi stava lavorando in quel particolare tragitto quella notte.” “I nostri ragazzi di solito lavorano da soli” il direttore rispose. “Ora che utilizziamo veicoli dotati di braccia robotiche, non interagiscono neanche pi? con le persone che incontrano sul loro tragitto. Generalmente parlando, le cose vanno meglio cos?.” Brennan gli comunic? l’indirizzo dell’abitazione di Robin Scoville. “OK, vedo che cosa riesco a scoprire” il direttore ribatt?. Riley ed i suoi colleghi sentirono delle dita battere su una tastiera. Poi, il direttore parl? di nuovo. “Potrei aver trovato qualcosa per te. Questo ? un po’ insolito. L’autista di turno su quel tragitto si chiama Dick Abbott. Quella notte, aveva qualcuno a lavorare insieme a lui, un ragazzo di nome Wesley Mannis. Sembra che Welsey viva a Wilburton House, una struttura IDD.” Jenn chiese: “IDD?” “Disabilit? intellettive e dello sviluppo” rispose il direttore. Il Capo Brennan strizz? gli occhi e chiese: “Perci? questo significa che ? ritardato o disabile o …?” “Non saprei” l’uomo rispose. “Ma la struttura e la citt? gestiscono un programma per i residenti con IDD che ci vivono. La citt? assume i residenti per lavori al di fuori della struttura, aiutandoli nel passaggio a una vita regolare. Wesley Mannis faceva parte di quel programma, e il suo lavoro era una sorta di occupazione fittizia, qualcosa che non fosse troppo impegnativa. In realt?, si limitava a camminare accanto al camion, assicurandosi che i rifiuti non cadessero in strada. Non un vero e proprio lavoro, ma gli dava qualcosa da fare finch? …” Il direttore fece una pausa. Riley dovette mordersi la lingua, per impedirsi di chiedere … “Finch? cosa?” Si sentirono di nuovo le dita danzare sulla tastiera, e il direttore disse: “Due giorni fa l’autista ha compilato un rapporto, secondo cui Wesley ? sparito improvvisamente durante il turno quella mattina. E’ una cosa che si fa, quando questi operatori non si presentano o vagano in giro.” “Quello era il mattino in cui Robin Scoville ? stata uccisa” Jenn disse. “Puoi determinare l’ora?” Brennan chiese. “No” il direttore rispose. “Questo documento non dice esattamente quando, dove o perch? Wesley se la sia svignata. Apparentemente, ? andato soltanto da qualche parte lungo il percorso, e l’autista non se ne ? accorto subito. Il Dipartimento dei Lavori Pubblici ha allertato Wilburton House che uno dei suoi residenti si ? allontanato durante il turno di lavoro e … beh, questo ? tutto ci? che dice il rapporto.” Riley chiese: “Non dice nulla del ritorno di Wesley a Wilburton House?” “No, immagino che dovrete scoprirlo dal suo personale.” “Lo faremo, grazie” il Capo Brennan rispose. Mise fine alla telefonata e spost? lo sguardo tra Riley ed i suoi due colleghi. “Che cosa ne pensate?” chiese ai tre agenti. “Forse questo Wesley Mannis ? il nostro killer?” Riley non ne aveva idea, e, a giudicare dal loro silenzio, neanche Jenn e Bill avevano una risposta al riguardo. “Se lo ?” Jenn disse infine con esitazione, “ce l’abbiamo in pugno.” “Che dite, non pu? essere cos? facile?” Bill borbott?. Ma la possibilit? non quadrava molto a Riley. Quel residente della stessa struttura poteva essere andato a New Haven una settimana prima ed aver ucciso Vincent Cranston durante la sua corsa mattutina sul sentiero di Friendship Woods? Riley lo trovava difficile da credere. Disse a Brennan: “Dobbiamo verificare con Wilburton House.” Brennan annu? e digit? un altro numero sul suo cellulare. Quando ebbe in linea la receptionist, disse: “Sono il Capo della Polizia Clark Brennan. Ci sono tre agenti dell’FBI ad ascoltare questa conversazione. Abbiamo bisogno di sapere se avete un residente l? di nome Wesley Mannis?” “S?.” “Si trova nella struttura al momento?” “Controllo.” Dopo una breve pausa, la receptionist disse: “S?, ? nella sua camera.” Apparentemente incerto su cosa chiedere dopo, Brennan guard? Riley e i suoi colleghi. Riley disse alla receptionist: “Abbiamo bisogno di conoscere le attivit? di Wesley Mannis di due giorni fa, durante le prime ore del mattino.” Cadde un breve silenzio. Poi, la receptionist disse: “Mi dispiace, e spero capiate, non mi sento molto a mio agio a condividere le informazioni di un paziente cos? al telefono. Potreste venire a parlare con qualcuno del personale di persona?” “Arriviamo subito” il Capo Brennan replic?. Brennan guid? per la citt?, portando Riley ed i suoi colleghi a Wilburton House. Quando l’uomo parcheggi? la sua auto, Riley fu colpita dalla grandezza della struttura, che assomigliava ad una piccola dimora progettata con gusto. Appena andarono tutti dentro, furono immediatamente accolti da una donna alta, snella e sorridente, che indossava dei vestiti dalle allegre tinte pastello. Si avvicin? al capo della polizia e si strinsero la mano, poi disse: “Lei dev’essere Clark Brennan. Non credo che ci conosciamo. Sono la Dottoressa Amy Rhind, e dirigo la struttura.” Riley, Bill e Jenn mostrarono i propri distintivi e si presentarono alla donna. La Dottoressa Rhind li invit? a sedersi nella comoda lobby. Lei disse: “So che siete qui per una questione relativa ad uno dei nostri residenti, Wesley Mannis.” Mostrandosi molto preoccupata. aggiunse: “Sono felice che siate qui. Forse potete aiutarci a capire che cosa gli ? successo. Temo che sia un vero mistero.” Quella parola colp? Riley. Un mistero. Aveva sperato di ottenere risposte, non domande. Sent? Bill lamentarsi sottovoce. Un mistero? La cosa non sembrava essere cos? facile dopotutto. CAPITOLO NOVE Riley stava iniziando a preoccuparsi. Erano andati l? in cerca di una soluzione, non per trovarsi dinnanzi ad un altro mistero. Non riusciva ad immaginare che cosa avesse inteso la Dottoressa Rhind, quando aveva detto … Êîíåö îçíàêîìèòåëüíîãî ôðàãìåíòà. Òåêñò ïðåäîñòàâëåí ÎÎÎ «ËèòÐåñ». Ïðî÷èòàéòå ýòó êíèãó öåëèêîì, êóïèâ ïîëíóþ ëåãàëüíóþ âåðñèþ (https://www.litres.ru/pages/biblio_book/?art=51923250&lfrom=688855901) íà ËèòÐåñ. Áåçîïàñíî îïëàòèòü êíèãó ìîæíî áàíêîâñêîé êàðòîé Visa, MasterCard, Maestro, ñî ñ÷åòà ìîáèëüíîãî òåëåôîíà, ñ ïëàòåæíîãî òåðìèíàëà, â ñàëîíå ÌÒÑ èëè Ñâÿçíîé, ÷åðåç PayPal, WebMoney, ßíäåêñ.Äåíüãè, QIWI Êîøåëåê, áîíóñíûìè êàðòàìè èëè äðóãèì óäîáíûì Âàì ñïîñîáîì.
Íàø ëèòåðàòóðíûé æóðíàë Ëó÷øåå ìåñòî äëÿ ðàçìåùåíèÿ ñâîèõ ïðîèçâåäåíèé ìîëîäûìè àâòîðàìè, ïîýòàìè; äëÿ ðåàëèçàöèè ñâîèõ òâîð÷åñêèõ èäåé è äëÿ òîãî, ÷òîáû âàøè ïðîèçâåäåíèÿ ñòàëè ïîïóëÿðíûìè è ÷èòàåìûìè. Åñëè âû, íåèçâåñòíûé ñîâðåìåííûé ïîýò èëè çàèíòåðåñîâàííûé ÷èòàòåëü - Âàñ æä¸ò íàø ëèòåðàòóðíûé æóðíàë.