×åðåç ïðóòüÿ áàëêîííûõ ñòàëüíûõ ðåøåòîê, Çàïëóòàâ ñðåäè êîâàíûõ ëèñòüåâ ðîç, Çèìíèì óòðîì â îäíó èç ìîñêîâñêèõ âûñîòîê Òåïëûé ñâåò ïîòåðÿâøèéñÿ âåòåð ïðèíåñ È çàáðîñèë â îêíî, è çàáûë îñòàòüñÿ - Áåãëîé âñïûøêîé â îêíå çàäåðæàëñÿ áëèê, Óñêîëüçíóë èç-ïîä ðóê, íå óñïåâ âïèòàòüñÿ ×åðåç ñòåêëà â ãîðÿ÷èå ïóõëîñòè ãóá-áðóñíèê. È èñ÷åç, íî îñòàâèë óäóøëè

Adescamento

Adescamento Blake Pierce “Un capolavoro del giallo e del mistero! L’autore ha svolto un magnifico lavoro, sviluppando i personaggi con un approfondito lato psicologico, descritto con tale cura da farci sentire all’interno della loro mente, provare le loro paure e gioire del loro successo. La trama ? molto avvincente e vi catturer? per tutta la durata del libro. Ricco di colpi di scena, questo libro vi terr? svegli fino all’ultima pagina.”--Books and Movie Reviews, Roberto Mattos (su Il Killer della Rosa) ADESCAMENTO (Gli Inizi di Riley Paige—Libro Tre) ? il libro #3 in una nuova serie di thriller psicologici, di Blake Pierce, autore di serie di successo, il cui bestseller gratuito Il Killer della Rosa (Libro #1) ha ricevuto oltre 1.000 recensioni da cinque stelle.Mentre un serial killer, sospettato di usare un camper, adesca e uccide delle donne in tutto il paese, l’FBI, a un punto morto, deve trasgredire il protocollo e rivolgersi alla sua brillante recluta ventiduenne dell’accademia, Riley Paige.Riley Paige viene accettata nella dura accademia dell’FBI, ed ? determinata a mantenere certamente un profilo basso e a lavorare sodo con i propri colleghi. Ma non ? destino, infatti viene scelta per aiutare i propri mentori a tracciare il profilo e dare la caccia ad un serial killer che ha terrorizzato la nazione. Riley si domanda che sorta di killer diabolico userebbe un camper per catturare le sue vittime? E quale sar? la sua prossima mossa?Riley non ha tempo per commettere errori in questo mortale gioco del gatto col topo, con il proprio futuro in ballo, e con un killer a piede libero che potrebbe rivelarsi pi? sveglio di lei.Un thriller ricco di suspense mozzafiato, ADESCAMENTO ? il libro #3 in una nuova affascinante serie, che vi terr? incollati alle pagine fino a notte tarda. Condurr? i lettori a 20 anni prima,  all’inizio della carriera di Riley, e si completa perfettamente con la serie che comincia con  IL KILLER DELLA ROSA (Un Mistero di Riley Paige), che include ben 14 libri.Il libro #4 nella serie de GLI INIZI DI RILEY PAIGE sar? presto disponibile. ADESCAMENTO (GLI INIZI DI RILEY PAIGE—LIBRO 3) B L A K E P I E R C E TRADUZIONE ITALIANA A CURA DI IMMACOLATA SCIPLINI Blake Pierce Blake Pierce ? l’autore della serie di successo dei misteri di RILEY PAGE, che si compone (al momento) di tredici libri. Blake Pierce ? anche autore della serie dei misteri di MACKENZIE WHITE, composta (al momento) da nove libri; della serie dei misteri di AVERY BLACK, composta da sei libri; della serie dei misteri di KERI LOCKE, composta da cinque libri; della serie di gialli GLI INIZI DI RILEY PAIGE, composta (al momento) da tre libri; della serie dei misteri di KATE WISE, composta (al momento) da due libri; della serie dei thriller-psicologici di CHLOE FINE, composta (al momento) da tre libri; della serie dei thriller-psicologici di JESSE HUNT, composta (al momento) da tre libri. Avido lettore e appassionato da sempre di gialli e thriller, Blake riceve con piacere i vostri commenti, perci? non esitate a visitare la sua pagina www.blakepierceauthor.com (http://www.blakepierceauthor.com) per saperne di pi? e restare in contatto con l’autore. Copyright © 2019 di Blake Pierce. Tutti i diritti sono riservati. Fatta eccezione per quanto consentito dalla Legge sul Copyright degli Stati Uniti d'America del 1976, nessuno stralcio di questa pubblicazione potr? essere riprodotto, distribuito o trasmesso in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, n? potr? essere inserito in un database o in un sistema di recupero dei dati, senza che l'autore abbia prestato preventivamente il consenso. La licenza di questo ebook ? concessa soltanto ad uso personale. Questa copia del libro non potr? essere rivenduta o trasferita ad altre persone. Se desiderate condividerlo con altri, vi preghiamo di acquistarne una copia per ogni richiedente. Se state leggendo questo libro e non l'avete acquistato, o non ? stato acquistato solo a vostro uso personale, restituite la copia a vostre mani ed acquistatela. Vi siamo grati per il rispetto che dimostrerete alla fatica di questo autore. Questa ? un'opera di fantasia. Nomi, personaggi, aziende, societ?, luoghi, eventi e fatti sono il frutto dell'immaginazione dell'autore o sono utilizzati per mera finzione. Qualsiasi rassomiglianza a persone reali, viventi o meno, ? frutto di una pura coincidenza. L’immagine di copertina ? di propriet? di Artem Korionov, usata su licenza di Shutterstock.com. LIBRI DI BLAKE PIERCE UN’EMOZIONANTE SERIE PSICOLOGICA DI JESSIE HUNT LA MOGLIE PERFETTA (Libro #1) IL QUARTIERE PERFETTO (Libro #2) LA CASA PERFETTA (Libro #3) L’EMOZIONANTE SERIE PSICOLOGICA DI CHLOE FINE LA PORTA ACCANTO (Libro #1) LA BUGIA DI UN VICINO (Libro #2) VICOLO CIECO (Libro #3) SUN VICINO SILENZIOSO (Libro #4) I GIALLI DI KATE WISE SE LEI SAPESSE (Libro #1) SE LEI VEDESSE (Libro #2) SE LEI SCAPPASSE (Libro #3) LA SERIE DEGLI INIZI DI RILEY PAIGE LA PRIMA CACCIA (Libro #1) IL KILLER PAGLIACCIO (Libro #2) ADESCAMENTO (Libro #3) CATTURA (Libro #4) LA SERIE DI GIALLI DI RILEY PAIGE IL KILLER DELLA ROSA (Libro #1) IL SUSSURRATORE DELLE CATENE (Libro #2) OSCURIT? PERVERSA (Libro #3) IL KILLER DELL’OROLOGIO (Libro #4) KILLER PER CASO (Libro #5) CORSA CONTRO LA FOLLIA (Libro #6) MORTE AL COLLEGE (Libro #7) UN CASO IRRISOLTO (Libro #8) UN KILLER TRA I SOLDATI (Libro #9) IN CERCA DI VENDETTA (Libro #10) LA CLESSIDRA DEL KILLER (Libro #11) MORTE SUI BINARI (Libro #12) MARITI NEL MIRINO (Libro #13) IL RISVEGLIO DEL KILLER (Libro #14) IL TESTIMONE SILENZIOSO (Libro #15) LA SERIE DI GIALLI DI MACKENZIE WHITE PRIMA CHE UCCIDA (Libro #1) UNA NUOVA CHANCE (Libro #2) PRIMA CHE BRAMI (Libro #3) PRIMA CHE PRENDA (Libro #4) PRIMA CHE ABBIA BISOGNO (Libro #5) PRIMA CHE SENTA (Libro #6) PRIMA CHE COMMETTA PECCATO (Libro #7) PRIMA CHE DIA LA CACCIA (Libro #8) PRIMA CHE AFFERRI LA PREDA (Libro #9) LA SERIE DI GIALLI DI AVERY BLACK UNA RAGIONE PER UCCIDERE (Libro #1) UNA RAGIONE PER CORRERE (Libro #2) UNA RAGIONE PER NASCONDERSI (Libro #3) UNA RAGIONE PER TEMERE (Libro #4) SERIE DI GIALLI DI KERI LOCKE TRACCE DI MORTE (Libro #1) TRACCE DI OMICIDIO (Libro #2) TRACCE DI PECCATO (Libro #3) TRACCE DI CRIMINE (Libro #4) TRACCE DI SPERANZA (Libro #5) INDICE PROLOGO (#ua68658b8-dd3e-5afb-9b5f-e516e8036a29) CAPITOLO UNO (#u84c34a89-7c83-5c52-a851-b37d820f8185) CAPITOLO DUE (#u08334b0a-37c6-596a-9b4d-f1e1464a4655) CAPITOLO TRE (#u11edfdec-9815-5228-81fb-0321daabc35c) CAPITOLO QUATTRO (#u63723f46-206b-5cb2-8253-6f7d676d8a22) CAPITOLO CINQUE (#u64506814-66a9-5be5-8a3c-491d14b2cc69) CAPITOLO SEI (#u53ae49b2-a652-52a7-b402-ede9516f5f6e) CAPITOLO SETTE (#u352ef9c1-cc0e-5f32-987c-082086e6d61a) CAPITOLO OTTO (#u2f1ce59e-d5da-566a-95f5-26b6bfa25726) CAPITOLO NOVE (#litres_trial_promo) CAPITOLO DIECI (#litres_trial_promo) CAPITOLO UNDICI (#litres_trial_promo) CAPITOLO DODICI (#litres_trial_promo) CAPITOLO TREDICI (#litres_trial_promo) CAPITOLO QUATTORDICI (#litres_trial_promo) CAPITOLO QUINDICI (#litres_trial_promo) CAPITOLO SEDICI (#litres_trial_promo) CAPITOLO DICIASSETTE (#litres_trial_promo) CAPITOLO DICIOTTO (#litres_trial_promo) CAPITOLO DICIANNOVE (#litres_trial_promo) CAPITOLO VENTI (#litres_trial_promo) CAPITOLO VENTUNO (#litres_trial_promo) CAPITOLO VENTIDUE (#litres_trial_promo) CAPITOLO VENTITR? 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Non che si trovasse in gran sintonia con i suoi aiutanti. Era proprietaria del negozio insieme al marito Mason: questo significava dover trascorrere all’interno pi? ore di chiunque altro, arrivare per prima ed andarsene per ultima la maggior parte delle volte. Hope sapeva bene che la gente del luogo non sopportava lei e Mason, proprio perch? erano le persone pi? ricche nella piccola e insignificante cittadina di Dighton. E anche lei non sopportava i suoi concittadini. Il suo motto personale era … Il denaro ? responsabilit?. Prendeva la maggior parte dei suoi doveri con seriet?, come suo marito del resto, che ricopriva l’incarico di sindaco della cittadina. Non erano persone abituate ad andare in vacanza o a prendere dei giorni di festa dal lavoro. A volte Hope aveva la sensazione di essere l’unica, insieme al marito, a prendere tutto sul serio. Osserv? il materiale ben ordinato: le ferramenta e le attrezzature elettriche, i cavi di alimentazione, i semi ed i fertilizzanti; e si ritrov? a pensare, come faceva spesso … Dighton non durebbe un giorno senza di noi. In effetti pensava lo stesso dell’intera contea. Talvolta, sognava che lei ed il marito facessero le valigie e se ne andassero via, solo per dimostrarlo. Servirebbe a tutti di lezione. Spense le luci con un sospiro. Poi, fece per andare ad inserire il sistema d’allarme, prima di andarsene, quando vide una figura attraverso la porta a vetro: era un uomo che si trovava sul marciapiede, sotto un lampione, a circa nove metri di distanza. Sembrava guardare proprio lei. La donna rimase scioccata vedendo che il volto era brutalmente sfregiato e butterato: forse dalla nascita o per via di un terribile incidente, non ne aveva idea. Indossava una t-shirt e la donna si rese conto del fatto che aveva mani e braccia sfregiate allo stesso modo. Dev’essere difficile per lui, vivere cos?, pens?. Ma che cosa ci faceva l? fuori a quell’ora di sabato notte? Era venuto prima nel negozio? In quel caso, doveva averlo servito uno dei suoi dipendenti. Certamente, la donna non si aspettava di vedere lui o chiunque altro l? dopo la chiusura. Ma ora era l?, intento a fissarla sorridente. Che cosa voleva? Di qualunque cosa si trattasse, Hope avrebbe dovuto parlargli personalmente e questo la infastidiva. Avrebbe dovuto sforzarsi di fingere di non notare il volto. Chiaramente a disagio, Hope digit? il codice dell’allarme, usc? fuori e chiuse a chiave la porta. La calda aria notturna era piacevole, nonostante tutto, dopo che era stata all’interno del negozio per tutto il giorno, immersa in odori sgradevoli, specie quello di fertilizzante. Mentre si avvicinava all’uomo, si costrinse a sorridere e disse … “Mi spiace, siamo chiusi.” L’uomo alz? le spalle, continu? a sorridere e mormor? qualcosa d’inudibile. Hope soffoc? un sospiro. Avrebbe voluto chiedergli di alzare la voce. Ma pensava che qualsiasi cosa gli avesse detto, sarebbe sembrato un comando o una richiesta, per quanto gentile. Temeva irrazionalmente di ferire i suoi sentimenti. L’uomo sorrise apertamente, mentre la donna si dirigeva verso di lui. Ancora una volta, disse qualcosa che lei non riusc? a sentire. Si ferm? ad un metro di fronte a lui. “Mi scusi, ma siamo chiusi durante la notte” ripet?. Di nuovo, l’uomo borbott? qualcosa d’inudibile. Hope scosse il capo, facendo cenno di non riuscire a sentirlo. Allora, lo sconosciuto alz? leggermente la voce, e stavolta, le sue parole furono comprensibili … “Ho un problemino con qualcosa.” Hope chiese: “Di che cosa si tratta?” La risposta fu un’altra frase inudibile. Forse vuole restituire qualcosa che ha comprato oggi, pens?. L’ultima cosa che voleva, in quel momento, era aprire la porta, gi? chiusa a chiave, disattivare il sistema d’allarme, riportare in negozio un acquisto e restituirgli il denaro. Hope disse: “Se vuole restituire qualcosa, temo che dovr? ritornare domani.” L’uomo sfigurato borbott? … “No, ma …” Poi, alz? le spalle e la guard? silenziosamente, ancora sorridendo. Hope trov? difficile mantenere il contatto visivo con lui. Guardare direttamente il suo volto era complesso. E, in qualche modo, comprese che lui lo sapeva. A giudicare dal suo sorriso, forse a lui piaceva persino. La donna ebbe un sussulto, al pensiero che lui potesse trarre piacere dal senso di disagio che provocava nelle persone. Improvvisamente, alzando un po’ di pi? la voce, l’uomo pronunci? con chiarezza … “Venga a guardare.” Indic? il suo vecchio pick-up, parcheggiato accanto al bordo del marciapiede a una breve distanza da l?. Poi, si volt? e cominci? a camminare verso il veicolo. Hope rest? l? per un momento. Non intendeva seguirlo, anche se non era sicura del motivo per cui fosse preoccupata … Qualunque cosa sia, senz’altro pu? aspettare fino a domani. Ma non riusc? a voltarsi ed allontanarsi. Ancora una volta, temeva di sembrare scortese con lui. Quindi lo segu? fino alla parte posteriore del pick-up. L’uomo apr? e lei vide cumuli di filo spinato, srotolato e ammassato in tutto il veicolo. Improvvisamente, l’uomo l’afferr? da dietro, e le mise uno straccio bagnato su bocca e naso. Hope scalci? e prov? a divincolarsi, ma lui era pi? alto e pi? forte. La donna non riusc? neanche a liberarsi dallo straccio per gridare. Era imbrattato da un liquido viscoso che aveva un forte odore e un sapore disgustosamente dolce. Dopo qualche istante, una strana sensazione cominci? a farsi strada dentro di lei: un senso di vertigine ed euforia, come se avesse assunto un qualche tipo di droga. Per alcuni secondi, quell’euforia imped? ad Hope di rendersi conto appieno del terribile pericolo in cui si trovava. Infine, prov? di nuovo a lottare, ma si rese conto che gli arti erano pi? deboli e sembravano quasi elastici. Qualunque cosa l’uomo stesse provando a farle, la donna non poteva opporsi in alcun modo. Per quanto si sentisse quasi al di fuori del proprio corpo, riusc? per? a rendersi conto di essere stata presa e messa nel retro del suo pick-up in mezzo al groviglio di filo spinato. Nel frattempo, aveva sempre lo straccio sul viso e non riusciva a respirare altro che quelle orride esalazioni. Hope Nelson era solo vagamente consapevole dei lancinanti dolori che le pervadevano il corpo, mentre perdeva ogni forza e sprofondava lentamente nell’incoscienza. CAPITOLO UNO Impegnata a grigliare due costate di manzo, Riley Sweeney pens? di nuovo … Voglio che stasera sia speciale. Lei ed il suo fidanzato, Ryan Paige, erano stati troppo occupati per godersi davvero la vita negli ultimi tempi. L’estenuante impegno di Riley nel Programma d’Internato dell’FBI e il nuovo lavoro di Ryan, che muoveva i primi passi come avvocato, avevano assorbito tutto il loro tempo ed ogni energia. Ryan aveva dovuto lavorare molte ore anche quel giorno, sabato. Il ventiduesimo compleanno di Riley era passato da quasi due settimane ormai, e non c’era stato proprio il tempo per festeggiare. Ryan le aveva comprato una graziosa collana, ed era stato tutto: nessuna festa, nessuna cena, nessuna torta. Sperava che la cena speciale di quella sera sarebbe servita a rimediare. Inoltre, era quasi una questione di “ora o mia pi?”, quasi l’ultima occasione di una bella cena insieme. Proprio il giorno prima, Riley aveva completato con successo il suo internato, e l’indomani sarebbe andata all’Accademia dell’FBI di Quantico. Ryan sarebbe rimasto a Washington D.C. Sebbene la distanza potesse essere coperta in un’ora di auto o treno, avrebbero entrambi lavorato molto sodo. Perci? non sapeva quando avrebbero avuto di nuovo del tempo insieme. Seguendo una ricetta dettagliata, Riley fin? di condire le bistecche con sale, pepe, cipolla in polvere, senape macinata, origano e timo secchi. Poi, si guard? intorno in cucina, osservando quello che aveva realizzato. L? accanto faceva bella mostra di s? l’insalata, aveva tagliato i funghi per poi grigliarli con la carne, e due patate erano gi? in forno a cuocere. In frigo, c’era il dessert: una cheesecake pronta, che aveva comprato in pasticceria. Il piccolo tavolo della cucina era apparecchiato in modo ordinato, incluso un vaso pieno di fiori che aveva comprato, quando era andata a fare la spesa. Una bottiglia di vino rosso, economico ma molto buono, aspettava di essere aperta. Riley dette un’occhiata al suo orologio. Ryan aveva detto che sarebbe arrivato a casa proprio da un momento all’altro, e sperava che non tardasse. Non voleva scottare e grigliare le bistecche prima del suo arrivo. Nel frattempo, non riusciva a pensare ad altro che potesse fare. Aveva passato l’intera giornata a fare il bucato, pulire il loro minuscolo appartamento, fare spese e preparare da mangiare: lavori domestici che aveva avuto a malapena il tempo di fare, da quando lei e Ryan erano andati a vivere insieme all’inizio dell’estate. Aveva trovato quelle ore da casalinga un piacevole cambiamento dai suoi studi. Nonostante tutto, non riusciva a fare a meno di chiedersi … Sar? cos? la vita da sposata? Se fosse riuscita a realizzare l’obiettivo di diventare agente dell’FBI, avrebbe davvero passato intere giornate a rendere tutto perfetto per quando Ryan fosse tornato a casa dal lavoro? Non le sembrava probabile. Ma, al momento, Riley aveva difficolt? a visualizzare quel futuro, o un qualsiasi specifico futuro. Sprofond? allora sul divano. Chiuse gli occhi e si rese conto di essere molto stanca. Abbiamo entrambi bisogno di una vacanza, pens?. Ma una vacanza non era in programma a breve. Si sent? un po’ assonnata e quasi si addorment?, quando un ricordo si pales? nella sua mente … Era legata mani e piedi da un folle che indossava un costume ed era truccato da clown. L’uomo le tenne uno specchio davanti al volto e disse … “Ora ? tutto pronto. Guarda!” Vide che l’uomo le aveva dipinto tutto il viso con il trucco, cos? che anche lei apparisse come un clown. Poi, mise una siringa davanti ai suoi occhi e Riley sapere bene che, se le fosse stato iniettato il suo mortale contenuto, sarebbe morta di assoluto terrore … Riley spalanc? gli occhi, scossa da un violento tremore. Erano trascorsi soltanto un paio di mesi da quando era riuscita a sfuggire alla morte, per mano del noto “Killer Pagliaccio”, come era stato soprannominato, ed era ancora vittima di dolorosi flashback sulla sua disavventura. Mentre provava a scuotersi di dosso quel ricordo, sent? qualcuno chiamare dal fondo delle scale che conducevano al corridoio del pianterreno, dell’edificio. Ryan! E’ a casa! Salt? gi? dal divano e and? a controllare il forno, per assicurarsi che fosse impostato alla massima temperatura. Poi, spense le luci dell’appartamento, ed accese le candele che aveva disposto sul tavolo. Infine, si precipit? verso la porta, ed accolse Ryan al suo ingresso in casa. Gli mise le braccia intorno al collo e lo baci?. Ma lui non ricambi? il bacio, e sent? il suo corpo afflosciarsi per lo sfinimento. Ryan dette un’occhiata all’interno dell’appartamento illuminato dalle candele e parl? d’impulso … “Riley, che cosa diavolo sta succedendo?” Riley si sent? morire ma rispose. “Sto preparando qualcosa di carino per cena.” Ryan entr?, mise a terra la valigetta e croll? sul divano. “Non ? il caso” replic?. “E’ stata una giornata tremenda. E non ho molta fame.” Riley sedette accanto a lui e gli massaggi? le spalle. Poi spieg?: “Ma tutto ? praticamente pronto. Non hai abbastanza fame per le costate di manzo?” “Costate di manzo?” Ryan esclam? con sorpresa. “Possiamo permettercele?” Soffocando un moto di irritazione, Riley non rispose. Era lei a gestire i pagamenti delle bollette, e sentiva di sapere piuttosto bene che cosa potessero permettersi oppure no. Percependo con chiarezza lo sgomento di Riley, Ryan disse … “Le costate vanno bene. Dammi qualche minuto per darmi una sciacquata.” Ryan si alz? e si diresse in bagno. Riley si precipit? di nuovo in cucina, tolse le patate dal forno, scott? e grigli? le bistecche, cos? che fossero entrambe a media cottura. Ryan sedette nel momento in cui lei metteva le pietanze in tavola. Lui, invece, vers? del vino per entrambi. “Grazie” Ryan disse, sorridendo debolmente. “Cos? va bene.” Mentre tagliava la sua bistecca, aggiunse: “Temo di aver portato del lavoro a casa. Dovr? occuparmene dopo cena.” Riley soffoc? un sospiro di profonda delusione. Aveva sperato che la cena terminasse pi? romanticamente. Lei e Ryan mangiarono in silenzio per qualche istante. Poi, Ryan cominci? a lamentarsi della sua giornata … “Questo lavoro da praticante ? praticamente pari al lavoro di uno schiavo. Dobbiamo svolgere tutte le mansioni pi? pesanti per i soci: facciamo ricerche, dobbiamo scrivere degli atti ed assicurarci che tutto sia pronto per il tribunale. E lavoriamo pi? ore dei soci finora. Sembra una sorta di umiliazione da fratellanza, tranne per il fatto che non smette mai.” “Andr? meglio” Riley disse. Poi, fece una risata forzata ed aggiunse … “Un giorno, sarai socio anche tu. Ed avrai una squadra di praticanti, che andranno a casa e si lamenteranno di te.” Ryan non rise, e Riley non pot? certo biasimarlo. Sembrava una barzelletta mal riuscita, ora che l’aveva detta. Ryan continu? a brontolare durante la cena, e Riley non sapeva se sentirsi pi? ferita o infuriata. Non apprezzava lo sforzo che aveva fatto per rendere tutto il pi? perfetto possibile per quella serata? E non comprendeva quali cambiamenti le loro vite stessero per affrontare? Quando Ryan rest? in silenzio per qualche istante, Riley disse … “Sai, domani ci sar? un incontro all’edificio dell’FBI, per festeggiare la fine dell’internato. Potrai venire, non ? vero?” “Temo di no, Riley. Lavorer? per tutta la settimana.” Riley quasi sussult?. “Ma domani ? domenica” replic?. Ryan alz? le spalle, bofonchiando: “S?, beh, ? come ho detto…. lavoro da schiavi.” Riley ribatt?: “Ascolta, non ci vorr? tutto il giorno. Ci saranno un paio di discorsi, il vicedirettore e il supervisore del nostro addestramento vorranno dire qualche parola. E poi, ci sar? da mangiare e …” Ryan la interruppe: “Riley, mi dispiace.” “Ma partir? per Quantico domani, subito dopo. Porter? la mia valigia con me. Pensavo che mi accompagnassi alla stazione degli autobus.” “Non posso” Ryan aggiunse un po’ bruscamente. “Dovrai arrivarci in qualche altro modo.” Mangiarono in silenzio per qualche istante. Riley faticava a comprendere che cosa stesse accadendo. Perch? Ryan non poteva andare con lei l’indomani? Ci sarebbero volute soltanto un paio d’ore della sua giornata. Infine, un’intuizione si fece strada nella sua mente. Osserv?: “Disapprovi ancora la mia decisione di andare a Quantico.” Ryan emise un lamento di fastidio. “Riley, non ricominciamo” le rispose. Riley sent? il viso arrossarsi per la rabbia. Disse: “Beh, ? ora o mai pi?, non ? cos??” Ryan disse: “Hai preso la tua decisione. Pensavo che fosse una cosa chiarita.” Ryan spalanc? gli occhi. “La mia decisione?” rispose. “Pensavo che fosse una nostra decisione.” Ryan sospir?. “Non voglio discuterne” disse. “Finiamo solo di mangiare, Ok?” Riley se ne rest? seduta a fissarlo, mentre lui continuava il suo pasto. Si ritrov? a chiedersi … Ryan ha ragione? Ho spinto entrambi in tutto questo? Ripens? dunque alle loro conversazioni, provando a ricordare ed a rimettere insieme i pezzi. Ricord? quanto Ryan fosse stato orgoglioso di lei, quando aveva fermato il Killer Pagliaccio … “Hai salvato almeno la vita di una donna. Risolvendo il caso, potresti aver salvato anche altre vite. E’ folle, penso che forse tu sia folle. Ma sei anche un’eroina.” Allora, aveva pensato che fosse ci? che lui volesse, che lei seguisse una carriera nell’FBI, per continuare a fare l’eroina. Ma, riflettendoci, Riley non riusciva a ricordare che lui avesse detto quelle parole precise. Ryan non le aveva mai detto … “Voglio che tu vada all’accademia. Voglio che tu segua il tuo sogno.” Riley fece dei respiri lunghi e profondi. Dobbiamo discuterne con calma, pens?. Infine, tent? … “Ryan, che cosa vuoi? Intendo per noi due.” Ryan inclin? il capo e la guard?. “Vuoi davvero saperlo?” le chiese. La gola di Riley si strinse improvvisamente. “Voglio saperlo” rispose. “Dimmi che cosa vuoi.” Uno sguardo addolorato attravers? il volto di Ryan. Riley ebbe paura di quello che il fidanzato avrebbe detto. Furono solo poche, laconiche parole: “Voglio soltanto una famiglia.” Poi, alz? le spalle e mangi? un altro boccone di bistecca. Provando un barlume di sollievo, Riley disse: “La voglio anch’io.” “Davvero?” Ryan chiese. “Ma certo. Sai che ? cos?.” Ryan scosse il capo e disse: “Non sono sicuro che tu sappia cosa vuoi davvero.” Per Riley fu come ricevere un pugno nello stomaco. Per un momento, semplicemente non seppe che cosa dire. Poi, riprese: “Non pensi che io possa avere una carriera ed una famiglia?” “Certo” fu la risposta del fidanzato. “Le donne lo fanno di questi tempi. Si chiama ‘avere tutto’, ho sentito dire. E’ dura ed occorrono organizzazione e sacrificio, ma si pu? fare. E mi piacerebbe tanto poterti aiutare a farlo. Ma …” La sua voce s’interruppe. “Ma che cosa?” Riley chiese. L’uomo respir? profondamente, poi prosegu?: “Forse sarebbe diverso se volessi diventare avvocato, proprio come me. O un medico o uno strizzacervelli. Oppure entrare nel campo immobiliare. O iniziare una tua attivit?. O diventare insegnante di college. Potrei gestirmi con qualunque di queste professioni. Potrei farlo. Ma il fatto che tu voglia andare all’Accademia, insomma, resterai a Quantico per 18 settimane! Quanto riusciremo a vederci per tutto quel tempo? Credi che una relazione possa sopravvivere restando tanto a lungo separati? E inoltre …” Fiss? Riley per un momento. Poi, aggiunse: “Riley, sei quasi stata uccisa due volte da quando ti conosco.” Riley deglut? forte. Il fidanzato aveva ragione, naturalmente. L’ultima volta che era stata sfiorata dalla morte era stato a causa del Killer Pagliaccio. Ma, prima di allora, durante il loro ultimo semestre al college, era quasi stata uccisa da un professore di psicologia sociopatico, ancora in attesa di condanna per aver ucciso altre due studentesse. Riley conosceva entrambe le vittime. Una era stata la sua coinquilina e migliore amica. L’aiuto dato da Riley a risolvere quell’orribile caso di omicidio era stata la ragione per cui era entrata nel programma d’internato estivo, ed era uno dei motivi principali per cui stava pensando di diventare agente dell’FBI. Con voce rotta, Riley chiese: “Vuoi che lasci perdere? Vuoi che non vada a Quantico domani?” Ryan replic?: “Non importa ci? che voglio.” Ora Riley faticava a trattenere le lacrime. “Invece s?, Ryan” lei disse. “Importa molto.” Ryan e Riley si fissarono per quello che sembr? un lungo istante. Poi, lui aggiunse: “Immagino di s?. Voglio che tu smetta, voglio dire. So che l’hai trovato emozionante. E’ stata una grande avventura per te. Ma ? ora che noi due ci sistemiamo entrambi. E’ ora che proseguiamo con le nostre vere vite.” Improvvisamente, a Riley parve di essere precipitata in un incubo, da cui non riusciva a svegliarsi. Le nostre vere vite! pens?. Che cosa significava quell’espressione? E perch? lei non ne conosceva il significato? Ma c’era una cosa soltanto che sapeva per certa … Non vuole che vada a Quantico. Poi, Ryan disse: “Ascolta, puoi fare ogni genere di lavoro qui a Washington D.C. E hai molto tempo per pensare che cosa intendi fare nel lungo termine. Dopo tutto, non importa se guadagni molto. Non ci stiamo arricchendo con il mio lavoro allo studio legale, ma ce la stiamo cavando, e, alla fine, per me andr? molto bene.” Ryan riprese a mangiare; sembrava stranamente sollevato, come se avessero appena risolto ogni cosa. Ma era proprio cos?? Riley aveva trascorso tutta l’estate a sognare l’Accademia dell’FBI. Non riusciva ad immaginare di arrendersi e rinunciare proprio ora. No, pens?. Non posso proprio farlo. Avvert? la rabbia montare dentro di s?. Con voce tesa, replic?: “Mi spiace che tu ti senta in quel modo. Ma non cambio idea. Domani andr? a Quantico.” Ryan la guard?, come se non riuscisse a credere alle proprie orecchie. Riley si alz? da tavola e disse: “Goditi il resto della cena. C’? una cheesecake in frigo. Sono stanca. Vado a farmi una doccia e poi a letto.” Prima che Ryan potesse rispondere, Riley si precipit? in bagno. Pianse per qualche minuto, poi fece una lunga doccia calda. Infil? le pantofole, indoss? l’accappatoio, ed usc? dal bagno. Vide Ryan seduto in cucina: aveva sparecchiato la tavola e stava lavorando al computer; non sollev? lo sguardo. Riley and? in camera, si infil? a letto, e ricominci? a piangere. Mentre si asciugava le lacrime e si soffiava il naso, si chiese … Perch? sono cos? arrabbiata? Ryan si sbaglia? E’ lui il colpevole di questo? I suoi pensieri erano un tale caos, che non riusciva a riflettere lucidamente. E un terribile ricordo cominci? a farsi strada nella sua mente: quando si era svegliata nel suo letto in preda ad un dolore acuto e aveva visto che era impregnata di sangue … Il mio aborto. Si trov? a chiedersi se quella fosse una delle ragioni per cui Ryan non voleva che entrasse a far parte dell’FBI. Nei giorni in cui si era verificato, era stata sottoposta a grande stress per il caso del Killer Pagliaccio. Ma la dottoressa dell’ospedale le aveva assicurato che quello non aveva nulla a che fare con l’aborto. Invece, aveva detto che era stato causato da “anomalie cromosomiche.” Ripensandoci, quella parola la disturbava … Anomalie. Si chiese se lei fosse in qualche modo, anormale, nel profondo, dove davvero contava? Era incapace di avere una relazione duratura, figurarsi una famiglia? Mentre scivolava nel sonno, ripens? all’unica cosa di cui aveva consapevolezza … Andr? a Quantico domani. Dormiva prima ancora di poter pensare a ci? che sarebbe potuto accadere in seguito. CAPITOLO DUE L’uomo gio? avvertendo il debole lamento della donna. Sapeva che doveva essere in procinto di riprendere conoscenza. Poi, la vide aprire leggermente gli occhi. Giaceva su un fianco su un rozzo tavolo di legno, in una stanza, caratterizzata da un lercio pavimento, pareti in mattoni di cemento, e un basso soffitto in legno. Era legata in una posizione raggomitolata, con del nastro adesivo. Le gambe erano piegate e legate strette al petto, e le mani erano avvolte intorno agli stinchi. La testa era inclinata lateralmente sopra le ginocchia. Quella vista gli ricordava l’immagine di feti umani, e anche di embrioni che talvolta aveva trovato, aprendo un uovo fresco, con un pulcino all’interno. La donna sembrava debole ed innocente, tanto che, in qualche modo, guardarla, era quasi commovente. Soprattutto, certo, gli ricordava un’altra donna: si chiamava Alice, almeno cos? credeva. Una volta, aveva pensato che Alice sarebbe stata l’unica che avrebbe trattato in questo modo, ma poi gli era piaciuto … e c’erano cos? pochi piaceri nella sua vita … come poteva smettere? “Fa male” la donna mormor?, come se venisse fuori da un sogno. “Perch? fa male?” Lui sapeva che il dolore era dovuto al fatto che la donna giaceva su uno spesso letto costituito da filo spinato attorcigliato. Del sangue stava gi? scorrendo sul tavolo, e si sarebbe aggiunto alle macchie del vecchio legno. Non che importasse. Il tavolo era pi? vecchio di lui, che, peraltro, era la sola persona che l’avrebbe mai visto in ogni caso. Anche lui era ferito e sanguinava un po’. Si era tagliato, mentre metteva la donna nel pick-up con il filo spinato. Era stato pi? difficile farlo di quanto si aspettasse, perch? la donna si era ribellata pi? di quanto avesse fatto la vittima precedente. Si era agitata e divincolata, mentre il cloroformio artigianale stava iniziando a fare effetto, Ma il suo divincolarsi si era indebolito, e lui era riuscito finalmente a sottometterla. Ci? nonostante, non si era molto preoccupato di ferirsi con il filo spinato. Sapeva, per esperienza, che quei tagli guarivano piuttosto in fretta, anche se lasciavano cicatrici terribili. Si chin? e guard? attentamente il volto della donna. Aveva gli occhi spalancati al limite dell’impossibile, ormai. Le iridi si contrassero, mentre lo guardava. Sta ancora provando ad evitare il mio sguardo, l’uomo intu?. Tutti agivano cos? con lui, ovunque andasse. Non biasimava le persone per provare a fingere che lui fosse invisibile, o che non esistesse affatto. Talvolta, si guardava allo specchio, e fingeva di poter scomparire. Poi, la donna mormor? di nuovo … “Fa male.” Oltre ai tagli, lui era certo che lei avesse un grande dolore alla testa, per la pesante dose di cloroformio artigianale. La prima volta che aveva mescolato gli ingredienti, infatti, era quasi svenuto, e, dopo, aveva patito un orribile mal di testa per giorni. Ma la preparazione aveva funzionato molto bene, perci? avrebbe continuato a farne uso. Adesso era ben preparato per ci? che stava per fare. Indossava degli spessi guanti da lavoro ora, e una giacca ben imbottita. Non si sarebbe pi? ferito, mentre svolgeva la sua opera. Pass? a sbrogliare la massa di filo spinato, con un paio di tronchesine. Poi, ne strapp? un pezzo, mettendolo stretto intorno al corpo della donna, e poi gir? le estremit?, facendone dei nodi improvvisati, per fissare il filo. La donna emise un lamento acuto, e prov? a liberarsi dal nastro adesivo, mentre il filo spinato le tranciava la pelle e i vestiti. Mentre continuava la sua opera, lui disse … “Non devi restare in silenzio. Puoi gridare se vuoi, se ti aiuta.” Certamente, lui non si preoccupava che qualcuno la sentisse. La donna si lament? pi? forte; sembr? che stesse provando a gridare, ma la voce era debole. Lui sogghign? silenziosamente. Sapeva che lei non poteva avere abbastanza aria nei polmoni per gridare in modo appropriato, non con le gambe legate contro il petto in quel modo. L’uomo mise un altro pezzo di filo spinato intorno a lei e strinse forte, osservando il sangue fuoriuscire da ciascuno strappo nei vestiti, bagnando la stoffa, impregnandola ed ingrandendo le macchie molto pi? della stessa ferita. Continu? a tirare giro dopo giro, finch? lei non fu completamente legata, come una sorta di enorme bozzolo di filo spinato, tanto da non sembrare pi? umana. Il bozzolo stava emettendo ogni sorta di strani suoni bassi: sospiri, sussulti, lamenti e gemiti. Il sangue gocciolava ovunque, finch? l’intero piano del tavolo fu pieno di sangue. Poi, lui indietreggi? ed ammir? la sua opera. Spense l’interruttore della luce in cima e usc? fuori nella notte, chiudendo la pesante porta di legno dietro di s?. Il cielo era limpido e pieno di stelle, e non riusciva a sentire che l’intenso frinire dei grilli. Fece un lungo e lento respiro dell’aria fresca e pulita. In quel momento la notte sembrava davvero dolce. CAPITOLO TRE Mentre Riley era allineata con il resto degli specializzandi per la loro ultima fotografia formale, sent? aprirsi la porta della stanza del ricevimento. Il cuore le balz? nel petto, mentre si voltava a vedere chi fosse arrivato. Ma si trattava solo di Hoke Gilmer, il supervisore del programma d’addestramento, rientrato dopo essersi allontanato per alcuni minuti. Riley soffoc? un sospiro. Sapeva gi? che l’Agente Crivaro non sarebbe stato presente. Il giorno prima, si era congratulato con lei per aver completato il corso, dicendole che era intenzionato a tornare a Quantico. Come era ovvio, era semplicemente poco incline a presenziare a cerimonie o ricevimenti. Tuttavia, sperava in segreto che Ryan arrivasse all’improvviso, per aiutarla a festeggiare il completamento del programma estivo. Naturalmente, sapeva che avrebbe fatto meglio a non aspettarselo. Ci? nonostante, non riusciva a fare a meno di fantasticare, sperando che il fidanzato cambiasse idea e arrivasse all’ultimo minuto, si scusasse per il suo atteggiamento freddo della sera precedente ed infine le dicesse le parole che aveva tanto desiderato sentirgli dire … “Voglio che tu vada all’Accademia, voglio che segua il tuo sogno.” Ma, naturalmente, questo non sarebbe successo … E prima me lo toglier? dalla testa, meglio sar?. I 20 specializzandi si radunarono per il fotografo: i primi sedettero ad un lungo tavolo, gli altri si posizionarono in due file dietro. Visto che gli specializzandi erano disposti in ordine alfabetico, Riley si ritrov? nella fila posteriore tra altri due studenti, i cui cognomi cominciarono con la S: Naomi Strong e Rhys Seely. Non conosceva molto bene nessuno dei due. In realt?, lo stesso valeva per quasi tutti gli altri specializzandi. Si era sentita fuori luogo tra di loro sin dal primo giorno del programma, dieci settimane prima. L’unico studente con cui era riuscita a familiarizzare per l’intero periodo era John Welch, che si trovava alla sua sinistra, a pochi studenti di distanza. Quel primo giorno, John le aveva spiegato perch? gli altri le lanciavano delle strane occhiate e sussurravano tra loro, parlando di lei … “Quasi tutti qui ti conoscono. Credo che potresti dire che la tua reputazione ti precede.” Dopotutto, era l’unica specializzanda che aveva gi? fatto “esperienza sul campo”, come tutti dicevano. Riley respinse un altro sospiro al pensiero di quelle parole … “Esperienza sul campo.” Trovava strano pensare a quello che era accaduto alla Lanton University come ad un’ “esperienza sul campo.” Assomigliava piuttosto ad un incubo in realt?. Non era mai riuscita a scuotersi di dosso quei ricordi, che coinvolgevano le sue pi? care amiche e che erano finite uccise nelle loro camere del dormitorio, con la gola squarciata, immerse in una pozza di sangue. All’epoca, l’ultima cosa che aveva avuto in mente era addestrarsi con l’FBI. Era stata coinvolta nel caso, ma non per sua scelta, ed aveva aiutato a risolverlo; questo era il motivo per cui tutti i colleghi la conoscevano sin dal primo giorno. Nei giorni successivi, col proseguimento del programma, mentre tutti gli altri studenti avevano iniziato ad imparare ad usare il computer, a studiare come condurre le indagini e ogni altro genere di questione meno elettrizzante, Riley aveva dato la caccia al Killer Pagliaccio. Entrambi quei casi erano stati traumatici e avevano messo in pericolo la sua vita. Fare una “partenza in vantaggio” con un’ “esperienza sul campo” non l’aveva resa popolare tra gli altri specializzandi. Infatti, il loro inespresso risentimento era stato palpabile sin dal principio. Anche in quel momento, almeno alcuni di loro la invidiavano per essere entrata nell’Accademia. Se solo sapessero quello che ho passato, pens?. Dubitava che l’avrebbero invidiata in quel caso. Provava orrore e senso di colpo al ricordo delle due amiche assassinate a Lanton, e avrebbe voluto tornare indietro nel tempo e impedire che ci? accadesse. Non solo le ragazze sarebbero state ancora vive, ma la sua stessa vita sarebbe stata completamente diversa. Avrebbe avuto una laurea in psicologia, un qualche lavoro ordinario, e una maggiore certezza relativa al suo futuro … E Ryan sarebbe perfettamente felice con me. Ma dubitava che lei sarebbe stata felice. Non aveva mai desiderato un lavoro in particolare, finch? non si era mostrata la possibilit? di diventare agente dell’FBI; tuttavia sentiva di essere stata scelta da quella carriera, non il contrario. Quando le tre file di specializzandi si furono posizionati adeguatamente, Hoke Gilmer raccont? una barzelletta, facendo ridere tutti, mentre il fotografo scattava la foto. Riley non era dell’umore adatto a godersi la barzelletta, che infatti non le parve neppure divertente. Era sicura che il suo sorriso sembrasse forzato e di certo non sincero. Si sentiva insicura anche per il tailleur con pantaloni, acquistato mesi prima in un negozio economico. La maggior parte degli specializzandi aveva una migliore posizione finanziaria rispetto a lei, ed era di gran lungo meglio vestita. Perci?, era non di certo entusiasta di vedere come fosse venuta la foto. Infine, il gruppo si separ? e tutti si dedicarono agli snack ed alle bibite preparate su un altro tavolo al centro della stanza. Si formarono i consueti gruppi di amici, e, come sempre, Riley si sent? isolata. Not? che Natalie Embry era aggrappata a Rollin Sloan, uno specializzando che avrebbe avuto un lavoro molto ben pagato, come analista di dati in un grande ufficio del Midwest. Riley sent? una voce provenire dal suo fianco … “Beh, di certo Natalie ha trovato ci? cercava qui, non ? vero?” Riley si volt? e vide John Welch accanto a s?. Sorrise e disse: “Andiamo, John. Non sei un po’ cinico?” John alz? le spalle, replicando: “Stai dicendo che mi sbaglio?” Riley guard? di nuovo Natalie, che stava mostrando a qualcuno il suo nuovo anello di fidanzamento. “No, immagino di no” rispose. Natalie stava mostrando quell’anello a tutti, da quando Rollin glielo aveva messo al dito un paio di giorni prima. Era stata una relazione davvero veloce: lei e Rollin si erano conosciuti soltanto al programma estivo. John emise un sospiro di finta comprensione. “Povero Rollin” osserv?. “Grazie a Dio, non sono al suo posto.” Riley esplose in una sonora risata. Sapeva esattamente ci? che John intendeva. Fin dal primo giorno del programma, Natalie era stata alla ricerca di un potenziale fidanzato. Aveva persino puntato John, finch? questi non le aveva svelato di non essere affatto interessato. Riley si chiese se Natalie fosse stata mai realmente attratta dal programma. Dopotutto, era stata abbastanza intelligente e abbastanza brava da venire accettata. Probabilmente no, suppose. Sembrava che Natalie si fosse goduta il programma, per la stessa ragione per cui alcune amiche di Riley erano andate al college: trovare un marito di successo. Riley prov? ad immaginare come sarebbe stato vivere la vita avendo le stesse priorit? di Natalie. Le cose sarebbero senz’altro sembrate pi? semplici, quando le decisioni potevano essere cos? chiare … Trovare un uomo, vivere in una bella casa, avere dei bambini … Riley non poteva fare a meno di invidiare la sicurezza di Natalie. Ci? nonostante, era sicura che si sarebbe annoiata a morte conducendo una vita simile, il che spiegava perch? le cose stessero andando cos? male tra lei e Ryan al momento. John riprese: “Deduco che andrai dritta a Quantico, quando il rinfresco sar? finito.” Riley rispose: “S?. Credo che lo farai anche tu, giusto?” John annu?. Riley trovava eccitante pensare che lei e John fossero tra il piccolo gruppo di specializzandi, che avrebbero proseguito all’Accademia dell’FBI. La maggior parte del gruppo aveva preso altre direzioni. Alcuni si sarebbero diplomati in settori che li avevano appassionati nel corso dell’estate. Altri, invece, avrebbero lavorato in laboratori o uffici proprio l?, prezzo l’Hoover Building o presso l’Agenzia in sedi importanti in altre citt?. Potevano avere una carriera nell’FBI come scienziati informatici, analisti informatici, tecnici: lavori che offrivano orari regolari e non portavano a situazioni molto pericolose. Lavori che Ryan approverebbe, Riley pens? con nostalgia. Riley fu quasi sul punto di chiedere a John, come avrebbe raggiunto Quantico quel giorno. Ma, naturalmente, la risposta era ovvia: avrebbe guidato la sua auto costosa. Riley consider? brevemente l’idea di chiedergli un passaggio. Dopotutto, le avrebbe fatto risparmiare soldi per un taxi e un biglietto del treno. Ma non si concesse di farlo. Non voleva ammettere che Ryan non l’avrebbe neanche accompagnata alla stazione ferroviaria. John era un tipo acuto, e senz’altro avrebbe percepito che le cose non andavano bene tra lei e Ryan. Preferiva che non ne fosse a conoscenza, almeno non al momento. Mentre lei e John continuavano a chiacchierare, Riley non pot? fare a meno di notare ancora una volta quanto lui fosse bello: robusto ed atletico, con corti capelli ricci e un sorriso piacevole. Era benestante ed indossava un completo costoso, ma Riley non considerava la ricchezza e il privilegio di cui godeva dei difetti. I genitori erano entrambi noti avvocati di Washington D.C., coinvolti anche nella politica, e Riley ammirava la scelta di John, di condurre una vita pi? umile, entrando a far parte delle forze dell’ordine. Era una brava persona, un vero idealista, e le piaceva molto. In realt?, avevano lavorato insieme per risolvere il caso del Killer Pagliaccio, comunicando segretamente con quest’ultimo, tramite un indovinello, per costringerlo a venir fuori dal proprio nascondiglio. Standogli vicino, godendo del suo sorriso e della loro conversazione, Riley si trov? a chiedersi come sarebbe cresciuta la loro amicizia all’Accademia. Avrebbero senz’altro trascorso molto tempo insieme … E sar? lontana da Ryan … S’impose di non lasciarsi trascinare dalla propria immaginazione. Da un lato, i problemi che aveva con Ryan erano probabilmente solo temporanei. Forse avevano soltanto bisogno di passare del tempo separati, per ricordare infine il motivo per cui si fossero innamorati. Dopo qualche tempo, gli specializzandi terminarono di mangiare e cominciarono ad andar via. John fece un lieve cenno con la mano verso Riley, uscendo, lei gli sorrise e lo salut? di rimando. Ancora aggrappata a Rollin, Natalie continu? a mostrare in giro il suo anello, fino all’uscita. Riley salut? Hoke Gilmer, il supervisore dell’addestramento, e il Vicedirettore Marion Conner, che avevano entrambi fatto un breve discorso di congratulazioni, rivolto all’intero gruppo poco prima. Poi, lasci? la stanza del ricevimento e and? nello spogliatoio a recuperare la sua valigia. Si ritrov? da sola nel grande spogliatoio vuoto. Si guard? nostalgicamente intorno. Quella era la stanza dove tutti gli specializzandi si erano radunati per gli incontri durante l’estate. Dubitava che ci sarebbe tornata di nuovo. Le sarebbe mancato il programma? Non ne era sicura. Aveva imparato tanto qui, e le era piaciuta molto la sua esperienza da specializzanda. Ma sapeva che era senz’altro giunto il momento di andare avanti. Allora perch? mi sento triste? si domand?. Comprese quasi subito che quella sensazione era dovuta al modo in cui aveva lasciato le cose con Ryan. Ricord? le parole brusche della sera precedente, che gli aveva rivolto prima di andare a letto … “Goditi il resto della cena. C’? della cheesecake in frigo. Sono stanca. Vado a farmi una doccia e poi a letto.” Da allora, non si erano rivolti la parola. Ryan si era alzato ed era andato al lavoro prima che Riley si fosse svegliata quella mattina. Avrebbe voluto non avergli parlato in quel modo. Ma quale scelta le aveva dato? Non aveva dimostrato molta sensibilit? nei confronti dei suoi sentimenti, delle sue speranze e dei suoi sogni. Il peso dell’anello di fidanzamento era strano sul suo dito. Si tenne la mano di fronte al viso e lo guard?. Mentre la gemma modesta ma graziosa brillava sotto la luce fosforescente del soffitto, ricord? il dolce momento in cui Ryan si era inginocchiato timidamente per farle la proposta. Ora sembrava che fosse accaduto moltissimo tempo prima. E, dopo la loro brutta separazione, Riley si chiedeva se fossero ancora fidanzati. La loro relazione era finita? Si erano lasciati senza dirlo davvero? Era ora che lei si separasse da Ryan, esattamente come si stava separando da tutto il resto? E Ryan era pronto a separarsi da lei? Per un istante, gioc? con l’idea di non prendere il taxi ed il treno per Quantico, almeno non per il momento. Forse, non le avrebbe fatto male partecipare alle lezioni con un giorno di ritardo. Forse avrebbe potuto parlare di nuovo con Ryan, una volta rientrato dal lavoro. Forse potevano sistemare le cose. Ma poi, comprese rapidamente … Se adesso torno all’appartamento, non andr? mai a Quantico. Rabbrivid? all’idea. In qualche modo, sapeva che il suo destino l’attendeva a Quantico, e non osava perdere quell’occasione. Ora o mai pi?, pens?. Afferr? la valigia, si diresse fuori dall’edificio e prese un taxi per la stazione ferroviaria. CAPITOLO QUATTRO A Guy Dafoe non piaceva particolarmente alzarsi. presto al mattino. Ma, almeno, in quei giorni stava lavorando sodo per occuparsi del suo bestiame piuttosto che dei greggi che aveva gestito per altri proprietari. I compiti al mattino presto sembravano davvero valere ogni sforzo. Era quasi l’alba, ormai, e sapeva che sarebbe stata una bella giornata. Amava l’odore dei campi ed i versi del bestiame. Aveva passato anni a lavorare in ranch pi? grandi e con greggi di maggiori dimensioni. Ma questa era la sua terra, questi erano i suoi animali. E li stava nutrendo bene, senza ricorrere a schifezze artificiali, cereali modificati e ormoni. Per lui era uno spreco di risorse, e i bovini da batteria conducevano delle vite miserabili. Si sentiva in pace con se stesso per come stava gestendo le cose. Aveva impiegato tutti i suoi risparmi per l’acquisto di quella fattoria e di pochi capi di bestiame per cominciare. Sapeva che si trattava di un grosso rischio, ma aveva fede che ci fosse un vero futuro nel mercato dei bovini allevati all’aperto. Era in crescita in effetti. I vitelli di un anno di et? erano tutti radunati intorno al fienile, dove li aveva recintati la sera precedente, per controllare il loro stato di salute e lo sviluppo. Quelli lo avevano osservato e avevano muggito leggermente, come se lo aspettassero. Era orgoglioso della sua piccola mandria di Black Angus, e talvolta doveva resistere alla tentazione di affezionarsi a quegli animali, proprio come fossero animali domestici. Erano animali da macello, dopotutto. Sarebbe stata una cattiva idea attaccarsi tanto individualmente a qualcuno di essi. Oggi, voleva trasformare i vitelli in animali da pascolo. Ora il campo in cui si trovavano era stato quasi tutto consumato, e il buon campo di legumi ed erba accanto alla strada era pronto per il pascolo. Non appena apr? il cancello, not? qualcosa di strano in fondo, dall’altra parte del pascolo. Sembrava una sorta di bozzolo gigantesco vicino alla strada. L’uomo brontol? ad alta voce … “Qualunque cosa sia, probabilmente non va bene.” Oltrepass? l’apertura e richiuse di nuovo il cancello, lasciando i vitelli proprio l? dov’erano. Non voleva spostare gli animali in quel campo, finch? non avesse scoperto che cosa fosse quello strano oggetto. Mentre attraversava il campo, divenne sempre pi? perplesso. Sembrava una enorme matassa di filo spinato che pendeva da un paletto della recinzione. Un rotolo di quella roba era balzato fuori dal furgone di qualcuno, finendo appeso l? in qualche modo? Ma, avvicinandosi, si rese conto che non era affatto un nuovo rotolo. Si trattava di un pezzo di vecchio filo spinato, avvolto disordinatamente. Non aveva alcun senso. Quando raggiunse la matassa e la guard? bene, vide che c’era qualcosa al suo interno. Si allung? verso di esso, osserv? bene, e prov? un improvviso brivido freddo di terrore. “Maledizione!” grid?, saltando all’indietro. Ma forse era solo il frutto della sua immaginazione. Si obblig? a guardare di nuovo. Era l?: il volto di una donna, pallido e ferito, contorto per l’agonia. Afferr? il filo spinato, per sottrarlo al corpo della donna, ma poi si ferm? immediatamente. E’ inutile, comprese. E’ morta. Barcoll? accanto al paletto, vi si appoggi? e vomit? violentemente. Riprenditi, si disse. Doveva chiamare la polizia, subito. Si allontan? e corse verso casa sua. CAPITOLO CINQUE L’Agente Speciale Jake Crivaro salt? sulla sedia, quando il telefono del suo ufficio squill?. Le cose erano state troppo tranquille a Quantico, dopo il suo ritorno avvenuto il giorno prima. In quel momento, l’istinto gli disse subito … E’ un nuovo caso. Difatti, non appena tir? su la cornetta, sent? la voce sonora dell’Agente Speciale Capo Erik Lehl … “Crivaro, venga immediatamente nel mio ufficio.” “Subito, signore” Crivaro rispose. Riagganci? la cornetta, e afferr? la sua valigia, che teneva sempre pronta. L’Agente Lehl era stato persino pi? conciso del solito, il che sicuramente significava che c’era un caso urgente da risolvere. Crivaro era sicuro che sarebbe partito presto, probabilmente nell’arco di un’ora. Sent? il cuore battere solo un po’ pi? in fretta, mentre si affrettava lungo il corridoio. Era una buona sensazione. Dopo un periodo di 10 settimane a fare da mentore per il Programma d’Internato dell’FBI, questo era un piacevole ritorno alla normalit?. Durante i primi giorni del programma estivo, era stato coinvolto in un caso d’omicidio, quello del famigerato “Killer Pagliaccio.” Dopo, si era assestato nel compito pi? noioso di far da mentore ad una degli studenti, una ragazza talentuosa ma esasperante di nome Riley Sweeney, che aveva dimostrato un’incredibile astuzia, aiutandolo a risolvere il caso. Ci? nonostante, il programma era trascorso troppo lentamente per i suoi gusti. Non era abituato a passare tanto tempo senza azione. Quando Jake entr? nell’ufficio di Lehl, l’uomo smilzo si alz? dalla sedia per accoglierlo. Erik Lehl era cos? alto, che a malapena sembrava entrare in qualsiasi spazio che occupava. Altri agenti dicevano che sembrava indossare un paio di trampoli, a Jake sembrava pi? essere fatto di legno, un curioso assortimento di pezzi che, in qualche modo, non sembravano essere perfettamente coordinati nei loro movimenti. Ma l’uomo era stato un agente esperto, ed aveva fatto carriera nell’Unit? di Analisi Comportamentale dell’FBI. “Non si metta comodo, Crivaro” Lehl disse. “Partir? immediatamente.” Jake rest? obbedientemente in piedi. Lehl guard? un fascicolo che aveva in mano, e si lasci? scappare un forte sospiro. Jake aveva osservato da tempo, ormai, la tendenza di Lehl di prendere ciascun caso seriamente, quasi personalmente, come se si sentisse direttamente colpito dall’insulto di ogni sorta di mostruosa criminalit?. In effetti, Jake non riusciva a ricordare di aver trovato Lehl di umore allegro. Dopotutto … I mostri sono un nostro affare. E Jake sapeva che Lehl non gli avrebbe assegnato questo caso particolare, se non fosse stato insolitamente odioso. Jake era una sorta di specialista in casi che sfidavano l’umana immaginazione. Lehl pass? il fascicolo a Jake e disse: “C’? una situazione davvero brutta in West Virginia. Dia un’occhiata.” Jake apr? il fascicolo e vide una foto in bianco e nero di uno strano groviglio tenuto insieme da del nastro adesivo e filo spinato. Quel “bozzolo” penzolava da un paletto di una recinzione. A Jake, occorse un momento per realizzare che quell’insieme aveva volto e mani, che infatti appartenevano ad un essere umano, che era ovviamente morto. Jake respir? bruscamente. Persino per lui, questo era uno scenario singolarmente orribile. Lehl spieg?: “La foto ? stata scattata circa un mese fa. Il corpo di una dipendente di un salone di bellezza di nome Alice Gibson ? stato trovato avvolto nel filo spinato, ed appeso ad un paletto di una recinzione, su una strada rurale vicino a Hyland, West Virginia.” “Roba davvero di cattivo gusto” Jake disse. “Come se la sta cavando la polizia locale?” “Hanno un sospettato in custodia” fu la risposta di Lehl. Jake sgran? gli occhi per la sorpresa. A quel punto chiese: “Allora che cosa lo rende un caso dell’FBI?” Lehl rispose: “Abbiamo appena ricevuto una telefonata dal capo della polizia di Dighton, una cittadina vicina a Hyland. E’ stato trovato un altro corpo avvolto nello stesso modo proprio stamattina, appeso proprio ad un paletto di recinzione su una strada fuori citt?.” Jake stava iniziando a capire. L’essere in una cella al momento del secondo omicidio forniva al sospettato un gran buon alibi. E adesso sembrava davvero che quello segnasse l’inizio dell’opera di un serial killer. Lehl continu?: “Ho ordinato che l’attuale scena del crimine non venga contaminata. Perci?, deve andarci al pi? presto possibile. In auto sarebbe un viaggio di quattro ore tra le montagne, pertanto c’? un elicottero che l’aspetta sulla pista d’atterraggio.” Jake si era gi? voltato per lasciare l’ufficio, quando Lehl aggiunse … “Vuole che le assegni un partner?” Jake si volt? e guard? Lehl. In qualche modo, non si aspettava una simile domanda. “Non ne ho bisogno” Jake disse. “Ma mi servir? una squadra della scientifica. La polizia nel West Virginia rurale non sapr? come studiare bene la scena.” Lehl annu? e disse: “Former? una squadra immediatamente. Voler? con lei fin l?.” Appena Jake mise piede fuori dalla porta, Lehl aggiunse … “Agente Crivaro, prima o poi avr? bisogno di un altro partner stabile.” Jake alz? goffamente le spalle e disse: “Se lo dice lei, signore.” Con l’accenno di un brontolio nella voce, Lehl aggiunse: “Lo dico. E’ ora che impari ad essere gentile con gli altri.” Jake lo guard? con sorpresa. Era raro per il taciturno Erik Lehl dire qualcosa che fosse minimamente pungente. Credo che dica sul serio, Jake comprese. Senza aggiungere altro, Jake lasci? l’ufficio e attravers? l’edificio. Mentre camminava a passo svelto, pensava alla parole di Lehl relative al fatto che avesse bisogno di un nuovo partner. Jake era ben noto per essere duro nel lavoro sul campo. Ma non pensava davvero di aver mai reso la vita difficile a qualcuno, a meno che non lo meritasse. Il suo ultimo partner stabile, Gus Bollinger, l’aveva certamente meritato. Era stato licenziato per aver sparso impronte su una prova fondamentale nel caso del cosiddetto “Killer dei Fiammiferi”. Di conseguenza, il caso era finito nell’archivio dei casi irrisolti, e c’erano poche cose che Jake odiava pi? dei casi irrisolti. Nel caso del Killer Pagliaccio, Jake aveva lavorato con un agente di Washington DC. di nome Mark McCune. Quest’ultimo non era stato pessimo quanto Bollinger, ma aveva commesso degli stupidi errori ed aveva un’opinione troppo elevata di s? per i gusti di Jake. Jake era contento che la loro collaborazione si fosse limitata a quel solo caso, e che McCune fosse rimasto a Washington DC. Appena mise il piede sull’asfalto dove l’elicottero aspettava, pens? a qualcun altro con cui aveva lavorato recentemente … Riley Sweeney. Era rimasto colpito da lei, sin da quando, da studentessa di psicologia, l’aveva aiutato a risolvere un caso seriale alla Lanton University. Quando si era laureata, aveva agito dietro le quinte e suscitato l’ira di alcuni colleghi per farla entrare nel Programma d’Internato. Per un verso facendo forza a se stesso, l’aveva reclutata per aiutarlo a risolvere il caso del Killer Pagliaccio. Lei aveva svolto davvero un lavoro brillante ma aveva anche commesso errori piuttosto gravi. Era anche molto incline a disobbedire agli ordini, ma lui aveva conosciuto ben pochi agenti esperti dotati di potenti intuizioni come le sue. Uno di questi era lui. Mentre passava sotto le eliche gi? in movimento ed entrava nell’elicottero, vide i quattro membri della squadra della scientifica far capolino sulla pista. Non appena furono a bordo, il velivolo decoll?. Gli sembr? sciocco pensare a Riley Sweeney adesso. Quantico era una base enorme, e, sebbene lei fosse all’Accademia dell’FBI, era improbabile un incontro. Jake apr? il fascicolo per leggere il rapporto della polizia. * Poco dopo aver oltrepassato gli Appalachi, l’elicottero inizi? a sorvolare pascoli ondeggianti occupati dai capi di Black Angus. Quando il velivolo scese verso terra, Jake not? il punto in cui i veicoli della polizia avevano sbarrato un tratto di strada sterrata, per allontanare i curiosi dalla scena del crimine. L’elicottero atterr? su un pascolo erboso. Jake e la squadra della scientifica uscirono dal velivolo, e si diressero verso un piccolo gruppo di persone in uniforme, ferme accanto a veicoli con la livrea della polizia. I poliziotti e la squadra del coroner erano posizionati su entrambi i lati della recinzione di filo spinato, che si estendeva lungo la strada ai margini del pascolo. Jake vide ci? che sembrava un grande bozzolo di filo spinato appesa da un paletto della recinzione. Un uomo basso e robusto, che doveva avere circa la stessa altezza ed il medesimo peso di Jake, si fece avanti e lo accolse. “Sono Graham Messenger, il capo della polizia di Dighton” disse, stringendosi la mano con Jake. “Abbiamo avuto un paio di incidenti davvero orrendi, almeno per noi. Lasci che le mostri.” Il capo fece strada fino ad un paletto della recinzione; qui uno strano bozzolo pendeva da un paletto, avvolto con nastro adesivo e filo spinto. Ancora una volta, Jake riusc? a scovare un volto e mani che indicavano che quella matassa era in realt? un essere umano. Messenger disse: “Immagino che gi? sappia di Alice Gibson, la vittima precedente vicino a Hyland. Sembra davvero che si sia ripetuta di nuovo la stessa dannata cosa. Stavolta, la vittima ? Hope Nelson.” Crivaro disse: “Ne ? stata denunciata la scomparsa prima che il corpo fosse trovato?” “S?, temo di s?” Messenger rispose, facendo un cenno verso un uomo di mezza et? dallo sguardo scioccato, fermo accanto ad uno dei veicoli. “Hope era la moglie di Mason Nelson, che ? laggi?, il sindaco della citt?. Lavorava nel loro emporio agrario ieri sera, ma non ? tornata a casa come Mason si aspettava. Mi ha chiamato nel bel mezzo della notte per parlarmene, sembrava piuttosto agitato.” Il capo della polizia alz? le spalle, con espressione colpevole. “Beh, sono abituato a persone che spariscono nel nulla, per poi riapparire. Ho detto a Mason di aspettare fino ad oggi, pensando che sarebbe tornata. Non ne avevo idea …” La voce di Messenger si blocc?. Poi, sospir?, scosse il capo ed aggiunse … “I Nelson possiedono molte propriet? a Dighton. Sono sempre state persone buone e rispettabili. La povera Hope non lo meritava. Ma, poi, mi dico che nessuno lo meriterebbe.” Un altro uomo si avvicin? a loro. Aveva un viso allungato, segnato dall’et?, capelli bianchi e baffi folti e all’antica. Il Capo Messenger lo present? come Hamish Cross, capo coroner della contea. Cross si present?, masticando tabacco; sembrava rilassato, quasi incuriosito da quanto stava accadendo e chiese a Jake: “Ha mai visto una cosa del genere?” Jake non rispose. La risposta, naturalmente, era no. Si chin? accanto a quella sorta di bozzolo e lo esamin? attentamente. Poi si rivolse a Cross: “Presumo che lei abbia lavorato al caso del precedente omicidio.” Cross annu?, chinandosi accanto a Jake, sempre continuando a masticare il tabacco che aveva in bocca. “E’ cos?” Cross conferm?. “E questo ? pressoch? identico. Non ? morta qui, questo ? certo. E’ stata rapita, legata con nastro adesivo e poi con del filo spinato, ed ? morta lentamente, dissanguata. Oppure ? morta prima soffocata. Legata stretta in quel modo, poteva a malapena a respirare. Tutto questo ? successo altrove, non c’? alcuna traccia di sangue qui.” Jake vide che il volto e le mani erano bianche quasi quanto un foglio di carta, e luccicavano come porcellana alla luce del sole della tarda mattinata. Il fatto era che la donna non sembrava affatto reale agli occhi di Jake, ma assomigliava piuttosto ad una sorta di scultura malata e grottesca. Alcune mosche si erano radunate intorno al corpo. Continuavano ad appoggiarvici sopra, a camminarci intorno per poi spiccare di nuovo il volo. Sembrava che non sapessero che cosa fare di quel misterioso oggetto. Jake si alz? in piedi e chiese al Capo Messenger: “Chi ha trovato il corpo?” Come se fosse una risposta, Jake sent? una voce maschile gridare … “Che cosa diavolo succede qui? Quanto ancora ci vorr??” Jake si volt? e vide un uomo con i capelli lunghi, e una barba incolta dirigersi verso di loro. Sembrava davvero furioso, e la sua voce era scossa ed acuta. Grid?: “Quando diavolo porterete questa … questa cosa via? Questo ? un enorme inconveniente. Ho dovuto tenere il mio bestiame in un pascolo ormai esaurito per tutto questo. Ho molto lavoro da fare oggi. Quanto ci vorr? ancora?” Jake, rivolto ad Hamish Cross, disse tranquillamente … “Potete portare via il corpo quando volete, ormai.” Cross annu? e diede indicazioni alla sua squadra. Poi, prese da parte l’uomo infuriato, parlandogli con tono tranquillo, riuscendo - apparentemente - a tranquillizzarlo. Il Capo Messenger spieg? a Jake … “Guy Dafoe ? il proprietario di quest’area. E’ un agricoltore biologico, il nostro hippie locale, direi che potreste chiamarlo. E’ stato via per molto tempo. A quanto sembra, questa zona ? buona per allevare bovini con pascoli biologici. La produzione biologica ? stata un vero sostegno per l’economia locale.” Il cellulare del capo squill? e l’uomo rispose. Ascolt? per un momento, poi si rivolse a Jake … “E’ Dave Tallhamer, lo sceriffo di Hyland. Forse ha sentito dire che c’? un sospettato in custodia per il primo omicidio, Philip Cardin. E’ l’ex-marito della vittima, ed ? un cattivo soggetto che non aveva un alibi allora. Tallhamer pensava di averlo colto in flagrante. Ma immagino che questo nuovo omicidio cambi le cose, vero? Dave vuole sapere se ? il caso di lasciare andare quell’uomo.” Jake riflett? per un momento, poi disse … “Non finch? avr? avuto la possibilit? di parlargli.” Il Capo Messenger strizz? gli occhi, incuriosito, poi disse: “Uh, il fatto che fosse rinchiuso in una cella quando questa donna ? stata uccisa non lo mette fuori dai giochi?” Jake soppresse un sospiro d’impazienza. Ripet? semplicemente: “Voglio parlare con lui.” Messenger annu? e torn? al telefono con lo sceriffo. Jake non intendeva fornire alcuna spiegazione al momento. La verit? era che non sapeva nulla di quel sospettato in custodia, e neppure del motivo per cui fosse un sospettato. Per quanto ne sapeva, Philip Cardin avrebbe potuto un complice che aveva commesso quel nuovo omicidio, oppure … Solo Dio sa che cosa potrebbe accadere. A quel punto di un’indagine, c’erano sempre mille domande e nessuna risposta. Jake sperava che questo cambiasse il pi? presto possibile. Mentre Messenger era ancora impegnato nella telefonata, Jake raggiunse il marito della vittima, appoggiato ad un’auto della polizia, lo sguardo fisso nel vuoto. Jake si present?: “Signor Nelson, mi dispiace molto per la sua perdita. Sono l’Agente Speciale Jake Crivaro, e sono qui per aiutare a consegnare l’assassino di sua moglie alla giustizia.” Nelson annu? appena, come se quasi non si fosse accorto della presenza dell’agente. Jake disse con voce ferma: “Signor Nelson, ha idea di chi possa aver fatto questo? O del perch??” Nelson lo guard? con un’espressione disorientata. “Che cosa?” domand?. Poi, ripet?: “No, no, no.” Jake sapeva che sarebbe stato inutile continuare a fargli delle domande, almeno in quel momento. Era chiaramente in un profondo stato di shock. E certo non doveva essere una sorpresa. Non solo sua moglie era morta, ma il modo in cui era avvenuto poteva definirsi particolarmente grottesco. Jake torn? sulla scena del crimine, dove la squadra della scientifica era gi? impegnata nel lavoro. Si guard? intorno, notando quanto quel posto sembrasse isolato. Almeno, non c’era una folla di curiosi nei paraggi … E finora nessuna traccia di giornalisti. Improvvisamente, sent? il suono di un altro elicottero. Si guard? intorno e vide che un elicottero del notiziario stava per atterrare sul prato. Jake sospir? profondamente e pens? … Questo caso si prospetta tosto. CAPITOLO SEI Riley fu colta da un profondo senso di aspettativa, quando lo speaker si posizion? di fronte alle circa 200 reclute. Sembrava che l’uomo appartenesse ad un’epoca diversa, con i suoi sottili risvolti, la sua esile cravatta nera ed i capelli rasati. A Riley rammentava le foto degli astronauti degli anni ’60. Lo vide sfogliare degli appunti e poi rivolgere lo sguardo al pubblico; Riley rimase in attesa delle sue parole. Il Direttore dell’Accademia, Lane Swanson, esord? come si era aspettata … “So che avete tutti lavorato sodo per prepararvi a questo giorno.” Aggiunse con un mezzo sorriso … “Beh, lasciate che ve lo dica subito, non siete preparati. Nessuno di voi.” Un sonoro sospiro riecheggi? in tutto l’auditorium, e Swanson fece una pausa, per lasciare che tutti i presenti assorbissero le sue parole. Poi, prosegu?: “Questo programma di 20 settimane ? diretto a prepararvi per il lavoro nel Federal Bureau of Investigation. E parte di questa preparazione consiste nell’imparare a riconoscere i limiti della preparazione stessa, come affrontare l’inaspettato, ed imparare a pensare rapidamente. Dovete sempre ricordare che l’Accademia dell’FBI ? chiamata il “West Point delle Forze dell’Ordine” con buona ragione. I nostri standard sono alti. Non tutti riusciranno a rispettarli. Ma quelli che lo faranno saranno preparati al massimo per i compiti che li attendono.” Riley ascoltava incantata, mentre Swanson parlava degli standard della sicurezza, dello spirito di squadra, dell’allineamento, della responsabilit? e della disciplina dell’Accademia. Poi, prosegu?, parlando del duro corso di studi: esami che spaziavano dalla legge e dall’etica all’interrogatorio ed alla raccolta di prove. Riley era sempre pi? ansiosa ad ogni parola, mentre la verit? emergeva in lei … Non sono pi? una specializzanda del programma estivo. Il programma estivo sembrava una sorta di campeggio estivo rispetto a quello che ora stava affrontando. Era fuori dalla sua portata? Questa era una cattiva idea? Innanzitutto, si sentiva una ragazzina, osservando tutte le altre reclute sedute intorno a lei. Pochi l? avevano la sua et?. Deduceva dai loro volti che quasi tutti avevano molta esperienza, e alcuni considerevolmente di pi?. Molti avevano pi? di 23 anni, e sembrava che altri invece quasi toccassero la massima et? richiesta per il reclutamento, 37 anni. Sapeva che provenivano da ogni sorta di ambiente e formazione lavorativa. Molti erano stati agenti di polizia, e molti altri avevano servito nell’esercito. Altri, invece, erano stati insegnanti, avvocati, scienziati, uomini d’affari, e avevano avuto molte altre occupazioni una volta o l’altra. Ma tutti erano accomunati da un’unica cosa: un forte impegno a passare il resto della loro vita a servire nelle forze dell’ordine. Erano solo in pochi ad essere usciti dal programma estivo. John Welch, che era seduto ad un paio di file davanti a lei, era uno di loro. Come Riley, era stato esonerato dalla regola secondo cui tutte le reclute dovevano avere almeno tre anni di esperienza a tempo pieno nelle forze dell’ordine, per poter accedere all’Accademia. Swanson termin? il suo discorso … “Aspetto di stringere le mani di quelli di voi che riusciranno a diplomarsi qui a Quantico. Quel giorno, presterete giuramento sotto la guida del Direttore dell’FBI in persona, Bill Cormack. Buona fortuna a tutti voi.” Poi aggiunse con un sorrisetto severo: “ E ora, al lavoro!” Un istruttore prese il posto di Swanson sul podio e cominci? a chiamare i nomi di ciascuna recluta: erano chiamati “NAT”, ossia “New Agents in Training” (vale a dire: Nuovi Agenti in Addestramento). Man mano che i NAT rispondevano ai loro nomi, l’istruttore li divise in gruppi pi? piccoli, che avrebbero seguito le lezioni insieme. Mentre aspettava affannosamente che il suo nome fosse chiamato, Riley ricord? quanto noiose fossero state le cose, quando era arrivata l? il giorno prima. Dopo essersi registrata, aveva fatto una fila dopo l’altra, compilato moduli, acquistato un’uniforme, e le era stata assegnata una camera nel dormitorio. Oggi invece si stava dimostrando una giornata molto diversa. Ebbe una fitta, quando sent? che il nome di John Welch veniva chiamato per essere assegnato ad un gruppo per cui lei non era stata scelta. Pensava che avrebbe potuto essere d’aiuto avere un amico a cui fare affidamento e con cui sfogarsi durante le dure settimane a venire. D’altro canto, pens?… Forse va bene cos?. Dati i suoi sentimenti in qualche modo confusi nei confronti di John, la sua presenza avrebbe potuto essere una forma di distrazione. Riley fu contenta quando si ritrov? nello stesso gruppo di Francine Dow, la coinquilina a cui era stata assegnata il giorno prima. Frankie, come preferiva essere chiamata, era pi? grande di Riley, forse aveva quasi 30 anni, era un’allegra rossa, i cui lineamenti suggerivano che avesse gi? avuto una vita molto piena. Riley e Frankie non erano riuscite a conoscersi fino ad allora. Il giorno prima avevano avuto solo il tempo di svuotare le valigie e sistemarsi nella loro piccola camera del dormitorio, poi avevano preso strade diverse per andare a colazione. Infine, il gruppo di NAT di Riley fu convocato nella sala dall’Agente Marty Glick, l’istruttore assegnato. Sembrava che Glick avesse sui trent’anni. Era alto, aveva la muscolatura di un giocatore di football e sfoggiava un’espressione seria e severa. Si rivolse al gruppo … “Vi aspetta una grande giornata. Ma, prima di cominciare, vorrei mostrarvi qualcosa.” Glick li condusse all’atrio dell’entrata principale, una stanza enorme con un sigillo dell’FBI al centro del pavimento in marmo; un enorme distintivo in bronzo era rappresentato su una parete, sormontato da una fascia nera. Riley era passata da l? quando era arrivata, e sapeva che si trattava della Sala dell’Onore. Si trattava di un luogo solenne, dove venivano commemorati gli Agenti dell’FBI caduti. Glick li guid? verso una parete, su cui erano affissi due serie di ritratti e nomi. In mezzo c’era una placca incorniciata che recitava … Diplomati all’Accademia Nazionale che sono caduti nell’adempimento del proprio dovere come risultato diretto di un’azione Si sentirono piccoli sussulti dal gruppo, mentre osservavano quel monumento sacro. Glick non disse nulla per il momento, lasciando che l’impatto emotivo suscitato dall’esposizione si manifestasse. Infine, disse, quasi sussurrando … “Non deludeteli.” Mentre il gruppo dei NAT si allontanava per iniziare le proprie attivit? della giornata, Riley guard? alle sue spalle, in direzione dei ritratti sulla parete. Non riusc? a fare a meno di chiedersi … Anche la mia foto sar? l? un giorno? Naturalmente, non c’era modo di saperlo. Tutto ci? che sapeva era che i giorni a venire avrebbero portato ostacoli che non aveva mai affrontato in vita sua. Si sentiva quasi soffocata da un nuovo senso di responsabilit? nei confronti di quegli agenti caduti. Non posso deluderli, pens?. CAPITOLO SETTE Jake guidava il veicolo preso frettolosamente in prestito, lungo una rete di strade sterrate, che lo conducevano da Dighton alla cittadina di Hyland. Il Capo Messenger gli aveva affidato l’auto, cos? che Jake potesse arrivare sul posto prima dell’atterraggio dell’elicottero dei giornalisti. Non aveva idea di cosa aspettarsi a Hyland, ma era grato di essere sfuggito agli invasori. Odiava venire essere assediato dai giornalisti che lo bersagliavano di domande a cui non poteva rispondere. C’era poco che i giornalisti apprezzassero di pi? degli omicidi sensazionali in luoghi bucolici, isolati. Il fatto che la vittima fosse la moglie di un sindaco rendeva ai loro occhi la storia incredibilmente irresistibile. Guid? col finestrino aperto, godendosi la fresca aria di campagna. Messenger aveva tracciato una piantina per lui, e Jake si stava godendo il lento giro in quelle strade di campagna. L’uomo che si stava recando a interrogare non sarebbe andato da nessuna parte prima che lui arrivasse sul posto. Naturalmente, il sospettato nel carcere di Hyland poteva non avere nulla a che fare con nessuno dei due omicidi: era recluso al momento della morte della seconda vittima. Non che questo provi la sua innocenza, Jake pens?. C’era sempre la possibilit? che un gruppo composto da due o pi? assassini fosse all’opera. Hope Nelson poteva essere stata aggredita da un emulatore del killer di Alice Gibson. Jake non se ne sarebbe sorpreso. Si era occupato di casi pi? strani durante la sua lunga carriera. Appena l’agente entr? ad Hyland, not? quanto la cittadina apparisse piccola e addormentata, di dimensioni inferiori a quelle di Dighton, con la sua popolazione di circa mille abitanti. Il segnale, davanti al quale era appena passato, indicava che si contavano soltanto duecento abitanti. Grande appena per contenerli, Jake pens?. La stazione di polizia era soltanto un’altra vetrina sulla corta strada commerciale. Subito dopo aver parcheggiato lungo il limitare della strada, Jake vide un uomo obeso in uniforme appoggiato contro uno stipite, apparentemente senza nulla da fare. Jake usc? dall’auto. Dirigendosi verso la stazione, not? che il grosso poliziotto stava guardando qualcuno che stava dall’altra parte della strada. Si trattava di un uomo con indosso una giacca bianca da medico, che se ne stava l? a braccia conserte. Jake ebbe la strana impressione che i due fossero rimasti a fissarsi silenziosamente per molto tempo. Che cosa vuol dire tutto questo? si chiese. Si diresse verso l’uomo in uniforme e gli mostr? il proprio distintivo. L’uomo si present? come lo Sceriffo David Tallhamer. Masticava un rotolo di tabacco. Si rivolse a Jake con tono annoiato: “Venga dentro, lasci che le presenti il nostro ospite, si chiama Phil Cardin.” Mentre Tallhamer faceva strada all’interno dell’edificio, Jake torn? a guardare dietro di s?, constatando che l’uomo con la giacca bianca non si era mosso dalla sua postazione. Una volta in stazione, Tallhamer present? Jake ad un vice, che rimase seduto, con i piedi sollevati e appoggiati ad una scrivania, intento a leggere un giornale. L’uomo annu? a Jake, e continu? a leggere. Il piccolo ufficio sembrava impregnato da uno strano senso di noia. Se Jake non lo avesse gi? saputo, non avrebbe immaginato che questi due poliziotti impassibili stessero occupandosi di un orrendo caso di omicidio. Tallhamer accompagn? Jake verso una porta sul retro dell’ufficio, che conduceva alla prigione. Quest’ultima era composta da soltanto due celle, una di fronte all’altra e separate da uno stretto corridoio. Entrambe le celle erano occupate al momento. In una cella, un uomo con addosso un abito d’affari piuttosto logoro era disteso sulla sua branda e russava profondamente. In quella opposta, un uomo dallo sguardo imbronciato, con indosso un paio di jeans e una t-shirt, era seduto sulla propria branda. Tallhamer tir? fuori le chiavi ed apr? la cella del prigioniero seduto e disse … “Hai una visita, Phil. Un autentico Agente dell’FBI, almeno cos? dice.” Jake entr? nella cella, mentre Tallhammer rimase fuori, tenendo la porta della cella aperta. Phil Cardin strizz? forte gli occhi a Jake, per poi dire: “FBI, uh? Beh, forse pu? insegnare al Vice Dawg qui come fare il suo dannato lavoro. Non ho ucciso nessuno, figurarsi la mia ex-moglie. Se lo avessi fatto, sarei il primo a vantarmene in giro. Perci?, mi faccia uscire di qui.” Jake si chiese … Qualcuno gli ha detto dell’altro omicidio? Jake ebbe la sensazione che Cardin fosse estraneo ai fatti. Immaginava che fosse meglio mantenere le cose cos? com’erano, almeno per il momento. Jake gli disse: “Ho delle domande, Signor Cardin. Vuole la presenza di un avvocato?” Cardin sogghign? e indic? l’uomo che stava dormendo nella cella opposta. “E’ gi? presente, in un certo senso” Cardin disse. Poi, grid? all’uomo … “Ehi, Ozzie. Riprenditi dalla sbornia, ok? Mi serve un legale. Assicurati che i miei diritti non vengano violati. Anche se penso che sia gi? successo, ubriaco incompetente bastardo.” L’uomo con il vestito d’affari si tir? su e si massaggi? gli occhi. “Che cosa diavolo hai da urlare?” brontol?. “Non vedi che sto provando a dormire un po’? Ges?, ho un cazzo di mal di testa.” Jake spalanc? la bocca. Lo sceriffo grasso scoppi? in una fragorosa risata per la sua ovvia sorpresa. Tallhamer disse: “Agente Crivaro, vorrei presentarle Oswald Hines, il solo avvocato della citt?. Viene chiamato ad assolvere i suoi doveri nella pubblica difesa di tanto in tanto. In effetti, ? stato arrestato tempo fa per ubriachezza e comportamento molesto, perci? si trova qui. Non che sia una cosa insolita.” Oswald Hines toss? e grugn?. “S?, immagino che sia la verit?” disse. “Questa ? una sorta di mia seconda casa, o piuttosto come un secondo ufficio, si potrebbe dire. In momenti come questo, ? una posizione utile. Odierei dover andare in qualunque altro posto, per come mi sento al momento.” Hines fece un respiro lungo e profondo, fissando con occhi appannati gli altri. Poi, disse a Jake: “Ascolti, Agente Come-Si-Chiama. Come avvocato difensore di quest’uomo, devo insistere che lo lasci in pace. Gli stanno facendo fin troppe dannate domande da almeno una settimana. In effetti, ? trattenuto senza un motivo.” L’avvocato sbadigli? ed aggiunse: “In realt?, avrei sperato che fosse uscito ormai. Far? meglio a trovarsi fuori di qui prima che mi sia svegliato di nuovo.” Il legale cominci? a stendersi, quando lo sceriffo intervenne … “Resta sveglio, Ozzie. Hai del lavoro da fare. Vado a prepararti una tazza di caff?. Vuoi che ti aiuti ad uscire dalla tua cella, cos? da star vicino al tuo cliente?” “No, sto bene qui” Ozzie disse. “Sbrigati soltanto a portarmi quel caff?. Sai come mi piace.” Ridendo, lo Sceriffo Tallhamer disse: “Come lo vuoi?” “In una tazza” Ozzie ringhi?. “Vai. Subito.” Tallhamer torn? nel suo ufficio. Jake rest? a guardare il prigioniero per un istante. Infine, gli disse: “Signor Cardin, so che non ha un alibi per l’ora dell’omicidio della sua ex-moglie.” Cardin alz? le spalle e disse: “Non so dove qualcuno abbia preso quell’idea. Ero a casa. Ho mangiato una cena surgelata, ho guardato la tv per tutta la sera, poi ho dormito per tutta la notte. Non ero vicino al luogo in cui ? successo, ovunque fosse.” “Qualcuno pu? confermarlo?” Jake chiese. Cardin fece un grosso sorriso e rispose: “No, ma nessuno pu? confermare il contrario, giusto?” Osservando l’espressione beffarda di Cardin, Jake si chiese … E’ colpevole e mi sta prendendo in giro? O semplicemente non comprende la gravit? della sua situazione? Jake chiese: “In che rapporti era con la sua ex-moglie al momento dell’omicidio?” L’avvocato intervenne bruscamente … “Phil, non rispondere alla domanda.” Cardin guard? verso l’altra cella e disse: “Stai zitto, Ozzie. Non gli dir? niente che non abbia gi? detto allo sceriffo centinaia di volte. Non far? comunque alcuna differenza.” Poi, guardando Jake, Cardin disse in tono sarcastico … “Le cose andavano benissimo tra me ed Alice. Il nostro divorzio ? stato perfettamente amichevole. Non avrei mai torto un capello alla sua graziosa testolina.” Lo sceriffo torn? e porse una tazza di caff? all’avvocato. “Amichevole, merda” lo sceriffo si rivolse a Cardin. “Il giorno del suo omicidio, sei andato a strepitare nel salone di bellezza dove lei lavorava, gridando di fronte ai clienti che ti aveva rovinato la vita, e che la odiavi e la volevi morta. Ecco perch? sei qui.” Jake si mise le mani in tasca e disse: “Le spiacerebbe dirmi di che cosa si tratta?” Le labbra di Cardin si contrassero in un’espressione di rabbia selvaggia. “Era la verit?, ? tutto … il fatto che mi avesse rovinato la vita, voglio dire. Mi ? andato tutto storto da quando quella puttana mi ha buttato fuori ed ha sposato quel dannato dottore. Proprio quel giorno sono stato licenziato dal lavoro come cuoco specializzato in piatti veloci al Mick’s Diner.” “E in qualche modo ? stata colpa sua?” Jake chiese. Cardin fiss? l’agente dell’FBI dritto negli occhi, e disse a denti stretti … “Tutto ? stata colpa sua.” Jake ebbe un brivido, percependo puro odio nella sua voce. La sta davvero incolpando, pens?. Jake aveva avuto a che fare con una gran quantit? di assassini che non riuscivano ad accettare la responsabilit? per quello che era andato male nella loro vita. Sapeva che il profondo risentimento di Cardin non era una prova della sua colpevolezza. Ma poteva senz’altro comprendere perch? l’uomo fosse stato arrestato. Eppure, Jake sapeva che tenerlo in custodia non era possibile, ora che c’era stato un altro omicidio. Da quello che il Capo Messenger aveva detto a Jake a Dighton, non c’era alcuna prova concreta che collegasse Cardin al crimine. L’unico indizio era il comportamento minaccioso, specialmente la recente disavventura al salone di bellezza dove Alice lavorava. Era tutto circostanziale … A meno che non dica qualcosa d’incriminante proprio adesso. Jake si rivolse a Cardin: “Direi che non ? esattamente un ex-marito in lutto.” Cardin grugn? e disse: “Forse lo sarei, se Alice non mi avesse trattato male. Per l’intera durata del nostro matrimonio non ha fatto altro che ripetermi quanto fossi un perdente, come se quel rospo con cui andava a letto fosse una sorta di miglioramento. Beh, non ero un perdente finch? non ha divorziato da me. E’ stato solo allora, quando mi sono ritrovato da solo, che le cose hanno iniziato ad andar male. Non ? giusto …” Jake ascoltava Cardin continuare a lamentarsi della sua ex. La sua amarezza era palpabile, e cos? il suo strazio. Jake sospettava che Cardin non avesse mai smesso di amare Alice, o almeno di volerla. Una parte di lui era sempre aggrappato alla vana speranza che tornassero di nuovo insieme. Ad ogni modo, il suo amore per lei era ovviamente malato, contorto ed ossessivo, per niente amore, in senso sano. Jake aveva saputo di diversi omicidi causati esattamente da quel tipo di cosa che chiamavano amore. Cardin fece una pausa per un momento, poi prosegu? … “Mi dica, ? vero che l’hanno trovata avvolta nel filo spinato?” Scuotendo la testa con un sorriso, aggiunse … “Accidenti, ?, insomma ? una cosa creativa.” Jake ebbe un sussulto a quelle parole. Che cosa intendeva esattamente Cardin? Era un ammiratore dell’opera di qualcun altro? O si stava astutamente compiacendo per la propria intraprendenza? Jake pens? che fosse giunto il momento di provare ad indurlo a parlare dell’altro omicidio. Se Cardin aveva un complice che aveva ucciso Hope Nelson, forse Jake poteva indurlo a farglielo ammettere. Ma sapeva che doveva agire con cautela. Allora disse: “Signor Cardin, conosceva una donna di nome Hope Nelson a Dighton?” Cardin si gratt? la testa e rispose … “Nelson … il nome mi ? familiare. Non ? per caso la moglie del sindaco?” Appoggiato alle sbarre, all’esterno della cella, lo Sceriffo Tallhammer grugn? ed intervenne … “E’ morta, ecco cos’?.” Jake soffoc? un lamento di scoraggiamento. Non aveva progettato di rivelare la verit? a Cardin in un modo cos? diretto. Aveva sperato di potersi prendere del tempo per farlo, provando a scoprire se l’uomo fosse gi? a conoscenza di quello che era accaduto ad Hope Nelson. L’avvocato nell’altra cella salt? in piedi. “Morta?” grid?. “Di che cosa diavolo stai parlando?” Tallhamer sput? il tabacco sul pavimento di cemento e disse: “E’ stata uccisa proprio la scorsa notte, esattamente nello stesso modo in cui ? stata assassinata Alice. Appesa ad un paletto della recinzione, avvolta nel filo spinato.” Sembrando improvvisamente sobrio, Ozzie url?: “Allora per che cosa diavolo sta trattenendo il mio cliente? Non mi dica che lo ritiene responsabile per l’omicidio della donna avvenuto la notte scorsa, mentre era rinchiuso proprio qui.” L’umore di Jake peggior?. La sua tattica era rovinata, e sapeva che ulteriori domande sarebbero state probabilmente inutili. Ci? nonostante, chiese di nuovo a Cardin: “Conosceva Hope Nelson?” “Non le ho appena detto di no?” Cardin rispose con una nota di sorpresa. Ma Jake non riusciva a stabilire se la sua sorpresa fosse schietta o se stesse semplicemente fingendo. Ozzie afferr? le sbarre della sua cella e grid?: “Farebbe meglio a liberare subito il mio cliente, o affronter? una causa tremenda!” Jake soffoc? un sospiro. Naturalmente Ozzie aveva ragione, ma … Ha scelto un buon momento per dimostrarsi competente cos? all’improvviso. Jake si rivolse a Tallhamer e disse: “Lasci andare Cardin. Ma lo tenga d’occhio.” Tallhamer chiese al suo vice di raccogliere gli oggetti personali di Cardin. Appena lo sceriffo apr? la cella, liberando Cardin, si rivolse ad Ozzie e disse … “Vuoi andare anche tu?” Ozzie sbadigli? e torn? a stendersi sulla sua branda. “No, ho fatto un buon lavoro oggi. Preferisco tornare solo a dormire, finch? non avrai bisogno della cella per qualcun altro.” Tallhamer fece un sorrisetto e disse: “Fa’ pure.” Quando Jake usc? dalla stazione con Tallhamer e Cardin, not? che l’uomo con la giacca bianca era ancora posizionato dall’altra parte della strada, esattamente nello stesso punto di prima. Improvvisamente, l’uomo si mosse, attraversando la strada, dirigendosi verso di loro. Tallhamer brontol? tranquillamente, rivolgendosi a Jake … “Guai in vista.” CAPITOLO OTTO Jake esamin? l’uomo che si stava affrettando verso loro, proprio davanti alla stazione di polizia. Riconobbe lo sdegno sul volto e nel portamento dell’uomo, ma comprese che non era indirizzato a lui. Ed era consapevole che Tallhamer non si stava preparando ad entrare in azione. Nel frattempo, Cardin si era allontanato rapidamente lungo il marciapiede. L’uomo furioso corse a raggiungere Tallhamer. Agitando un braccio in direzione di Cardin, che si stava allontanando, grid? … “Pretendo che rimetta quel bastardo in custodia!” Apparentemente indifferente alla rabbia dell’uomo, lo Sceriffo Tallhamer present? tranquillamente Jake ad Earl Gilbson, il solo medico della citt? e marito di Alice Gibson. Jake inizi? a stringere mani e ad esprimere le condoglianze, ma le braccia del dottore si stavano ancora agitando, formando dei cerchi, mentre inveiva contro Tallhamer. Not? che il Dottor Gilbson era un uomo notevolmente rozzo con un viso pesantemente butterato, che non era migliorato dall’eccesso di rabbia. Ricord? Cardin descriverlo come “quel rospo con cui andava a letto.” In effetti, Cardin era sicuramente bello al confronto. Jake immaginava che Earl Gibson dovesse avere qualit? che avevano attratto la vittima, nonostante l’aspetto. Dopotutto, Gibson era un medico, e l’ex di alice non era altro che un cuoco, specializzato in piatti veloci, fallito … Probabilmente una scelta piuttosto facile quando si hanno poche opzioni. La rabbia di Gibson aument?, quando scopr? chi era Jake. “L’FBI! Perch? l’FBI ? qui? Avete gi? preso il killer di mia moglie. Lo avete rinchiuso. Non c’? una giuria al mondo che lo giudicherebbe innocente. E ora, lo avete appena lasciato andare!” Lo Sceriffo Tallhamer mosse i piedi, e si espresse con un tono di voce paziente e quasi accondiscendente … “Ora, Earl, ne abbiamo gi? parlato tempo fa, non ? vero?” Il Dottor Gibson disse: “S?, ? cos?. Ed ecco perch? sono rimasto proprio qui ad aspettare. Dovevo vederlo di persona. Volevo fermarlo.” “Dobbiamo lasciarlo andare, e lo sai” Tallhamer disse. “Un’altra donna ? stata uccisa la scorsa notte a Dighton, nello stesso modo in cui ? stata uccisa Alice. Posso garantire per gli spostamenti di Phil Cardin di ieri sera, di certo non era vicino a Dighton. Non ha assassinato quella donna, e ora non abbiamo neanche una ragione per pensare che abbia ucciso Alice.” “Nessuna ragione!” Gibson disse, sputando con rabbia. “Lui ha minacciato la sua vita ogni giorno. E non insultarmi con tutte queste sciocchezze sulla vittima di Dighton, e del modo in cui Phil Cardin non potrebbe averla uccisa. Sappiamo entrambi che c’? un sospettato ovvio per l’altro omicidio.” L’interesse di Jake fu improvvisamente destato. “Un sospettato ovvio?” chiese pertanto. Gibson derise lo Sceriffo Tallhamer e disse: “Perci? non gliel’ha detto, eh?” “Detto cosa?” Jake chiese. “Di Harvey, il fratello di Phil Cardin” Gibson disse a Jake. “Sta sempre dalla parte di Phil. Ha anche minacciato Alice. Le ha telefonato, dicendole che lui e Phil si sarebbero vendicati. L’ha chiamata lo stesso giorno in cui ? stata uccisa. E, ovunque lui fosse ieri notte, non si trovava affatto in una cella. E’ lui che ha ucciso quella donna a Dighton. Ci scommetterei la vita.” Adesso Jake era davvero stupito. Chiese a Gibson: “Perch? pensa che abbia ucciso qualcuno in un’altra citt??” Gibson disse: “Intende il suo movente? Forse aveva qualcosa di personale contro quella donna. Gira molto per lo stato, perci? forse era coinvolto con lei, poi ha seguito l’esempio del fratello. Ma credo che l’abbia fatto per proteggere il fratello, per indurre la gente a credere che lui non abbia ucciso Alice.” Tallhamer sospir? e disse: “Earl, abbiamo parlato anche di questo un po’ di tempo fa, non ? vero? Conosciamo entrambi Harvey Cardin da tutta la vita. Viaggia molto perch? ? un idraulico itinerante. E’ aggressivo di tanto in tanto, ma non ? affatto come suo fratello. Non farebbe del male a una mosca, figurarsi uccidere qualcuno in un modo cos? orribile.” La mente di Jake si mise in moto, provando ad elaborare ci? che stava ascoltando. Avrebbe voluto che Tallhamer gli avesse parlato di Harvey Cardin sin dal principio. Poliziotti di piccole citt?, pens?. Alcuni sono cos? sicuri di sapere tutto di tutti nel loro distretto, che possono mancare quello che ? importante. Jake si rivolse allo Sceriffo Tallhamer: “Voglio parlare con Harvey Cardin.” Lo sceriffo alz? le spalle, come se considerasse la cosa una perdita di tempo. Disse: “Beh, se ? quello che vuole. Harvey vive solo ad un paio di isolati da qui. La accompagno io.” Mentre seguiva lo sceriffo, Jake vide che anche Gibson non li mollava. L’ultima cosa di cui al momento Jake aveva bisogno era un vedovo addolorato e furioso che si inseriva nell’interrogatorio di un possibile sospettato. Quanto pi? delicatamente possibile, disse: “Dottor Gibson, io e lo sceriffo dobbiamo farlo da soli.” Quando Gibson apr? la bocca per protestare, Jake aggiunse … “Dovr? interrogarla tra poco. Dove potr? trovarla?” Gibson divenne silenzioso per un istante. “Sar? nel mio ufficio” fu la risposta del dottore. “Lo sceriffo pu? dirle dove si trova.” Gibson si volt?, allontanandosi in fretta e rabbioso. Jake e Tallhamer percorsero la breve distanza fino ad una casa bianca minuscola, dove viveva Harvey Cardin. Si trattava di un cottage pericolante con un prato incolto. Tallhamer buss? alla porta. Quando nessuno rispose, buss? di nuovo, e ancora non ci fu alcuna risposta. Tallhamer disse: “Probabilmente ? in giro, forse sta lavorando in un’altra cittadina. Dovremo tornare un’altra volta.” Jake non intendeva aspettare “un’altra volta”. Scrut? attraverso uno dei pannelli di vetro sul lato anteriore della casa. Riusc? a vedere dei mobili spogli e semplici, ma ben poco all’interno; certamente, non c’era alcun tocco personale. Sembrava la sorta di posto che veniva affittato ammobiliato, ma non c’era alcun segno di una presenza umana all’interno. Jake immagin? che Harvey Cardin fosse fuori citt?, benissimo … Ma torner? mai? Le sue riflessioni vennero interrotte da una voce maschile proveniente dalla porta accanto … “Posso aiutarla, sceriffo?” Jake si volt? e vide un uomo nel giardino. Tallhamer gli disse: “Io e quest’uomo dell’FBI stiamo cercando Harvey Cardin.” L’uomo scosse il capo e disse: “A quanto pare, non avete molta fortuna. L’ho visto caricare il suo furgone una settimana fa, proprio dopo che il fratello ? stato arrestato per l’omicidio di Alice Gibson. Sembrava che stesse prendendo tutto ci? che aveva, non che ci fosse tanto in effetti. Gli ho chiesto dove fosse diretto, e mi ha risposto “Ovunque che non sia Hyland. Ne ho avuto abbastanza di questa dannata citt?.”” Jake si mise in allerta. Questo possibile sospettato era gi? sparito. “Forza” Jake si rivolse allo sceriffo. “Andiamo a parlare con un po’ di gente.” * Jake e lo Sceriffo Tallhamer passarono il resto della giornata a condurre improduttivi interrogatori, a cominciare dal quartiere in cui aveva abitato Harvey Cardin. Tutti gli altri vicini che l’uomo conosceva sostenevano soltanto di averlo visto andare via settimane prima. Non ebbero miglior fortuna con amici e conoscenti di Alice. Le colleghe della donna al salone di bellezza concordavano che Phil Cardin avesse fatto una terribile e spaventosa scenata proprio l?, il giorno prima che Alice fosse uccisa. Quando Jake e Tallhamer si fermarono al Mick’s Diner, il proprietario disse che Phil Cardin si era fatto licenziare dal suo impiego di cuoco specializzato in piatti veloci per una serie di ragioni: aveva saltato il lavoro, si era presentato ubriaco, e si era azzuffato con altri dipendenti. Êîíåö îçíàêîìèòåëüíîãî ôðàãìåíòà. Òåêñò ïðåäîñòàâëåí ÎÎÎ «ËèòÐåñ». Ïðî÷èòàéòå ýòó êíèãó öåëèêîì, êóïèâ ïîëíóþ ëåãàëüíóþ âåðñèþ (https://www.litres.ru/pages/biblio_book/?art=51922482&lfrom=688855901) íà ËèòÐåñ. Áåçîïàñíî îïëàòèòü êíèãó ìîæíî áàíêîâñêîé êàðòîé Visa, MasterCard, Maestro, ñî ñ÷åòà ìîáèëüíîãî òåëåôîíà, ñ ïëàòåæíîãî òåðìèíàëà, â ñàëîíå ÌÒÑ èëè Ñâÿçíîé, ÷åðåç PayPal, WebMoney, ßíäåêñ.Äåíüãè, QIWI Êîøåëåê, áîíóñíûìè êàðòàìè èëè äðóãèì óäîáíûì Âàì ñïîñîáîì.
Íàø ëèòåðàòóðíûé æóðíàë Ëó÷øåå ìåñòî äëÿ ðàçìåùåíèÿ ñâîèõ ïðîèçâåäåíèé ìîëîäûìè àâòîðàìè, ïîýòàìè; äëÿ ðåàëèçàöèè ñâîèõ òâîð÷åñêèõ èäåé è äëÿ òîãî, ÷òîáû âàøè ïðîèçâåäåíèÿ ñòàëè ïîïóëÿðíûìè è ÷èòàåìûìè. Åñëè âû, íåèçâåñòíûé ñîâðåìåííûé ïîýò èëè çàèíòåðåñîâàííûé ÷èòàòåëü - Âàñ æä¸ò íàø ëèòåðàòóðíûé æóðíàë.