Êàêîå, â ñóùíîñòè, íåëåïîå çàíÿòèå ïèñàòü ñòèõè: ......................è "ãëàç ëóíû", è "ñîëíöà äèñê" êàê ìèð ñòàðû. ............................Äóøè øèðîêèå îáúÿòèÿ òîëïå íàâñòðå÷ó ðàñïàõíóòü... - ................................................ïîäîáíûé ðèñê ê ÷åìó òåáå? - ........................Ãëóõîé ñòåíîé - íåïîíèìàíèå; ðàçäàâëåí òÿæåñòüþ

Una Ragione per Correre

Una Ragione per Correre Blake Pierce Un Mistero di Avery Black #2 Una trama dinamica che ti afferra dal primo capitolo e non ti lascia pi? andare. Midwest Book Review, Diane Donovan (su Il killer della rosa) Dall’autore #1 di gialli best seller Blake Pierce arriva un nuovo capolavoro di tensione psicologica. In UNA RAGIONE PER CORRERE (Un Mistero di Avery Black – Libro 2), un nuovo serial killer ? in caccia per le strade di Boston, uccidendo le sue vittime in maniera bizzarra e sfidando la polizia con misteriosi puzzle ispirati dall’astronomia. La posta in gioco ? sempre pi? alta, la pressione sale, e il Dipartimento di Polizia di Boston ? costretto a mettere in campo la sua detective pi? brillante e controversa: Avery Black. Avery, ancora scossa dopo l’ultimo caso, si ritrova in lotta contro un distretto rivale e un assassino intelligente e furbo, sempre un passo davanti a lei. ? costretta a entrare nella sua mente oscura e perversa per comprendere gli indizi per l’omicidio successivo, ed ? obbligata a guardarsi dentro, in luoghi bui dove preferirebbe non avventurarsi. ? spinta a chiedere aiuto a Howard Randall, il perverso serial killer che ha messo dietro le sbarre anni prima, mentre la sua nuova vita insieme a Rose a Ramirez va in pezzi. E mentre le cose sembrano non potere andare peggio, scopre qualcos’altro: lei stessa potrebbe essere un obiettivo. In un gioco psicologico del gatto e il topo, una frenetica corsa contro il tempo guida Avery attraverso una serie di sconvolgenti e inaspettate rivelazioni, per culminare in un finale che neanche lei avrebbe potuto immaginare. Un oscuro thriller psicologico di una suspense mozzafiato, UNA RAGIONE PER CORRERE ? il #2 libro di un’appassionante nuova serie, con un’amata nuova protagonista, che vi costringer? a girare una pagina dopo l’altra fino a notte inoltrata. Presto sar? disponibile il #3 libro della serie di Avery Black. Un capolavoro del mistero e del giallo. Pierce ha fatto un lavoro magnifico sviluppando personaggi con un lato psicologico, descritti tanto bene che ci sembra di essere nelle loro teste, sentendo le loro paure e applaudendo i loro successi. La trama ? intelligente e vi terr? con il fiato sospeso per tutto il libro. Pieno di svolte inaspettate, questo libro vi terr? svegli fino a quando non avrete girato l’ultima pagina. Books and Movie Reviews, Roberto Mattos (su Il killer della rosa) UNA RAGIONE PER SCAPPARE (UN MISTERO DI AVERY BLACK—LIBRO 2) B L A K E P I E R C E Blake Pierce Blake Pierce ? l’autore della serie di gialli best seller di RILEY PAGE, che per ora include sette libri. ? anche l’autore delle serie di gialli di MACKENZIE WHITE, che fino a oggi conta quattro libri, della serie di gialli di AVERY BLACK, che per ora comprende quattro libri, e la nuova serie di KERI LOCKE. Avido lettore e da sempre fan di romanzi gialli e thriller, Blake apprezza i vostri commenti, quindi non esitate a visitare www.blakepierceauthor.com (http://www.blakepierceauthor.com) per saperne di pi? e rimanere in contatto. Copyright © 2016 di Blake Pierce. Tutti i diritti sono riservati. Fatta eccezione per quanto consentito dalla Legge sul Copyright degli Stati Uniti d'America del 1976, nessuno stralcio di questa pubblicazione potr? essere riprodotto, distribuito o trasmesso in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, n? potr? essere inserito in un database o in un sistema di recupero dei dati, senza che l'autore abbia prestato preventivamente il consenso. La licenza di questo ebook ? concessa soltanto a uso personale. Questa copia del libro non potr? essere rivenduta o trasferita ad altre persone. Se desiderate condividerlo con altri, vi preghiamo di acquistarne una copia per ogni richiedente. Se state leggendo questo libro e non l'avete acquistato, o non ? stato acquistato solo a vostro uso personale, restituite la copia a vostre mani e acquistatela. Vi siamo grati per il rispetto che dimostrerete alla fatica di questo autore. Questa ? un'opera di fantasia. Nomi, personaggi, aziende, societ?, luoghi, eventi e fatti sono il frutto dell'immaginazione dell'autore o sono utilizzati per mera finzione. Qualsiasi rassomiglianza a persone reali, viventi o meno, ? frutto di una pura coincidenza. Immagine di copertina di Copyright miljko, usata con l’autorizzazione di iStock.com. I LIBRI DI BLAKE PIERCE I MISTERI DI RILEY PAIGE IL KILLER DELLA ROSA (Libro #1) IL SUSSURRATORE DELLE CATENE (Libro #2) OSCURITA’ PERVERSA (Libro #3) IL KILLER DELL’OROLOGIO (Libro #4) KILLER PER CASO (Libro #5) CORSA CONTRO LA FOLLIA (Libro #6) MORTE AL COLLEGE (Libro #7) I MISTERI DI MACKENZIE WHITE PRIMA CHE UCCIDA (Libro #1) UNA NUOVA CHANCE (Libro #2) PRIMA CHE BRAMI (Libro #3) SERIE MYSTERY DI AVERY BLACK UNA RAGIONE PER UCCIDERE (Libro #1) UNA RAGIONE PER SCAPPARE (Libro #2) UNA RAGIONE PER NASCONDERSI (Libro #3) UNA RAGIONE PER TEMERE (Libro #4) I GIALLI DI KERI LOCKE TRACCE DI MORTE (Libro #1) TRACCE DI OMICIDIO (Libro #2) INDICE PROLOGO (#ub2d604a3-fe9b-56c6-b5e9-e40ea03dfee3) CAPITOLO UNO (#u27a6a49d-a5e7-5f43-baa5-7a5689b0c3ca) CAPITOLO DUE (#u0839806d-1f8f-5d41-9474-591a77e06e3d) CAPITOLO TRE (#ue565e7f2-80d1-5170-ba9a-341302f8ffd1) CAPITOLO QUATTRO (#ue641bd7e-7482-52bd-8a26-8fa3077df7f6) CAPITOLO CINQUE (#ucc467571-1829-5aec-a5f6-649acfb8ead4) CAPITOLO SEI (#u8ef8ee17-ea88-544d-9b32-092f941ccb82) CAPITOLO SETTE (#u0ed978d5-3df8-59f6-a2bb-286b0362148e) CAPITOLO OTTO (#u39903446-7009-523f-a68a-d8ea139ca94e) CAPITOLO NOVE (#u9f9625af-13cf-53ee-9adb-e21a92ba9c1c) CAPITOLO DIECI (#litres_trial_promo) CAPITOLO UNDICI (#litres_trial_promo) CAPITOLO DODICI (#litres_trial_promo) CAPITOLO TREDICI (#litres_trial_promo) CAPITOLO QUATTORDICI (#litres_trial_promo) CAPITOLO QUINDICI (#litres_trial_promo) CAPITOLO SEDICI (#litres_trial_promo) CAPITOLO DICIASSETTE (#litres_trial_promo) CAPITOLO DICIOTTO (#litres_trial_promo) CAPITOLO DICIANNOVE (#litres_trial_promo) CAPITOLO VENTI (#litres_trial_promo) CAPITOLO VENTUNO (#litres_trial_promo) CAPITOLO VENTIDUE (#litres_trial_promo) CAPITOLO VENTITRE (#litres_trial_promo) CAPITOLO VENTIQUATTRO (#litres_trial_promo) CAPITOLO VENTICINQUE (#litres_trial_promo) CAPITOLO VENTISEI (#litres_trial_promo) CAPITOLO VENTISETTE (#litres_trial_promo) CAPITOLO VENTOTTO (#litres_trial_promo) CAPITOLO VENTINOVE (#litres_trial_promo) CAPITOLO TRENTA (#litres_trial_promo) CAPITOLO TRENTUNO (#litres_trial_promo) CAPITOLO TRENTADUE (#litres_trial_promo) CAPITOLO TRENTATR? 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Il fischio di una donna. Henrietta Venemeer camminava fischiettando. Cos? felice, pens? lui. Cos? ignara. A quella vista la sua rabbia crebbe, una rabbia bruciante che gli tinse di rosso il campo visivo. Chiuse gli occhi e fece un paio di respiri profondi per acquietarla. Un tempo le droghe lo avevano aiutato con la rabbia. Lo avevano calmato e gli avevano mantenuto la mente libera e distesa, ma negli ultimi tempi neanche i farmaci servivano. Gli occorreva qualcosa di pi? potente per aiutarlo a riequilibrare la sua vita. Qualcosa di cosmico. Sai che cosa devi fare, ricord? a se stesso. La donna era esile e avanti con gli anni, con una folta capigliatura rossa e un atteggiamento positivo che permeava ogni suo movimento: i fianchi ondeggiavano come se stesse ballando a un ritmo tutto suo e la sua andatura era vispa. Portava una busta della spesa ed era diretta verso il palazzo di mattoni in quella parte sperduta di East Boston. Adesso, ordin? a se stesso. Mentre la donna raggiungeva l’edificio e armeggiava con le chiavi, lui lasci? il suo nascondiglio e attravers? la strada. Lei apr? il portone del palazzo e entr?. Prima che la porta si richiudesse, l’uomo infil? un piede nell’apertura. La telecamera puntata sull’atrio era stata resa inoffensiva in precedenza; aveva spruzzato uno strato di gel trasparente sulla lente per oscurare le immagini, lasciando al tempo stesso l’illusione che funzionasse normalmente. Anche la seconda porta dell’atrio era stata neutralizzata, la sua serratura era stata facile da rompere. La donna aveva ancora un fischio sulle labbra mentre svaniva su per una rampa di scale. Lui la segu? dentro il palazzo, senza preoccuparsi della gente in strada o delle telecamere degli altri palazzi che avrebbero potuto riprenderlo. Aveva gi? studiato tutto e i tempi del suo attacco erano allineati con l’universo. Quando la donna raggiunse il terzo piano e stava per aprire il proprio portone, lui le arriv? alle spalle. La porta si apr? e mentre entrava, l’uomo la afferr? per il mento e le tapp? la bocca con un palmo, soffocando le sue grida. Poi entr? e chiuse la porta dietro di s?. CAPITOLO UNO Avery Black usc? dal parcheggio con la sua nuova e vistosa auto, una Ford nera a quattro porte da agente in borghese, e sorrise tra s? e s?. L’odore di macchina nuova e la sensazione del volante sotto le mani le davano un senso di gioia, come di un nuovo inizio. La vecchia BMW bianca che aveva comprato quando era avvocato, un ricordo costante della sua vita precedente, era finalmente sparita. Evvai! esult? dentro di s?, come faceva quasi ogni volta che si sedeva dietro al volante. La nuova auto aveva finestrini oscurati, cerchioni neri e sedili in pelle, ed era persino dotata di una fondina per il fucile, un computer integrato nel cruscotto e luci della polizia nella griglia, ai finestrini e negli specchietti retrovisori. Per di pi?, quando i lampeggianti erano spenti, sembrava un veicolo come tutti gli altri in strada. L’invidia di ogni poliziotto, pens?. Alle otto in punto and? a prendere il suo partner, Dan Ramirez. Come sempre, lui era perfetto sotto ogni punto di vista: capelli neri pettinati all’indietro, pelle abbronzata, occhi scuri e agghindato con abiti eleganti. Una camicia giallo canarino spuntava sotto la giacca cremisi. Indossava pantaloni rossi, una cintura marrone chiaro e scarpe della stessa tinta. “Dovremmo fare qualcosa stasera,” attacc? lui. “? l’ultima notte in cui siamo di turno. Sar? anche un mercoled?, ma ? come se fosse venerd?.” Le fece un sorriso caloroso. A sua volta Avery sbatt? le ciglia sugli occhi azzurro ghiaccio e gli lanci? un sorrisetto rapido e affettuoso, ma poi la sua espressione torn? subito impassibile. Si concentr? sulla strada e dentro di s? si domand? cosa avrebbe fatto della sua relazione con Dan Ramirez. Non che il termine ‘relazione’ fosse del tutto accurato. Da quando aveva fatto fuori Edwin Pesh, uno dei serial killer pi? strani nella storia di Boston, il suo partner le aveva espresso i suoi sentimenti e Avery gli aveva lasciato capire di provare un interesse simile. Le cose non erano procedute oltre. Avevano cenato insieme, si erano scambiati sguardi amorosi e si erano tenuti per mano. Ma Avery era preoccupata per lui. S?, era affascinante e rispettoso. Le aveva salvato la vita durante il fiasco con Edwin Pesh e le era quasi sempre rimasto a fianco durante la sua convalescenza. E tuttavia era il suo partner. Si vedevano cinque giorni alla settimana se non di pi?, dalle otto del mattino alle sei, le sette o anche oltre, a seconda dei casi. E Avery non aveva una relazione da anni. L’unica volta che si erano baciati, le era sembrato di essere con Jack, il suo ex marito, e si era immediatamente ritratta. Controll? l’orologio del cruscotto. Erano in macchina da neanche cinque minuti e gi? Ramirez parlava di una cena. Devi parlargliene, cap?. Ugh. Mentre si dirigevano verso l’ufficio, Avery ascoltava la frequenza della polizia alla radio, come faceva ogni mattina. All’improvviso Ramirez mise su una stazione radiofonica che dava del jazz e per qualche isolato viaggiarono ascoltando musica mescolata a un operatore della polizia che descriveva le varie attivit? che stavano avendo luogo a Boston. “Fai sul serio?” chiese Avery. “Che cosa?” “Come faccio a godermi la musica e ad ascoltare le chiamate? Mi confonde. Perch? dobbiamo sentirli tutti e due allo stesso tempo?” “Va bene, d’accordo,” rispose lui con finto disappunto, “ma sar? meglio che riesca ad ascoltare anche la mia musica, oggi. Mi fa sentire calmo e sereno, capisci?” No, pens? Avery, non lo capisco. Odiava il jazz. Fortunatamente alla radio arriv? una chiamata che la salv?. “Abbiamo un dieci-sedici, dieci-trentadue in atto sulla East Fourth Street vicino a Broadway,” disse una stridente voce femminile. “Non sono stati esplosi colpi. Ci sono delle auto nelle vicinanze?” “Violenza domestica,” disse Ramirez, “e il tizio ha una pistola.” “Siamo vicini,” rispose Avery. “Occupiamocene noi.” Gir? l’auto, accese le luci e prese la ricetrasmittente. “Qui parla la detective Black,” disse, dando il suo numero di distintivo. “Siamo a circa tre minuti da l?. Rispondiamo alla chiamata.” “Grazie, detective Black,” rispose la donna, per poi darle l’indirizzo, il numero dell’appartamento e le informazioni di base. Uno dei vari aspetti di Boston che piaceva di pi? ad Avery erano le sue case, dei piccoli palazzetti, la maggior parte alti due o tre piani e con una struttura uniforme che dava alla citt? un distintivo senso di comunit?. Svolt? a sinistra su Fourth Street e si avvicin? lentamente alla loro destinazione. “Questo non significa che oggi possiamo evitare le scartoffie,” sottoline? lei. “Nah, certo che no.” Ramirez scroll? le spalle. Il tono della sua voce per?, insieme al suo atteggiamento e alle pile disordinate che aveva sulla scrivania, spinsero Avery a chiedersi se quella deviazione di prima mattina fosse stata una buona idea. Non serv? molto lavoro investigativo per trovare la casa in questione. Un’auto della polizia, insieme a una piccola folla di persone al riparo dietro qualcosa, circondavano un edificio dipinto di blu, con le imposte dello stesso colore e il tetto nero. In piedi nel giardino davanti alla casa c’era un uomo ispanico, in boxer e canottiera. In una mano stringeva i capelli di una donna inginocchiata e piangente. Con l’altra agitava una pistola verso la folla, la polizia e la donna. “State indietro, cazzo!” grid?. “Tutti quanti! Ti vedo, laggi?.” Punt? l’arma verso una macchina parcheggiata. “Allontanati da quella cazzo di auto! Smettila di piangere!” url? alla donna. “Continua e ti faccio saltare la testa, cos? impari a farmi incazzare.” Due agenti erano ai lati del cortile. Uno gli puntava contro la pistola. L’altro aveva una mano sulla cintura e un palmo sollevato. “Signore, per favore, metta gi? l’arma.” L’uomo prese di mira il poliziotto con la pistola spianata. “Cosa? Vuoi provarci?” disse. “Allora sparami! Sparami, figlio di puttana, e vedi cosa succede. Merda, non mi importa. Moriremo tutti e due.” “Non sparare, Stan!” grid? l’altro poliziotto. “State tutti calmi. Nessuno morir? oggi. Signore, per favore…” “Smettila di parlarmi, cazzo!” rugg? l’uomo. “Lasciatemi in pace. Questa ? casa mia e questa ? mia moglie. Stronza traditrice,” abbass? la voce e le spinse la canna della pistola contro una guancia. “Dovrei dare una lezione a questa lurida boccaccia del cazzo.” Avery spense le sirene e si avvicin? al marciapiede. “Un’altra poliziotta?!” fremette l’uomo. “Siete peggio degli scarafaggi. Va bene,” disse con tono calmo e determinato. “Oggi qualcuno morir?. Non mi riporterete in prigione. Potete tornarvene tutti a casa, o qualcuno ci rimetter? la pelle.” “Non morir? nessuno,” disse il primo agente, “per favore. Stan! Abbassa la pistola!” “Neanche per sogno,” grid? il suo partner. “Maledizione, Stan!” “Rimani qui,” disse Avery a Ramirez. “Col cazzo!” afferm?. “Sono il tuo partner, Avery.” “Va bene, ma ascolta,” disse lei. “Altri due poliziotti e questo posto si trasformer? in un bagno di sangue. Stai calmo e fai quello che ti dico.” “E cio??” “Seguimi e basta.” Avery usc? dall’auto. “Agente,” ordin? al poliziotto con l’arma puntata, “metti gi? la pistola.” “Chi cazzo sei?” chiese lui. “Gi?, chi cazzo sei tu?” volle sapere l’aggressore ispanico. “Tutti e due, allontanatevi dalla zona,” disse Avery ai due agenti. “Sono la detective Avery Black dell’A1. Qui ci penso io. Vale anche per te,” ordin? a Ramirez. “Mi hai detto tu di seguirti!” grid? lui. “E ora ti sto dicendo di allontanarti. Torna alla macchina. Tutti quanti, via di qui.” L’agente con la pistola sput? e scosse la testa. “Maledetta burocrazia,” disse. “Cosa vuoi? Solo perch? sei apparsa in qualche giornale credi di essere una super poliziotta o qualcosa del genere? Beh, lo sai che c’?? Non vedo l’ora di vedere come te la cavi, super poliziotta.” Con lo sguardo sull’aggressore, sollev? la pistola e indietreggi? fino a quando non svan? dietro un albero. “Fai pure.” Il suo partner lo segu?. Non appena Ramirez fu di nuovo sull’auto e gli altri agenti furono abbastanza lontani, Avery si fece avanti. L’uomo ispanico sorrise. “Guarda qua,” disse e punt? la pistola. “Sei la poliziotta dei serial killer, giusto? Ottimo lavoro, Black. Quel tizio era fuori di testa. Lo hai conciato per le feste. Ehi!” grid? alla donna in ginocchio. “Piantala di agitarti. Non vedi che sto cercando di parlare?” “Che cosa ha fatto?” chiese Avery. “La maledetta puttana si ? scopata il mio migliore amico, ecco cosa ha fatto. Non ? vero, troia?” “Accidenti,” comment? Avery. “Che crudelt?. Ha mai fatto una cosa del genere prima?” “S?,” ammise lui. “In effetti ha tradito il suo ultimo uomo per me, ma merda, io questa puttana l’ho sposata! Questo dovrebbe valere qualcosa, giusto?” “Certo,” conferm? Avery. Lui era di corporatura snella, con un volto lungo e senza denti. Lanci? un’occhiata all’audience crescente, poi guard? Avery come un bambino colpevole e sussurr?: “Non ? una bella situazione, vero?” “No,” rispose Avery. “Proprio no. La prossima volta ? meglio se te ne occupi dentro casa tua. E senza fare rumore,” disse piano facendo un passo in avanti. “Perch? ti stai avvicinando?” chiese lui con un sopracciglio inarcato. Avery scroll? le spalle. “? il mio lavoro,” disse come se fosse un compito sgradevole. “Per come la vedo io tu hai due possibilit?. La prima: vieni con me tranquillamente. Hai gi? sbagliato. Troppo rumore, troppo pubblico, troppi testimoni. Nel peggiore dei casi, lei sporge denuncia e ti devi trovare un avvocato.” “Lei non denuncer? proprio nessuno,” disse. “Non lo far?, piccolo. Non lo far?!” promise lei. “Se lei non ti denuncia, si tratta comunque di aggressione aggravata, resistenza all’arresto e qualche altra piccola infrazione.” “Finir? in prigione?” “Sei gi? stato arrestato prima?” “S?,” ammise lui. “Cinque anni per tentato omicidio colposo.” “Come ti chiami?” “Fernando Rodriguez.” “Sei ancora in libert? vigilata, Fernando?” “Nah, ? finita due settimane fa.” “Ok.” Lei riflett? per un momento. “Allora probabilmente dovrai stare dietro le sbarre fino a quando la situazione non sar? conclusa. Forse un mese o due?” “Un mese?!” “O due,” ripet?. “Andiamo, diciamoci la verit?. Dopo cinque anni non ? niente. La prossima volta, tieni la cosa per te.” Lei gli era proprio davanti, abbastanza vicino da disarmarlo e liberare la vittima, ma l’uomo si stava gi? calmando. Avery aveva gi? visto gente come lui quando aveva avuto a che fare con certe gang di Boston, uomini che erano stati frustrati tanto a lungo da esplodere per il minimo problema. Ma alla fine dei conti, quando veniva data loro la possibilit? di rilassarsi e di fare il punto della situazione, la loro storia era sempre la stessa: volevano solo essere rassicurati, aiutati e che qualcuno li facesse sentire come se non fossero stati soli al mondo. “Eri un avvocato, vero?” chiese l’uomo. “S?.” Lei scroll? le spalle. “Ma ho fatto uno stupido errore e la mia vita ? andata in malora. Non fare come me,” lo avvis?. “Chiudiamola qui.” “E lei?” indic? la moglie. “Perch? vuoi stare con una come lei?” chiese Avery. “La amo.” Avery strinse le labbra e gli lanci? uno sguardo di sfida. “Questo ti sembra amore?” La domanda sembr? turbarlo sinceramente. Con le sopracciglia aggrottate, spost? lo sguardo da Avery alla moglie e poi di nuovo ad Avery. “No,” disse, e abbass? la pistola. “Non ? cos? che si ama.” “Ti dico una cosa,” disse Avery. “Dammi la pistola e lascia che questi ragazzi ti portino dentro con calma, e ti faccio una promessa.” “Che promessa?” “Prometto che verr? a vedere come stai e mi accerter? che tu sia trattato bene. A me non sembri una cattiva persona, Fernando Ramirez. Sembri solo qualcuno che ha avuto una vita difficile.” “Non ne hai idea,” disse. “No,” fu d’accordo lei. “Non ce l’ho.” Gli tese una mano. Lui lasci? andare l’ostaggio e le consegn? la pistola. Immediatamente la moglie scatt? attraverso il cortile e corse verso la salvezza. Il poliziotto aggressivo che era stato pronto ad aprire il fuoco si avvicin? con un’espressione rabbiosa di gelosia malamente trattenuta. “Ora me ne occupo io,” sbuff?. Avery lo guard? fisso negli occhi. “Fammi un favore,” sussurr?. “Smettila di comportarti come se fossi migliore della gente che arresti e trattalo come un essere umano. Potrebbe esserti d’aiuto.” Il poliziotto arross? per la collera e sembr? pronto ad avanzare e a distruggere l’atmosfera tranquilla che Avery aveva creato. Fortunatamente il secondo agente aveva raggiunto l’uomo ispanico e lo stava trattando con gentilezza. “Ora la ammanetter?,” disse piano. “Non si preoccupi. Mi accerter? che venga trattato come si deve. Deve leggerle i suoi diritti, va bene? Ha il diritto di rimanere in silenzio…” Avery indietreggi?. L’aggressore ispanico alz? lo sguardo. I due si fissarono negli occhi per un istante. Lui le fece un cenno di gratitudine con il capo e Avery rispose allo stesso modo. “Prima dicevo sul serio,” ribad?, per poi girarsi e andarsene. Ramirez aveva un grande sorriso sul volto. “Merda, Avery, ? stato davvero sexy.” Quel flirt turb? Avery. “Mi fa schifo quando i poliziotti trattano i sospettati come animali,” disse, e si volt? per guardare l’arresto. “Scommetto che si potrebbero evitare met? delle sparatorie di Boston con un po’ di rispetto.” “Forse se ci fosse un commissario donna come te al comando,” scherz? lui. “Forse,” rispose, e riflett? seriamente sulle implicazioni. Il suo walkie-talkie si attiv?. Sopra i rumori di fond? si ud? la voce del capitano O’Malley. “Black,” disse. “Black, dove sei?” Lei gli rispose. “Sono qui, Capitano.” “D’ora in avanti tieni il telefono acceso,” disse lui. “Quante volte te lo devo dire? E vai al Boston Harbor Marina su Marginal Street, a East Boston. Abbiamo un problema.” Avery si accigli?. “East Boston non ? il territorio dell’A7?” chiese. “Non importa,” rispose il capitano. “Molla qualsiasi cosa tu stia facendo e vai l? il pi? in fretta possibile. C’? stato un omicidio.” CAPITOLO DUE Avery raggiunse il Boston Harbour & Shipyard vicino al Callahan Tunnel, che univa il North End a East Boston. La marina era su Marginal Street, proprio lungo l’acqua. Il posto brulicava di poliziotti. “Porca miseria,” comment? Ramirez. “Che diavolo ? successo qui?” Avery entr? lentamente sulla marina. Auto della polizia erano parcheggiate in maniera casuale, insieme a un’ambulanza. Gruppi di persone che volevano usare le loro barche in quel luminoso mattino si aggiravano nei dintorni, chiedendosi che cosa avrebbero dovuto fare. Parcheggi? ed entrambi uscirono mostrando il distintivo. Oltre il cancello principale e l’edificio c’era un grande molo, da cui spuntavano due pontili in una forma a V. La maggior parte della polizia era assiepata attorno all’estremit? di uno dei due pontili. All’orizzonte si stagliava il capitano O’Malley, vestito in abito scuro e cravatta. Era impegnato in un’intensa discussione con un altro uomo in uniforme da poliziotto. A giudicare dai gradi sul petto, Avery immagin? che l’altro uomo fosse il capitano dell’A7, il dipartimento che gestiva tutta East Boston. “Guarda quello,” Ramirez indic? l’uomo in uniforme. “? appena uscito da una cerimonia o cosa?” Gli agenti dell’A7 gli lanciarono delle occhiatacce. “Che cosa ci fa qui l’A1?” “Tornate al North End!” grid? qualcun altro. Il vento colp? Avery in faccia mentre camminava lungo il pontile. L’aria era salata e piacevole. Si strinse la giacca in vita perch? non si aprisse con l’aria. Le violente raffiche di vento stavano mettendo Ramirez in difficolt?, continuando a scompigliargli i capelli perfettamente pettinati. A lato del pontile spuntavano delle banchine ad angolo perpendicolare, ed erano tutte piene di barche. Sull’altro lato erano allineate altre imbarcazioni: motoscafi, costose navi a vela e grossi yacht. Una banchina separata formava una T con l’estremit? del pontile. Un unico yacht di media grandezza era ancorato al suo centro. O’Malley, l’altro capitano e due agenti stavano parlando, mentre un team della Scientifica passava al setaccio la barca e scattava delle foto. O’Malley aveva lo stesso aspetto arcigno di sempre: capelli tinti di nero tagliati corti e un volto da ex pugile, corrucciato e rugoso. Strizzava gli occhi per il vento e sembrava turbato. “Eccola, ? qui,” disse. “Dalle una chance.” L’altro capitano aveva un’aria regale e maestosa: capelli brizzolati, un volto magro e uno sguardo imperioso sotto le sopracciglia corrugate. Era molto pi? alto di O’Malley e sembrava non riuscire a credere che l’altro capitano o qualche esterno stesse sconfinando nel suo territorio. Avery salut? tutti con un cenno. “Che succede, capitano?” “? una festa?” sorrise Ramirez. “Togliti quel sorriso dalla faccia,” sibil? l’imponente capitano. “Questa ? la scena di un crimine, giovanotto, e mi aspetto che la tratti come tale.” “Avery, Ramirez, questo ? il Capitano Holt dell’A7. ? stato tanto gentile da…” “Gentile, un cazzo!” sbott? lui. “Non so che cosa abbia in mente il sindaco, ma se crede di potere pestare i piedi alla mia divisione, non ha capito un accidente. Ti rispetto, O’Malley. Ci conosciamo da molto tempo, ma questo ? inaudito e tu lo sai. Come ti sentiresti se entrassi nell’A1 e cominciassi a dare ordini?” “Nessuno vuole prendere il controllo su niente,” disse O’Malley. “Credi che mi piaccia? Abbiamo gi? abbastanza lavoro dalle nostre parti. Il sindaco ci ha chiamato entrambi, non ? cos?? Avevo in mente una giornata del tutto diversa, Will, quindi non comportarti come se questa fosse una mia dimostrazione di forza.” Avery e Ramirez si scambiarono uno sguardo. “Quale ? la situazione?” chiese Avery. “? arrivata una chiamata questa mattina,” disse Holt e accenn? allo yacht. “Una donna trovata morta su quella barca. ? stata identificata come una libraria della zona. Da quindici anni ha una libreria esoterica su Summer Street. Niente sulla sua fedina penale n? alcuna attivit? sospetta.” “Tranne per il modo in cui ? stata assassinata.” O’Malley subentr?. “Il Capitano Holt, qui, stava facendo colazione con il sindaco quando ? arrivata la chiamata. Il sindaco ha deciso che voleva venire a vedere con i suoi occhi.” “La prima cosa che ha detto ? stata: ‘Perch? non affidiamo il caso a Avery Black?’” concluse Holt lanciando un’occhiataccia ad Avery. O’Malley cerc? di alleggerire la situazione. “Non ? quello che mi hai detto, Will. Hai detto che i tuoi uomini sono arrivati, non hanno capito cosa stavano guardando e quindi il sindaco ha suggerito che chiedessi a qualcuno con dell’esperienza in queste faccende.” “? lo stesso,” ringhi? Holt sollevando pomposo il mento. “Vai a dare un’occhiata,” disse O’Malley indicandole lo yacht. “Vedi cosa riesci a trovare. Se torna a mani vuote,” aggiunse verso Holt, “ce ne andremo per la nostra strada. Ti sembra giusto?” Holt si allontan? a grandi passi verso gli altri due detective. “Quei due sono della sua squadra Omicidi,” li indic? O’Malley. “Non guardarli. Non parlare con loro. Non irritare nessuno. Questa ? una situazione molto delicata. Tieni la bocca chiusa e dimmi che cosa vedi.” Mentre si avvicinavano al grosso yacht, Ramirez praticamente aveva l’acquolina in bocca. “Questo ? un gioiellino,” disse. “Sembra un Sea Ray 85 Sedan Bridge. Due piani. Sopra c’? l’ombra e dentro l’aria condizionata.” Avery rimase colpita. “Come fai a sapere tutte queste cose?” chiese. “Mi piace pescare.” Ramirez scroll? le spalle. “Non l’ho mai fatto su niente del genere, ma un uomo pu? sognare, giusto? Una di queste volte dovrei portarti a fare un giro sulla mia barca.” Ad Avery non era mai piaciuto molto il mare. La spiaggia, a volte; i laghi, assolutamente; ma le barche a vela e a vapore in mezzo all’oceano? Attacchi di panico. Lei era nata e cresciuta in pianura e il pensiero di ritrovarsi in mezzo alle onde, senza sapere che cosa ci fosse in agguato al di sotto, non le faceva venire in mente niente di buono. Mentre Avery e Ramirez gli passavano accanto e si preparavano per salire sulla barca, Holt e i suoi due li ignorarono. Un fotografo a tribordo scatt? un’ultima foto e fece segno a Holt. Si fece strada lungo la murata a tribordo e agit? le sopracciglia verso Avery. “Non guarderai mai pi? uno yacht allo stesso modo,” scherz?. Una scaletta argentata conduceva sul lato della barca. Avery si arrampic?, appoggi? i palmi sulle finestre oscurate e scivol? verso la prua. Una donna di mezza et? dall’aspetto pio e con scompigliati capelli rossi era stata lasciata sulla prua della nave, appena sopra le luci laterali. Era stesa di lato e tutta incurvata, rivolta verso est, con le mani strette alle ginocchia e la testa china. Se fosse stata seduta diritta sarebbe sembrata addormentata. Era completamente nuda e l’unica ferita visibile era una linea scura attorno al collo. Gliel’ha spezzato, pens? Avery. Ci? che distingueva la vittima, oltre alla nudit? e a quella pubblica esposizione della sua morte, era l’ombra che gettava. Il sole era alto. Il suo corpo era leggermente alzato e l’ombra lunga e distorta creava una sua immagine speculare. “Porca puttana,” sussurr? Ramirez. Come Avery faceva quando puliva le superfici di casa sua, si abbass? e lanci? uno sguardo alla prua della barca. O l’ombra era una coincidenza, oppure era un segno importante dell’assassino, e se ne aveva lasciato uno, poteva averne lasciato anche un altro. And? da un lato all’altro della nave. All’accecante luce del sole, sulla superficie bianca della barca proprio sopra la testa della donna, tra il suo corpo e l’ombra, Avery not? una stella. Qualcuno aveva usato le dita per disegnare una stella, con la saliva o l’acqua salata. Ramirez grid? verso O’Malley. “Che cosa ha detto la scientifica?” “Hanno trovato della peluria sul corpo. Potrebbero venire da un tappeto. L’altra squadra ? ancora all’appartamento.” “Quale appartamento?” “L’appartamento della donna,” grid? O’Malley. “Crediamo che sia stata rapita da l?. Non ci sono impronte da nessuna parte. Il nostro uomo potrebbe aver indossato dei guanti. Come l’abbia portata fin qui, su una banchina ben visibile, senza essere visto da nessuno, ? un mistero. Qui ha oscurato alcune delle telecamere della marina. deve averlo fatto subito prima dell’omicidio. Probabilmente la donna ? stata uccisa la notte scorsa. Il corpo sembra indisturbato, ma il coroner deve ancora esaminarlo.” Holt sbuff? rivolto verso nessuno in particolare. “Questa ? una perdita di tempo,” sbott? a O’Malley. “Che cosa pu? dirci quella donna che i miei uomini non hanno gi? scoperto? Non mi importa del suo ultimo caso, n? del suo personaggio pubblico. Per quel che mi riguarda ? solo un avvocato fallito che ha avuto fortuna con il suo primo grosso caso perch? un serial killer, che lei ha difeso in tribunale, le ha dato una mano!” Avery si alz?, si appoggi? al parapetto e osserv? Holt, O’Malley e gli altri due detective sulla banchina. Il vento le mosse la giacca e i pantaloni. “Ha visto la stella?” chiese. “Che stella?” grid? Holt. “Il suo corpo ? piegato di lato e verso l’alto. Alla luce del sole, crea un’ombra identica alla sua forma. Ben distinta. Sembrano quasi due persone, schiena contro schiena. Tra il suo corpo e l’ombra qualcuno ha disegnato una stella. Potrebbe essere una coincidenza, ma la posizione ? perfetta. Forse siamo fortunati, se l’assassino l’ha disegnata con la saliva.” Holt si consult? con uno dei suoi uomini. “Hai visto una stella?” “No, signore,” rispose un detective biondo e snello con gli occhi marroni. “La Scientifica?” Il detective scosse la testa. “Ridicolo,” borbott? Holt. “Il disegno di una stella? Potrebbe averlo fatto un bambino. Un’ombra? La luce crea le ombre. Non c’? niente di speciale in questo, detective Black.” “A chi appartiene lo yacht?” chiese Avery. “Un vicolo cieco.” O’Malley scroll? le spalle. “Un grosso imprenditore edile. ? in Brasile per affari. ? via da un mese.” “Se la barca ? stata pulita un mese fa,” disse Avery, “allora la stella ? stata lasciata l? dall’assassino, e dato che si trova perfettamente tra il corpo e l’ombra, deve significare qualcosa. Non sono certa di cosa, ma qualcosa.” O’Malley lanci? un’occhiata a Holt. Holt sospir?. “Simms,” disse all’agente biondo, “fai tornare la Scientifica. Occupati di quella stella, e anche dell’ombra. Ti chiamo quando abbiamo finito.” Miseramente, Holt guard? Avery e infine scosse la testa. “Fatele vedere l’appartamento.” CAPITOLO TRE Avery si incammin? lentamente lungo il corridoio del palazzo buio, con Ramirez al fianco e il cuore che le batteva forte per l’anticipazione come faceva sempre quando arrivava su una scena del crimine. In quel momento desiderava essere ovunque tranne che l?. Si liber? di quella sensazione. Si concentr? e si costrinse a osservare ogni dettaglio, per quanto minuscolo. La porta dell’appartamento della vittima era aperta. L’agente di sorveglianza al di fuori si spost? e permise ad Avery e agli altri di passare sotto il nastro della scena del crimine per entrare. Uno stretto corridoio conduceva al soggiorno. Accanto si apriva la cucina. Non si vedeva niente di fuori dall’ordinario, solo un bell’appartamento. Le pareti erano dipinte di grigio chiaro e c’erano librerie ovunque. Pile di libri erano accatastate a terra. Dai davanzali pendevano piante. Davanti alla televisione era sistemato un divano verde. Nell’unica camera da letto, il letto era in ordine e coperto da una trapunta di pizzo bianco. L’unico segno evidente di disordine nell’appartamento era nel soggiorno, dove era stato chiaramente tolto un tappeto. Il contorno polveroso, insieme allo spazio pi? scuro, era stato contrassegnato da numerose targhette gialle della polizia. “Che cosa ha trovato qui la scientifica?” chiese Avery. “Niente,” rispose O’Malley. “Niente impronte. Niente riprese delle telecamere. Al momento brancoliamo nel buio.” “? stato preso qualcosa dall’appartamento?” “Niente che noi sappiamo. Il barattolo degli spiccioli ? pieno. I suoi vestiti sono stati lasciati in ordine nel cesto della biancheria. I soldi e la sua carta d’identit? erano ancora nelle tasche.” Avery si prese il suo tempo. Come era sua abitudine, si mosse per piccole sezioni e ne osserv? ognuna con attenzione: le pareti, il pavimento e le assi di legno, tutti i ninnoli sugli scaffali. Spiccava una foto della vittima insieme a due amiche. Si fece un appunto mentale di scoprire i loro nomi e di contattarle entrambe. Studi? le librerie e le pile di libri. C’erano cataste di romanzi d’amore. Il resto era per lo pi? su argomenti spirituali: auto-aiuto e religione. Religione, pens? Avery. La vittima aveva una stella sopra la testa. Una stella di Davide? Avendo osservato il corpo sulla barca e l’appartamento, Avery inizi? a formarsi mentalmente un’immagine dell’assassino. Doveva averla attaccata dal corridoio. L’omicidio era stato rapido e non aveva lasciato tracce, n? erano stati commessi errori. I vestiti e gli effetti personali della vittima erano stati lasciati in un punto ordinato, in modo da non disturbare l’appartamento. Solo il tappeto era stato spostato, in quell’area e attorno ai bordi c’era della polvere. Qualcosa in quel dettaglio faceva pensare a un possibile attacco di rabbia nell’assassino. Se era stato tanto meticoloso con tutto il resto, riflett? Avery, perch? non pulire la polvere ai lati del tappeto? Ma poi perch? prendere il tappeto? Perch? non lasciare tutto in condizioni perfette? Ripens? a quello che doveva essere successo: le aveva spezzato il collo, l’aveva spogliata, aveva messo via i vestiti e lasciato tutto in ordine, ma poi l’aveva arrotolata in un tappeto e l’aveva portata fuori come un selvaggio. Si diresse alla finestra e fiss? la strada al di sotto. C’erano un paio di punti dove qualcuno avrebbe potuto nascondersi e osservare l’appartamento senza essere notato. Un punto in particolare la chiamava: un vicolo stretto e buio dietro a una recinzione. Eri l?? si domand?. Stavi guardando? Aspettavi il momento giusto? “Beh?” chiese O’Malley. “Che cosa pensi?” “Abbiamo un serial killer tra le mani.” CAPITOLO QUATTRO “Il killer ? un maschio ed ? forte,” continu? Avery. “Ha sopraffatto la vittima e ha dovuto trasportarla fino alla banchina. Sembra una vendetta personale.” “Come fai a saperlo?” chiese Holt. “Perch? darsi tanta pena per una vittima casuale? Non sembra che abbia rubato niente, quindi non ? stata una rapina. ? stato preciso con tutto a eccezione del tappeto. Se passi tanto tempo a pianificare un omicidio, a spogliare la vittima e a mettere i vestiti nel cesto della biancheria, perch? prendere una qualsiasi delle sue cose? Sembra un gesto calcolato. Voleva prendere qualcosa. Forse per dimostrare di essere potente? Che poteva farlo? Non lo so. E lasciarla su una barca? Nuda e in bella vista del porto? Quest’uomo vuole essere notato. Vuole che tutti sappiano che ha ucciso. Potrebbe avere un serial killer per le mani. Qualsiasi decisione prenderete su chi si occuper? di questo caso,” e lanci? un’occhiata a O’Malley, “? meglio che facciate in fretta.” O’Malley si volt? verso Holt. “Will?” “Lo sai che cosa ne penso,” rispose Holt con una smorfia. “Ma farai come ti ha ordinato?” “? uno sbaglio.” “Ma?” “Qualsiasi cosa voglia il sindaco.” “O’Malley si gir? verso Avery. “Te la senti?” chiese. “Sii sincera. Hai appena chiuso un caso importante di omicidi seriali. La stampa ti ha crocifissa a ogni passo. Ancora una volta avresti tutti gli occhi su di te, ma questa volta anche il sindaco sar? particolarmente attento. Ha chiesto di te nello specifico.” Il cuore di Avery batt? forte. Fare la differenza come agente di polizia era ci? che amava del suo lavoro, ma agognava catturare i serial killer e vendicarne le vittime. “Abbiamo molti altri casi aperti,” rispose lei. “E un processo.” “Posso affidare tutto a Thompson e a Jones. Tu potrai supervisionare il loro lavoro. Se ti occupi di questo caso, deve avere la priorit? assoluta.” Avery si volt? verso Ramirez. “Ci stai?” “Ci sto.” L’uomo annu? con fermezza. “Ce ne occuperemo noi allora,” disse lei. “Bene,” sospir? O’Malley. “Segui il caso. Il capitano Holt e i suoi uomini si occuperanno del corpo e dell’appartamento. Avrai il pieno accesso ai file e la loro totale collaborazione per tutta l’indagine. Will, a chi devono chiedere se hanno bisogno di informazioni?” “Il detective Simms,” rispose. “Simms ? il capo detective che avete visto questa mattina,” rifer? O’Malley, “biondo, occhi scuri, uno tutto d’un pezzo. Il dipartimento A7 si sta occupando sia della barca che dell’appartamento. Simms vi informer? direttamente di ogni indizio che troveranno. Per ora magari sarebbe meglio parlare con la famiglia. Vedi che cosa scopri. Se hai ragione ed ? una cosa personale, possono essere coinvolti o avere delle informazioni che potrebbero aiutarci.” “Ce ne occupiamo subito,” rispose Avery. * Una rapida telefonata al detective Simms e Avery scopr? che i genitori della vittima vivevano pi? a nord, fuori Boston, nella citt? di Chelsea. Informare le famiglie era la seconda parte del suo lavoro che Avery detestava di pi?. Anche se con le persone ci sapeva fare, subito dopo aver saputo della morte di un loro caro c’era un momento in cui emozioni complesse prendevano il sopravvento. Gli psichiatri li definivano i cinque stadi del lutto, ma Avery li considerava una lenta tortura. Prima c’era la negazione. Amici e parenti volevano sapere tutto del corpo, informazioni che avrebbero solo dato loro maggior dolore, e qualsiasi cosa lei gli avesse detto non gli avrebbe fatto accettare la realt? dei fatti. Per seconda arrivava la rabbia: nei confronti della polizia, del mondo, di tutti. Poi era il turno della negoziazione. “? certa che siano morti? Magari sono ancora vivi?” Quelle fasi potevano avvenire tutte in una volta, oppure potevano impiegare anni, o entrambi. Gli ultimi due stadi di solito avvenivano quando Avery se ne era andata: la depressione e l’accettazione. “Devo dire,” riflett? Ramirez, “che non mi piace trovare cadaveri, ma questo ci lascia liberi di lavorare su un caso e basta. Basta processo e basta scartoffie. Non male, vero? Possiamo fare quello che vogliamo, senza le lungaggini della burocrazia.” Si tese per baciarle una guancia. Avery si scost?. “Non ora,” disse. “Non c’? problema,” rispose lui con le mani alzate. “Pensavo solo che, sai… ormai tra di noi ci fosse qualcosa.” “Senti,” disse lei, riflettendo con attenzione sulle sue parole successive. “Tu mi piaci. Mi piaci davvero, ma sta succedendo tutto troppo in fretta.” “Troppo in fretta?” si lament? lui. “Ci siamo baciati solo una volta in due mesi!” “Non ? quello che intendo,” spieg? Avery. “Scusa. Quello che sto cercando di dire ? che non so se sono pronta per una relazione vera e propria. Siamo partner. Stiamo insieme tutta la settimana. Mi piace flirtare e vederti al mattino. Solo che non so se sono pronta ad andare oltre.” “Accidenti,” disse Ramirez. “Dan…” “No, no.” Sollev? una mano. “Va bene, sul serio. Credo di averlo sempre saputo.” “Non so dicendo che voglio che finisca tutto,” lo rassicur? Avery. “Tutto cosa?” chiese lui. “Voglio dire, non lo so nemmeno io! Quando stiamo lavorando, pensi solo all’indagine, e quando provo a vederti dopo il lavoro, ? praticamente impossibile. Sei stata pi? gentile con me quando eri in ospedale che nella vita di tutti i giorni.” “Non ? vero,” ribatt?, ma una parte di lei cap? che aveva ragione. “Mi piaci, Avery,” disse lui. “Mi piaci molto. Se hai bisogno di tempo, mi sta bene. Voglio solo essere certo che provi davvero qualcosa per me. Perch? se non ? cos?, non voglio sprecare il tuo tempo, n? il mio.” “S? che provo qualcosa per te,” insistette lei e lo guard? per un rapido istante. “Veramente.” “Ok,” rispose. “Va bene.” Avery continu? a guidare, concentrandosi sulla strada e sul nuovo quartiere, costringendosi a ritornare rapidamente in modalit? lavorativa. I genitori di Henrietta Venemeer vivevano in un complesso residenziale appena oltre il cimitero su Central Avenue. Dal detective Simms, Avery aveva saputo che erano entrambi in pensione e probabilmente li avrebbe trovati a casa. Non li aveva chiamati in anticipo. Una dura lezione che aveva imparato era che una chiamata di avvertimento poteva allertare un possibile assassino. Arrivata all’edificio, Avery parcheggi? ed entrambi si avviarono fino alla porta d’ingresso. Ramirez suon? il campanello. Ci fu una lunga pausa prima che una donna anziana rispondesse. “S?? Chi ??” “Signora Venemeer, sono il detective Ramirez del distretto di polizia A1. Sono qui con la mia partner, Avery Black. Possiamo salire per parlare con lei?” “Chi?” Avery si fece avanti. “Polizia,” disse seccamente. “Per favore, apra la porta.” La porta venne aperta. Avery sorrise a Ramirez. “? cos? che si fa,” disse. “Non smetti mai di sorprendermi, detective Black.” I Venemeer vivevano al quinto piano. Quando Avery e Ramirez uscirono dall’ascensore, trovarono una donna anziana che li sbirciava da dietro una porta chiusa. Avery prese il comando. “Salve, signora Venemeer,” disse, con la sua voce pi? chiara e gentile. “Sono la detective Black e questo ? il mio partner, il detective Ramirez.” Entrambi mostrarono i distintivi. “Possiamo entrare?” La signora Venemeer aveva una folta capigliatura disordinata proprio come la figlia, solo che la sua era bianca. Portava grossi occhiali scuri e indossava una camicia da notte bianca. “Di che cosa si tratta?” si preoccup?. “Credo che sarebbe meglio se potessimo parlare dentro,” rispose Avery. “Va bene,” mormor? e li lasci? entrare. L’appartamento puzzava di canfora e vecchiaia. Sul divano c’era un uomo grasso che Avery immagin? essere il signor Venemeer. Indossava solamente boxer rossi e una maglietta che probabilmente usava per dormire, e non sembr? fare caso alla loro presenza. Stranamente la signora Venemeer si sedette sul divano accanto al marito, senza dare alcuna indicazione su dove potessero sedersi Avery e Ramirez. “Che cosa posso fare per voi?” chiese. Alla televisione davano un gioco a premi. Di tanto in tanto, il marito si raddrizzava per applaudire, si riaccomodava e borbottava tra s? e s?. “Pu? spegnere la televisione?” domand? Ramirez. “Oh, no,” rispose la donna. “John deve guardare La Ruota della Fortuna.” “Si tratta di vostra figlia,” aggiunse Avery. “Dobbiamo davvero parlare con voi, e vorremmo avere la vostra totale attenzione.” “Tesoro,” disse lei toccando il braccio del marito. “Questi due agenti vogliono parlare di Henrietta.” Lui si scroll? e ringhi?. Ramirez spense la televisione. “Ehi!” grid? John. “Che cosa hai fatto?! Riaccendila!” Sembrava ubriaco. Accanto a s? aveva una bottiglia mezza vuota di bourbon. Avery si affianc? a Ramirez e fece nuovamente le presentazioni. “Salve,” disse, “io sono la detective Black e questo ? il mio partner, il detective Ramirez. Abbiamo delle notizie molto difficili da darvi.” “Ve lo dico io cosa ? difficile!” grid? John. “? difficile dover parlare con un mucchio di poliziotti quando sto guardando il mio programma. Riaccendi quella maledetta televisione!” esplose e cerc? di alzarsi dal divano, ma sembr? non riuscire a muoversi. “Vostra figlia ? morta,” disse Ramirez, e si abbass? per guardarlo dritto negli occhi. “Mi ha capito? Sua figlia ? morta.” “Cosa?” sussurr? la signora Venemeer. “Henrietta?” borbott? John risedendosi. “Mi dispiace moltissimo,” disse Avery. “Come?” mormor? la donna anziana. “Io non… no. Non Henrietta.” “Diteci di che cosa state parlando!” sbuff? John. “Non potete entrare qui e dire che nostra figlia ? morta. Che diavolo volete dire?!” Ramirez si sedette. Negazione, pens? Avery. E rabbia. “? stata trovata morta questa mattina,” spieg? Ramirez, “ed ? stata identificata per via del suo ruolo nella comunit?. Non siamo certi del perch? sia successo. Al momento abbiamo molte domande. Per favore, abbiate pazienza e aiutateci a capire alcune cose. ” “Come?” pianse la madre. “Come ? successo?” Avery si sedette accanto a Ramirez. “Temo che l’indagine sia ancora in corso. Al momento non possiamo dare informazioni specifiche. Ora abbiamo bisogno di sapere qualsiasi cosa voi possiate dirci per aiutarci a identificare l’assassino. Henrietta aveva un fidanzato? Un amico intimo che voi conosciate? Qualcuno che poteva avercela con lei?” “? certa che sia proprio Henrietta?” domand? la madre. “Henrietta non aveva nemici!” grid? John. “Tutti le volevano bene. Una dannata santa, ecco cosa era. Passava una volta alla settimana con la spesa. Aiutava i senzatetto. Non pu? essere vero. Deve esserci un errore.” Negoziazione, pens? Avery. “Vi assicuro,” disse, “che sarete chiamati entrambi per dare un’identificazione certa del corpo. So che ? difficile da accettare. Avete appena ricevuto delle notizie terribili, ma vi prego, concentriamoci per cercare di capire chi pu? averlo fatto.” “Nessuno!” strill? John. “? chiaramente uno sbaglio. Avete trovato la ragazza sbagliata. Henrietta non aveva nemici,” dichiar?. “? stata investita da un autobus? ? caduta gi? da un ponte? Almeno dateci una qualche idea di cosa siamo parlando!” “? stata assassinata,” rispose Avery, “? tutto quello che posso dire.” “Assassinata,” sussurr? la madre. “Vi prego,” ripet? Ramirez. “Non c’? niente che vi venga in mente? Qualsiasi cosa. Anche se vi sembra insignificante, per noi potrebbe essere di grande aiuto.” “No,” rispose la madre. “Non aveva un fidanzato, ma aveva molte amiche. L’anno scorso sono venute qui per il Ringraziamento. Nessuna di loro avrebbe potuto fare qualcosa del genere. Deve essere un errore.” Li guard? con sguardo supplichevole. “Deve!” CAPITOLO CINQUE Avery parcheggi? l’auto per strada, tra le altre macchine della polizia e si prepar?, osservando il quartier generale del dipartimento di polizia A7 su Paris Street, nell’East Boston. Fuori dalla stazione c’era tutto il circo mediatico. Era stata indetta una conferenza stampa per parlare del caso e vari furgoni della televisione, telecamere e giornalisti bloccavano la strada, nonostante diversi agenti cercassero di convincerli a spostarsi. “Il tuo pubblico ti aspetta,” not? Ramirez. Sembrava che non vedesse l’ora di essere intervistato. Teneva la testa dritta e sorrideva a ogni giornalista si voltasse verso di lui. Con suo grande disappunto, nessuno si avvicin?. Avery stava a capo chino e cammin? pi? velocemente possibile per entrare nella stazione. Odiava le folle. C’era stato un momento della sua vita, quando faceva l’avvocato, in cui le era piaciuto che la gente conoscesse il suo nome e le si radunasse attorno durante i processi, ma da quando lei stessa era stata metaforicamente processata dalla stampa, aveva imparato a disprezzare la loro attenzione. Ma i giornalisti le accorsero subito intorno. “Avery Black,” disse uno, mettendole un microfono in faccia. “Ci pu? dire qualcosa sulla donna assassinata sulla marina?” “Perch? si sta occupando del caso, detective Black?” grid? un altro. “Questo ? l’A7. ? stata trasferita a un altro dipartimento?” “Che cosa pensa della nuova campagna del sindaco, Fermiamo il Crimine?” “Lei e Howard Randall state ancora insieme?” Howard Randall, pens?. Nonostante il prepotente desiderio di tagliare tutti i ponti con Randall, Avery non era riuscita a toglierselo dalla mente. Ogni giorno dal loro ultimo incontro, l’assassino aveva trovato un modo per strisciare nei suoi pensieri. A volte un semplice profumo o un’immagine era tutto ci? che bastava per sentire le sue parole: “Ti fa venire in mente qualcosa della tua infanzia, Avery? Che cosa? Dimmi…” Altre volte, lavorando su diversi casi, aveva cercato di pensare come avrebbe fatto lui per trovare la soluzione. “Fuori dai piedi!” grid? Ramirez. “Spostatevi! Fate spazio. Andiamo.” Le appoggi? una mano sulla schiena e la sospinse nella stazione. Il quartier generale dell’A7, un grande palazzo di mattoni e pietra, aveva recentemente subito una grossa modernizzazione degli interni. Le scrivanie di metallo e l’atmosfera cupa, tipica dell’organizzazione statale, erano svanite. Al loro posto c’erano eleganti tavoli argentati, sedie colorate e uno spazio aperto per le attese che sembrava pi? l’ingresso di un parco giochi. Come l’A1, ma ben pi? moderna, la sala conferenze aveva le pareti di vetro cos? che la gente potesse guardare fuori su tutto il piano. Sul grande tavolo ovale di mogano c’erano microfoni davanti a ogni posto a sedere e campeggiava un grande televisore a schermo piatto per le teleconferenze. O’Malley era gi? seduto al tavolo accanto a Holt. Ai loro lati c’erano il detective Simms e il suo partner, e due persone che Avery immagin? fossero l’addetto della scientifica e il coroner. Rimanevano due posti liberi in fondo al tavolo, vicino all’ingresso. “Sedetevi,” fece loro cenno O’Malley. “Grazie per essere venuti. Non vi preoccupate, non vi star? con il fiato sul collo per tutto il tempo,” disse rivolto ai presenti, con particolare enfasi verso Avery e Ramirez. “Voglio solo essere sicuro che siamo tutti dalla stessa parte.” “Sei sempre il benvenuto qui,” disse Holt con genuino affetto verso O’Malley. “Grazie, Will. Comincia pure.” Holt indic? il suo agente. “Simms?” disse. “Okay,” disse Simms, “credo che stia a me. Perch? non cominciamo con la scientifica, passiamo al rapporto del coroner e poi vi dico del resto della nostra giornata,” disse in particolare al capitano Holt, prima di voltarsi verso l’esperto della Scientifica. “Che te ne pare, Sammy?” Uno snello uomo indiano era a capo della loro squadra scientifica. Portava giacca e cravatta e sollev? i pollici quando venne fatto il suo nome. “S?, signore, Mark,” disse con entusiasmo. “Come abbiamo gi? detto, abbiamo molto poco su cui lavorare. L’appartamento era pulito. Niente sangue, nessun segno di lotta. Tutte le telecamere sono state bloccate con una resina epossidica trasparente che si pu? comprare in una qualsiasi ferramenta. Abbiamo trovato resti di fibre di guanti neri, ma anche quelli non ci danno alcun solido indizio.” Il detective Simms continuava a lanciare sguardi verso Avery. Sammy stava facendo fatica a capire chi era al comando. Continuava a guardare Simms, Holt e tutti gli altri. Alla fine cap? l’antifona e inizi? a rivolgersi ad Avery e a Ramirez. “Per? abbiamo qualcosa dal cantiere navale,” continu? Sammy. “Ovviamente l’assassino ha disabilitato le telecamere anche l?, come nell’appartamento. Per arrivare al cantiere senza essere notato deve essersi mosso tra le undici di sera, quando l’ultimo operaio lascia la marina, e le sei del mattino, quando arriva il primo turno. Abbiamo trovato le stesse impronte di scarpe nel cantiere navale e sulla barca, prima che altri agenti di polizia arrivassero sulla scena. L’impronta ? di uno stivale numero quarantatr?, marca Redwings. Sembra che zoppichi per una possibile ferita alla gamba destra, dato che la scarpa sinistra lascia un calco pi? profondo dell’altra.” “Eccellente,” comment? orgoglioso Simms. “Abbiamo anche controllato quella stella disegnata sul ponte,” continu? Simms. “Non abbiamo trovato materiale genetico. Tuttavia abbiamo trovato una fibra nera simile a quelle del guanto nell’appartamento, quindi ? un collegamento interessante, grazie, detective Avery.” Annu? verso la detective. Aver annu? a sua volta. Holt sbuff?. “Infine,” concluse Sammy, “crediamo che il corpo sia stato portato al cantiere navale all’interno di un tappeto arrotolato, dato che su di esso c’erano molte fibre di tappeto e che ne mancava uno dalla casa.” Annu? per indicare che aveva finito. “Grazie, Sammy,” disse Simms. “Dana?” Fu il turno di una donna in camice bianco da laboratorio, che sembrava avrebbe preferito essere ovunque tranne che in quella stanza. Era sulla mezza et?, con lisci capelli castani che le arrivavano alle spalle e un costante cipiglio sul volto. “La vittima ? morta in seguito alla frattura del collo,” disse. “C’erano lividi sulle braccia e le gambe che indicano che ? stata spinta a terra o contro una parete. La donna ? morta da circa dodici ore. Non c’erano segni di penetrazione forzata.” Si riappoggi? all’indietro con le braccia incrociate. Simms sollev? le sopracciglia e si volt? verso Avery. “Detective Black? Qualcosa sulla famiglia?” “Un vicolo cieco,” disse Avery. “La vittima vedeva i genitori una volta alla settimana per portargli la spesa e preparargli la cena. Niente fidanzato. Nessun altro parente stretto a Boston. Ma aveva uno stretto gruppo di amiche con cui dovr? parlare. I genitori non sono sospetti, quasi non riuscivano ad alzarsi dal divano. Avremmo cominciato a fare ricerche sulle amiche, ma non ero sicura del protocollo,” disse, con uno sguardo a O’Malley. “Grazie,” disse Simms. “Abbiamo capito. Credo che dopo questa riunione sarai tu al comando, detective Black, ma non sono io a decidere. Ecco cosa ha scoperto la mia squadra finora. Abbiamo controllato i suoi tabulati telefonici e gli indirizzi email. L? niente di strano. Le telecamere del palazzo erano disattivate e l’edificio non appare in altre riprese. Per? abbiamo trovato qualcosa alla libreria della Venemeer. Oggi era aperta. Ha due dipendenti a tempo pieno. Non sapevano della sua morte ed erano sinceramente sconvolti. Nessuno dei due sembra un possibile sospettato, ma entrambi hanno detto che di recente il negozio ha avuto dei problemi con una banda locale chiamata Chelsea Death Squad. Il nome viene dal loro punto di ritrovo principale, su Chelsea Street. Ho parlato con la nostra unit? che si occupa di bande e ho saputo che sono una gang ispanica relativamente nuova, affiliata alla lontana con qualche cartello. Il loro capo ? Juan Desoto.” Avery aveva sentito parlare di Desoto ai tempi in cui lavorava sulle gang, durante i suoi primi anni in polizia. Era un pesce piccolo con una squadra appena formata, ma per anni aveva fatto il sicario per molte grosse bande in tutta Boston. Perch? un assassino della mafia con la propria banda avrebbe voluto uccidere la proprietaria di una piccola libreria e depositarne il corpo in bella vista su uno yacht? si chiese. “Sembra che tu abbia trovato una buona pista,” esclam? Holt. “? seccante dover cedere le redini a un dipartimento dall’altra parte del canale. Purtroppo ? la vita. Non ? vero, capitano O’Malley? Un compromesso, giusto?” Sorrise. “? giusto,” rispose con riluttanza O’Malley. Simms si raddrizz?. “Juan Desoto sarebbe sicuramente il mio sospettato numero uno. Se questo fosse il mio caso,” sottoline?, “cercherei di andare a trovare lui per primo.” La frecciatina infastid? Avery. Davvero mi serve tutto questo? pens?. Anche se era molto incuriosita dal caso, i confini confusi tra i responsabili la disturbavano. Devo seguire i suoi ordini? Ora ? lui il mio supervisore? O posso fare quello che voglio? O’Malley sembr? leggerle il pensiero. “Credo che qui abbiamo finito. Giusto, Will?” disse, prima di rivolgersi esclusivamente ad Avery e a Ramirez. “Da adesso voi due siete i responsabili, a meno che non dobbiate consultarvi con il detective Simms a proposito delle informazioni di cui abbiamo appena parlato. Proprio ora stanno facendo delle copie dei file per voi. Verranno inviate all’A1. Dunque,” si alz? con un sospiro, “a meno che non ci siano altre domande, potete iniziare. Io ho un dipartimento da gestire.” * La tensione dentro l’A7 continu? a innervosire Avery fino a quando non si furono allontanati dall’edificio e dai giornalisti, e furono di nuovo in auto. “? andata bene,” esult? Ramirez. “Ti rendi conto di cosa ? appena successo l? dentro?” chiese. “Ti hanno appena affidato il pi? grosso caso che l’A7 abbia avuto da anni, e solo perch? sei Avery Black.” Avery annu? silenziosamente. Essere al comando aveva un alto costo. Poteva fare le cose a modo suo, ma se ci fossero stati dei problemi sarebbero stati solo una sua responsabilit?. Oltretutto, aveva la sensazione che quella non sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe avuto notizie dall’A7. Mi sembra di avere due capi adesso, gemette dentro di s?. “Quale ? la nostra prossima mossa?” chiese Ramirez. “Ripartiamo da zero con l’A7 e andiamo a trovare Desoto. Non sono certa di che cosa troveremo, ma se la sua banda stava molestando la proprietaria di una libreria, vorrei sapere il perch?.” Ramirez fischi?. “Come fai a sapere dove trovarlo?” “Tutti sanno dove trovarlo. Ha un piccolo caff? su Chelsea Street, vicino alla tangenziale e al parco.” “Credi che sia il nostro uomo?” “Non sarebbe la prima volta che Desoto ammazza qualcuno.” Avery scroll? le spalle. “Non sono sicura che questa scena del crimine corrisponda al suo modus operandi, ma potrebbe saperne qualcosa. A Boston ? una leggenda. Da quello che so, ha lavorato per i neri, gli irlandesi, gli italiani, gli ispanici, tutti. Quando ero una recluta lo chiamavano l’Assassino Fantasma. Per anni nessuno ha nemmeno creduto che esistesse. L’unit? anti crimine organizzato gli ha affibbiato degli omicidi persino a New York, ma nessuno ? mai riuscito a dimostrare qualcosa. Ha sempre avuto quel caff?, da quando lo conosco.” “Lo hai mai incontrato?” “No.” “Sai che faccia ha?” “S?,” disse lei. “Una volta ho visto una sua foto. Ha la pelle chiara ed ? molto, molto grosso. Credo che si sia anche fatto affilare i denti.” Ramirez si volt? verso di lei e sorrise, ma sotto quell’espressione Avery percep? lo stesso panico e la scarica di adrenalina che stava iniziando a provare lei. Stavano per entrare nella fossa dei leoni. “Sar? interessante,” comment? lui. CAPITOLO SEI Il caff? si trovava sul lato nord del sottopassaggio per la tangenziale di East Boston. Era dentro un palazzo di mattoni a un piano con grandi vetrate e una semplice insegna, Caff?. I vetri erano oscurati. Avery parcheggi? vicino all’ingresso e usc? dall’auto. Il cielo si era rabbuiato. Verso sud-ovest, vedeva l’arancio, il rosso e il giallo del tramonto. Sul lato opposto c’era un negozio di alimentari e il resto della strada era occupato da case. La zona era tranquilla e modesta. “Facciamolo,” disse Ramirez. Dopo una lunga giornata passata a obbedire agli ordini e a partecipare a riunioni, Ramirez sembrava carico e pronto all’azione. La sua impazienza preoccup? Avery. Alle bande non piace che dei poliziotti nervosi invadano il loro territorio, pens?. Specialmente quelli senza mandato e che hanno solo delle chiacchiere su cui basarsi. “Vacci piano,” disse. “Faccio io le domande. Niente mosse improvvise. Non atteggiarti in alcun modo, okay? Siamo qui solo per fare domande e per vedere se possono aiutarci.” “Certo.” Ma Ramirez si incup? e il suo linguaggio del corpo disse tutt’altro. Quando entrarono nel locale risuon? il tintinnio di una campanella. Il minuscolo spazio ospitava quattro s?par? con dei divanetti rossi e un unico bancone al quale si potevano ordinare il caff? e altre portate da colazione durante la giornata. Sul men? c’erano meno di quindici piatti e nel locale ancora meno clienti. Due uomini ispanici anziani e magri che avrebbero potuto essere dei senzatetto bevevano caff? seduti in uno dei s?par? sulla sinistra. In un altro era accomodato scompostamente un giovane gentiluomo con gli occhiali da sole e un borsalino nero, che si volt? verso la porta. Indossava una canottiera nera e in una fondina da spalla aveva una pistola in bella mostra. Avery lanci? un’occhiata alle sue scarpe. Quarantadue, pens?. Al massimo un quarantadue e mezzo. “Puta,” sussurr? l’uomo alla vista di Avery. Gli uomini anziani non sembrarono accorgersi di nulla. Dietro al bancone non c’era lo chef n? il commesso addetto all’asporto. “Salve,” salut? Avery. “Vorremmo parlare con Juan Desoto, se ? dentro?” Il giovane uomo scoppi? a ridere. Pronunci? rapidamente qualche parola in spagnolo. “Dice: ‘vai a farti fottere, poliziotta puttana con il tuo cagnolino,’” tradusse Ramirez. “Adorabile,” comment? Avery. “Senti, non vogliamo problemi,” aggiunse e sollev? entrambi i palmi in segno di sottomissione. “Vogliamo solo fare qualche domanda a Desoto su una libreria su Summer Street che sembra non piacergli.” L’uomo si raddrizz? e indic? la porta. “Fuori dai piedi, polizia!” C’erano molti modi in cui Avery avrebbe potuto gestire la situazione. L’uomo aveva un pistola e lei supponeva che fosse carica e senza licenza. Sembrava pronto ad attaccarla senza alcuna ragione. Quello, insieme al bancone vuoto, la port? a pensare che stesse succedendo qualcosa in una stanza sul retro. Droga, immagin?, oppure l? dietro hanno uno sventurato negoziante e lo stanno massacrando di botte. “Vogliamo solo qualche minuto con Desoto,” ripet?. “Troia!” esclam? l’uomo, alzandosi e prendendo la pistola. Ramirez estrasse immediatamente la sua. I due uomini anziani continuarono a bere il loro caff? e a sedere in silenzio. Ramirez grid? da sopra la canna della pistola. “Avery?” “Tutti quanti, calmatevi,” ordin? lei. Un uomo apparve da un’apertura sulla cucina dietro al bancone, un individuo corpulento a giudicare dal collo e dalle guance rotonde. Sembrava essersi chinato per farsi vedere, il che riduceva la sua altezza. Il volto era parzialmente nascosto nell’ombra; era un ispanico calvo e dalla pelle chiara con una luce divertita negli occhi. Sulle labbra aveva un sorriso e nella bocca portava una griglia che faceva sembrare i suoi denti dei diamanti affilati. Non sembrava avere cattive intenzioni, ma era tanto tranquillo e calmo in quella situazione tesa che Avery fu costretta a interrogarsi sul motivo. “Desoto,” disse. “Niente armi, niente armi,” Desoto fece cenno dal riquadro della finestra. “Tito,” chiam?, “appoggia la pistola sul tavolo. Agenti. Mettete le pistole sul tavolo. Niente armi qui.” “Assolutamente no,” disse Ramirez tenendo l’arma puntata sull’altro uomo. Avery riusciva a sentire il corto pugnale che teneva legato alla caviglia, nel caso fosse finita nei guai. E oltretutto tutti sapevano che loro due erano diretti al locale di Desoto. Andr? tutto bene, pens?. Spero. “Mettila gi?,” disse. In segno di buona fede, prese delicatamente la Glock con le punte delle dita e la mise sul tavolo tra i due uomini anziani. “Fallo,” disse a Ramirez. “Lasciala sul tavolo.” “Merda,” sussurr? il partner. “Non mi piace per niente. Neanche un po’.” E tuttavia obbed?; appoggi? la pistola sul tavolo. Solo allora l’altro uomo, Tito, mise gi? la sua e sorrise. “Grazie,” disse Desoto. “Non vi preoccupate. Nessuno vuole le vostre pistole da poliziotto. L? saranno al sicuro. Venite. Parliamo.” Svan? dalla vista. Tito indic? una piccola porta rossa, praticamente impossibile da notare data la sua posizione dietro uno dei s?par?. “Prima tu,” disse Ramirez. Tito fece un inchino ed entr?. Ramirez fu il secondo e Avery li segu?. La porta rossa si apriva sulla cucina. Un corridoio portava ancora pi? a fondo nel palazzo. Proprio davanti a loro c’era una scalinata che scendeva in cantina, ripida e buia. In fondo c’era un’altra porta. “Ho un brutto presentimento,” sussurr? Ramirez. “Buono,” sibil? Avery. Nella stanza oltre la porta era in corso una partita di poker. Cinque uomini, tutti ispanici, ben vestiti e armati di pistole, si ammutolirono al loro arrivo. Il tavolo era coperto di denaro e gioielli e alle pareti dell’ampia stanza erano appoggiati dei divanetti. Su numerosi scaffali Avery not? mitra e machete. C’era anche un’altra porta. Una rapida occhiata ai loro piedi rivel? che nessuno di loro aveva scarpe grandi abbastanza da essere l’assassino. Sul divano, con le braccia allargate e un enorme sorriso sul volto che rivelava la griglia di denti affilati, c’era Juan Desoto. Il suo fisico era pi? taurino che umano, pompato e scolpito da allenamenti quotidiani e, Avery immagin?, steroidi. Un gigante anche da seduto, era alto pi? di due metri. Anche i suoi piedi erano enormi. Almeno un quarantasei, pens? Avery. “State calmi, tutti quanti, calmi,” ordin? Desoto. “Giocate, giocate,” sospinse i suoi uomini. “Tito, porta loro qualcosa da bere. Che cosa le piacerebbe, agente Black?” chiese con enfasi. “Mi conosce?” domand? lei. “Non la conosco,” rispose l’uomo. “Ma so chi ? lei. Due anni fa ha arrestato il mio cuginetto Valdez e alcuni dei miei cari amici nei West Side Killers. S?, ho molti amici in altre bande,” disse, davanti allo sguardo sorpreso di Avery. “Non tutte le gang lottano tra di loro come bestie. Io preferisco pensare pi? in grande. La prego. Che cosa posso portarle?” “Per me niente,” rispose Ramirez. “Sto bene cos?,” aggiunse lei. Desoto annu? verso Tito, che usc? da dove era entrato. Tutti gli uomini al tavolo continuarono a giocare a carte, eccetto uno. L’altro uomo era la copia esatta di Desoto, solo molto pi? piccolo e pi? giovane. Borbott? qualcosa a Desoto e i due ebbero un’accesa conversazione. “? il fratello minore di Desoto,” tradusse Ramirez. “Pensa che dovrebbero ucciderci entrambi e buttarci nel fiume. Desoto sta cercando di dirgli che ? per questo che ? sempre in prigione, perch? pensa troppo quando invece dovrebbe tenere la bocca chiusa e ascoltare.” “Sientate!” grid? alla fine Desoto. Con riluttanza, il fratello minore si riaccomod? ma fiss? Avery in cagnesco. Desoto prese fiato. “Le piace essere una poliziotta famosa?” chiese. “Non proprio,” rispose Avery. “D? agli uomini come te un bersaglio all’interno del dipartimento di polizia. Non mi piace essere un bersaglio.” “Vero, vero,” conferm? lui. “Stiamo cercando informazioni,” aggiunse Avery. “Una donna di mezza et? di nome Henrietta Venemeer ha una libreria sulla Summer. Libri spirituali, new age, psicologia, cose cos?. Si dice che non ti piaccia il suo negozio. Qualcuno le stava dando fastidio.” “E sarei stato io?” esclam? lui sorpreso, indicandosi. “Tu o i tuoi uomini. Non siamo sicuri. ? per questo che siamo qui.” “Perch? sareste venuti fin qui, dentro la tana del lupo, per chiedere di una donna con una libreria? Vi prego, spiegatemi.” Non sembr? aver riconosciuto n? il nome di Henrietta n? la sua libreria. A dire la verit?, Avery ebbe l’impressione che si sentisse insultato da quell’accusa. “? stata assassinata la notte scorsa,” disse Avery, facendo molta attenzione agli uomini nella stanza e alle loro reazioni. “Le hanno spezzato il collo e l’hanno legata a uno yacht nella marina su Marginal Street.” “Perch? avrei dovuto fare una cosa del genere?” domand? lui. “? quello che vogliamo scoprire.” Desoto inizi? a parlare ai suoi uomini in uno spagnolo rapido e agitato. Il fratello minore e un altro uomo sembravano irritati di essere accusati di qualcosa cos? chiaramente al di sotto di loro. Invece gli altri tre si fecero imbarazzati sotto quell’interrogatorio. Inizi? una discussione. A un certo punto, Desoto si alz? in preda alla rabbia e sfoggi? tutta la sua altezza e la sua stazza. “Quei tre sono stati al negozio,” sussurr? Ramirez. “Lo hanno rapinato due volte. Desoto ? incazzato perch? ? la prima volta che ne sente parlare, e non ha mai avuto la sua parte.” Con un ruggito, Desoto sbatt? il pugno sul tavolo e lo spacc? in due. Banconote, monete e gioielli volarono per aria. Una collana quasi frust? Avery al volto e lei fu costretta a spingersi contro la porta. Tutti e cinque gli uomini si alzarono dalle sedie. Il fratello di Desoto grid? per la frustrazione e alz? le braccia. Desoto concentr? tutta la sua furia su un uomo in particolare. Punt? un dito in volto al tizio e volarono minacce. “? stato lui a portare gli altri al negozio,” bisbigli? Ramirez. “? nei guai.” Desoto si volt? con le braccia spalancate. “Vi devo delle scuse,” annunci?. “I miei uomini hanno veramente avvicinato questa donna nel suo negozio. Due volte. ? la prima volta che ne sento parlare.” Il cuore di Avery batteva forte. Erano in una stanza isolata piena di criminali arrabbiati e armati, e nonostante le parole e i gesti di Desoto, l’uomo era una presenza intimidatoria, e se le voci erano vere, un pluriomicida. “Grazie,” rispose Avery. “Giusto per essere chiari, uno dei tuoi uomini potrebbe aver avuto un motivo per uccidere Henrietta Venemeer?” “Nessuno uccide senza il mio permesso,” afferm? lui categoricamente. “La Venemeer ? stata posizionata in modo strano sulla barca,” insist? Avery. “In bella vista di tutto il porto. Le hanno disegnato una stella sopra la sua testa. Significa qualcosa per te?” “Ti ricordi mio cugino?” domand? Desoto. “Michael Cruz? Un piccoletto? Magrolino?” “No.” “Gli hai spezzato un braccio. Gli ho chiesto come avesse potuto farsi battere da una ragazzina, e lui ha detto che era molto veloce, e forte. Credi che potresti battere me, agente Black?” Era iniziata una spirale discendente. Avery riusciva a sentirlo. Desoto si annoiava. Aveva risposto alle loro domande, era seccato e arrabbiato, e aveva due poliziotti disarmati nella saletta privata sotto il suo negozio. Anche gli uomini che stavano giocando a poker ormai erano totalmente concentrati su di loro. “No,” disse lei. “Secondo me in una lotta corpo a corpo mi ammazzeresti.” “Credo nella legge del taglione,” disse Desoto. “Credo che quando vengono date informazioni, in cambio ne devono essere ricevute. L’equilibrio,” sottoline?, “? molto importante nella vita. Io ti ho dato delle informazioni. Tu hai arrestato mio cugino. Ora hai preso due volte qualcosa da me. Lo capisci, vero?” domand?. “Tu mi devi qualcosa.” Avery indietreggi? e assunse la tipica posa da jujitsu, con le gambe piegate leggermente divaricate, le braccia alzate e le mani aperte sotto il mento. “Che cosa ti devo?” chiese. Con un grugnito, Desoto balz? in avanti, caric? il braccio destro e colp?. CAPITOLO SETTE Nella mente di Avery la stanza si svuot?; divenne nera e tutto ci? che riusciva a vedere erano i cinque uomini, Ramirez accanto a lei e il pugno di Desoto che le si avvicinava al volto. La chiamava la nebbia, una dimensione dove andava spesso ai tempi in cui correva. Un altro mondo, separato dalla sua esistenza fisica. Il suo istruttore di jujitsu la definiva la “consapevolezza definitiva”, uno spazio in cui la sua concentrazione si faceva selettiva, e quindi i sensi erano pi? amplificati attorno a determinati obiettivi. Volteggi? oltre il braccio di Desoto e gli strinse il polso. Nello stesso momento, raddrizz? un fianco per fare leva e us? lo slancio per scagliarlo sul pavimento dello scantinato. Il legno si incrin? e il grosso uomo si schiant? pesantemente. Senza fermarsi, Avery si gir? e colp? il suo assalitore allo stomaco. Dopo di che, tutto inizi? a muoversi al rallentatore. Prese di mira tutti e cinque gli uomini, per provocare il massimo dei danni con il minimo dello sforzo. Un colpo alla gola ne fece cadere uno a terra. Un calcio all’inguine seguito da un violento colpo all’indietro e un altro uomo si schiant? sul tavolo spaccato. Per un secondo perse di vista il fratello di Desoto. Si volt? per scoprire che stava per colpirla con un tirapugni; Ramirez si intromise con un balzo e lo sbatt? a terra. Desoto rugg? e la afferr? da dietro in una stretta micidiale. L’enorme peso del suo corpo era come un blocco di cemento. Avery non riusciva a liberarsi dalla sua presa. Calci? per aria e lui la sollev? e la gett? contro un muro. Avery vol? contro una scaffalatura e l’intero mobile le precipit? addosso quando cadde a terra. Desoto le sferr? un calcio allo stomaco; il colpo fu cos? forte da sollevarla per aria. Un altro calcio e le scatt? la testa all’indietro. Desoto si abbass?. Grosse braccia le strinsero il collo in una morsa pericolosa. Uno scatto rapido e lei torn? verticale, con i piedi ciondoloni. “Potrei spezzarti il collo,” sussurr? lui, “come un ramoscello.” Stordita. La sua mente era stordita per i colpi. Era difficile prendere fiato. Concentrati, ordin? a se stessa. O sei morta. Cerc? di farlo ribaltare, o di liberarsi dalla presa delle sue braccia. La morsa ferrea la tenne stretta. Qualcosa si abbatt? sulla schiena di Desoto. L’uomo abbass? i piedi di Avery per terra e si guard? alle spalle per vedere Ramirez con una sedia. “Non ti ha fatto male?” chiese Ramirez. Desoto ringhi?. Avery torn? in s?, sollev? una gamba e gli spinse il tallone sulle dita dei piedi. “Uh!” ulul? Desoto. Indossava una maglietta bianca con i bottoni, pantaloni corti beige e infradito; il tallone di Avery gli aveva spaccato due ossa. Istintivamente la lasci? andare, e quando fu pronto a stringerla di nuovo, Avery era gi? in posizione. Un rapido pugno alla gola fu seguito da un colpo al plesso solare. A terra c’era una mazza di ferro. Lei la prese e lo colp? alla testa. Desoto si accasci? immediatamente al suolo. Due dei suoi uomini erano gi? a terra, incluso il fratello minore. Un terzo, che aveva osservato la lotta con Desoto, sgran? gli occhi per la sorpresa. Estrasse la pistola e Avery gli schiaffeggi? la mano con la mazza, volteggi? su se stessa per lo slancio e lo colp? in faccia. L’uomo vol? contro una scaffalatura. Nel frattempo gli ultimi due uomini avevano sopraffatto Ramirez. Avery rote? la mazza contro l’interno delle ginocchia di un assalitore. Lui si ribalt? e lei gli abbatt? il metallo sul petto, per poi calciarlo in faccia con violenza. L’altro uomo le sferr? un pugno su una guancia e la scagli? urlando sul tavolo da poker. Si schiantarono insieme. L’uomo era su di lei e continuava a colpirla. Alla fine Avery riusc? ad afferrargli un polso e si gir?. Lui cadde e lei rote? per intrappolargli le braccia in una presa di sottomissione. Era perpendicolare al suo corpo. Aveva la gambe sopra la sua pancia e le braccia erano diritte e iper-estese. “Lasciami andare! Lasciami andare!” grid? l’uomo. Lei sollev? una gamba e lo calci? in faccia fino a quando non perse i sensi. “Vaffanculo!” url?. Tutto cadde nel silenzio. Tutte e cinque gli uomini, Desoto incluso, erano svenuti. Ramirez gemette e si alz? sulle mani e le ginocchia. “Ges?…” sussurr?. Avery not? una pistola sul pavimento. La prese e la punt? alla porta dello scantinato. Non appena ebbe preso la mira, Tito apparve. “Non alzare la pistola!” strill? Avery. “Mi hai sentita? Non farlo!” Tito gett? un’occhiata all’arma che stringeva in mano. “Alza la pistola e ti sparo.” La scena nella stanza era impossibile da credere per Tito; quando vide Desoto, rimase praticamente a bocca spalancata. “L’hai fatto tu questo?” domand? seriamente. “Lascia a terra la pistola!” Tito prese la mira. Avery fece fuoco due volte nel suo petto e lo sped? a gambe all’aria sulle scale. CAPITOLO OTTO Fuori dal caff?, Avery si teneva una borsa di ghiaccio sull’occhio. Sotto pulsavano due brutti lividi e tutta la guancia era gonfia. Respirare era difficile, che le fece temere di essersi rotta una costola, e aveva il collo dolorante e arrossato per la stretta violenta di Desoto. Nonostante le violenze, Avery si sentiva bene. Meglio che bene. Era riuscita a difendersi contro un killer gigantesco e altri cinque uomini. Ce l’hai fatta, pens?. Aveva passato anni a imparare a combattere, innumerevoli anni e ore da sola nel dojo, facendo sparring contro se stessa. Aveva gi? partecipato ad altri combattimenti, ma nessuno contro cinque uomini, e di certo nessuno contro qualcuno di forte quanto Desoto. Ramirez era seduto sul marciapiede. Uscito dallo scantinato era stato sul punto di collassare. In confronto ad Avery era messo molto male: il suo volto era tumefatto e coperto di tagli, e aveva costantemente le vertigini. “Sei stata una bestia laggi?,” borbott?, “un vero animale…” “Grazie?” rispose lei. Il locale di Desoto era nel cuore dell’A7, quindi Avery si era sentita obbligata a chiamare Simms per i rinforzi. Un’ambulanza era sulla scena, insieme a diversi agenti dell’A7 arrivati per portare dentro Desoto e i suoi uomini con le accuse di aggressione, possesso d’armi e altre piccole infrazioni. Il corpo di Tito, avvolto in un sacco nero, venne riportato su e caricato nel retro del veicolo per le emergenze. Simms apparve e scosse la testa. “Laggi? ? un casino,” disse. “Grazie per tutte le scartoffie extra.” “Preferivi che chiamassi i miei?” “No,” ammise lui, “immagino di no. Abbiamo tre diversi dipartimenti che stanno cercando di incastrare Desoto, cos? almeno possiamo metterlo sotto torchio. Non so cosa avessi in mente, a venire qui senza rinforzi, ma bel lavoro. Come hai fatto ad affrontarli tutti e sei da sola?” “Sono stata aiutata,” rispose Avery con un cenno verso Ramirez. Ramirez alz? una mano in segno di riconoscimento. “E che mi dici dell’assassino dello yacht?” chiese Simms. “Qualche collegamento?” “Non credo,” rispose lei. “Due dei suoi uomini hanno rapinato il negozio un paio di volte. Desoto era sorpreso e incazzato. Se i commessi confermano la storia, credo che non ci siano dubbi. Volevano i soldi, non una proprietaria del negozio morta.” Un altro agente apparve e fece cenno a Simms. Simms diede un colpetto sulla spalla di Avery. “Forse ? meglio se te ne vai,” disse. “Ora li portano su.” “No,” disse Avery. “Vorrei vederlo.” Desoto era cos? grosso che dovette chinarsi per uscire dalla porta d’ingresso. Era affiancato da due agenti e ce n’era un altro alle sue spalle. In confronto a tutti gli altri, sembrava un gigante. I suoi uomini vennero accompagnati di sopra dopo di lui. Tutti furono sospinti verso un furgone della polizia. Mente si avvicinava ad Avery, Desoto si ferm? e si volt?; nessuno dei poliziotti riusc? a farlo smuovere. “Black,” la chiam?. “S??” disse lei. “Sai quel bersaglio di cui parlavi?” “S??” “Click, click, boom,” disse lui con un occhiolino. La fiss? per un altro istante prima di lasciare che la polizia lo facesse salire sul furgone. Le minacce a vuoto facevano parte del lavoro. Avery lo aveva imparato molto tempo prima, ma un uomo come Desoto non parlava a vanvera. Vista da fuori, rimase immobile e lo fiss? fino a quando non se ne fu andato, ma dentro di s? riusc? a malapena a mantenere la calma. “Ho bisogno di bere,” disse. “Assolutamente no,” borbott? Ramirez, “sto di merda.” “Facciamo cos?,” disse lei. “Qualsiasi bar tu voglia. Scegli tu.” Lui si illumin? subito. “Davvero?” Avery non si era mai offerta di andare in un bar scelto da Ramirez. Quando lui usciva, andava a bere con la squadra, mentre Avery sceglieva posti tranquilli e poco noti nel suo quartiere. Da quando era iniziata la loro specie di relazione, Avery non lo aveva mai accompagnato fuori, n? era andata a bere con chiunque altro del dipartimento. Ramirez si alz? troppo in fretta, ondeggi? ma si riprese. “Ho il posto che fa per noi,” disse. CAPITOLO NOVE “Cazzo, s?!” rugg? Finley ubriaco. “Hai appena battuto sei membri della Chelsea Death Squad, incluso Juan Desoto? Non ci credo. Non ci credo, cazzo. Dicono che Desoto sia un mostro. Certi non credono neppure che esista.” “L’ha fatto,” giur? Ramirez. “Ero proprio l?, amico. Ti dico la verit?, l’ha fatto. La ragazza ? una maestra di kung fu o una cosa cos?. Avesti dovuto vederla. Veloce come una saetta. Non ho mai visto niente del genere. Dove hai imparato a combattere cos??” “Molto ore in palestra,” spieg? Avery. “Nessuna vita. Niente amici. Solo io, un sacco da boxe, e lacrime e sudore a litri.” “Mi devi insegnare qualcuna di quelle mosse,” la supplic? lui. “Anche tu te la sei cavata bene,” disse Avery. “Mi hai salvata due volte, se non ricordo male.” “? vero, l’ho fatto,” conferm? lui facendosi sentire da tutti. Erano al Joe’s Pub su Canal Street, un bar per poliziotti a pochi isolati di distanza dalla stazione di polizia dell’A1. Al grande tavolo di legno c’erano tutti gli uomini che erano stati nella squadra Omicidi insieme ad Avery: Finley, Ramirez, Thompson e Jones, insieme ad altri due poliziotti di quartiere che erano amici di Finley. Il supervisore della Omicidi, Dylan Connelly, era a un altro tavolo non lontano, a bere insieme ad alcuni uomini che lavoravano nella sua unit?. Di tanto in tanto, alzava lo sguardo come per attirare l’attenzione di Avery, ma lei non se ne era accorta. Thompson era l’uomo pi? grosso di tutto il bar. Praticamente albino, aveva la pelle estremamente pallida, sottili capelli biondi, labbra carnose e occhi chiari. Il suo sguardo ubriaco si incup? guardando Avery. “Io potrei batterti,” dichiar?. “Io potrei batterla,” esclam? Finley. “? una ragazza. Le ragazze non sanno combattere, lo sanno tutti. ? stato un caso. Desoto era ammalato e i suoi uomini sono rimasti improvvisamente accecati dalle sue grazie femminili. Non ? possibile che li abbia battuti ad armi pari. Impossibile.” Jones, un giamaicano snello e con qualche anno in pi? degli altri, si chin? in avanti molto interessato. “Come hai battuto Desoto?” domand?. “Sul serio. Niente cazzate sulla palestra. Anche io vado in palestra e guardami. Non metto su neanche un etto.” “Sono stata fortunata,” disse Avery. “S?, ma come?” voleva davvero sapere. “Jujitsu,” spieg? lei. “Un tempo correvo, quando facevo l’avvocato, ma dopo tutto lo scandalo, fare jogging per la citt? non ? stata pi? una buona idea. Mi sono iscritta a un corso di jujitsu e ci ho passato ore e ore. Credo che stessi cercando di purificare la mia anima o qualcosa del genere. Mi piaceva. Molto. Cos? tanto che l’istruttore mi ha dato le chiavi della palestra e mi ha detto che potevo andarci quando volevo.” “Jujitsu del cazzo,” disse Finley come se fosse stata una parolaccia. “Non mi serve il karate. Mi basta chiamare i miei ragazzi e loro fanno pop-pop-pop!” grid?, fingendo di sparare con una mitragliatrice. “Fanno saltare tutti per aria!” Per commemorare l’evento venne ordinato un giro di bevute. Avery gioc? a biliardo, tir? le freccette e alle dieci di sera era completamente sbronza. Era la prima volta che passava veramente del tempo insieme alla sua squadra, e provava un autentico senso di comunit?. In un raro momento di vulnerabilit?, gett? le braccia attorno al ben pi? basso Finley, vicino al tavolo da biliardo. “Tu per me sei uno a posto,” dichiar?. Finley, apparentemente incantato dal suo tocco e dalla presenza vicina a s? di quella dea alta e bionda, rimase senza parole per un momento. Ramirez era curvo al bar, seduto da solo, dove era stato tutta la serata. Il tragitto fino a lui quasi sped? Avery a faccia in gi? sul pavimento. Gli mise le braccia attorno al collo e lo baci? sulla guancia. “Va meglio cos??” chiese. “Fa male.” “Aw,” cinguett? lei. “Andiamocene da qui. Ti far? stare meglio.” “Nah,” borbott? Ramirez. “Che c’? che non va?” Ramirez era affranto quando si gir?. “Tu,” rispose. “Sei incredibile in tutto quello che fai. E io cosa sono? A volte mi sembra di essere solo la tua spalla. Lo sai, fino a quando non sei arrivata tu, ero convinto di essere un ottimo poliziotto, ma ogni volta che siamo insieme vedo i miei difetti. Questa mattina… chi altro avrebbe potuto impedire a quel tizio di sparare all’agente? Al molo, chi altro avrebbe potuto vedere quello che hai notato tu? Chi altro avrebbe potuto convincere Desoto a farti entrare nel suo covo per poi batterlo? Sei tanto in gamba, Avery, che mi fai mettere in dubbio il mio valore.” “Andiamo,” disse Avery e appoggi? la fronte alla sua. “Sei un ottimo poliziotto. Mi hai salvato la vita. Di nuovo. Desoto mi avrebbe spezzato il collo a met?.” “Lo avrebbe fatto chiunque,” disse lui allontanandosi. “Sei il poliziotto meglio vestito che conosca,” afferm? lei, “e quello pi? entusiasta, senza contare che mi fai sempre sorridere con il tuo atteggiamento positivo.” “Davvero?” “S?,” insistette lei. “Io mi perdo troppo nei miei pensieri. Rischio di stare a rimuginare per settimane. Tu mi costringi a uscire dal guscio e mi fai sentire una donna.” Lo baci? sulle labbra. Ramirez abbass? il capo. “Grazie,” disse. “Sul serio. Grazie. Significa molto per me. Sto bene. Solo, dammi un minuto, va bene? Lasciami finire il mio drink e riflettere su un paio di cose.” “Certo,” rispose lei. Il bar era persino pi? affollato di quando erano arrivati. Avery scrut? la folla. Thompson e Jones se ne erano andati. Finley stava giocando a biliardo. C’era qualche altro agente che lei riconobbe dall’ufficio, ma nessuno che tenesse particolarmente a incontrare. Due uomini ben vestiti le fecero un cenno e indicarono i drink. Lei scosse la testa. Le ritornarono alla mente delle immagini: le mani di Desoto attorno al suo collo, e la donna sulla barca con l’ombra inquietante e la stella. Avery ordin? un altro bicchiere e trov? un tavolo tranquillo in un angolo vicino al fondo. Doveva sembrare pazza agli altri avventori: una donna sola con il volto pesto, le mani sul tavolo attorno a un bicchiere e lo sguardo concentrato sul nulla, mentre dentro di s? passava al setaccio gli eventi del giorno per trovare un collegamento. Desoto, un vicolo cieco. I genitori, un vicolo cieco. Le amiche? Avery si rese conto che a un certo punto avrebbe dovuto contattarle, meglio prima che dopo. Perch? l’assassino ha disegnato una stella? Pens? all’appartamento dove era avvenuto l’omicidio, ai libri, ai vestiti nel cesto e al tappeto mancante. ? grosso, pens?, e forte, ed ? sicuramente arrabbiato. Le telecamere sono state rese inutilizzabili, che significa che ? cauto. Un addestramento militare? Forse. Spunt? un’altra casella. Decisamente un gesto personale, riflett?. Torna indietro nel passato della Venemeer. Scopri chi altro ha lavorato nel negozio, o ? uscito con lei a scuola. Compila una lista. Dopo aver fatto la lista, parla di nuovo con i genitori perch? possano confermarla. I pezzi iniziarono a prendere forma, pezzi di un puzzle che doveva ancora completare. Ramirez era proprio davanti a lei, intento a osservarla. “Ehi,” disse Avery, coprendosi il volto per l’imbarazzo. “Guardati un po’.” Lui sorrise a sua volta. “Che cosa stai facendo?” Le sue guance si tinsero di rosso. “? cos? che lavoro,” spieg? lei. Ramirez le si accomod? di fianco. “Come?” chiese. “Spiegami.” “Io… analizzo tutto con la mente,” disse lei. “Tutti i fatti. Tutti i pezzi. Provo a cercare mentalmente i collegamenti. Mi creo un elenco di piste da seguire cos? da non tralasciare niente. Devo essere meticolosa.” “Perch??” chiese lui. “Perch? sei cos? brava con queste cose?” Êîíåö îçíàêîìèòåëüíîãî ôðàãìåíòà. Òåêñò ïðåäîñòàâëåí ÎÎÎ «ËèòÐåñ». Ïðî÷èòàéòå ýòó êíèãó öåëèêîì, êóïèâ ïîëíóþ ëåãàëüíóþ âåðñèþ (https://www.litres.ru/pages/biblio_book/?art=43693015&lfrom=688855901) íà ËèòÐåñ. Áåçîïàñíî îïëàòèòü êíèãó ìîæíî áàíêîâñêîé êàðòîé Visa, MasterCard, Maestro, ñî ñ÷åòà ìîáèëüíîãî òåëåôîíà, ñ ïëàòåæíîãî òåðìèíàëà, â ñàëîíå ÌÒÑ èëè Ñâÿçíîé, ÷åðåç PayPal, WebMoney, ßíäåêñ.Äåíüãè, QIWI Êîøåëåê, áîíóñíûìè êàðòàìè èëè äðóãèì óäîáíûì Âàì ñïîñîáîì.
Íàø ëèòåðàòóðíûé æóðíàë Ëó÷øåå ìåñòî äëÿ ðàçìåùåíèÿ ñâîèõ ïðîèçâåäåíèé ìîëîäûìè àâòîðàìè, ïîýòàìè; äëÿ ðåàëèçàöèè ñâîèõ òâîð÷åñêèõ èäåé è äëÿ òîãî, ÷òîáû âàøè ïðîèçâåäåíèÿ ñòàëè ïîïóëÿðíûìè è ÷èòàåìûìè. Åñëè âû, íåèçâåñòíûé ñîâðåìåííûé ïîýò èëè çàèíòåðåñîâàííûé ÷èòàòåëü - Âàñ æä¸ò íàø ëèòåðàòóðíûé æóðíàë.